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Manga, anime e Miyazaki, 1ª parte


Testo di un intervento del professor Marc Hairson su fumetto e animazione giapponese attraverso l’analisi dell’opera di Nausicaa di Miyazaki presentato all’interno di un seminario dal titolo Natural Wonders tenuto presso la University of Texas di Dallas dalla professoressa Pam Gossim nel marzo del 1999.


Uno sguardo generale

Questo è un corso sulla lettura critica e sulla scrittura dei testi. Ma un testo è ben altro che il semplice atto di tracciare parole sulla carta. Anche questi che presento sono testi; sono testi grafici. Questa immagine è tratta da uno stupendo libro intitolato Understandig Comics di Scott McCloud (Capire il fumetto, L'arte. invisibile, Vittorio Pavesi Productions) e tornerò a parlarne fra un po'.

Ricordate, ogni scrittura in tutte le culture è iniziata come scrittura di immagini, geroglifici.

Così il testo scritto, quello a cui pensate nel momento in cui diciamo scrittura, è solo un aspetto subalterno di ogni tipo di testo, in quanto ognuna di queste icone o di queste idealizzazioni grafiche sottolineano il fatto che non sono ciò che sembrano. "Queste non sono religioni. Queste non sono persone."

Tutte queste immagini fanno uso di un famoso quadro di Renè Magritte che mostra una pipa con l'inscrizione che dice "Ceci n'est pas une pipe" (Questa non è una pipa).

Naturalmente non è una pipa vera. È vernice e tela che formano una immagine di un oggetto che è una pipa. Non è una pipa, ma un'immagine che rappresenta un oggetto reale chiamato pipa. Questi sono disegni e simboli che rappresentano qualcosa di più di semplici disegni. Sono immagini grafiche che convogliano informazioni e idee. Tutte le immagini grafiche convogliano informazioni e le parole sulla carta non sono altro che un sotto gruppo. E per capire ciò che vogliono dire si deve essere capaci di 'leggere' testi grafici proprio come si legge un testo scritto.

A questo punto vi chiederete " ... e allora?

Perché la cosa è tanto importante? Testi grafici e semplici immagini sono sempre ovvi, non è così? Si riconosce la differenza tra il simbolo internazionale dell'uomo e quello della donna. Non mi troverò mai in situazioni imbarazzanti nell'entrare nei bagni sbagliati in un paese straniero. Bè, come si vedrà tra brevissimo, il testo grafico è tutt'altro che 'ovvio'. Poi, per quanto riguarda il perché sia importante, le immagini sono come vediamo e percepiamo il mondo attorno a noi. La maggior parte dei nervi sensori del nostro cervello sono devoluti all'interpretazione del mondo visivo attorno a noi, molti di più di quanti non siano dedicati all'interpretazione auditiva del mondo. Comprendere come leggere immagini grafiche è importante perché le immagini hanno un grande potere su di noi, molto di più di quanto generalmente realizziamo. Pensate a tutto quello che è stato scritto sulla storia e sui retroscena degli eventi in Cina sulla piazza Tianamen nel 1989, ma a cosa pensano tutti quando sentono le parole "Piazza Tianamen?"

Quell'unica immagine di uno studente isolato immobile a bloccare la fila dei carri armati. Quell'immagine, nella nostra coscienza collettiva, sopravanza qualsiasi altra cosa sia stata scritta su quell'evento.

Il fatto è che una parte significante dell'informazione che si ottiene nella cultura moderna è visiva, informazione sotto forma di immagini grafiche. Mentre conoscete già l'importanza della lettura e di solito leggete molto più della media individuale del vostro paese, ottenete gran parte dell'informazione sul mondo esterno a voi dalla Tv (ed ora anche dai siti web). E nella Tv l'immagine è tutto. C'è un detto sui notiziari che fa, "if it blees, it leads" che vuol dire che se una storia è qualcosa che si può mostrare facilmente con le immagini (immagini che siano soprattutto violente e impressionanti) allora sarà una storia su cui ci si getterà la Tv. È per questo motivo che nelle Tv locali ci sono più storie su incidenti stradali o incendi spettacolari che cose meno visibili, come per esempio un cambiamento legislativo sulle assicurazioni sanitarie. Le cose che sono più importanti e significanti per la nostra vita non è detto che siano quelle che vengono filmate facilmente e quindi quelle non appariranno spesso in Tv. Nei notiziari Tv hanno bisogno di una immagine su cui farvi focalizzare mentre vi raccontano la storia. È per questo che fanno andare quelle immagini grafiche accanto all'annunciatore, per attirare la vostra attenzione.

