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Kupaah


di Leonardo Maffi


-- Anno 2470 - Era della carne, dopo lo scioglimento delle calotte - Settore Italiano - Nuova costa della Padania --


Lasciamo la cassa d'aria del centro sottomarino, posta a meno di quindici metri di profondità, ci allontaniamo di poche decine di metri e poi tamburello lentamente il segnale di risalita sul dorso della mia neomanta gigante Kupaah. Will ci segue senza problemi. Arrivati in superficie possiamo toglierci le maschere e riporle nella tasca. Qui le neomante possono prendere ossigeno dall'aria col loro polmone e mantenere la massima velocità molto più a lungo. Faccio segno alla mia neomanta di spingersi al massimo della velocità, e di tanto in tanto mi volto indietro, Will pare farcela e l'Ambasciatore sembra non avere problemi.

A questa velocità le remore devono staccarsi. Ad un certo punto avvisto qualcosa alla nostra sinistra, mi accosto. di più all'Ambasciatore per farmi sentire meglio e gliela indico, "Guardi! Una neomanta rinselvatichita. Non sono troppo pericolose."

Reclino la testa all'indietro e mi lascio carezzare il collo dalla forte brezza, questa velocità è inebriante, ma mantenerla molto a lungo è pericoloso. Le neomante sono fatte per piccoli spostamenti rapidi in emersione e manovre veloci a bassa profondità, per andare sott'acqua e tornare su in fretta, per lavori subacquei, per attività acrobatico-sportive subacquee, per pescare o interagire con persone o creature marine intelligenti, non per sostituire un motoscafo sui lunghi percorsi... Proseguiamo appaiati per quasi un quarto d'ora, fino a che il porto di Ferrara non diventa ben visibile, ce l'abbiamo quasi fatta.

"Mi aiuti!" grida l'Ambasciatore. Merd. Will si è fermato e si è immerso. Toccandola col palmo aperto dietro la testa segnalo a Kupaah di rallentare, poi la faccio virare a destra, e torniamo indietro quasi fino all'Ambasciatore, che è a galla e sembra non avere problemi nel respirare.

"Andiamo ad aiutare Will," dico all'Ambasciatore e a Kupaah, mi appiattisco sul suo dorso, prendo un respiro, mi afferro ad una maniglia e mi trascina violentemente giù, siamo ancora troppo veloci, ma ci sono abituato, e so che lei è preoccupata per Will quanto me...

Kupaah rintraccia Will col suo sonar, lo raggiunge velocemente e lo sorregge un po' col muso in modo che non affondi ulteriormente, nel frattempo la lascio, mi accosto al ventre di Will e ci appoggio l'orecchio, non sento nulla, e la sua piastra cromatica ventrale è vuota...

Per lo sforzo si è fatto scoppiare tutti e quattro i cuori... Era ancora piuttosto giovane, meno di cinque anni. Kupaah mi viene sotto, muove le ali molto lentamente per non provocare troppi vortici, mi riprende sul suo dorso, e risaliamo. Perdo qualche lacrima in mare, siamo troppo di fretta e devo abbandonarlo qui, dove lo mangeranno gli squali...

Esco dall'acqua e accosto l'Ambasciatore, "La sua neomanta è morta d'infarto; salga su questa, io mi metterò dietro," aiuto l'Ambasciatore a salire e inginocchiarsi sul dorso della mia, "Lei si chiama Kupaah; significa 'leale' in Hawaiano. Se vuol rallentare basta che chiami il suo nome, lei capirà." potrei afferrarmi alla coda, in una zona fatta appositamente per essere presa con la mano, ma non sono in vena di sci d'acqua a piedi nudi e comunque verrei spazzato via dai suoi getti propulsivi, per cui mi rannicchio dietro l'Ambasciatore. A questa velocità devo fare attenzione a non immergere le gambe, altrimenti verrei tirato in acqua, e Kupaah dovrebbe perdere tempo per tornare a riprendermi.

