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Intervista a Andrea Gotico


di Giuseppe Iannozzi


1. Vorresti presentarti ai lettori di Intercom, a quanti ancora non ti conoscono?

Guarda, molto semplicemente, anche perché non sono in grado di presentarmi, sul mio sito dico di essere un aspirante scrittore, fotoreporter, pittore e bla bla... ma in realtà mi reputo un essere vivente che prova ad esprimersi come crede, c'è chi lo fa facendo il pane e chi facendosi saltare in aria in un bar...

2. Allora, Andrea, una domanda di rito: come hai iniziato a scrivere? Chi o cosa ti ha spinto a diventare artista?

Diciamo che in qualche forma l'ho sempre fatto ma principalmente per una delusione d'amore... e scrivere mi ha aiutato ad uscirne vivo.

3. Hai recentemente pubblicato un ottimo romanzo breve, Nebbia Cerebrale, per i tipi Autori Esclusi: è un condensato di forte immaginazione, un viaggio spirituale... ma è anche cerebrale e nebbioso come i migliori lavori di William Burroughs. Vorresti spiegare il perché e il percome di questo tuo lavoro?

Ti ringrazio per il complimento. Nebbia Cerebrale è nato da sé, nel senso che ho sentito il bisogno di scriverlo ed e venuto fuori così, senza pensarci troppo su, l'ho iniziato senza neanche sapere come sarebbe finito... Nebbia Cerebrale è un viaggio che ho fatto in diretta con esso (non so se mi sono spiegato).

4. Leggo in quarta di copertina che l'hai scritto in cinque indimenticabili notti: perché scrivere avvolto dalla magia della notte?

Per l'appunto questo viaggio è durato cinque notti e devo dire che le ricordo come tra le cinque più belle... mi sono divertito un sacco. E comunque di notte è più facile scrivere, c'è più silenzio e soprattutto non c'è la luce, e nel buio stranamente si riescono a vedere le cose con più chiarezza.

5. Nebbia Cerebrale, pur essendo un romanzo di genere, non disprezza uno stile alto, letterario; è piuttosto raro che un autore adotti uno stile preciso come il tuo per un genere che, solitamente, ricusa tratti umanistici, eppure il risultato è ottimo, superiore alla media, un romanzo che si lascia leggere tutto d'un fiato. Cosa ne pensi?

Guarda francamente non so cosa dire e sono costretto a ripetermi perché in questo libro non c'è nulla di premeditato... è un libro scritto tutto d'un fiato e sono felice quando qualcuno mi dice che si legge tutto in un fiato.

6. Nebbia Cerebrale è un intelligente delirio della mente ma anche dell'anima: in alcuni passi, non ho potuto fare a meno di riconoscere un forte concentrato introspettivo, spirituale. Quanto è importante l'introspezione per rendere credibile una storia, i personaggi che vivono dentro alle pagine di un romanzo?

Sicuramente quando uno scrive è difficile che non emerga qualcosa di lui e della sua spiritualità... c'è chi non ama romanzi troppo autobiografici, ma di fatto chi sente il desiderio di scrivere in primo luogo lo fa per sé stesso, per esigenza personale. Se poi questo ha la fortuna di essere pubblicato, letto e apprezzato tanto meglio, anche perché credo che (almeno nel mio caso) scrivo per me stesso... ma da lì il passo è breve di sentire l'esigenza che altri lo leggano... in sostanza sarebbe come imprecare contro un muro... lì per lì ti sfoga però imprecare contra qualcuno da più soddisfazione...

7. Perché hai deciso di ambientare Nebbia cerebrale a Torino? Torino, nel tuo romanzo, diventa una città gotica avvolta dalla nebbia, quasi medievale, quasi mistica, quasi da favola: quali autori hanno influenzato questa tua visione letteraria della città?

In realtà non è ambientato in nessun luogo specifico, è una miscela immaginaria di posti che ho amato e vissuto nella mia infanzia e Torino è sicuramente uno di questi. E Torino in fondo è tutto quello che hai detto... la magia di questa città secondo me non ha eguali... è una città stimolante all'ennesima potenza anche se pochi lo notano... per il resto l'unico libro ambientato a Torino che ho letto è quello di Culicchia. Tutti giù per terra, che tra l'altro trovo bellissimo... ma credo che centri poco.

8. I personaggi di Nebbia Cerebrale, chi, o cosa, cercano?

I personaggi di Nebbia sono spesso surreali, ma in fondo non così tanto e credo che rappresentino gli amori, le paure e gli interrogativi della vita di molti, ma non di tutti.

9. Trovi che ci sia una netta differenza fra narrativa di genere e quella che molti critici definiscono cultura alta (o umanistica)?

