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Articoli Vecchi

Area Riservata
L'incidente


di Enrico Girardi


• Sì, certamente. Conosco i miei diritti d'imputato, so che quello che riferirò in questo nostro colloquio, le mie risposte alle sue domande, in sostanza tutto ciò che dirò potrà essere usato contro di me. E che quindi sono libero di non rispondere a lei e agli altri membri del collegio inquirente negandole la mia collaborazione. Ma capirà ben presto che fare chiarezza su questo spiacevole incidente non potrà che giovarmi; nessuna reticenza da parte mia quindi, abbiate fiducia ...

• ... (omissis) ...

• Se mi sembra adeguata la parola incidente? Senza dubbio, dal mio punto di vista, e da quello di tutti coloro che sono stati coinvolti in questa impresa. Si, incidente, e che altro?

• …

• Sorpresa, disgusto, rabbia, orrore. Questo quello che ho provato. Nei primi attimi sicuramente l'aspetto emotivo è prevalso anche in me, che diamine! Poi la nostra responsabilità, tipica di chi è votato alla scienza, è quella di indagare le cause, con tutti gli strumenti tipici della razionalità umana. E questo non può essere confuso con la mancanza di sentimenti, con il cinismo. Sa che chi aveva acquistato l'esclusiva mediatica dell'avvenimento non ha avuto il pudore di nascondere la sua soddisfazione per il picco di share conquistato durante l'incidente e nei minuti successivi? Quello sì che è cinismo!

• …

• Mi scusi per lo sfogo, ma non è bello essere trattati così dagli organi d'informazione, soprattutto da certi: tu fai la loro fortuna, poi loro si nutrono del tuo cadavere. Bastardi ...

• …

• Helias Colombo, nato a Berlino il 27.11.2006. Coniugato con Tamar Goldsmith. Residente a Tabaueran.

• …

• È un atollo dell'arcipelago delle Line. No, non c'è numero civico. L'atollo non è piccolissimo, ma io abito dall'altra parte dell'isola rispetto all'unico centro abitato, Nabari.

• …

• Non è un problema, ormai nel nostro ambiente si lavora a distanza, in multiteleconferenza. Devo dire che le poche volte che ho dovuto recarmi in sede è stato solamente per motivi - per così dire - di rappresentanza. Ma posso garantirle che ognuno di noi responsabili delle diverse aree del Progetto poteva benissimo restare a casa propria e lavorare per via telematica. In particolare nel mio caso devo confessare che ho sempre manifestato una certa pigrizia nell'allontanarmi da casa.

• …

• L'ha detto! Un paradiso. Tra i pochi rimasti sul pianeta. Ci si sveglia all'alba col canto degli uccelli marini. L'aria è sempre limpida e fresca, il clima una continua primavera. Le maschere a carboni attivi non sappiamo nemmeno cosa siano quando siamo là: niente motori, gas tossici, problemi di sovraffollamento. Sì, certo, è una sistemazione un po' costosa, ma in buona parte ripagata dai benefici fiscali.

• …

• Mi ritengo un privilegiato. Ma si tratta anche di sapere cosa si vuole. C'è gente con il mio stesso reddito che preferisce svenarsi per acquistare una penthause nel centro di Bangalore. De gustibus ...

• …

• Cinquecentocinquantamila euro annui. Tre anni di contratto. Più un milione di premio nel caso di riuscita dell'impresa. La scadenza del mio mandato era lo scorso 30 dicembre in coincidenza dell'evento la cui conclusione - diciamo così - sfortunata, mi ha portato a questa spiacevole situazione personale. Che spero si risolva in tempi brevi.

• …

• La domanda per gli arresti domiciliari è stata rigettata in prima istanza. Pericolo di fuga.

Anacronistico, non trova? Ora i miei avvocati si sono rivolti alla corte suprema internazionale, dipartimento diritti umani. Ancora pochi giorni e dovrei essere fuori, così mi assicurano almeno. Ma io credo che tutto questo in fondo non sarà necessario, sono sicuro di poter provare la mia innocenza. Vedrà, ho delle novità in merito.