Dopo poco vedo che superiamo la zona dei coralli in crescita, sento che Kupaah rallenta, e si accosta. Scendo, nuoto in avanti e aiuto l'Ambasciatore a salire sul pontile, dove ad aspettarlo c'è un autista con la sua auto, insieme alla mia apprendista Helga.

L'Ambasciatore sale sulla scaletta del pontile, si toglie un po' d'acqua dalla tuta e si avvicina all'auto, "Siamo stati molto veloci mantiere, il Distretto gliene sarà grato. Ha un transatore?"

Allungo il braccio e indico il braccialetto, dove c'è un chip per le transazioni economiche.

Ci avvicina un apparecchietto transatore datogli dall'autista, e con la coda dell'occhio vedo mi versa una bella cifra. Poi senza perdere un altro secondo salgono sull'auto e si allontanano.

Mi avvicino al bordo del pontile, mi tuffo in acqua e accosto Kupaah, che nel frattempo si è girata sul dorso e galleggia inerte, un pessimo segno.

"Kupaah sembra in coma... mi dispiace... " dice Helga, in piedi sul pontile, "Il mio Will è morto?" chiede infine, con voce un po' rotta.

Annuisco, "Sì, infarto."

Carezzo Kupaah, le sfioro le branchie antiche sperando che reagisca, ma non compare nessuna macchia sulla piastra ventrale, una delle due zone di pelle come di camaleonte con cui comunicano coi mantieri, tramite macchie di colore. Infilo con delicatezza due dita nelle branchie per sentire la sua temperatura. Scotta. Più di quaranta gradi, penso. Maledico mentalmente l'Ambasciatore e la sua fretta; ha detto che doveva spostarsi in Padania per far evitare uno scandalo di qualche tipo, spero che la sua missione valga la vita delle mie neomante. Non ti lascerò morire Kupaah... Le salgo sul dorso con delicatezza e accosto un orecchio al suo addome, percepisco il battito di solo due dei quattro cuori, e sono molto irregolari.

Per correre in quel modo folle si è fatta scoppiare due cuori, e mi ha perfino mascherato i colori del dolore per non ordinarle di rallentare... l'Ambasciatore ha detto più volte in sua presenza che era un viaggio molto importante. Il suo compagno ha dato tutto... non sono degno di tanta fedeltà... la vita è più preziosa.

È incredibile che sia riuscita anche solo ad avvicinarsi al molo, doveva essere già quasi incosciente. Ha accumulato un grosso debito d'ossigeno e quello sforzo prolungato le ha fatto alzare troppo la temperatura, che gli potrebbe danneggiare il cervello. È ancora fondamentalmente un pesce e non è fatta per temperature corporee così alte. Non si sta raffreddando con le ali perché è svenuta, per cui con le mani le faccio scorrere un po' d'acqua sull'addome.

Si riprenderà?" chiede Helga.

"Spero di sì, è molto forte."

Più di una decina di minuti dopo sento che vuol muoversi, mi allontano un po' e la osservo tornare lentamente sul dorso, ha ripreso i normali movimenti delle cefaliche e delle ali. Anche i colori su entrambe le piastre stanno tornando normali, ma è molto debole, e dalle macchie capisco che i cuori danneggiati gli fanno ancora un male terribile, "Credo che si riprenderà," dico ad Helga, "Tirami un pesce."

Le neomante giganti possono mangiare anche pesci interi, oltre al plankton. Prendo al volo la grossa sardina morta e con le dita le stacco la testa. Sembra troppe debole per masticare, per cui gliela mastico un po', e gli infilo in bocca un po' di poltiglia. La bocca è piena di denti di vario tipo, acuminati e triangolari come quelli di squalo bianco, e altri piatti e adatti a rompere le conchiglie, oltre alle strutture per filtrare il plankton dall'acqua. I canali della propulsione jet gli servono anche per respirare l'acqua, mentre le vecchie fessure branchiali semi-atrofizzate fanno ancora parte del sistema di filtraggio alimentare del plankton, come nelle mante.