Proprio per dare un esempio del potere delle immagini c'è un fatto classico riferito da Lesley Stahl su che cosa ha scoperto seguendo la presidenza Reagan. Durante la campagna presidenziale del 1984 fece un lungo servizio sul come la campagna di Reagan stesse usando immagini televisive per nascondere gli effetti della sua politica. Spiegava come nonostante il fatto che Reagan si fosse adoperato per tagliare programmi per l'educazione, gli anziani e gli handicappati, negli spot non perdesse occasione di mostrarsi all'interno di scuole per bambini neri, a capo delle cerimonie di inaugurazione di asili e a manifestazioni sportive per handicappati. Il servizio mostrava tutte queste immagini mentre Stahl con la voce fuori campo spiegava le contraddizioni tra l'immagine e la realtà. Era molto critica verso l'amministrazione Reagan e all'uso cinico che facevano di queste immagini durante la campagna. Si aspettava qualche sfuriata dalla Casa Bianca il giorno dopo, ma ciò che non s'aspettava era il fatto che il capo dello staff della Casa Bianca la chiamasse proprio dopo il notiziario per ringraziarla del servizio. Diceva che tutti i dirigenti più importanti della campagna l'avevano guardato e concordavano sul fatto che fosse un "grande servizio". "Scusi, ma dov'è lo scherzo?" chiese Stahl. "No, no, ci è piaciuto realmente," rispose il capo. "Cinque minuti di esposizione gratuita. Le dobbiamo molto." "Ma non avete sentito quello che ho detto?" chiese Stahl. "Nessuno ha ascoltato quello che avete detto," le rispose lui. "Voi gente di Televisione non l'avete ancora capito, vero? Quando le immagini sono potenti ed emotive scavalcano il suono. Lesley, voglio dire che nessuno è stato ad ascoltarla." In seguito testarono la cosa con un pubblico campione. Per prima cosa mostrarono il pezzo senza sonoro. Il servizio mostrava solo le riprese fornite dalla Casa Bianca: Reagan che stringeva la mano agli anziani, Reagan in piedi a salutare contro uno sfondo blu (appariva sempre così presidenziale contro uno sfondo blu), Reagan che tagliava il nastro di una inaugurazione. Una volta chiesto cosa avevano visto, tutti nel pubblico campione risposero che doveva essere una campagna pubblicitaria a favore di Reagan. Poi fecero rivedere il pezzo con il sonoro e così per il pubblico fu possibile ascoltare il commento di Lesley sulle immagini. Dopo di che gran parte del pubblico pensava ancora che si trattava o di uno spot o di notizie favorevoli all'amministrazione Reagan. Solo una manciata di persone del pubblico realmente aveva udito e compreso ciò che lei stava dicendo. Così Stahl imparò ciò che quelli delle PR di Reagan già sapevano: se le immagini contraddicono le parole la gente ignora le parole. Ecco quanto sono potenti per noi le immagini. Così per comprendere come interpretare il testo si deve conoscere come comprendere e analizzare il testo grafico assieme alle immagini. (L'aneddoto di Stahl è tratto dal libro Reporting Live di Lesley Stahl, 1999, pp. 209-11)

Per questo motivo oggi vi porteremo all'interno di una cultura dove l'immagine grafica è senza ombra di dubbio la forma dominante di testo, quella giapponese. (E come ha detto una volta il critico cinematografico Roger Ebert, "La cultura giapponese contemporanea è la cartina al tornasole della cultura statunitense del XXI secolo." Così vi conviene dare un'occhiata a ciò che sta per accadere...) Una delle prime cose che uno straniero nota nel visitare il Giappone è che tutti leggono fumetti o manga. Qui negli USA si vede gente d'affari che si dirige in centro nei bus navetta e legge il Wall Street Journal (altra forma di letteratura fantastica disconnessa dalla realtà, particolarmente la sua pagina degli editoriali, ma questa è un'altra lezione da fare un'altra volta). In Giappone tutta la gente di affari nelle metropolitane e sugli autobus andando al lavoro legge i manga. In Giappone i manga coprono all'incirca la metà della quantità di libri e riviste che si vendono ogni anno e, dato che ogni rivista di manga passa per le mani di tre o più lettori in media prima d'essere gettata via, ciò rende i manga il più grosso mezzo di comunicazione in Giappone.

Qui negli USA si è abituati ai comic book che escono all'incirca una volta al mese o ogni due mesi, e hanno di solito 24-48 pagine e costano tra i 2 e i 4 dollari (o di più, a volte). In Giappone la maggior parte delle riviste di fumetti (manga) esce settimanalmente, ha il formato di un piccolo elenco telefonico e costa, facendo un cambio approssimativo, sui 3 dollari e mezzo.

