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Le voyage dans la lune


di Danilo Santoni


Le Voyage dans la Lune, Francia, 1902, 16 minuti, bianco e nero, muto


È considerato il primo film di fantascienza, realizzato dal regista francese Georges Méliès (prestigiatore e direttore del teatro parigino "Robert Houdin", nel quale si rappresentavano spettacoli d'illusionismo) che fece tutto da solo, sceneggiatura, fondali, costumi, direzione, fotografia, produzione e... vi recitò pure. Trae ispirazione per la trama dal romanzo di Jules Verne Dalla terra alla luna (1865) per i primi dieci quadri, e da quello di H. G. Wells First Men in the Moon (1901) per quanto riguarda il seguito. Alcuni studiosi di cinematografia affermano che l'opera è un adattamento cinematografico di uno spettacolo da fiera che aveva lo stesso titolo e che era stato prodotto dallo stesso Méliès.

Il film è stato interamente girato nello studio di Georges Méliès a Montreuil-sous-bois; si compone di trenta quadri che utilizzano una scenografia dipinta a mano con oggetti realizzati a trompe-l'œil. I seleniti furono interpretati da alcuni giocolieri delle Folies-Bergère mentre le ragazze da danzatrici dello Châtelet. I fondali e l'ambientazione scenografica del film è piuttosto piatta ma presenta tutte le caratteristiche che contraddistingueranno poi il film di fantascienza: scienziati pronti a gettarsi nell'avventura, il viaggio spaziale, effetti speciali ottenuti con le sovrapposizioni di immagini, alieni in ambientazioni esotiche...

Il film si apre con un incontro/congresso di una associazione astronomica francese. Un professore accademico dalla barba bianca, il presidente dell'associazione, Professor Barbenfouillis (Georges Méliès), parla agli altri membri del suo progetto di un viaggio d'esplorazione sulla luna e del come sia possibile con un proiettile sparato dalla Terra con un grosso cannone.

Il progetto viene approvato dalla maggioranza anche se un membro si oppone violentemente (segue lancio di oggetti contro l'oppositore). Cinque studiosi decidono di unirsi al viaggio ed indossano le tute.

I cinque uomini e il presidente arrivano all'interno di un'officina dove fabbri, meccanici, carpentieri ed inventori costruiscono il razzo a proiettile da utilizzare per la missione. Dal tetto sono testimoni di "uno splendido spettacolo": la fusione del cannone che servirà al lancio.

Il razzo è pronto per ricevere i suoi occupanti che arrivano, rispondono alle acclamazioni della folla ed entrano nel veicolo che viene sigillato e lanciato.

Mentre il proiettile si muove nello spazio, la luna si avvicina e con un processo di ripresa a più piani, man mano che si ingrandisce si scopre che ha l'aspetto di un immenso viso sorridente ed è questa forse una delle immagini più famose e riconoscibili della storia del cinema. Il proiettile finisce con il conficcarsi nell'occhio destro della Luna.

Il gruppo di scienziati scende sulla superficie lunare, un paesaggio estraneo segnato dai crateri, e osservano la Terra che lentamente sorge all'orizzonte. [L'illusione del sorgere della Terra è realizzato attraverso la discesa di alcuni fondali]. Nel momento in cui stanno per iniziare l'esplorazione un'esplosione violenta li spedisce in tutte le direzioni. Per riposarsi si allungano sul terreno e si coprono con delle coperte.

Mentre dormono appaiono lentamente sette stelle gigantesche alle loro spalle e al centro di ognuna di esse fa capolino il viso di una bella ragazza. Nessuna di loro è contenta per la presenza degli intrusi sulla Luna. Mentre dormono gli astronomi vedono passare meteore e comete. Nel frattempo le stelle sono sostituite dall'apparizione di Apollo su una luna crescente, di Saturno nel suo globo circondato da anelli e da due belle ragazze che sorreggono una stella. Su ordine di Apollo puniscono i terrestri con una nevicata che ricopre tutto il terreno. Gli sfortunati viaggiatori si risvegliano tutti intirizziti e decidono senza esitazioni di calarsi all'interno di un cratere per cercare riparo.

Nel regno sotterraneo della luna gli scienziati si ritrovano in una grotta misteriosa piena di enormi funghi. Uno di loro, per fare un paragone con un fungo apre il proprio ombrello (in fondo non sono altro che gentleman vittoriani!!) e questi, di colpo, mette radici e si trasforma sull'istante in un fungo di proporzioni gigantesche. Degli strani esseri che fanno delle contorsioni emergono da sotto i funghi, sono i seleniti, gli abitanti della luna. Uno di questi esseri si dirige verso un astronomo che cerca di difendersi col proprio ombrello. Dopo un colpo dell'ombrello, la strana creatura va in mille pezzi in mezzo ad una nuvola di fumo.

La stessa cosa accade ad un'altra creatura.

Ma i terrestri ben presto vengono schiacciati dall'alto numero di creature e, catturati, vengono condotti alla presenza del Re dei seleniti. Ma President Barbenfouillis ha la meglio sul Re dei seleniti e lo getta a terra facendolo scoppiare come una bomba; tutti gli umani fuggono e anche se inseguiti riescono a difendersi e a far esplodere molti avversari fino a che non raggiungono il proprio razzo (tutte queste scene si susseguono tramite dissolvenze).

Gli astronomi si rifugiano tutti all'interno del razzo, ad eccezione del Presidente, che è rimasto indietro, fuori del razzo. Per spingerlo sulla Terra si arrampica lungo una corda che è appesa sulla punta del razzo: il suo peso fornisce l'impeto necessario al razzo per cadere dal bordo della luna. Uno dei Seleniti rimane appeso al razzo e lo accompagna durante la 'caduta' sulla Terra. Il razzo raggiunge la superficie dell'Oceano Atlantico e affonda fino ad atterrare sul fondo: appaiono alghe, meduse e lucertole (!) e una nave affollata. Il razzo comunque si raddrizza e risale in superficie grazie all'aria ermeticamente chiusa al suo interno. Il razzo viene recuperato e condotto in un porto francese dove gli scienziati vengono accolti da un'ovazione e premiati come eroi.

"Le voyage dans la lune (...) provoca non solo tenerezza, ma anche un pizzico di rimpianto, perché il cinema degli esordi poteva volare senza preoccuparsi della credibilità: qui gli astronauti vanno in giro sulla luna con tuba e ombrello (...)".






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