• …

• Giovane dice? No, non in modo particolare. Anche gli altri dirigenti. Il responsabile del settore visione artificiale, ad esempio, ha compiuto ventitre anni lo scorso novembre. Una bella festa.

Ecco vede, si trova ogni tanto un buon motivo per andarsene dall'atollo, quattro ore di Personal Plane ed eravamo a Stoccolma con tutti gli altri. Negli ultimi decenni si sono molto accelerate le carriere in ambiente scientifico e tecnologico, non lo sapeva? Io mi sono laureato nel 2021 al Politecnico di Zurigo, in matematica. Il 2023 è stato l'anno del master in robotica, al M.I.T… Fino al 2027 sono stato responsabile della ricerca alla Immer Geradeaus GmbH. Progettavamo piccole macchine d'uso domestico. Quelle che così tanto hanno migliorato la qualità della vita negli ultimi anni. La vasca da bagno intelligente e autopulente l'abbiamo lanciata noi per primi, poi i giapponesi ci hanno copiato. Si, le vecchie cattive abitudini non le hanno ancora perdute! Ci siamo rifatti con i veicoli automatici; con delle banali migliorie sul sistema di automanutenzione abbiamo dato del filo da torcere ai gialli: loro avevano pensato che il cliente fosse appagato nell'essere esentato dalla guida. Errore! Non c'è niente di peggio che perdere tempo con un veicolo che ogni tanto si guasta e non si autoripara. Bene, è stato questo grosso successo che mi ha permesso di entrare nel Progetto, a soli ventidue anni. Sa, essere in quell'ambiente di lavoro è stata un'esperienza eccitante, i migliori cervelli del mondo impegnati in una ricerca di punta, sicuramente il Progetto simbolo del settore tecnologico che più ha avuto impatto sull'umanità nell'ultimo decennio e sul quale sono state convogliate la maggior parte delle risorse. Diciannove mesi da ricercatore e poi l'incarico che le dicevo, responsabile del settore Evoluzione decisionale. Eccomi qua, nemmeno ventisette anni e una brillante carriera alle spalle, la celebrità e adesso... ah ah... anche un po' di galera, beh, poco male, c'è chi dice che tutti i grandi ci debbano passare. Un uomo vissuto, non le pare? Ma no, non si deve stupire per la mia età. Lo so che per voi, uomini di legge, i tempi sono più lunghi, l'apparato statale con i suoi concorsi, così anacronistici,... le inefficienze... ma vi rimane sempre la sicurezza del posto di lavoro, e anche uno stipendio niente male, o sbaglio?

• …

• Veramente? Molti magistrati hanno dato le dimissioni? Prendono molto di più come legali per aziende private, anche piccole? Addirittura? Lavori di bassa manovalanza? Ma con tutti i robot che abbiamo prodotto. E io pensavo che in quei pochi lavori manuali residui fossero utilizzati solo immigrati quartomondiali, o insegnanti dopolavoristi...

• …

• Ha ragione. Noi uomini di scienza non sempre siamo attenti alle trasformazioni sociali, ai rapidi mutamenti. Ha ragione, è vero, ma siamo così appassionati al nostro lavoro, è così coinvolgente, così eccitante, ci assorbe le energie e tutto il nostro tempo. Ma ne vale la pena: siamo rimasti in pochi ad avere la possibilità di creare qualcosa di nuovo, siamo forse noi gli unici artisti rimasti in questo scorcio di secolo, abbiamo sostituito pittori, poeti, registi.

• …

• Il committente del Progetto? Beh, è un Consorzio che unisce tutti i più grandi centri di ricerca del pianeta, in particolare quelli che hanno deciso d'investire nella robotica. Gli investimenti sono enormi, in particolare a partire dalla seconda metà degli anni venti, passata la sbornia epocale per le biotecnologie.

• …

• No, non le Università, ormai la ricerca di punta con una qualsiasi anche minima ricaduta tecnologica è pagata, programmata, pilotata da istituti privati. C'è rimasto qualche spicciolo di finanziamento pubblico, ma è ben poca cosa.

• …

• In che senso parlarle del Progetto?

• …

• Dall'inizio? Tutta la storia? Ma è una cosa che ha riempito i media negli ultimi mesi!