Perché questa differenza? Perché i fumetti là sono decollati per diventare la cultura dominante mentre ciò non è successo qui?

Sia negli Usa che in Giappone i manga e i comic book si sono diffusi tra i giovani negli anni post bellici, fine anni '40 e inizio anni '50. Negli USA, comunque, a seguito anche del giro di vite conservatore che è durato oltre la metà degli anni '50, i fumetti furono demonizzati come 'corruttori dei giovani' e accusati d'essere causa della delinquenza giovanile. (Questa crociata fu diffusa da un libro di successo scritto da uno psichiatra dal titolo Seduction of the Innocent che addossava ai fumetti tutta una serie di malattie sociali. In seguito risultò che la maggior parte delle analisi presentate nel libro erano errate; la crescita della delinquenza giovanile era causata da molti fattori, ma soprattutto dall'aumento del numero di bambini ed adolescenti causato dal Baby boom.) Come risultato si ebbe che l'industria editoriale si allontanò dai comic book. Molti abbandonarono i comics che stavano pubblicando e quelli che sopravvissero furono ripuliti in modo massiccio nei contenuti. Solo per dare un'idea di quanto siano caduti in basso i fumetti negli USA, all'inizio degli anni '50 c'erano all'incirca 5 copie di comic book a persona stampate in un anno. Nel 1980 c'è stata una sola copia stampata in un anno ogni 10 persone, un fattore di caduta della circolazione di cinquanta volte [Schodt, Dreamland Japan, p. 52]. I comic book non hanno riguadagnato mai la circolazione che avevano una volta negli USA e sono stati ghettizzati nella nostra cultura come una "cosa da adolescenti maschi", qualcosa a cui gli adulti non vogliono per nulla prestare attenzione. Solo per curiosità, qualcuno di voi è mai entrato in un negozio di comic book? Sono decisamente un bastione del regno adolescente maschile, anche se ultimamente la cosa sta cambiando col cambiare demografico dei lettori di comic book statunitensi e la quantità di lettrici e appassionate sta aumentando. (Le strisce, d'altra parte, sopravvissero come mezzo più mainstream in quanto avevano i quotidiani come sfogo e così possedevano un richiamo e un pubblico più ampio di quello dei comic book. Nessuno avrebbe preso con serietà dichiarazioni che affermavano che Pogo o Li'l Orphan Annie stessero 'corrompendo i nostri giovani'.)

In Giappone tutto ciò non accadde mai. Così man mano che i giovani lettori crescevano d'età, continuavano a voler leggere i manga, così l'industria editoriale creò nuove riviste con nuove serie di manga indirizzate a lettori più anziani. (Credo che questo sia quello che viene definito mercato verticale.)

Qui negli USA un ragazzino può essere interessato ad un dato titolo di fumetto per alcuni anni per poi "superarlo per età" e spostarsi verso qualcosa di diverso dai fumetti. In questo modo l'editore si trova di fronte al problema di costruirsi un pubblico completamente nuovo ogni tre o quattro anni. In Giappone, invece, il ragazzino si sposta semplicemente verso la rivista di manga più matura fra quelle che già fanno parte del portfolio editoriale cosicché l'editore ha un pubblico già fatto che gli resta fedele per decenni. In questo modo attualmente ci sono centinaia di riviste diverse di manga in vendita in Giappone, ognuna delle quali si rivolge ad una nicchia specifica di mercato basandosi sull'età e sul genere. Per di più, molte altre riviste che sono fatte essenzialmente di articoli scritti, includono un paio di manga a puntate ed è così che è iniziata Nausicaa, ma a questo ci arriveremo fra un po'.

Ho con me diversi manga per mostrare gli stili diversi e le storie differenti e sui come ognuno si indirizzi al proprio specifico pubblico. Il primo è Ribon, una rivista di manga indirizzata a ragazzi della scuola elementare e delle medie. Guardiamo la copertina e cosa vediamo? Prima di tutto i colori. Sono tutti pastello, colori che richiamano più le ragazze che i ragazzi. All'interno poi vediamo che anche le pagine sono colorate invece che essere bianche. Così invece di linee nere nel disegno su pagine bianche hanno linee del disegno porpora su pagine rosa. E noterete che ci sono pagine con colori diversi in ogni numero. Questo per distinguere una storia dall'altra.

