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Robota di D. Chiang


di Massimo Giraldo


Doug Chiang è un artista molto noto negli ambienti hollywoodiani ed è il creatore degli scenari degli "ultimi" due episodi di Guerre Stellari (La minaccia fantasma e L'attacco dei cloni).

In collaborazione con Chronicle, Chiang sta per rilasciare nel mercato un progetto denominato Robota, un "libro-film" che ricorda molto da vicino i lavori del nostro italianissimo Marco Patrito e della sua Sinkha.

Robota è un'opera scritta con l'aiuto di Orson Scott Card e illustrata/animata da Doug Chiang. Il progetto ha preso spunto da alcune vecchie tavole che l'artista di origine cinese aveva disegnato molti anni addietro. Questi lavori sono rappresentazioni di dischi volanti e astronavi di forma allungata e da sempre Chiang ha voluto scriverne una storia e raccontarne le vicende.

In un'intervista rilasciata recentemente alla rivista inglese SFX ha dichiarato quanto segue:

"Per il fatto che lavoro da diverso tempo nell'industria cinematografica, ho pensato che sarebbe stato interessante per la storia e le illustrazioni del libro un approccio simile a quello di un film, ecco spiegato il perché della denominazione "libro-film". È stato per me un modo per sperimentare e provare diverse idee. E alia fine la storia ha preso vita ed è cresciuta per conto suo diventando ciò che è oggi."

Qualche tempo fa Chiang decise quindi che per completare un progetto tanto ambizioso avrebbe dovuto cercare aiuto, subito trovato nell'autore della serie di Enders Orson Scott Card.

"Lavorare con Orson è stato per me un sogno divenuto realtà" aggiunge entusiasticamente "Sono da sempre un grande fan della sua letteratura ed Ender's Game (edito in Italia dalla Editrice Nord con il titolo Il gioco di Ender) nella classifica delle storie che preferisco si piazza al primo posto assoluto da sempre." Aggiunge poi: "Mi sono veramente divertito a collaborare con lui e credo che le migliori opere siano spesso il risultato di una buona collaborazione interpersonale. Io ed Orson ci siamo quasi subito accordati sulla storia. E in conclusione ha scritto dunque il testo finale del libro e, senza nulla aggiungere, ha permesso alla storia di acquisire un notevole spessore."

Navigando lo stupendo sito personale di Chiang (lanciato nel 2000 sul seguente dominio: www.dchiang.com), l'artista descrive Robota come "... un libro che è piuttosto un’opera d'arte più che un romanzo. La storia coinvolge azione, avventura, amore e tradimento e si svolge in uno scenario epico di ambientazioni fantastiche, dove creature esotiche e robot coesistono con gli esseri umani."


Breve introduzione a Robota:

Il luogo in cui si "erano svolte" le vicende di Robota era il pianeta Orpheus, quarto pianeta del sistema solare, sesto in termini di dimensioni nell'intero sistema. Orbitante dal sole ad una distanza di circa 150.000.000 kilometri e intersecante l'orbita terrestre ogni 50 anni, Orpheus viaggiava ad una velocità di 14.9Km/s e ruotava sul proprio asse ogni 26 ore e 37 minuti.

Orpheus all'equatore possedeva un raggio di 3189Km e la sua massa approssimativa era di 1,5x1021 tonnellate cubiche. La superficie totale del pianeta era stimata in circa 37.000.000 chilometri quadrati, dei quali il 67% coperti d'acqua. La sua gravità era circa un terzo rispetto a quella della Terra e la sua velocità di fuga gravitazionale circa di 5Km/s.

Orpheus era ricco di vita e di cultura, e ospitava sofisticate civiltà umane, animali e robotiche. E poi... circa due miliardi e cento milioni di anni fa, la vita di Orpheus giunse ad una fine catastrofica.

Pur avendo evitato per miliardi di anni una possibile catastrofe con la proto-Terra, questi due pianeti finirono con lo scontrarsi. Orhpeus fu completamente cancellato dal sistema solare, mentre la Terra finì in frantumi. Alla fine, i frammenti di Orhpeus si unirono creando la luna, la quale stabilì l'imprevedibile rotazione del nostro pianeta e permise alla vita di germogliare.

La vita terrestre non è altro, quindi, che l'eredità del pianeta Orpheus.

La storia di Robota parla dunque della vita su Orpheus prima della collisione e racconta del conflitto tra la vita animale e le macchine intelligenti che hanno cercato di dominarla.


La città di Kaantur

Casa natale dei Kaantur e base operativa per i suoi robot, la città fluttua sopra voragini oceaniche a centinaia di miglia dalla costa.

Con un diametro di circa 15 chilometri, la città è protetta dalla particolare gravità generata dai pozzi che formano le voragini. Benché si pensi essere vecchia di oltre ottocento anni, ben poco si sa degli scopi originari di questa città e di coloro che l'hanno edificata.






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