• ...

• Ah, ho capito, per gli atti del processo. No, non volevo mettere in dubbio la preparazione sua e dei suoi colleghi, non me l'aspettavo, tutto qua. Posso farlo in maniera sintetica, altrimenti ci finisce il pomeriggio ...

• …

• Ma ...

• ..

• Sì, tempo ne abbiamo, ho capito.

• …

• Va bene, sono qui a sua disposizione.

• …

• Spiegherò tutto fin dall'inizio come lo si farebbe ad un bambino.

• …

• Da dove possiamo incominciare? Ecco, vede, la ricerca, in particolare nel campo dell'intelligenza artificiale, lavora per obiettivi. A volte, nel passato, è stato posto un traguardo, anche lontano, che si riusciva a malapena ad intravedere, e questo ha assunto un valore simbolico, ed è stato in grado di catalizzare le energie degli scienziati, di scatenare le fantasie della gente e di allungare la mano dei finanziatori. Qualche esempio? Calcolare il primo milione di cifre di p, una sfida lanciata negli anni quaranta del secolo scorso ...

• …

• Il pi greco? È un numero irrazionale, forse il più famoso nella storia della matematica, più di v2 e di e, il numero di Nepero, la base dei logaritmi naturali... ma veramente lei non conosce il p?

• …

• Un numero irrazionale, infinite cifre decimali non periodiche, che non si ripetono a gruppi finiti. Non c'è modo di conoscerle se non attraverso calcoli molto elaborati. Proprio per questo l'approssimazione del p era diventata la misura della potenza di calcolo per quelle prime rudimentali macchine. Stavo dicendo dunque che a quei tempi un imprenditore, titolare di una catena di ristoranti economici e grande appassionato di matematica, destinò un consistente premio in denaro a chi sarebbe riuscito a costruire e programmare un computer in grado di calcolare il primo milione di cifre decimali di p. Obiettivo raggiunto in meno di venticinque anni da un matematico di Cambridge. E guarda caso proprio in quel periodo le capacità di calcolo automatizzato aumentarono di un fattore dieci ogni quattro anni, cioè così velocemente da non aver paragone non solo nello sviluppo dell'informatica, ma nemmeno in nessun altro settore nella tecnologia di ogni tempo. Sembra preistoria, ma è successo poco più di mezzo secolo fa. Altra sfida epica nella storia dell'intelligenza artificiale: progettare un software in grado di battere a scacchi il campione del mondo in carica. Un miraggio, un sogno da visionari nel 1958, quando si cominciò a parlarne. Milioni di dollari d'investimenti, una gara che coinvolse programmatori e hardwaristi di tutto il mondo tecnologicamente avanzato. Si svilupparono i primi programmi elementari, con sorpresa si videro computers partecipare a tornei scacchistici per principianti al fine di testarne la forza di gioco, si organizzarono i campionati mondiali per software dedicati e finalmente, nel 1997 il mondo intero fu testimone della prima sconfitta in un match in sei partite del campione del mondo di allora, Gerry Kasparov, da parte di Deep Blue, un computer dell'IBM, programmato da un gruppo d'informatici che erano anche scacchisti di medio livello. E la posta in gioco offerta inizialmente da un miliardario brasiliano, noto per le sue originali iniziative, fu alla fine ben poca cosa rispetto al prestigio acquisito dagli artefici del programma. Una annotazione di costume inerente al fatto in questione: nel 2011 Vincenzo Cannavacciuolo, un non più giovane scacchista professionista italiano che in breve tempo aveva sorprendentemente scalato le classifiche internazionali fu squalificato durante le semifinali del torneo dei candidati al campionato del mondo. Un microchip inserito nel lobo parietale destro lo - diciamo così - "assistiva" durante lo svolgimento della partita. Tutto il mondo scacchistico...

• …

• Ma è stato lei a chiedermi di raccontarle tutto, in maniera esauriente, fin dall'inizio!