Ogni numero contiene dalle dieci alle venti storie a puntate. La maggior parte dei lettori non le legge tutte ma ne legge una buona parte, all'incirca la metà. Un'altra differenza fra i fumetti giapponesi e quelli statunitensi sta nella vita della storia. Mentre la maggior parte dei fumetti statunitensi ha storie aperte che possono andare avanti all'infinito con differenti scrittori e artisti (Superman va avanti da sessant'anni), le storie dei manga giapponesi sono quasi sempre limitate in lunghezza. Anche se vanno avanti per anni, tutti i manga giapponesi alla fine terminano e la maggior parte ha un arco narrativo definito con un inizio, un centro e una fine. L'unica eccezione è rappresentata dai pochi fumetti costruiti da scenette umoristiche e quelli dove il personaggio principale ha un'avventura completa, la storia termina e poi dopo un po' torna con un'avventura completamente nuova. Il trucco con le riviste di manga sta nel fatto che le storie non terminano tutte assieme. Così il lettore inizia con una data rivista per leggere una storia, col passare del tempo rimane attratto da molte altre pubblicate dalla rivista, cosicché quando la storia con cui ha iniziato termina continuerà a leggere la rivista per seguire le altre.

Ecco due altri termini che dovete conoscere: shojo che significa "ragazzina" e shonen che significa "ragazzino". Così manga del tipo di Ribon indirizzati alle ragazzine si chiamano shojo manga. E qui c'è l'esempio di uno shonen manga dal titolo Weekly Shonen Sunday. Questo è indirizzato agli adolescenti, ragazzi delle medie e dei primi anni delle superiori. La prima cosa che si nota è che, come Ribon, è grosso, all'incirca come un piccolo elenco telefonico. Usa carta colorata per distinguere le diverse storie in ogni numero. Ma guardiamo al disegno e alle storie e vedremo qualche differenza significativa. La maggior parte delle storie di Ribon è rappresentata da storie romantiche e drammi domestici mentre le storie di Weekly Shonen hanno più avventura o sono storie d'azione. Ci sono racconti di sport, racconti di avventure storiche, alcune soprannaturali, ma tutte che hanno un richiamo particolare per lettori maschi adolescenti. L’altra cosa da notare, anche se non sapete leggere una parola dei caratteri giapponesi, è la differenza nello stile artistico. Negli shojo manga come Ribon anche se ogni storia è realizzata da un diverso artista, si può vedere che gli stili sono sempre molto simili, non riesci quasi a distinguere un artista dall'altro. Con gli shonen manga come Weekly Shonen si inizia a vedere una certa varietà negli stili. Hanno ancora l'aspetto da manga/anime ma si inizia a distinguere una certa differenza tra i diversi artisti.

Normalmente ogni numero di queste pubblicazioni viene passato tra amici e membri della famiglia, cosicché l'industria editoriale giapponese stima che ogni copia viene letta dalle tre alle quattro persone in media prima di essere buttata via. E loro le buttano. Prima di tutto perché non puoi conservare tutti questi elenchi telefonici settimanali in un appartamento tipico giapponese già di per sé stipato di cose. E poi noterete che sono stampati su carta di giornale riciclata di bassa quanta, a metà strada tra la carta di giornale e la carta che negli USA adoperiamo per gli elenchi telefonici. E se si vuole conservare una particolare serie? Bè, quelle più popolari sono ristampate in una serie di libri più piccoli chiamati tankoban. Qui ci sono solo gli episodi della singola serie e sono stampati su carta di qualità superiore. È una grossa convenienza di mercato per gli editori. Prima ti vendono la storia ad uscite settimanali con le loro riviste e poi ti rivendono la storia di nuovo in formato libro.

L'altro manga che ho qui è Hana to Yume (Fiori e sogni). È uno shojo manga indirizzato a ragazze delle superiori o del college. Di nuovo lo stile ha un aspetto "flessuoso" come un Ribon. Noterete qualcos'altro nello shojo manga, che i personaggi maschili hanno un aspetto bello quanto quelli femminili se non di più. Il fatto è tanto comune che ha un proprio nome, bishonen che significa all'incirca: ragazzo stupendo. Come per Ribon ci sono dei gadget nel manga: calendari, cartoline, adesivi etc, tutti con immagini dei personaggi dalle varie storie del manga.

Poiché è indirizzato ad un pubblico leggermente più adulto, le storie sono intricate, ma si tratta ancora soprattutto di storie romantiche e di relazioni.

Questo è Young Magazine, uno shonen manga indirizzato a ragazzi delle superiori e del college. Lo si può vedere anche dalla foto di copertina della ragazza attraente in bikini e dalle foto sue all'interno (ancora in bikini, non c'è altra concorrente). Di nuovo, poiché è diretta a lettori maschili, le storie presentano azione e avventura e potete di nuovo vedere che c'è più varietà nello stile del disegno rispetto allo shojo manga. Una cosa che qui potrebbe sorprendervi è che c'è un certo numero di storie romantiche. Qui negli USA tendiamo ad associare storie romantiche soprattutto con lettrici e spettatrici, ma in Giappone questo tipo di storie ha la stessa popolarità per entrambi i sessi. Che differenza c'è, allora tra una storia romantica shjjo e una Shonen?