Credo che le differenze possano essere solo soggettive... poi qui tocchi un tasto dolente, perché già il fatto che un critico abbia la presunzione di giudicare il lavoro di un altro per me è sbagliato, perché può essere vero che un libro sia più bello di un altro o più profondo, più divertente o chessoio, ma resta comunque una cosa soggettiva, perché un libro che a noi non dice nulla sta magari salvando un'altra persona dall'altra parte del globo... è un ragionamento utopico, lo so, ma è solo una questione di punti di vista... Poi se pensiamo che i critici sono spesso politicizzati o pagati dai grandi editori mi sembra chiaro che forse non dicano neanche più quello che è il loro pensiero, ma mi fermerei qui perché rischio di diventare a mia volta critico verso gli altri e non mi va... e tra l'altro, non so se ho risposto alla tua domanda.

10. Una tua definizione di narrativa di genere...

... posso fare una telefonata a casa?

11. E una per la narrativa umanistica... potrebbe essere ...

Ma... un aiuto dal pubblico?

12. Credi che la letteratura di genere possa incontrare la cultura alta in una unica soluzione narrativa adatta ad esprimere al meglio fantasia e tormenti, contraddizioni e passioni, dell'umano esistere?

Mi stai mettendo a dura prova... mi sento molto ignorante di fronte a queste domande, posso giocarmi il Jolly?

13. La fantascienza, a tuo giudizio, cosa può esprimere e cosa non è in grado di esprimere al lettore moderno? Quali romanzi di fantascienza hanno maggiormente influito sulle tue convinzioni artistiche e letterarie?

Probabilmente la fantascienza oggi come oggi si scontra troppo con la realtà ed è sempre più difficile immaginarsi dei mondi possibili, o meglio forse è troppo facile farlo, perché l'uomo sta agendo in modo tale da rendere prevedibile il proprio futuro... se continuiamo ad affamare consapevolmente o meno la maggior parte della popolazione mondiale è chiaro che quest'ultima lotterà in tutti i modi per cambiare le cose e non bisogna chiamarsi Asimov per immaginarlo. Detto questo non credo di essere stato influenzato troppo dalla fantascienza anche perché ne ho letta davvero poca... forse più da quella cinematografica... Matrix sicuramente è un film che mi ha influenzato, anche se più che altro credo che abbia riacceso in me delle convinzioni che già avevo.

14. Pensi che un giorno scriverai fantascienza? Tu, se dovessi scrivere un racconto di sf, come lo scriveresti?

Ho partecipato ad una raccolta di racconti curata da Emiliano Maramonte per il Club Ghost intitolata I pionieri dell'anno 3000 con il racconto dal titolo Katakumba, che immagina un mondo diviso letteralmente in due a causa delle guerre religiose. Certamente è ambientato nel 3020 circa però a volte faccio fatica a definirlo un racconto di fantascienza... forse è più un racconto d'attualità.

15. La letteratura fantastica: penso a Tolkien, a Terry Brooks e al più metafisico e letterario Michel Rio. La fantasia, come e da dove nasce? Perché c'è l'esigenza di scrivere di e la Fantasia?

Credo che la fantasia sia un dono e non credo che nasca dall'uomo, nei quadri di Umberto Verdirosi è sotto forma di un suggeritore e io credo che ci sono persone che sentano una sorta di voci dall'alto - o dal basso, è una questione di sensibilità personale, e di un differente modo di esprimerla, si può essere fantasiosi in ogni cosa che si fa... anche pulendo i cessi!

Ma spesso la fantasia nasce semplicemente per evadere da un qualcosa che non ci piace o da un qualcosa che ci piace da morire!

16. Tornando a parlare di Nebbia Cerebrale, il tuo romanzo d'esordio è già alla seconda ristampa: la ricetta per ottenere un risultato tanto positivo è... tanta buona volontà? O c'è dell'altro?

Non c'è altro... oltre al culo, c'è solo l'impegno personale, ho ricevuto decine di rifiuti da case editrici che mi hanno risposto e non risposto in modi più o meno carini... ma io credo in me stesso e penso di poter dire qualcosa... anche se sarebbe meglio dire che sento di voler dire qualche cosa allora ho deciso di auto-produrmi, il che comporta un enorme sforzo personale... insomma ti tocca fare tutto quello che dovrebbe fare una casa editrice seria... ovvero avere tanta buona volontà.

17. Nebbia Cerebrale fa parte di un progetto più ampio e ambizioso: Autori Esclusi. Quali gli intenti, i propositi di Autori Esclusi?

Una sera dopo l'ennesimo rifiuto da una casa editrice parlando con Federica (la mia ragazza), abbiamo deciso di auto-produrre Nebbia Cerebrale, e con lui è nato il progetto più ampio, quindi se vogliamo vederla con un'ottica positiva tutti questi rifiuti hanno portato ad un qualche cosa. Autori Esclusi ha il sogno di produrre autori al primo romanzo, con i quali solitamente nasce prima di tutto un'amicizia seguita da un battersi con loro per farsi conoscere. Cerchiamo persone principalmente motivate, che credano prima di tutto nelle proprie capacità e abbiano voglia di mettersi in gioco. Noi non chiediamo contributi all'autore ma chiediamo di comprare almeno 100 copie del libro (ovviamente a prezzo di stampa) e secondo me è diverso dal chiedere soldi a prescindere... è un modo di credere in due nella stessa cosa. Poi se un giorno avessimo i mezzi per produrre completamente un autore... allora forse sarebbe diverso... ma si vedrà.