• …

• D'accordo. Comunque. Proprio in quegli anni al volgere del millennio un nuovo obiettivo cominciava a far sognare gli appassionati di intelligenza artificiale. Un obiettivo che prefigurava uno straordinario ulteriore sviluppo dell'informatica e, dopo decenni di vane attese, finalmente concrete clamorose applicazioni nel campo della robotica. La miccia per un programma di ricerche a largo spettro che avrebbe avuto clamorose ricadute sull'umanità. Un qualcosa che, inoltre, poteva far presa sul grande pubblico, come poi esattamente è stato, ed entusiasmare anche i potenziali finanziatori. Si sarebbe trattato di costruire una squadra di automi, di robot, in grado di sconfiggere la squadra di umani campioni del mondo di calcio in carica. Allora si parlava di squadre nazionali in verità, non si era previsto che sarebbero scomparse sotto la pressione dei club sostenuti da sponsor sempre più invadenti. Vabbè, ma questi sono dettagli, la sostanza è rimasta.

• …

• Si si, già a quei tempi, sorprendente no? Pensi che l'annuncio della prima Robot World Cup fu dato nel '95. Due anni di tempo e nel 1997 si tenne il primo di una lunga serie di campionati di calcio per robot: la RoboCup 97 si tenne a Nagoya (sempre loro!). Da allora in poi un campionato all'anno. Le previsioni di allora: una squadra di automi in grado di battere la nazionale campione del mondo entro, pensi un po', il 2050.

• …

• Eh sì, siamo in anticipo, di almeno una quindicina d'anni, se il progetto non subirà interruzioni...

• …

• Certo che sono preoccupato, non lo sarebbe lei vedendo cinque anni del proprio lavoro andare in fumo? E quello di cinquanta suoi colleghi? E le centinaia di milioni di euro investiti?

• …

• Sì, di questo. Non per me, non per il mio futuro. Io ho agito al meglio e non ho colpe. La giustizia farà il suo corso.

• …

• Come scusi?

• …

• Sì, la prima edizione è stata proprio nel '97.

• …

• Ma è stato grazie a quei primi goffi tentativi se siamo riusciti a realizzare quello che oggi è sotto gli occhi di tutti.

• …

• Sa, deve pensare a qualcosa di molto diverso rispetto a quello che ora siamo abituati a vedere. A quei tempi pioneristici vi erano differenti categorie. Una innanzitutto per "simulatori", squadre di 11 agenti software che giocavano in un campo virtuale; e poi ben tre categorie per automi reali: piccoli robot, di media taglia e con gambe. Si, i primi due andavano su ruote. Per esigenze di semplificazione poi le squadre erano di cinque, a volte solo di tre elementi. Le categorie avevano precisi limiti dimensionali e le partite si giocavano su tavoli da ping-pong o su superfici di poco più grandi. E i "robot con gambe"? Ne avevano quattro! Si, andatura quadrupede.

• …

• Ah ah, è vero: il nome esatto avrebbe dovuto essere "robot con zampe". Certo. Comunque ben presto si passò alla categoria "umanoidi", mi sembra per la prima volta nel 2003. E rimasero allora due soli campionati: per agenti virtuali, software simulanti e giocatori reali, questi ultimi ovviamente umanoidi. La prima RoboCup giocata con squadre da 11 automi di fattezze umane su un vero campo da calcio fu quella del 2019, a Perth. Sembrava essere stato raggiunto un traguardo entusiasmante, e lo era in effetti per quei tempi. Bastava però assistere a poche azioni di una partita per capire che 7-8 adolescenti, seppur obesi e con ritardi nello sviluppo psicomotorio, sarebbero stati sufficienti per sconfiggere la squadra di robot campioni del mondo, risultato d'investimenti colossali ed estenuanti ricerche e sperimentazioni.

• …

• Certamente. La strada da percorrere era ancora lunga.

• …

• Oh, sì grazie. Ne ho proprio bisogno. Anche qualcosa da bere.

• …

• Una birra va bene.

• …

• No, non si sta poi così male.

• …

• Una stanza solo per me con tutto il necessario. Riesco a lavorare, lo faccio almeno sedici ore al giorno. Per capire dove è sorto il problema e vedrà che a qualcosa di buono sono alla fine arrivato.

• …

• Mia moglie? Sì certo, posso contattarla. Solo lei, e uno dei miei avvocati. E poi ovviamente l'accesso in modalità di sola lettura alla banca dati del settore di mia competenza. È sufficiente.

