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Intervista a Sandrone Dazieri


di Giuseppe Iannozzi


Gorilla blues di Sandrone Dazieri - il no global investigativo... un romanzo duro senza peli sulla lingua

Sandrone Dazieri è nato a Cremona nel 1964. Dopo essersi diplomato alla scuola alberghiera di San Pellegrino Terme, ha praticato per alcuni anni l'arte del sapersi arrangiare: cucina nelle bettole più infime di tutta Italia, integrando le entrate con saltuarie attività di rappresentante, poi imbianchino e ancora elettricista, scaricatore, gestore di una scuola di musica e fotolitista. Nel frattempo si impegna anche in attività con gruppi politici di base, bloccando centrali nucleari, occupando case, scuole e centri sociali e trasmettendo da radio libere e pirata. È stato a lungo militante del Leoncavallo di Milano. Ha collezionato botte e denunce fino al 1994, ma Sandrone non ne fa mistero. È anche giornalista per varie testate, tra cui il quotidiano "il Manifesto", infatti nel 1989 è diventato a pieno titolo giornalista, collaborando anche con la RAI. Ha scritto diversi racconti di fantascienza: è stato tra gli autori di Antologia Cyberpunk (Shake edizioni). Ha inoltre pubblicato Italia overground (Castelvecchi 1989), i due romanzi della serie del Gorilla (Attenti al gorilla, Oscar Mondadori, 1989, e La cura del gorilla, Einaudi Stile Libero 2001). Molti suoi racconti sono presenti in diverse antologie di noir italiano, tra cui Italia odia (Piccola Biblioteca Oscar 2001), Il giallo e l'impegno (Micromega 2002). I suoi romanzi sono stati pubblicati con ottimo successo di pubblico e critica in Francia e in Germania. Attualmente è il direttore editoriale de "Il Giallo Mondadori".

Il Gorilla, il suo personaggio migliore, ritorna in libreria per i tipi Mondadori. L'ultima fatica di Sandrone Dazieri è Gorilla Blues, un romanzo forte, incredibile, che non smentisce la grande coerenza di questo autore. Gorilla Blues si segnala all'attenzione del pubblico per la sua forza evocativa: uno stile asciutto, crudo, poetico che non lascia spazio alle concessioni modaiole; l'autore, con penna impietosa, descrive una Italia veramente sporca, quella che purtroppo è la nostra società. Prendendo spunto da personaggi tipici dell'underground sociale italiano, neonazisti, fascisti, contestatori, poliziotti sporchi, borghesi arricchiti, l'autore descrive con mirabile precisione la società, le sue contraddizioni e i suoi dolori. Gorilla Blues, alla prima lettura, può sembrare innocente, ma una seconda lettura lascia i brividi lungo la schiena.

Quando il poetico blues di Dazieri entra nel sangue, poco a poco, quando è finalmente in circolo, impossibile è dimenticarlo. "Ricordati questo/ un bacio è sempre un bacio/ un sospiro è solo un sospiro/ le cose fondamentali rimangono tali/ mentre il tempo passa/ E quando due innamorati si corteggiano/ continuando a dirsi che si amano su questo puoi contare/ Non importa cosa porterà il futuro/ mentre il tempo passa" (questa è una delle tante citazioni poetiche-blues di Gorilla Blues, una canzone di Billie Holiday.) Gorilla Blues è una cruda, lunghissima poesia triste sulla realtà di tutti i giorni. Ogni pagina è poesia disarmante, che spinge il lettore a riflettere: "Guido in giro finché viene scuro, poi prendo una piadina vegetariana al baracchino vicino a San Siro. Offro da bere a un gruppetto di paramedici che mangia la pizza sull'ambulanza aperta e chiacchiero dei Mondiali che verranno. Non ho voglia di tornare a casa. Finché aspetto, qualcosa può sempre succedere. Valentina non mi ha proprio lasciato, non ha deciso che fare l'avvocato è peggio che raddrizzare banane alla Figi. È sospesa a mezz'aria, in uno stato indefinito. Se rientro a casa, lo stato indefinito collasserà in qualcosa di estremamente reale e io sarò costretto a sentirmi triste." (breve estratto da Gorilla Blues di S. Dazieri). Se questo non è poetico blues, davvero non saprei cos'altro potrebbe essere. La crudezza si sposa con la tenerezza, l'uomo è proiettato nella realtà e in questa rimane prigioniero, ma il Gorilla è un ribelle della realtà e non può accettare la realtà passivamente, deve assolutamente provare a sconfiggerla, almeno provare. Volete un mio consiglio di lettura? Mettete sul piatto un vecchio disco di Billie Holiday o di Janis Joplin, accomodatevi in poltrona, luce soffusa, e incominciate a leggere Gorilla Blues, lentamente, stando attenti al ritmo del blues, rileggete le pagine che corrono sotto i vostri occhi famelici; non siate precipitosi di voler sapere subito come va a finire il romanzo, godetevelo, e alla fine, almeno una lagrima si staccherà dai vostri occhi aridi. Riscoprirete il piacere di pensare e di commuovervi per la realtà. Se Attenti al Gorilla e La cura del Gorilla vi hanno emozionato, Gorilla Blues farà di più, molto di più. Sandrone, detto il Gorilla, è l'unico detective no global della letteratura contemporanea.


