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The Time Machine


The Time Machine (1895) fu il primo vero successo del ventinovenne H.G. Wells ed è diventato uno dei classici più famosi della storia della fantascienza. L'influenza dell'autore sulla formazione della moderna fantascienza è avvalorata da altri romanzi che rappresentano vere e proprie pietre miliari nella storia del genere letterario: The Invisible Man (1897), The War of the Worlds (1898) e The First Men in the Moon (1901).


Capitolo I

Il romanzo inizia con una conversazione dopo cena nella casa del Viaggiatore nel Tempo. Il Viaggiatore nel Tempo spiega ai suoi ospiti il concetto di tempo inteso come quarta dimensione; i suoi ospiti ricusano la sua idea che questa quarta dimensione possa essere attraversata come le altre; egli mostra loro una versione ridotta della macchina del tempo che fa scomparire dallo psicologo; gli ospiti credono di essere stati giocati da un trucco ben riuscito; il viaggiatore chiede loro se vogliono vedere la vera macchina del tempo e li conduce nel suo laboratorio dove mostra una versione a grandezza naturale della macchina affermando che con essa intende esplorare il tempo.

Capitolo II

Il narratore spiega che nessuno credette a ciò che aveva udito in quanto il Viaggiatore era uno di quegli uomini che sono troppo intelligenti da poter essere creduti. Il giovedì successivo si riunisce un gruppo leggermente diverso di invitati, ma il Viaggiatore è in ritardo. Quando finalmente arriva si presenta coi vestiti sporchi e col viso tagliato, chiede scusa e si assenta per sistemarsi, di ritorno chiede di poter posticipare ogni spiegazione a dopo il pasto. Quando inizia il racconto premette che ciò che sta per dire potrà apparire come una bugia, ma assicura tutti che si tratta della pura verità.

Capitolo III

Il Viaggiatore racconta che dopo la precedente riunione ha lavorato alla Macchina del Tempo e che ha terminato il lavoro alle dieci di quel giorno. Ha messo in moto la macchina con trepidazione. Il viaggio temporale, afferma, sulle prime è proprio spiacevole e molto sconcertante. I giorni passano nel giro di secondi, i palazzi sorgono e cadono, la superficie della terra sembra muoversi. Gli si presenta una preoccupazione: che succederebbe se si arrestasse nello spazio occupato da una sostanza solida?

Allorché si arresta si ritrova al centro di una tempesta di grandine e scopre un paesaggio molto diverso da quello che ha lasciato. C'è una figura colossale di marmo bianco che ha una forma simile a quella della sfinge e al di là dei grossi palazzi. Preoccupato per i pericoli che potrebbe presentare questa umanità del lontano futuro il Viaggiatore si prepara a ripartire quando nota delle figure minuscole e tutt'altro che pericolose e decide di restare.

Capitolo IV

Il Viaggiatore richiama una folla di 'creature squisite' e decide di seguirla. Preoccupato comunque per il proprio ritorno, porta con sé la leva di comando della macchina temporale. Ciò che lo sorprende è il fatto che le persone del futuro non sono per niente più avanti di noi per quanto riguarda la conoscenza, appaiono invece infantili e semplici. Viene condotto in un grosso palazzo di un'età così antica che il pavimento in metallo è consumato nelle parti più frequentate. Si unisce a loro a mangiare della frutta e cerca di insegnare loro il proprio linguaggio, ma appaiono del tutto disinteressati dalla cosa. Inizia allora a girovagare e scopre che ci sono numerose rovine e nessuna casa di piccole dimensioni. "Comunismo", è la parola che usa per spiegarsi la situazione, concludendo che le persone del futuro sono diventate di piccole dimensioni, morbide e uniformi come risultato naturale dell'aver eliminato quella competizione che a lui invece è familiare. "L'istituto della famiglia e la differenziazione nelle occupazioni sono delle semplici necessità militari di un'età di forza fisica", finisce con l'affermare. Osservando il tramonto rimugina sul come l'umanità potrebbe aver raggiunto questo stato attraverso un processo evolutivo, continuando le tendenze del XIX secolo l'umanità ha eliminato per selezione l'intelligenza umana e il vigore. Questo Capitolo termina con la sua affermazione, "La mia spiegazione era molto semplice e sufficientemente plausibile... come succede alla maggior parte delle teorie errate!"