>• …

• Ventitre anni.

• ...

• Insegna. Storia della letteratura ebraica. Università del Negev, Beer Sheba.

• …

• Lei e la sua signora avevate già due figli alla nostra età? Altra epoca, subito dopo la grande deflazione. Cosa vuole, viviamo tempi restrittivi in merito. 0,74 figli a testa è la rata più bassa che abbiamo visto negli ultimi anni. Poco male per noi adesso. Non ci abbiamo proprio mai pensato d'iscriverci alla lotteria per il diritto alla generazione. In futuro chissà, abbiamo almeno trent'anni davanti per pensarci.

• …

• Già, fortuna che non siamo religiosi praticanti. Io non entro in sinagoga dal tempo del bar-mitzvah e anche mia moglie ....

• …

• Quando vuole posso ricominciare.

• …

• Sì, certo, veniamo al dunque. Il consorzio nasce il 25.12.2028, i cacciatori di teste di una agenzia specializzata in due mesi recuperano cinquanta ricercatori. Cinquanta tra le menti più brillanti del pianeta. Requisiti fondamentali: avere meno di venticinque anni; esperienze di ricerca di punta nei settori architettura di agenti, sinergie sensoriche, strategie evolutive di sistemi complessi, modellizzazione cognitiva; e, soprattutto, non avere nessun precedente contatto con i gruppi concorrenti giapponese, indiano e nordamericano. Sono stato tra i prescelti. Ho accettato: le prospettive erano buone e la Immer Geradeaus non stava passando un buon momento per la concorrenza di una azienda singalese con una politica dei prezzi molto aggressiva.

• …

• Sono sempre stati quattro i settori distinti del progetto, ciascuno con un responsabile che coordinava il lavoro di un numero di ricercatori che variava da nove a sedici. I nomi dei settori di ricerca sono affascinanti: Energia e muscolatura artificiale, Coordinamento senso-motorio, Evoluzione decisionale, Addestramento tecnico-tattico. Obiettivo intermedio: in due anni vincere la RoboCup del 2031, poi altri due per battere gli umani campioni del mondo.

• …

• Abbiamo stravinto. Superiori da tutti i punti di vista: agilità di ogni singolo automa, coordinamento nel gioco, perfetta esecuzione della tattica del fuorigioco, potenza e precisione nel tiro e nel colpo di testa. Il portiere poi, era veramente insuperabile e, visto che avevamo pensato di dargli fattezze femminili (sa, per accontentare una collega veterofemminista) i giornalisti sportivi l'avevano battezzata Sara Cinesca. Un trionfo, nemmeno una possibilità per le squadre avversarie. Per la prima volta l'obiettivo previsto in modo così ardito nell'ultimo decennio del secolo scorso, diventava effettivamente raggiungibile. La Robocup International Federation decise così di sospendere per due anni i campionati affinché il nostro team si preparasse al meglio per lo scontro con gli umani.

• …

• Sono sempre stato nel settore Evoluzione decisionale, in parole povere noi dovevamo insegnare agli automi come prendere le migliori decisioni possibili nel minor tempo possibile. Le migliori al fine di vincere la partita naturalmente ...

• …

• Certo che ci interfacciavamo con gli altri gruppi.

• …

• La mia promozione? Come sono diventato coordinatore?

• …

• No, è stato l'unico settore che lo ha cambiato in corso d'opera. Per una faccenda legata ad una certa divergenza d'opinioni tra il sottoscritto e il dirigente precedente.

• …

• Lo trovavo piuttosto conservatore, la strategia di ricerca che ci imponeva non era la più promettente. Io avevo delle idee - diciamo così - più spregiudicate. Visto che nelle simulazioni i miei risultati erano sempre i migliori e che lui, chissà perché, invidia forse, proprio non ci voleva sentire, ho pensato di contattare direttamente i dirigenti del Consorzio. Presentati i nostri due diversi punti di vista non hanno avuto dubbi e sono state promosso.

• …

• Beh, era così evidente! È stato grazie a questo cambio, senza alcun dubbio, che abbiamo stravinto l'ultima RoboCup.