Sembra che non ce la faccia neppure ad inghiottire...

In condizioni normali non mi morderebbe mai, ma è ancora intontita ed è meglio che stia attento, "Sono io, non mordermi per favore... " le dico piano, le apro meglio la bocca, e stando attento a non graffiarmi il braccio coi denti, gli infilo un po' poltiglia fin quasi dentro il primo stomaco, e visto che ci sono tolgo anche un vecchio spazzolino da denti di plastica che aveva inghiottito chissà quando. Adesso sento che sta inghiottendo... Estraggo il braccio e la carezzo, sta un po' meglio.

Aspetto qualche altro minuto finché una macchia verdastra sulla piastra dorsale non mi indica che ha il sangue nuovamente ben ossigenato, "Andiamo giù, ti pulisco," dico piano a Kupaah, Helga mi fa. un piccolo cenno di saluto. Le neomante hanno varie intelligenze superiori a quelle di un delfino selvatico, e possono capire bene il senso di molte parole e frasi, e i gesti dei comandi, oltre che percepire il nostro umore.

Mi aggrappo a uno degli incavi del suo dorso, e quando capisce che mi sono afferrato bene, mi porta giù quasi con violenza, come al suo solito, mi vuol far credere di stare meglio, ma non la bevo. Le neomante vengono spesso considerate animali sportivi, in immersione possono eseguire manovre molto complesse ed estremamente veloci. Dopo un momento i miei occhi leggermente modificati riescono a mettere a fuoco bene anche sott'acqua.

Le estraggo la maschera da una tasca posta sul retro della testa, stiro e allungo un po' di tubo flessibile e in parte retrattile, e l'accosto alla faccia, Kupaah percepisce la forma della mia faccia coi sensi tattili della maschera, e con precisione la fa aderire a ventosa sopra la mia bocca e naso. Da adesso sarà il suo corpo a riciclare l'aria per me.

Scendiamo di alcuni metri fino a che non ci adagiamo su una sporgenza di cemento, a un paio di metri dal fondale, il molo fa ombra e non c'è molta luce, in compenso c'è molta corrente, e anche rimanendo ferma non dovrebbe avere troppi problemi per ricavare dall'acqua ossigeno per entrambi.

Il doppio tubo vivo che mi permette di respirare, nel quale l'aria scorre nei due sensi, è piuttosto lungo, e posso scendere dal suo dorso, e avvicinarmi di nuovo alla sua bocca. Le faccio segno di aprire, e lei apre e tira fuori la lingua. Il suo sangue è simile a quello di un mammifero, ma di solito la lingua è quasi bianca. Le tolgo le impurità dai denti, stando attento a non tagliarmi le dita, poi le tolgo qualche parassita filiforme che gli si è attaccato dentro le bocchette principali di aspirazione dell'acqua per la propulsione.

Ritraggo il braccio e le carezzo la testa per fargli capire che è stata brava, lei mi dà una toccata con naso, come fanno i delfini. Adesso i suoi occhi seguono tutti i miei movimenti, è di nuovo lucida. Mi tamburella anche due volte sul petto con le pinne cefaliche, è segno buono.

Passo delicatamente le dita tra le aperture di filtraggio, sono pulite. Controllo se ci sono ferite sulle cefaliche. Chiudo gli occhi un paio di volte, lei mi imita e chiude gli occhi. Le metto tre dita ad un metro davanti al muso, lei emette qualche impulso dal suo melone delfinesco, e poi muove la cefalica tre volte, ripeto l'operazione con due e cinque dita. Bene, il suo sonar funziona normalmente, per fortuna sembra che il cervello non sia rimasto danneggiato.

