Cronopiste
di Danilo Santoni
Il tempo è sempre stato uno degli aspetti principali della cultura umana, poter prevedere eventi futuri o poter modificare eventi passati sono state due delle massime aspirazioni dell'uomo.
Conseguenza "naturale" di queste due aspirazioni è il sogno del viaggio nel tempo, un sogno che sotto l'aspetto prettamente scientifico non può essere negato ma che, praticamente, tende a restare solo e semplicemente un'aspirazione e una vana speranza.
Sotto l'aspetto culturale sono molte le opere che si sono interessate al soggetto e lo hanno fatto sotto angolature diverse, anche se, sfruttata la novità iniziale del viaggio in sé, gli autori hanno preferito analizzare e sviscerare i problemi che l'eventuale viaggio potrebbe comportare, i cosiddetti paradossi temporali.
Il viaggio temporale anche se è stato analizzato durante tutto l'arco della produzione artistica umana, è un concetto prettamente moderno.
Uno dei primi classici esempi del genere è forse A Christmas Carol di Charles Dickens (1843) dove il protagonista guidato dal fantasma del Natale A Venire scopre la misera condizione del proprio futuro e può crearsi delle nuove possibilità modificando degli elementi del suo presente.
In queste opere iniziali il viaggio avviene essenzialmente attraverso l'induzione del sonno e sono soprattutto narrazioni cha hanno poco a che fare con il viaggio temporale così come lo concepiamo attualmente; gli eventi servono soprattutto come pretesto all'autore per analizzare la società contemporanea commentandone le linee di tendenza.
L.S. Mercier, L'an deux mille quatre cent quarante (1771)
Washington Irving, "Rip Van Winkle" (1819)
William Henry Hudson, A Crystal Age (1887)
Edward Bellamy, Looking Backward (1888)
Edwin Lester Arnold, Wonderful Adventures of Phra the Phoenician (1890)
Alvarado Fuller, A.D. 2000 (1890)
George Allan England, Darkness and Dawn (1914)
Victor Rousseau, The Apostle of the Cylinder (1917)
Un sottogenere del viaggio temporale è rappresentato dalla sospensione criogenica; l'opera di partenza è stata Dix mille ans dans un bloc de glace (1889) di Louis Boussenard anche se il concetto era stato presentato per primo da W. Clark Russell con The Frozen Pirate (1887). La prima macchina per la sospensione animata fu ideata da H.G. Wells in When the Sleeper Awakes (1898). Il concetto fu poi usato da Philip Francis Nowlan per inviare Anthony "Buck" Rogers nel XXV secolo ("Armageddon 2419", Amazing, 1928).
Edmund Hamilton, The Star of Life (1959)
Rex Gordon, First Through Time (1962)
Roger Zelazny, The Graveyard Heart (1964)
Frederick Pohl, Age of Pussyfoot (1968)
Mack Reynold, Looking Backward, from the Year 2000 (1973)
Larry Niven, A World Out of Time (1976)
Wilson Tucker, The Year of the Quiet Sun (1970)
Sempre da H.G. Wells viene la possibilità di realizzare un diverso tipo di viaggio nel tempo: il viaggiatore rallenta o ritarda il proprio invecchiamento rispetto al resto dell'umanità, "The New Accelerator" (1901).
Arthur C. Clarke, All the Time in the World (1952)
Eric Frank Russell, The Waitabits (1955)
John D. McDonald, The Girl, The Gold Watch, & Everything (1962)
Brian Aldiss, Cryptozoic (1967)
Philip K. Dick, Counter-Clock World (1967)
Philip K. Dick, Ubik (1969).
Gli autori sono stati attratti anche dalla possibilità del viaggio nel passato, con particolare riferimento all'impossibilità di far ritorno al proprio tempo o alle conseguenze derivanti dalla conoscenza scientifica del viaggiatore rispetto all'arretratezza del mondo visitato.
Anonimo, Missing One's Coach (1838)
Edgar Allan Poe, A Tale of the Ragged Mountains (1843)
Mark Twain, A Connecticut Yankee in King Arthur's Court (1889)
Wallace Cook, Marooned in 1492 (1905)
Jack London, Before Adam (1906)
H. Rider Haggard, The Ancient Allan (1920)
H. Rider Haggard, Allan & The Ice Gods (1927)
Olaf Stapledon, Last & First Man (1930)
L. Sprague de Camp, Lest Darkness Fall (1941)
John Taine, The Time Stream (1946)
Robin Carson, Pawn of Time (1957)
H.G. Wells rappresenta uno spartiacque preciso nello sviluppo del viaggio temporale in letteratura: la sua invenzione di un mezzo di trasporto in The Time Machine (1895) fornì al viaggiatore la possibilità di controllare in avanti e indietro il proprio viaggio. Va detto, comunque, che Wells non fu il primo a pensare ad una macchina del tempo in quanto alcuni anni prima Edward Page Mitchell in "Clock That Went Backward" (1881) immaginò un mezzo di trasporto nel viaggio temporale (un orologio rotto che se caricato all'indietro trasportava i protagonisti indietro nel tempo). La novità dell'opera di Wells ebbe una grossa influenza sugli scrittori pulp di fantascienza.