• …

• No, è rimasto con noi. De Sitter è uno che sa perdere. Ha continuato a collaborare e il suo contributo è stato indispensabile. Una testina fina, sarebbe stato un peccato perderlo, anche perché il rischio che andasse a lavorare per la concorrenza esisteva, eccome! Ha mantenuto lo stesso stipendio, semplicemente era io che decidevo in quale direzione andare. Tutto qui.

• …

• È vero, nei match della RoboCup non ci sono arbitri.

• …

• Perché? Perché sono inutili. I robot non commettono scorrettezze, le partite sono leali. Le linee del campo sono sensorizzate, quando poi la palla esce dal terreno di gioco od entra in rete tutti i giocatori se ne accorgono in maniera praticamente istantanea. Niente guardalinee ovviamente. Per gli umani è un'altra cosa. La tentazione di prevaricare, di aggirare i regolamenti per trarne un beneficio è sempre presente. Per questo esistono ancora le giacchette nere. E devo dire che questo diverso atteggiamento nei confronti delle regole è stato forse il maggior problema che abbiamo dovuto affrontare nell'ultima fase.

• …

• Va bene, ne parleremo in dettaglio in seguito.

• …

• Certo, il mio avvocato mi ha comunicato che Tsu. K. Chang, il responsabile del settore Addestramento tecnico-tattico è stato fermato solo per pochi giorni e poi rilasciato perché dichiarato estraneo al fatto. So bene poi che i ricercatori delle altre aree del Progetto sono stati ascoltati solamente come testimoni. Capisco quindi di essere l'unico imputato rimasto e in effetti, non potevate che comportarvi così, ma non per questo ho perduto la certezza di poter provare la mia innocenza.

• …

• No, non è facile spiegarle in modo semplice le linee guida del nostro lavoro ...

• …

• Ci proverò. Evoluzione decisionale. Si tratta di rendere sempre migliori i comportamenti dell'automa in risposta agli stimoli esterni. Per migliori si intende i più funzionali al raggiungimento dello scopo per il quale l'automa è stato progettato e costruito. I più produttivi, in una mentalità imprenditoriale. Nel nostro caso il problema è reso più complesso perché si tratta di ottimizzare una squadra di robot, i cui singoli comportamenti devono essere sinergicamente interdipendenti al perseguimento di uno scopo comune, la vittoria in un match di calcio. Vede, l'apprendimento negli esseri viventi superiori è legato all'esperienza. Si impara valutando le conseguenze dei propri comportamenti, scegliendo di ripetere solo i più vantaggiosi. È la stessa cosa che facciamo con i robot. Sono molte le tecniche usate nello scenario dei cosiddetti sistemi esperti: l'approccio evolutivo, la programmazione genetica, le reti neurali; ma il concetto di fondo è semplice: l'automa impara nell'affrontare in maniera reale o simulata una grande quantità di situazioni, di problemi simili a quelli che, una volta adeguatamente preparato, dovrà affrontare nella sua esistenza da prodotto finito.

• …

• Se li abbiamo allenati? Eccome, sui tiri da fermo e in corsa, sui colpi di testa, sui cross. E non solo virtualmente! E poi sulla posizione da tenere in campo... nelle loro RAM. ci sono i dati completi di centinaia di migliaia di partite giocate da squadre al più alto livello, praticamente tutto il calcio degli ultimi 80 anni, da quando sono nate le riprese televisive. Il gruppo addestramento tecnico-tattico ha lavorato soprattutto su questo. Tutto ciò però non sarebbe stato sufficiente per battere gli umani...

• …

• Perché sono veloci nel comunicare tra di loro, anche in modo non verbale, astuti, abili nell'ingannare gli avversari e nel prevedere un attimo prima quello che faranno. E, all'occorrenza sanno quando è opportuno commettere scorrettezze, e questo era per noi un terreno assolutamente inesplorato.

• …

• Stavamo vincendo due a uno prima dell'incidente, mancavano dodici minuti alia fine, ce l'avevamo quasi fatta. Moralmente siamo noi i vincitori!