Passo sotto il suo addome, carezzandolo e tambureggiandolo per fargli venire un brivido, e arrivo fino agli ugelli di scarico jet. Sono due aperture quasi rettangolari, di circa dodici centimetri di larghezza, dalle quali può far uscire l'acqua ad alta velocità. Le neomante giganti usano le ali per fare manovra e per nuotare a basse velocità, e usano la propulsione a getto per raggiungere le velocità di crociera più alte, possono superare facilmente perfino un marlin.

Gli ugelli sembrano puliti, li controllo spesso. Passo le dita all'interno, questa è una zona piuttosto sensibile, e di solito qui si lasciano toccare solo dal loro mantiere, sul quale si imprintano fin da quando escono dall'uovo. Mio nonno mi disse che preferiva lavorare all'asciutto in un bell'ufficio pulito, piuttosto che dover stare sempre in acqua, pulire il 'culo' ad una neomanta una volta al giorno e respirare il suo fiato che puzza di pesce; ma io non cambierei il mio lavoro con le neomante con nessun altro. Questo lavoro mi dà soddisfazione e senso d'identità, preferisco stare qui a contatto con loro e con degli umani, piuttosto che inscatolato in un ufficio a prendere ordini da qualche software, o passare anche quattro giorni la settimana a cercare un lavoro della durata di un giorno.

Un tempo sarebbe stato più comodo spostarsi con un motoscafo, e in generale progettare macchine è più facile che progettare neoanimali, ma oggi la tecnologia ad alto consumo energetico e di materiali è diventata più rara, ed è rimasta solo quella a basso consumo, come la generia, l'informatica e parte di quelle per le telecomunicazioni. Mio nonno mi raccontò che per lavoro poteva prendere una navetta volante pubblica più volte la settimana, ma io non ci sono mai salito una volta, oggi costano troppo, forse potranno usarle di nuovo i miei nipoti, se l'economia cambia. Queste neomante costano poco perché il copyright del progetto del loro genoma è decaduto, non vanno costruite perché crescono, non inquinano, sono molto intelligenti, gioiose, affettuose e fedeli, guariscono da sole dalle ferite, non si usurano, non richiedono né benzina, né alcol, né idrogeno, né elettricità, di solito si procurano il cibo da sole, e quando muoiono non vanno smaltite, si possono perfino mangiare, se se ne ha il coraggio. Io sono povero, e qui ci sono rimaste ben poche persone capaci di riparare un motore di motoscafo, a scoppio ad alcol, o elettrico a superconduttori.

Tolgo qualche piccola scheggia conficcata sulle pareti del condotto, e un solo piccolo filoparassita, poi ripeto l'operazione nel secondo ugello. Sembra tutto a posto. Gli serviranno almeno dieci-quindici giorni per farsi guarire i due cuori feriti, o al limite anche per farseli ricrescere da zero, e potrò fargli fare poco movimento. E il suo compagno Will è morto... Nei prossimi giorni avrò più tempo da dedicare alla progettazione e alla mia compagna.

Nonostante sia ancora a lutto per la perdita del compagno, scodinzola quasi come un cane. Infilo cautamente il braccio più in profondità in un ugello, questa è parte della zona muscolare che produce la spinta all'acqua, questa parte di solito non è necessario pulirla, ed è ancora più sensibile, tanto che qui certe mante non si lasciano toccare neppure dai loro mantieri, ma lei di tanto in tanto apprezza... Qui è anche dove si sviluppano le uova fecondate, impedendo l'uso della propulsione a getto finché non sono mature. È un compromesso progettuale, è stato adottato per evitare di dargli il peso e spazio per un organo dedicato solo a quello scopo.