Il genere del personaggio principale. Nello shonen manga la storia romantica viene più o meno sempre raccontata attraverso gli occhi del maschio e si focalizza soprattutto sui suoi sentimenti e sulle sue esperienze (per esempio Maison Ikkoku) mentre per lo shojo manga la storia si focalizza sul punto di vista del personaggio femminile (per esempio Marmalade Boy).

Abbiamo poi Lady's Comic You, un manga indirizzato a donne adulte, giovani donne single che lavorano e casalinghe tra i venti e i trent'anni. Sono le cose che più si avvicinano a ciò che indichiamo col termine dl soap opera. La maggior parte delle storie si focalizza ancora sul romanticismo e sui rapporti personali. Poiché si tratta di un pubblico adulto abbiamo anche un po' di sesso buttato qua e là. Nella prima storia vediamo una coppia in una scena sotto la doccia, ma è piuttosto pudica e oltre tutto si tratta di una coppia sposata così è tutto a posto. Poiché si tratta di un manga più maturo, solo ora iniziate a scorgere la varietà degli stili che abbiamo già visto in precedenza nei manga maschili, ma c'è ancora molto stile dall'aspetto flessuoso.

Guardiamo un manga maschile adulto, Action Weekly.

Questo personaggio in copertina è 'Lupin III'. È un ladro gentiluomo ed è uno dei maggiori personaggi dei manga dalla fine degli anni ’60. Lupin è un esempio del personaggio ricorrente in una serie di avventure che ho citato in precedenza. Negli anni '70 la serie è stata realizzata come anime per la Tv e vi ha lavorato Miyazaki, e ci sono stati molti film di Lupin (un po' come ci sono stati molti film di Star Trek) e Miyazaki fu notato seriamente la prima volta dal pubblico giapponese allorché ne diresse uno. (Ma di questo ne parleremo maggiormente più avanti.)

Anche se non sapete leggere la scrittura giapponese, si capisce un bel po' sulle cose che succedono in queste storie solo guardando le immagini. Ecco una storia di sport sul golf con personaggi dalle mascelle marcatamente squadrate disegnati in modo realistico. Questo dall'aspetto comico si può comparare alla vita e alle tribolazioni di un impiegato di un negozio di surgelati. Si vede che è comico dalla situazione e dall'aspetto più da cartone dello stile del disegno. Andando avanti si hanno commedie soprannaturali, un racconto ironico su uno yakuza (gangster) giapponese che è un tipo duro ma è completamente disarmato nei confronti della figlioletta in età da scuola elementare. E poiché è un manga adulto si trovano alcune storie con scene di sesso.


Un po' di storia

Quand’è che iniziano i “cartoon” o le rappresentazioni pittoriche? Per dire la verità, ne abbiamo fatti fin da quando abbiamo documenti. Le prime pitture murali sulle caverne di 20.000 anni fa probabilmente erano fatte per raccontare la storia delle cacce o i miti della gente che le fece. Di certo i geroglifici egiziani rientrano nel novero in quanto le forme iniziali erano delle semplici scene illustrate da racconti o storie. In Europa probabilmente il più noto tra i primi "cartoon" è l'arazzo di Bayeaux. È un lungo arazzo fatto per raccontare la storia della conquista Normanna della Britannia nel 1066. Si legge da destra verso sinistra ed è formato da una serie di scene individuali o pannelli che raccontano la storia in un ordine cronologico. Così è impossibile cercare di trovare chi o quale cultura fece il primo cartoon, tutti vi abbiamo fatto ricorso. La cosa migliore che possiamo fare e di cercare di trovare i primi esempi in giro per il mondo e mostrare come hanno portato a ciò che nel xx secolo chiamiamo cartoon o comics.

Le migliori introduzioni ai manga per un lettore di lingua inglese vengono da due libri di Frederik Schodt che trattano del soggetto: Manga Manga! The World of Japanese Comics (1986) e Dreamland Japan (1997). In questi libri si sottolinea la storia dei manga, mostrando come l'idea delle storie pittoriche abbia le sue origini nell'arte giapponese andando indietro nei secoli fino, almeno, ai tempi medioevali. Qui c'è un esempio più recente di una xilografia giapponese di "libro dei comici" che illustra la storia di un gatto e di un topo proveniente dal XVII secolo. Ma la forma moderna dei manga in Giappone ha inizio da una singola persona, un medico trasformatosi in artista dei comics nel Giappone seguente alla seconda guerra mondiale: Osamu Tezuka. Non è molto esagerato dire che da solo ha creato la moderna industria dei manga. Non è che sia molto sbagliato affermare che la vera ragione per cui i manga sfondarono in Giappone e i comic book qui non lo fecero fu per il fatto che loro ebbero Tezuka e noi no.