• …

• Come ci siamo riusciti? L'idea era che fosse fondamentale capire le intenzioni degli avversari un attimo prima che le mettessero in pratica. Il terzino incrocia lo sguardo dell'attaccante per prevederne il dribbling, così fa il portiere per tentare di parare un rigore. Ed è fondamentale capire se il nostro avversario ha intenzione di commettere un fallo. Era necessario leggere in tutto il corpo di un umano per prevedere le sue azioni. In sostanza per battere la squadra di calcio campione del mondo bisognava che i nostri giocatori conoscessero non solo i comportamenti dei campioni di calcio del presente e del passato, ma anche debolezze, astuzie, limiti e grandezza dell'uomo, della persona umana. Il viso degli uomini in particolare, a saperlo leggere, è come un libro aperto nel quale sono dipinti i diversi stati d'animo, l'inarcarsi di un sopracciglio è segnale d'incertezza, l'irrigidirsi di un muscolo labiale di tensione, il rilassamento delle gote di stanchezza. Ma è tutto il corpo che comunica e, mi creda, non tutti i movimenti dei calciatori sono finalizzati all'azione di gioco. C'a qualche tifoso in grado di prevedere SEMPRE da che parte partirà il dribbling del suo attaccante preferito. Si è mai chiesto come è possibile? Semplicemente perché SEMPRE, un attimo prima di scartare a destra, quell'attaccante, in modo del tutto automatico compie un piccolo, insignificante, impercettibile, inutile gesto, che ne so, un lieve scuotimento della testa, un contrarsi dell'anulare sinistro; se scarta a sinistra non lo fa. Spesso nemmeno il tifoso sa come, ma inconsapevolmente riconosce quell'involontario segnale ed è SEMPRE in grado di prevedere l'azione del suo campione. I nostri automi avrebbero dovuto essere in grado di percepire rapidamente tutto questo per poter prevedere le azioni degli avversari. Inoltre, e questa era la scommessa, dovevano riconoscere nel calciatore che fronteggiavano l'intenzione di un comportamento scorretto. E lei non ha idea di come un giocatore umano sia fortemente tentato di commettere dei falli giocando contro un robot... sa, non esiste nel codice morale di una persona l'informazione 'è cattiva cosa far del male ad una macchina', mentre se sostituisce alla parola 'macchina' la parola 'persona' le cose cambiano, eccome!

• …

• Se erano programmati per recare danno all'avversario? No, solamente a leggerne nelle espressioni del viso eventuali cattive intenzioni e ad agire di conseguenza, difendendosi anche con azioni al limite del regolamento.

• …

• La prima legge dei robot: "Un robot non può recar danno ad un essere umano ne può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno"? È di tutta evidenza il fatto che non poteva far parte della programmazione comportamentale dei nostri automi, pena il loro immobilismo sul campo di gioco. Come avrebbero potuto entrare in contatto spalla a spalla con un umano, calciare il pallone con un piede dell'avversario in rapido movimento a pochi centimetri dall'impatto, o forzare un takle? O anche semplicemente tirare violentemente il pallone visto che esiste sempre il rischio di colpire un giocatore dell'altra squadra sulla traiettoria e procurargli così dei danni fisici?

• …

• Del senno di poi sono piene le fosse! Ogni anno, da un secolo ormai, ci sono centinaia di migliaia di persone che muoiono in incidenti stradali. Cosa facciamo? Mettiamo in galera i produttori di automobili? E l'inventore del motore a scoppio? Lo facciamo passare alla storia come il principale responsabile del più grande e prolungato massacro di massa che si sia mai visto nella storia dell'umanità?

• …

• Come li abbiamo addestrati? Abbiamo insegnato loro a conoscere gli uomini!

• …

• Milioni di sequenze audiovisive in cui tutti gli aspetti della vita umana erano rappresentati.

• …

• Da tutte le videoteche pubbliche on-line.

• …

• Sequenze di vita reale, ma anche fiction cinematografiche e televisive.

• …

• Dovevamo farlo!

• …

• Se era previsto un evento come quello che è successo? Ma mi prende per matto? Assolutamente no!