La trama: è la notte più calda degli ultimi cento anni e Sandrone, detto il Gorilla, prende la sua decisione: partirà da Milano, lasciandosi dietro le spalle i lavori pericolosi e mal pagati, i debiti, la casa distrutta, la fidanzata che non vuole più saperne di lui. La sua intenzione è quella di trascorrere una sorta di vacanza in una graziosa quanto deprimente località sul Lago Maggiore. Tutto quello che deve fare è sorvegliare un misero luna park di provincia, fingendo di tenere alla larga borsaioli e inesistenti molestatori di bambini. Purtroppo, il suo arrivo nel paesino coincide con una serie di avvenimenti spiacevoli: Sandrone detto il Gorilla dovrà vedersela con una banda di motociclisti, che sta assaltando il luna park, poi, come se tutto ciò non bastasse, un altro casino, qualcuno incendia il baraccone adiacente, provocando una strage. Sandrone viene assunto dal padre di una ragazza scampata per miracolo alle fiamme, e il nostro detective no global dovrà rassegnarsi: niente riposo, di nuovo a pestare questa sporca terra per dare la caccia a un pericoloso maniaco, apparentemente il responsabile dell'attentato. L'indagine lo condurrà sulle tracce di violenti naziskin, fascisti da operetta e poliziotti buddisti invadenti e corrotti. Ma Sandrone dovrà anche fare i conti con l'anniversario della manifestazione di Genova contro il G8.

Gorilla Blues è un romanzo solido, crudo quanto basta, vibra di energia, l'azione non manca assolutamente, e in mezzo a questa tanti sono gli spunti di riflessione. Per leggere un romanzo come questo, bisogna essere dei duri, di quelli che guardano la realtà in faccia e non abbassano lo sguardo perché ne hanno paura. Un grande romanzo, forse il migliore di Sandrone Dazieri. Da leggere, assolutamente, e non una volta, ma due, tre, finché tutto il blues non vi sarà entrato dentro, nelle vene, finché non avrete più paura della realtà e finalmente vi sforzerete di guardala in faccia. Con Gorilla Blues, ancora una volta, Dazieri ha dimostrato di essere un grande della letteratura italiana, uno che dice le cose come stanno senza peli sulla lingua.


Scheda tecnica del libro

Autore: Sandrone Dazieri

Titolo: Gorilla blues

Editore: Mondadori Collana Strade Blu -

Pagine: 288

Genere: fiction-

Prezzo di copertina: € 12.00


Intervista

1. Gorilla Blues è la tua ultima fatica: come è nato il romanzo? Chi o cosa ti ha ispirato?

Il romanzo è nato ad Angera durante una pausa della lavorazione di un episodio di Diabolik, almeno per quanto riguarda l’ambientazione. Per il resto, ho cercato di mettere insieme tutto quello che mi aveva colpito emotivamente nell’ultimo anno, da Genova alla questione della nuova destra, ai mondiali, all'ondata di caldo, ovviamente, poi, c'è una storia noir che avevo cominciato a pensare durante la scrittura di La cura del Gorilla, il mio romanzo precedente.

2. Sandrone, detto il Gorilla, si muove in un contesto sociale e politico difficile, è un personaggio triste ma allo stesso tempo forte, profondamente umano nella sua sofferta schizofrenia: quanto c'è di te nel protagonista da te creato?