Tezuka era nato nel 1927 ed aveva iniziato con la medicina alla fine della guerra. Aveva intenzione di continuare con la carriera medica ma il suo cuore non era volto alla medicina e aveva iniziato a disegnare fumetti come lavoro extra. A causa della depressione economica postbellica ci fu un aumento di numero delle riviste a poco prezzo che erano stampate su carta riciclata a prezzo bassissimo. Nel 1947 iniziò la pubblicazione di una rivista del suo comic Shintakarajima ("La nuova isola del tesoro") distribuita nella sua città natale, Osaka. Fu subito avvicinato da molte grosse case editrici di Tokyo (allora come adesso il centro dell'industria editoriale giapponese) e fu assunto per creare comics per riviste per ragazzi. Per la metà degli anni 50 scriveva molte serie diverse di manga ed era tanto popolare che praticamente ogni altro artista di manga in ogni altra rivista giapponese copiava il suo stile. Per la fine degli anni 50 i manga rappresentavano oltre il 50% dell'industria delle riviste giapponese. Solo per dare un'idea della popolarità, Shonen Jump pubblica circa 4 milioni di copie alla settimana, all'incirca lo stesso numero di copie del Time Magazine che pubblica settimanalmente negli USA, ma il primo e per un paese con metà di popolazione.

Tezuka è considerate il dio del manga in Giappone e dopo la sua morte nel 1989 è stato costruito un museo nella città di Takarazuka (vicino ad Osaka) per mostrare le sue opere. Le esibizioni e le sue opere si possono vedere in un giro virtuale del museo nel sito dedicato all'autore. Naturalmente tutti i testi del website sono in giapponese, ma si possono seguire facilmente i link per vedere le gallerie che mostrano le foto della sua vita e gli esempi tratti da tutte le sue opere maggiori. Le poste giapponesi lo hanno onorato dopo la morte con questi due francobolli. Quello a destra mostra un'autocaricatura di Tezuka e quello a sinistra lo mostra con le sue creature più famose: Tetsuwan Atom (Astroboy), Ribon ni Kishi (Princess Knight), Blackjack il dottore e Jungle Emperor Leo (Kimba il leone bianco). Ognuno di questi iniziò come una serie Manga e alla fine lui stesso collaborò a trasformarli in serie animate per la televisione. Per questo Tezuka è considerato anche uno dei pionieri dell'industria dell'animazione giapponese.

Alcune delle sue opere animate sono state presentate negli Stati Uniti. Jungle Emperor Leo è stato doppiato in inglese e trasmesso per molti anni tra la fine degli anni 60 e l'inizio degli anni 70 in USA dalla NSC e poi nei circuiti locali col nome di Simba the White Lion. Ed è stato da questo lavoro di Tezuka che gli animatori Disney hanno preso "prestiti" allorché crearono Il Re Leone, e poi causarono un putiferio nella comunità dell'animazione (sia tra i professionisti che tra gli appassionati) rifiutando di ammettere il fatto. L'ironia della cosa sta nel fatto che lo stesso Tezuka era un grosso ammiratore di Disney e il suo stile si basava sui corti animati degli anni 30 di Disney e di Max Fleischer (l'animatore che creò Setty Soop). Tezuka idolatrava Disney e per caso lo incontrò una volta alla World's Fair di New York nel 1964.

Corse da Disney per fare le smancerie che facevano tutti i fan e rimase tremendamente commosso nello scoprire che Disney sapeva chi fosse lui. Disney disse che era rimasto impressionato dalla serie animata di Tezuka Astroboy (che era appena iniziata alla televisione statunitense) e che sperava un giorno di fare qualcosa di simile. [Per quanto riguarda la controversia Re Leone/Simba il leone bianco, si rimanda al saggio di Fred Schodt e al sito di Tomoyuki Tanaka]