Capitolo V

Il Viaggiatore scopre che la sua macchina del tempo è scomparsa, dopo aver affrontato in modo isterico le 'creature squisite' che non riescono a comprendere il suo dramma, si addormenta. La mattina successiva arriva alla conclusione che la macchina è stata trascinata nel piedistallo di bronzo al di sotto della sfinge bianca, ma non riesce a scoprire un mezzo per entrarvi. Pensando che il rimanere fuori del piedistallo in attesa sia una cosa inutile decide di esplorare la zona; scopre così molti pozzi circolari "di grande profondità" da cui fuoriesce un rumore ritmico e sordo. Si rende conto di non capire come funzioni questo mondo, per esempio come si vestono le persone? non si vede alcuna fabbrica o industria; dove sono i cimiteri?; chi ha preso la macchina del tempo? Il Viaggiatore fa amicizia con una giovane donna di nome Weena che salva dall'annegamento. Per lui è come una bambina che lo segue e gioca in continuazione. Anche se di solito appare senza paure è chiaro che è preoccupata dall'oscurità. Nel frattempo il Viaggiatore ha notato delle creature bianche dalla forma di scimmia che gironzolano di notte, ma non riesce ad osservarne distintamente nessuna. Durante il quarto giorno incontra un'altra di queste creature in un palazzo in rovina ma riesce a sfuggirgli in un pozzo. Di colpo il Viaggiatore comprende che le sue teorie necessitano di una riformulazione. L'umanità deve essersi evoluta in due specie, quella gentile degli abitanti del mondo superiore e quella del popolo dall'aspetto primitivo. Decide che gli abitanti della superficie, gli Eloi, devono essere i discendenti dei capitalisti del suo tempo mentre il popolo sotterraneo, i Morlock, sono i vecchi operai. Questo fatto lo lascia con nuovi problemi: perché i Morlock hanno preso la sua macchina e perché, essendo i padroni, gli Eloi non possono dargliela indietro?

Capitolo VI

Nei due giorni successivi, preoccupato di dover entrare nei pozzi, il viaggiatore allarga le proprie ricerche fino ad arrivare a spiare in lontananza una struttura verde che si dimostra essere la cosa più grande che ha osservato sul luogo. Prima di visitarla, comunque, decide che deve scendere in un pozzo, una cosa che preoccupa moltissimo Weena. Pur nell'oscurità, scorge delle grandi forme che assomigliano ad enormi macchine che fuoriescono dal buio. Scorge anche i resti di un pasto che dimostrano che i Morlock sono carnivori. Il viaggiatore si scopre circondato dai Morlock che cercano di impedirgli il ritorno in superficie. Il fuoco dei fiammiferi del viaggiatore li fa retrocedere e anche se stanno per finire riescono a dare al viaggiatore una via di fuga verso la superficie dove Weena e gli altri Eloi lo stanno aspettando.

Capitolo VII

Il viaggiatore decide di difendersi, nonostante il fatto che gli Eloi non vogliano, e pensa che il grosso palazzo verde che ha visto in precedenza potrebbe benissimo fungere da fortezza. Weena lo accompagna e il viaggiatore viene a scoprire che allorché la luna scompare i Morlock escono dal buio per rapire gli Eloi che usano come cibo. La sua teoria che vedeva gli Eloi come i vecchi capitalisti e i Morlock come gli operai viene modificata: la relazione tra i due gruppi è soprattutto quella tra la preda e il predatore o tra la mandria e il mandriano.

Capitolo VIII

Il palazzo verde si rivela essere un museo. Il viaggiatore trova affascinanti le cose esposte ed inizia la visita senza accorgersi che man mane che avanza la luce si fa più scarsa. Accorgendosi che si sta avvicinando la notte riesce a trovare una barra di metallo da una macchina per potersi difendere, una scatola di fiammiferi e una fiala di canfora. Tutte cose che pensa possano difenderlo dai Morlock e perciò decide di abbattere le porte di bronzo che lo dividono dalla macchina del tempo.

Capitolo IX

Mentre cade la notte Weena e il Viaggiatore tornano verso la sfinge. Il Viaggiatore ha raccolto della legna. Nella foresta avvista le figure di alcuni Morlock e decide di accendere il fuoco per impaurirli. Per sua grande sorpresa Weena si comporta stranamente con il fuoco, ritenendola una cosa per giocare in quanto non lo ha mai visto prima. Il fuoco si allarga a dei cespugli vicini e il Viaggiatore, presa in braccio Weena si allontana. I Morlock li inseguono, ma basta la luce dei fiammiferi a scacciarti. Stanco si ferma e accende un fuoco e si addormenta. Al risveglio il fuoco è terminato e i Morlock stanno attaccando. Il Viaggiatore pur capendo che ha poche speranze si appresta a difendersi con la barra di ferro. I Morlock iniziano a comportarsi in modo strano e impaurito e il Viaggiatore si accorge che la foresta è in fiamme e che è questo che li spaventa a morte. Fuggono e accortosi della sparizione di Weena si appresta ad inseguirli. Non oppongono resistenza, ma Weena è scomparsa e non si riesce a ritrovare. Il Viaggiatore decide di tornare a casa.

Capitolo X

Stanco il Viaggiatore torna nel luogo dove ha visto per la prima volta questo mondo futuristico riflettendo sul destino dell'umanità. Il Viaggiatore si dirige verso la sfinge e scopre che le porte sono state aperte e che la sua macchina è in bella vista. Di sicuro si tratta di una trappola dei Morlock; il Viaggiatore entra e le porte si chiudono, ma questo non rappresenta un impedimento per la macchina e dopo una breve lotta riesce a far funzionare la propria macchina.