Raymond Cumminqs, The Man Who Mastered Time (1924)
Raymond Cumminqs, The Shadow Girl (1929)
Raymond Cummings, The Exile of Time (1931)
Murray Leinster, The Fourth Dimensional Demonstrator (1935)
Le storie sul viaggio temporale si fecero sempre più popolari anche se gli scrittori non erano interessati tanto a specificare gli aspetti tecnici quanto ad inserire i protagonisti in mondi strani ed insoliti o in un’era del passato.
John W. Campbell, Twilight >(1932)
John W. Campbell, Night (1935)
P. Schuyler Miller, The Sands of Time (1937)
Henry Kuttner, The Time Trap (1938)
Pohl - Kornbluth, Trouble in Time (1939)
Poul Anderson, The Man Who Came Early (1956)
Theodore L. Thomas, The Doctor (1967)
Il diffondersi del concetto del viaggio temporale ha generato anche una riflessione sulle problematiche connesse alla realizzazione del viaggio temporale
L. Sprague de Camp, Language for Time Travellers (1938)
Willy Ley, Geography for Time Travellers (1939)
Anthony Boucher, Barrier (1942)
I. Masson, A Two-Timer (1966)
Connie Willis, Doomsday Book (1992)
C.L. Moore, sotto lo pseudonimo di Lawrence O'Donnell, fu il primo a proporre con "Vintage Season" (1946) la possibilità di usare il viaggio temporale da parte dell'industria turistica come offerta di un viaggio verso eventi particolari della storia umana
T. L. Sherred, E for Effort (1947)
Isaac Asimov, The Dead Past (1956)
Arthur Porges, The Rescuer (1962)
Harry Harrison, Famous First Words (1965)
Michael Moorcock, Behold the Man (1965)
John Brunner, The Productions of Time (1967)
Gary Kilworth, Let's Go to Golgotha (1975)
Gore Vidal, Live From Golgotha (1992)
L'uso del viaggio verso il passato spesso è giustificato anche per presentare persone famose nella cultura umana
Manly Wade Wellman, Twice in Time (1957)
Wilson Tucker, The Lincoln Hunters (1957)
Robert Silverberg, Assassin (1957)
Kit Reed, Mister Da V (1962)
Ian Watson, The Very Slow Time Machine (1978)
Robert Silverberg, Enter a Soldier (1989)
La possibilità di mettersi in contatto con persone od eventi cardine della storia umana ha dato vita ad un sottogenere delle storie sul viaggio temporale che lentamente sono diventate dominanti nel panorama della produzione più moderna: si tratta di quel sottogenere che analizza l'esistenza dei paradossi temporali che nascono dalla possibilità di cambiare, accidentalmente o intenzionalmente, un evento del passato (o del futuro) causando una frattura nel flusso di eventi storici. Il paradosso temporale più famoso e forse quello "dell'avo": un viaggiatore che uccide il proprio nonno causando così la propria non-nascita [analizzato per primo da Nathan Schachner in "Ancestral Voices" (1933)]
Ralph Milne Farley, The Man Who Met Himself (1935)
David Daniel, The Branches of Time (1935)
Robert Heinlein, By His Bootstraps (1941)
William Tenn, Me, Myself and I (1947)
William Tenn, The Brooklyn Project (1948)
Arthur C. Clarke, Time's Arrow (1950)
Ray Bradbury, A Sound of Thunder (1952)
Robert Sheckley, A Thief in Time (1954)
Poul Anderson, Delenda Est (1955)
E.C. Tubb, Thirty-Seven Times (1957)
Maurice Vaisberg, The Sun Stood Still (1958)
Robert Heinlein, All You Zombies (1959)
Harry Harrison, The Technicolor Time Machine (1967)
Robert Silverberg, Up the Line (1968)
Ross Rocklynne, Time Wants a Skeleton (1968)
David Gerrold, The Man Who Folded Himself (1973)
Robert Sheckley, Slaves of Time (1974)
L'idea che piccoli cambiamenti nel passato possano dar vita a veri e propri stravolgimenti del futuro ha portato alcuni autori ad immaginare la realizzazione di squadre di 'polizia temporale' addetta proprio al mantenimento del filone originale del continuum storico.
Jack Williamson, The Legion of Time (1938)
H. Beam Piper, Paratime Police [Police Operation (1948), Last Enemy (1950), Temple Trouble (1951), Time Crime (1952), Lord Kelvan of Otherwhen (1965)]
Charles Harness, The Paradox Men (1949)
Poul Anderson, The Guardians of Time (1960)
Poul Anderson, The Corridors of Time (1965)
Larry Maddock, Agent of T.E.R.R.A
Keith Laumer, Dinosaur Beach (1971)
Un altro aspetto delle conseguenze dei traffici col tempo è rappresentato proprio dai problemi che seguono alle modifiche: terremoti temporali, guerre...
John Varley, Millennium (1982)
Simon Hawke, Time Wars (1984 -1991)
Robert Adams, Castaways in Time (1984)
Comunque, nonostante la grossa produzione di opere sul viaggio temporale e sulle sue conseguenze, sono molto scarse le occasioni di incontrare opere che analizzino in modo approfondito la dinamica stessa del viaggio e i problemi tecnici che esso presenta.
Larry Niven, The Theory and Practice of Time Travel
Connie Willis, Doomsday Book (1992)
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