Ho detto che Tezuka ha basato il suo stile sui cartoni di Disney e di Max Fleisher degli anni 30. Ed è da qui che proviene lo stile dei grossi occhi nei manga e negli anime. I cartoni degli anni 30 usavano grossi occhi perché era piò facile esprimere sentimenti ed emozioni con gli occhi grandi. Tezuka copiò quello stile che si adattò all'amore dei giapponesi per tutte le cose che sono kawaii (vezzose), cosicché tutti gli artisti di manga che vennero dopo di lui usarono anch'essi gli occhi grossi fino a che non divenne una cosa standard dello stile manga/anime. Ironicamente, col passare degli anni gli occhi dei personaggi animati della Disney si fecero sempre più piccoli (relativamente allo stile degli anni 30) fino al film La Sirenetta del 1989. Ariel ha gli occhi più grandi di qualsiasi altro personaggio della Disney degli ultimi anni e il design del suo personaggio fu fatto da Glen Keane, uno dei massimi animatori della Disney che era un grosso ammiratore di Miyazaki. Dopo La Sirenetta lo stile della Disney è tornato definitivamente allo stile dei "grossi occhi". Così vediamo come lo stile dei "grossi occhi" abbia seguito il cerchio completo, dalla Disney al Giappone e poi attraverso gli anime di nuovo alla Disney.

Pur svolgendo un ruolo importante nell'animazione, e comunque nei manga dove ebbe l'influenza maggiore. Non solo ha creato la moderna industria dei manga, ma furono creati da lui interi generi di manga. Princess Knight per esempio iniziò il genere dello shojo manga, particolarmente la tradizione del fumetto per ragazze dove l'eroina si assume il ruolo maschile di un cavaliere o di uno spadaccino e va incontro alle avventure (come vedremo tra poco). Per dare un'idea completa di quanto lavoro abbia fatto Tezuka nella sua vita ecco le cifre riprese dal libro di Fred Schodt:

Pagine di manga disegnate: 150.000

Titoli in formato economico: 400

Numero totale di titoli (serie): 500

Speciali Tv: 12

Serie Tv: 21

Lungometraggi per sale cinematografiche: 17

In Giappone viene ricordato soprattutto per le sue storie comiche e di avventure, ma l'altro contributo di Tezuka è stato quello di aver dato forma all'idea che il dramma serio e i temi adulti potevano essere raccontati sotto forma di manga. Fece una serie di storie impegnate che esploravano temi religiosi buddisti intitolata The Phoenix, fece una trasposizione fiabesca per adulti delle storie tratte dalle Mille e Una Notte sotto forma di manga ed ecco il primo volume della sua epica The Three Adolphs (I tre Adolf). Mentre lo stile appare come una versione a cartoni del 1930, la storia è mortalmente seria e segue le vite intrecciate di due giovani amici che vivono in un Giappone prebellico, uno è un ragazzo ebreo di nome Adolph e l'altro è un ragazzo mezzo tedesco mezzo giapponese che si chiama anche lui Adolph, e parla di come il loro mondo cambi allorché un terzo Adolph (Hitler) spinge il mondo nella pazzia. E questo fatto di sollevare il livello dei manga fino ad includere opere e temi seri per adulti è quello che in definitiva ha permesso che esistessero dei manga come Nausicaa.

Come ho già detto i manga popolari vengono poi trasformati in serie animate e in film in Giappone.

All'incirca il 90% di tutta l'animazione giapponese ha iniziato come manga (come, diciamo, Sailor Moon).

Ora, mentre la maggior parte delle persone negli USA non sa niente dei manga, molta gente ha qualche conoscenza dell'animazione giapponese, o anime come viene chiamata. Ma quel poco che conoscono è Astro Boy, Speed Racer e tutti quei cartoni porno sanguinolenti e ultraviolenti dei video. Per questo gli anime hanno una cattiva reputazione negli USA, tanto che alcuni negozi di video mettono l'etichetta "al di sopra dei 18" su qualsiasi video giapponese, anche se è qualcosa di innocuo come il film di Miyazaki per bambini My Neighbor Totoro. Ma non si possono descrivere tutti gli anime come violenti e pornografici più di quanto non si debbano etichettare come violenti e pornografici tutti i film di Hollywood. Ci sono molte altre cose negli anime. Ecco una lista che ho preparato coi miei amici dove sono citati alcuni dei generi maggiori all'interno degli anime assieme all'esempio di serie appartenenti a quel genere:

per bambini - Pokemon, Astroboy, Doraemon, Hello Kitty

storie di animali – What’s Michael (versione giapponese di Garfield)

classici della letteratura - World Masterpiece Theater Series (Heidi, Anne of Green Gables, Little Women, etc.)

