Recensione di Marcello Bonati a "Il prete"
(The Priest, '94; edizione originale: (Knopf), Thomas M. Disch, traduzione di Umberto Rossi, "Dark" n. 2, ed. Fanucci, 2001, 410 pagine, 32.000 £, 16,60 €
Ottimo, è una delle cose che ultimamente scrive Disch, cose che, dopo gli sperimentalismi nell'ambito della Sf, se ne sono decisamente allontanati, per diventare qualcosa di ben difficilmente classificabile; in bilico fra horror e Sf, e che ha un finale nel quale si adombra la possibilità che, il tutto, tutte le stranezze che vi sono state raccontare, non siano dovute ad altro che alla follia del protagonista; con un'ottima sospensione del giudizio, appunto, fra la spiegazione razionale e quella irrazionale, fantastica.
Il bersaglio dell'autore è la Chiesa, la Chiesa cattolica, che, come ben dice l'Evangelisti nella postfazione ("Il nascondiglio di Satana", pag. 405), negli States, pur non avendo, ovviamente, la presenza che ha qui da noi, "... vi esercita un notevole potere... " (pag. 408).
E lo fa raccontando della meschinità alla quale la si sa maggiormente soggetta; la pedofilia; ma anche della lotta anti-abortista condotta con mezzi oltre il lecito, cosa, quest'ultima, sulla quale poggia la trama, per così dire, reale, del romanzo.
Infatti, la narrazione procede su due livelli, uno reale, appunto, nel quale ci sono questi preti che sguazzano fra pedofilia, omosessualità ed omicidi, ed uno fantastico, nel quale uno di essi, il protagonista (anche se lo è solo parzialmente, in quanto ci sono molti altri personaggi di una certa rilevanza) viene sbalzato all'indietro nei secoli, trovandosi così a vivere nel corpo di un vescovo medioevale, in Francia, durante la persecuzione degli albigesi, vescovo che farà il percorso inverso, credendo di trovarsi, quindi, all'inferno.
E, ciò, è supportato, per così dire, da una teoria sgangherata di uno scrittoruncolo di... fantascienza, che sostiene, appunto, di essersi mesmetizzato nel medioevo; che, il protagonista, là, incontrerà.
La fantascienza viene tirata in ballo in vari punti, fra cui uno nel quale si dice di quel "Valis" di P.K. Dick, che centra in quanto altro romanzo Sf sulla religione; in cui si sostiene una teoria abbastanza strampalata, anche se, appunto, non come quella di questo Boscage.
Il finale che abbiamo detto, suggerisce, come spiegazione razionale, quella dello sdoppiamento, anzi, della triplicazione di personalità, del protagonista, che ha un riscontro che, tipicamente, la comprova e la smentisce al tempo stesso, lasciando, appunto, il lettore nella condizione di dover sospendere il giudizio, di non poter dire, cioè, con certezza, quale sia quella giusta.
L'inaccettanza dell'omosessualità, da parte della Chiesa, vi ha una parte considerevole, con una decisa condanna, di essa; da ricordare che Disch, di opere anticlericali, ha scritto anche un lavoro teatrale, "The Cardinal Detoxes".
Il tutto è portato avanti in modo tale che, il libro, risulta notevolmente avvincente, e lo si legge davvero con piacere, nonostante, alcune parti, anche non poche, siano un pochino sgradevoli, evidentemente proprio per poter avere l'effetto di denuncia che vogliono avere.
Quindi, Disch, dopo le ottime prove di cui lo abbiamo già potuto apprezzare, ora ci potrà dare qualcos'altro, qualcosa di decisamente nuovo; e, sembrerebbe, di buono; attendiamo, quindi, che qualche editore coraggioso (Fanucci!!), si decida a tradurre anche l'ultimo (almeno a quanto ne so io) suo romanzo, The Sub: a Study in Witchcraft.
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