Capitolo XI

Nella fretta della fuga il Viaggiatore ha posizionato la macchina in avanti nel tempo: nota che col passare di milioni di anni il sole si va affievolendo; alla fine la luna scompare e il sole, invece di attraversare il cielo appare come una debole luce rossa all'orizzonte. Arresta la macchina. La terra ha cessato di ruotare. Le rocce attorno a lui sono rosse ad accezione del lato rivolto verso il sole che è verde per via dei licheni che vi crescono. Nota che l'atmosfera si è assottigliata. Viene attaccato da una creatura a forma di granchio e fugge spostandosi un mese in avanti. Afferma che è incapace di riferire il senso di desolazione abominevole che circonda il mondo. Avanzando di periodo in periodo arriva ai momenti estremi della terra: il mondo è diventato freddo ed oscuro. La neve cade in continuazione; dopo una breve e spaventosa eclissi del sole vede i resti di ogni forma di vita: una creatura a forma di palla vicino al mare. Addolorato il Viaggiatore ritorna nella sua macchina.

Capitolo XII

Il Viaggiatore racconta del proprio ritorno. Ritornato nel proprio laboratorio nota che la macchina si è spostata (quel tanto che i Morlock l'hanno spostata per nasconderla). Racconta poi al suo pubblico che la storia può apparire incredibile ma ha delle prove e mostra dei fiori che Weena ha messo nelle sue tasche, sono fiori che nessuno riconosce. Gli ospiti se ne vanno dubbiosi.

Il giorno successivo il narratore torna dal Viaggiatore e questi gli assicura che il racconto è tutto vero e che dopo cena gli mostrerà tutte le prove. Una volta partito il narratore si ricorda di non aver detto alcune cose al Viaggiatore e torna nel laboratorio, giusto in tempo per vedere la macchina del tempo sparire. Il narratore racconta poi che tutto ciò è accaduto tre anni prima e che nel frattempo non si è più saputo nulla del Viaggiatore.

Epilogo

Il narratore si chiede se il Viaggiatore tornerà mai. Riflette sulle implicazioni del suo racconto con i suoi elementi sul declino e la caduta del genere umano. In questo senso di sconforto una cosa lo risolleva, i fiori di Weena, prova che anche quando l'intelligenza e la forza se ne sono andate nel cuore dell'uomo c'è ancora posto per la gratitudine e per il reciproco affetto.


Personaggi

il viaggiatore nel tempo

gli amici:

Filby

lo psicologo

il giovane

il Provincial

Mayor

il medico

l'Editor

il giornalista


Weena

il narratore

gli Eloi

i Morlock


Wells e l'Inghilterra del XIX secolo

Wells scrive tra il 1894 e il 1895, e la sua immaginazione riflette le preoccupazioni del suo periodo: è un simpatizzante socialista che diventerà fabiano e riformatore e osserva attorno a sé lo sfruttamento della classe operaia, mentre la classe imprenditoriale viveva nel lusso. Lo scopo satirico del romanzo nasce proprio dal desiderio di mostrare questa divisione della società che viene estrapolata nell'anno 802.000.

Le due razze degli Eloi e dei Morlock sono entrambe degenerate e sub umane: i primi, discendenti della classe abbiente si sono trasformate in creature androgine infantili preda indifesa dei Morlock; questi ultimi discendenti della classe lavoratrice, costretti ai lavori degradanti e nei sotterranei sono regrediti allo stadio di trogloditi. Il Viaggiatore prova solo un senso di disperazione e di futilità.

È fin troppo evidente che lo scopo di Wells è di fornire un avvertimento che senza una riforma sociale di grandi proporzioni l’umanità non potrà avere un futuro.

Il film

Il film sceglie un approccio completamente diverso per i suoi scopi satirici. Problemi di presa sul pubblico portano dei cambiamenti non secondari: l'aspetto romantico è accresciuto da una Weena bella e completamente 'umana', inoltre è molto più sviluppato l'aspetto dell'azione, della violenza. Il film poi termina col viaggiatore che si riunisce con Weena che ha salvato per vivere una nuova vita con gli Eloi dopo che i Morlock sono stati distrutti dal fuoco dei sotterranei.

Occorre dire che rimane comunque abbastanza fedele allo spirito del romanzo originale.

Ha vinto un Oscar per gli effetti speciali.

Il film è stato realizzato all’inizio degli anni ’60, in piena guerra fredda, subito dopo la crisi cubana; la sua predizione di una guerra nucleare scoppiata nel 1966 potrebbe farci sorridere, ma in quel momento non era un’opzione da scartare. Al posto di una divisione tra le classi il film prende in considerazione una divisione tra i sopravvissuti di una guerra nucleare: coloro che scelgono di nascondersi nei rifugi sotterranei e coloro che decidono di restare sulla superficie della terra.






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