• …

• Perché? Come è potuto accadere? Per settimane intere mi sono chiesto dove avevamo sbagliato. Incessantemente. E sapesse come ci si può ben dedicare a questo tipo di lavoro in cella, in un certo senso è l'ambiente ideale... Poi, finalmente, due giorni fa ho trovato la risposta.

• …

• Nessun errore!

• …

Ho controllato tutte le linee di codice dei sistemi di sicurezza e, in un punto è stato inserito un modulo ricorsivo che inibiva tutte le funzioni protettive; ho consegnato il materiale, il codice originale certificato dalle autorità di controllo e quello sabotato al mio avvocato. Ho fiducia che questo sia sufficiente per scagionarmi completamente.

• …

• Questo è compito vostro!

• …

• Sicuramente qualcuno molto esperto in questo genere di cose e, soprattutto, molto informato del lavoro all'interno del nostro gruppo.

• …

• Posso solo fare delle ipotesi.

• …

• In molti hanno tratto giovamento all'incidente: i team concorrenti dell'ultima RoboCup che possono rientrare in gioco grazie a regolamenti più restrittivi; le industrie e i centri di ricerca di altri settori tecnologici, comunicazioni, terraformazione, tachitrasporto che, se il programma RoboCup venisse interrotto definitivamente vedrebbero aprirsi la possibilità di maggiori finanziamenti; la Rete Universal, che aveva l'esclusiva planetaria per l'avvenimento e che ha visto aumentare del 15% la propria capitalizzazione sul mercato borsistico e che ha rialzato sensibilmente le tariffe per le inserzioni pubblicitarie. Il sabotaggio potrebbe essere stato effettuato per via telematica grazie alla collaborazione di qualche hacker di punta o, più semplicemente, con la complicità diretta di qualcuno all'interno del gruppo di lavoro. Nel caso che ci sia la diretta responsabilità di un qualche mio collaboratore oltre all'ovvietà del movente economico non è da escludere anche qualche vendetta personale nei miei confronti, visto che, come poi è stato, la responsabilità dell'incidente sarebbe ricaduta su di me ...

• …

• La mia interpretazione del fatto?

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• Inibite le funzioni protettive il comportamento dei robot non aveva più gli indispensabili limiti di autocontrollo. Probabilmente 7R, l'ala destra, ha equivocato l'atteggiamento dell'arbitro nei suoi confronti, in particolare il suo sguardo aggressivo e perentorio, e l'ampio gesticolare delle braccia.

Ho guardato e riguardato i video innumerevoli volte, la dinamica dell'aggressione riproduce quella di una rissa da strada, forse memorizzata nella visione di un trash movie di qualche decennio fa.

Dopo una prima fase di avanzamento minaccioso da parte del robot è seguita la reazione dell'arbitro, con le braccia tese in rapido movimento, a mio parere interpretata dalla macchina come esibizione preliminare di una qualche arte marziale e quindi come sfida personale, provocazione al combattimento. Se il poveretto si fosse ricordato che aveva di fronte un automa e non un uomo tutto questo non sarebbe mai successo. Ecco, se gli organizzatori hanno avuto una colpa è stata quella di non aver sufficientemente informato l'arbitro. Il resto è stato una logica conseguenza delle prestazioni fisiche del robot: un solo colpo di karate e stato sufficiente per staccargli la testa di netto. Fin qui tutto chiaro.

• …

• Questo è stato sicuramente l'aspetto più interessante ...

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• Terribile certo.

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• Interessante dal punto di vista mio, intendevo dire, dello scienziato ...

• …

• Sì certo una vita umana, lo sfregio del cadavere ...

• …

• Insomma ...

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•  Ebbene non lo so. Non lo so. Questa è l'unica risposta che fino ad ora sono in grado di darle. Non so perché 7R ha cominciato a calciare quella testa mozzata. Non so perché tutti gli altri si sono comportati così, usare la testa dell'arbitro al posto del pallone. È stata un'ottima riproduzione di un folle comportamento collettivo. Se è stata vera pazzia da parte delle macchine o una loro consapevole e colpevole simulazione finalizzata ad evitare eventuali punizioni non lo so. Ci devo studiare sopra. Davvero.

• …

• Quando potrò tornare a casa?






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