Dal punto emotivo tutto, dal punto di vista biografico le nostre strade divergono dall'anno 1994. Lui ha cominciato a fare il buttafuori, io il giornalista. Dal punto di vista medico, sono stato leggermente sonnambulo da piccolo, lui è peggiorato con l'andare del tempo fino a sviluppare una doppia personalità perfetta.

3. Io ho letto il romanzo almeno un paio di volte: la prima volta ti confesso che sono rimasto un po' sconcertato, ma poi una seconda lettura mi ha convinto totalmente. È un romanzo molto duro che non lascia spazio ad inutili pietismi: diverte e fa riflettere in una perfetta e unica soluzione narrativa. Come sei riuscito ad ottenere questo risultato?

Non ne ho idea, non so nemmeno se il tuo giudizio sia condiviso. Posso solo dire che in ogni romanzo cerco sempre di migliorare la mia scrittura e la capacità di controllo della struttura della narrazione, sperimentando, anche, soluzioni più complesse. Con il tempo credo di essere diventato più consapevole di quello che faccio, migliore. Scrivere è come portare a casa un cavallo furioso e imbizzarrito che cerca di andare dove vuole lui, oppure fermarsi a riposare. Con il tempo impari a tenere meglio le redini, a comandarlo, invece che a farti comandare. Credo che il processo di crescita per uno scritto non debba mai arrestarsi, è per questo che cerco sempre soluzioni diverse per quello che faccio. Da un romanzo all'altro ho cambiato l'uso dei punti di vista, dei tempi, dei flashback e dei flashforward. Sono un seriale solo nell'uso del protagonista fisso, più che nel risultato.

4. Senza alcuna intenzione pedagogica, Gorilla Blues, a mio avviso, disegna in modo indelebile e preciso quella che è la nostra società, sempre più avvezza ai compromessi, ai facili razzismi. Sandrone lotta contro il male. Ma il male, cos'è in realtà?

Il male è la mancanza di empatia. L'altro da noi diventa un oggetto, un mostro, uno scarto.

Non proviamo niente per lui, non lo vediamo neppure, non avvertiamo il suo dolore come identico al nostro. Bisogna cercare di mantenerla viva, l'empatia. Io cerco di farlo anche con gli animali, infatti non li mangio. Però al problema del Male, credo che i filosofi abbiano dato risposte migliori da qualche millennio a questa parte.

5. Ho notato che Gorilla Blues è quasi una sorta di lunga poesia blues: quanto è importante la musica, il blues, la poesia, per un romanzo giallo?

Per un romanzo in genere non so. Tutti quelli che scrivono, più o meno, hanno una colonna sonora. Io generalmente ascolto la radio, Radio Popolare, anche se la casso quando parlano troppo. Per questo romanzo, però, mi sono appuntato canzoni che mi davano delle emozioni, e le ho trascritte.

6. Sandrone è un personaggio atipico nel panorama letterario italiano: ha una doppia natura. Vorresti parlarne, spiegare la ragione di questa doppia natura-identità?

Mah. Lui è il mio doppio, e a sua volta ha un doppio. Prima ero un militante del Leoncavallo e, contemporaneamente, amministravo un'azienda. Adesso sono uno scrittore e un editore allo stesso tempo. Non riesco mai a vedermi come un tutto unico, uniforme e pacificato. Poi ho anche due stadi emotivi forti che si inseguono, euforia e depressione, i miei due Soci.

7. Secondo te, gli uomini hanno una doppia natura o identità, un'identità che non osano rivelare neanche a sé stessi quando, al mattino, si guardano allo specchio?

Credo che questa sia un'immagine troppo letteraria per essere vera. Semplicemente, di solito, ci si giustifica in quello che si fa. Una volta si diceva falsa coscienza.

8. Nel tuo lavoro hai affrontato praticamente tutti gli accadimenti storici di questi ultimi difficili anni: vorresti spiegare ai lettori di Intercom quanto la recente storia ha influito nella creazione di Gorilla Blues?

La storia recente influisce sempre in quello che scrivo. La microstoria, quello che accade attorno a me, anche solo perché mi viene raccontato o lo leggo.