Nel mio caso mi sono messo da parte i miei soldi, mi sono impaginato il libro e me lo sono fatto stampare... e come tu sai bene non costa neanche la metà della metà di quello che molti editori ti chiedono... poi dopo sta a te metterti in gioco... passare da una libreria all'altra, contattare riviste… insomma cercare di farsi conoscere e quando riesci a rientrare della spesa... be per me è già stata una vittoria... di certo vivere scrivendo è un sogno e per ora resta tale.

18. Una tua critica all'editoria moderna: cosa rimproveri agli editori che, ieri come oggi, disprezzano e non prendono in considerazione i nuovi talenti artistici?

Qui si potrebbe scrivere, un poema, ma brevemente dico che gli editori moderni se ne sbattono di cercare nuovi talenti, l'importante e fare soldi, non c'è quella curiosità di vedere se dal cilindro possa uscire un nuovo fenomeno... ma credo anche che la televisione stia mietendo vittime e la gente ha perso il senso critico e ha perso la propria individualità e la capacità di ragionare con la propria testa... voglio dire, la televisione sta crescendo una generazione convinta che se non ha l'ultimo modello di cellulare è tagliata fuori… e la cosa triste è che ci sta riuscendo alla grande. Se non è fantascienza questa (vedi Matrix)... Quindi perché comprare un libro di Alessandro Del Gaudio, di Emiliano Maramonte o di Luca Pizzolitto, quando entro in libreria e non riesco neanche ad entrarci perché davanti alla porta c'è un men hir (si scrive così?')di libri di Bruno Vespa e Maurizio Costanzo?! Per carità va bene però il sistema non aiuta in nessun modo i giovani autori... a che serve, ci sono già dei cavalli vincenti su cui giocare... e se posso esprimere un piccolo giudizio che mi esce dal cuore Alessandro Del Gaudio è meglio di Bruno Vespa... però giustamente vi chiederete chi sia mai Alessandro Del Gaudio... per forza c'è un Men Hir di Emilio Fede davanti alla porta!

19. Come consiglieresti di muoversi ai tanti giovani autori di talento che non riescono a trovare un editore?

Credere in sé stessi sempre... poi evitare tassativamente gli editori che vi chiedono troppi soldi... voglio dire, ci sono editori che chiedono dai 2 ai 14 milioni (sopra i 14 per ora non ne ho sentiti). Evitare questo loschi individui, perché un editore serio che crede davvero nel vostro romanzo non ve li chiederà mai. Purtroppo questi esseri fanno leva sulle speranze di giovani autori che non si sono ancora scontrati con questo mondo. Che posso dire leggetevi Editori a perdere di Miriam Bendìa e comunque non vorrei generalizzare perché conosco anche piccoli editori che davvero credono in quello che fanno, come ad esempio Il foglio Letterario di Gordiano Lupi... poi è anche sbagliato generalizzare. E per finire direi che con 14 milioni è meglio se vi comprate qualcos'altro.

20. Una domanda che rivolgo a tutti gli amici: Andrea Gotico che domanda farebbe a sé stesso?

Andrea come stai? Bene grazie!

21. I tuoi progetti per iL futuro: cosa scriverai?

Ho scritto una raccolta di pensieri dal titolo i versetti botanici ma dubito che me li pubblicherà mai qualcuno... (e non ha tutti i torti) Poi ho quasi finito il mio secondo romanzo Chiara Luna e sono a buon punto con il terzo e il quarto. Chiara Luna è un romanzo ambientato in Inghilterra nel 1880 ed ho voluto misurarmi con una storia ambientata in un contesto storico ben preciso ed è una cosa che credo non farò mai più. Il secondo sono Le avventure di Alberto Padella... un fotoreporter vecchio stampo ed il terzo è ambientato a Gerusalemme, ma non dico più niente anche perché dubito interessi a qualcuno.

22. Grazie Andrea, sei stato gentilissimo a rispondere a tutte queste mie domande: adesso ti lascio libero di dire quello che vuoi, la prima cosa che ti passa per la testa. Avanti!

Che spero di essere sempre coerente tra quello che dico e quello che faccio, e spero di non farmi mai incastrare da Matrix, spero di sentirmi sempre libero, anche se essere liberi è più difficile che essere schiavi. E poi Grazie a te per la possibilità che mi hai dato di esprimermi liberamente!!

Che dire.

Grazie mille, Andrea. Siamo tutti ansiosi di leggere altri tuoi lavori.

A presto.






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