Qui la pelle è calda, intravedo la piastra di comunicazione addominale, non segnala rifiuto, ma piacere... e anche una sensazione di solletico forte, sta ridendo e sta provando piacere sessuale insieme... ah, bene. Ora c'è anche una macchia bluastra, significa che desidera di più, di più... intorno al braccio sento degli spasmi che iniziano lentamente e crescono di intensità. La carezzo più forte all'interno... fino a che non raggiunge l'orgasmo. Sarei tentato di insistere, con questo tipo di stimolazione possono provare un orgasmo continuato per venti minuti e più, ma anche se è una creatura estremamente forte, ha perso due cuori e probabilmente ha avuto delle emorragie, per cui anche se mi segnala di non smettere, dopo meno di un minuto cesso progressivamente di carezzarla e ritraggo il braccio dall'ugello. Ho il fiato corto anch'io, è sempre qualcosa di piuttosto eccitante anche per me... è un modo per rinsaldare il nostro legame, e a parte il cibo e i vari giochi, è uno dei pochi modi che ho per ringraziarla. Non ho i soldi per darle una realtà virtuale, e mi rifiuto di darle delle droghe, come fanno certi mantieri che darei volentieri agli squali.

Con delle macchie lampeggianti a forma di zebratura nera e bianca e una macchia allungata verdastra, mi segnala con forte dispiacere che tra poco non riuscirà più ad estrarre dall'acqua abbastanza ossigeno per entrambi. Prendo un ultimo respiro, mi stacco la maschera dal volto, e faccio ritrarre il tubo e la maschera nella sacca dietro la testa. Ho buon fiato, e non ho fretta. Le carezzo il dorso un'ultima volta, lei segnala appagamento, riconoscenza, e anche senso di fedeltà. Il dolore dato dagli infarti si è attenuato. Dalle macchie di colore capisco che le sue emorragie interne devono essersi arrestate. Se potessi permettermeli, nelle prossime ore gli attaccherei sul corpo dei sensori per tenerla sotto controllo, ma io e Helga non apparteniamo a nessuna cooperativa di mantieri, e non dispongo di un veterinario con attrezzature specializzate...

Adesso ha bisogno di riposo. Con le mani gli faccio un segno deciso di riposarsi, lei mi dà un roger-roger con le cefaliche e scende sul fondale. Risalgo e respiro. Helga è seduta ad aspettarmi. Salgo, mi infilo la camicia idrorepellente e i sandali, prendo la nostra poca attrezzatura e ci avviamo verso il bar.

"Ha dato l'impressione di non abbattersi troppo per la morte di Will. ma conoscendola penso che gli servirà qualche. mese per superare il lutto," osservo Helga in faccia e mi zittisco. Ho parlato sovrappensiero, anche Helga avrà bisogno di tempo, le neomante non sanno parlare, ma riescono a stringere legami affettivi molto forti coi loro mantieri, "Bevo qualcosa e poi torno da lei. Le compreremo anche del ricostituente e integratori alimentari, nei prossimi giorni avrà bisogno di mangiare parecchio. L'Ambasciatore mi ha dato molti soldi, con quelli potrò usare il seme congelato di Will per far fargli fare almeno tre figli. Sono anni che mi segnala che vuol fare delle uova... un figlio sarà la tua nuova neomanta... E stavolta gli insegneremo quando è il caso di fermarsi, prima di morire per noi."


Ringraziamenti:

a Bernardo "BJ" Chiti, Isis e Laura "Gilda" Rimessi per i loro consigli e correzioni. Eventuali errori rimasti sono di mia sola responsabilità


Note: questa storia è nata da un sogno. e anche se è stata revisionata, sotto certi aspetti è ancora non molto razionale. Kupaah è ottenuta con ingegneria genetica molto avanzata dalle antiche Manta birostris. Vista la loro intelligenza, il melone per ii sonar, il polmone e il loro metabolismo molto alto, probabilmente sarebbe stato più semplice ottenere delle creature del genera a partire da un delfino.

Non ho idea di come sia possibile realizzare una propulsione a gatto di quel tipo, forse con muscoli che spingono l'acqua peristalticamente, se avete idee fatemi sapere.






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