9. I tuoi autori preferiti, quelli che hanno contribuito a fare di Sandrone Dazieri il romanziere di oggi, sono... ?

Tutto quello che ho letto. Quando ho scritto il primo libro avevo sicuramente in mente Rex Stout, Sandrone e il Socio erano una specie di Nero Wolfe e Archie Goodwin nella stessa persona.

10. Chi, a tuo giudizio, oggi riesce a insegnare qualcosa ai lettori?

Tutti i bravi scrittori.

11. Tornando a parlare di Gorilla Blues, dedichi uno spazio non indifferente ai tragici accadimenti di Genova, al GS. "Quando avevo l'età di Carlo, nei miei stupidi sogni di gloria, mi immaginavo così il mio funerale. Caduto sul campo di battaglia, lottando contro la dittatura o salvando la ragazza che mi piaceva dagli spari dei fascisti. Adesso, che rischio solo una morte da fesso, con la testa aperta da qualche ubriaco in una discoteca, so che ho perso molto nel cambio. Non la possibilità di un funerale da eroe, ma il senso stesso di poterlo diventare. Ho sguazzato talmente a lungo nella merda che mi è entrata dentro." Poi citi un brano di Flavio Giuriato, Mi-lang: "Chiamo i nomi, chiamo i nomi, chiamo i nomi, chiamo i nomi/ Dove cazzo stanno?/ Dove cazzo stanno? Gli amanti / E sono pronti a giurare di non essersi mai conosciuti/ E sono pronti a farsi fotografare come non li hanno mai fotografati" Forte, molto forte: puoi spiegarmi cosa significa essere oggi dalla parte dei giusti? E dalla parte dei no global?

Dalla parte dei giusti non penso di esserlo. I giusti li decide la storia, e io certo non sarò ricordato nei libri di storia come qualcuno che l'ha cambiata. Dalla parte dei no global rischia di essere un termine un po' da giornale perché i no global sono tutti e nessuno. Diciamo contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo? In questo caso, significa guardare un po' al di là del proprio naso e del proprio portafoglio. Basta questo, oltre all'empatia di cui sopra.

12. Sandrone è un detective no global: come ha maturato questa scelta?

Lui non ha maturato nessuna scelta, tanto meno quella di essere un detective e certo non si definisce no global. È un ex militante dei centri sociali che ha ancora un'etica e un senso di giustizia. Poi è buono, più buono di me, e si fa sempre incastrare a usare le sue capacità tecniche, da vecchio buttafuori e sorvegliante, per indagare su qualcosa.

13. Dopo la tragica morte di Carlo Giuliani, Alessio Lega ha scritto una canzone, Dall'ultima galleria; ne cito un piccolo passo: "chi siamo noi? ora siamo la notte, la luna persa dei disperati/ dice il poeta: 'quando cade un uomo si rialzano i mercati'/ e per quest'uomo di eterna notte, per questa luce che se ne muore/ aspetteremo che il sole sciolga il blocco nero che portiamo in cuore/ e così torneremo a Genova, così torneremo a Genova/ così libereremo Genova, così saremo liberi a Genova." Come è potuto accadere tutto questo?

Basta avere un governo di destra e Fini a supervisionare gli interni.

14. In Gorilla Blues, lasci capire che c'erano degli infiltrati, cosa di cui io non dubito: la tua opinione a riguardo?

Che c'erano, infatti, anche se non tutti i black block sono provocatori. La maggior parte, anzi, erano veri anarchici incazzati. Diciamo che sono stati utili.

15. La letteratura di genere, il giallo, il noir, la fantascienza. Una tua opinione.

La mia opinione è che serve a capire il mondo.

16. Questa è una domanda che rivolgo a tutti gli amici: Sandrone Dazieri che domanda farebbe a sé stesso?

I tuoi gusti sessuali?

Etero.

17. I tuoi progetti futuri: vedremo ancora il Gorilla in azione? In futuro, scriverai qualcosa di fantascientifico?

Alla prima domanda, vediamo come va questo libro. Alla seconda, rispondo che ho sempre scritto fantascienza, ma solo racconti, pubblicati qui e là.

18. Grazie Sandrone, sei stato gentilissimo a sopportare questa mia inquisizione.

Per me, è stato un grandissimo onore intervistarti: parla a ruota libera, se ne hai voglia, quello che vuoi, quello che ti passa per la mente in questo momento...

Parlerei del tempo, che fa schifo, ma sarebbe noioso.

Grazie a te.






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