azione - Gunsmith Cats, Lupin III

avventura - Nadia: Secret of Blue Water, Mysterious Cities of Gold, El Hazard

commedia - Ranma 112, Crayon Shin-Chan, Irresponsible Captain Tylor

supereroi - Sailor Moon, Magic Knights Rayearth, Guyver

sovrannaturale (avventura) - Blue Seed, Revolutionary Girl Utena, 3X3 Eyes

sovrannaturale (commedia romantica) – Ah my Goddess!, Video Girl Ai

dramma storico - Mysterious Play, The Hakkenden

science fiction - Starblazers (Yamato), Robotech (Macross), Galaxy Express 999, Nadesico, DNA2

arti marziali - Fist of the North Star, Dragonball Z

robot giganti - Gundam, Neon Genesis Evangelion, Gunbuster

androidi - Key the Metal Idol, All-Purpose, Cultural Catgirl Nuku Nuku

horror - Vampire Princess Miyu, Mermaid's Scar

fantasy (high) - Record of Lodoss War, Vision of Escaflowne, Heroic Legend of Arislan

fantasy (commedia) - Slayers, Tenchi Muyo

romance (adolescenti) - KOR, Maramlade Boy

romance (adulti) - Maison Ikkoku

sport - Yawara, Battle Atheletess, Slam Dunk, Touch

ragazze alla moda poco vestite che combattono il crimine (si, anche questo è un genere) - Cutey Honey, Dirty Pair

drammi in ambiente medico - Blackjack

storie di polizia - You're Under Arrest, Patlabor

epica - Wings of Honneamise, Legend of the Galactic Heroes

drammi per adulti - Only Yesterday, Grave of the Fireflies, Barefoot Gen

cyberpunk - Bubblegum Crisis, Ghost in the Shell

sex (softcore) - F3, Magic Twilight, New Angel

sex (hardcore) - Cream Lemon

sex and violence (hardcore) - Urotsukidoji

Il problema sta nel fatto che quando le compagnie occidentali iniziarono ad importare anime per il mercato video degli USA alla fine degli anni 80, i titoli più facili da vendere (e da doppiare) erano quelli ultraviolenti o i titoli porno. Nessuno si preoccupò di importare le soap opera per adolescenti. Per quelli non c'era mercato. Questo sta cambiando in quanto la base di appassionati per gli anime si è estesa e sempre più titoli mainstream sono entrati nel mercato. La maggior parte sono ancora titoli shonen, ma le compagnie statunitensi stanno iniziando ad importare anche alcuni dei titoli shojo. Sailor Moon è un esempio di uno shojo anime.

Ricordate che ho detto che Tezuka ha iniziato il genere dello shojo manga con Princess Knight?

Bene, Princess Knight negli anni 50 e 60 alla fine porta ad uno dei più popolari manga/anime di tutti i tempi in Giappone negli anni70, The Rose of Versailles (Lady Oscar) di Riyoko Ikeda. Narra la storia di Oscar François de Jarjayes, una giovane ragazza nella Francia pre-rivoluzionaria che viene cresciuta dal proprio padre (un conte) per essere un'esperta spadaccina. Diviene così brava che viene messa a capo della guardia reale che serve a proteggere Maria Antonietta alla corte di Luigi XIV. Si hanno così molti generi che si fondono, una donna che assume il ruolo sociale di un uomo nell'ordine sociale molto ordinato della Francia pre-rivoluzionaria, finendo con l'avere lei stessa grosse avventure romantiche (e in definitiva tragiche) nel corso della storia. I giapponesi ne furono voraci. E lungo la strada c'è una diretta discendente di The Rose of Versailles, uno dei maggiori successi degli anni 90 in Giappone: la serie televisiva Revolutionary Girl Utena. Il personaggio del titolo è Utena Tenjou, una ragazzina di 14 anni in una scuola privata giapponese. È un'orfana in quanto ha perso i genitori anni prima, ma al funerale un principe misterioso è apparso per darle un anello con un sigillo a forma di rosa e dirle di rimanere forte perché un giorno sarebbe tornato. Poi è scomparso. [Lungo sospiro romantico.] Non vi fa scoppiare il cuore? Suona come il classico romanzo d'amore, non è vero? Bè, non è vero. Invece di aspettare che il principe torni come farebbe ogni ragazza tradizionale, Utena decide di imitarlo. Inizia a vestirsi come un ragazzo, diventa atletica ed impara a tirare di scherma ed aspira ad essere il più possibile simile al suo misterioso principe. L'attrazione di questo spettacolo sta nella quantità di convenzioni dei racconti romantici e fiabeschi con cui questa serie imbottisce la testa. Nell'arrivare alla scuola scopre che c'è una società segreta nel consiglio studentesco dove i membri indossano lo stesso anello con il sigillo a rosa e duellano tra di loro per il possesso della "Sposa della Rosa", un'altra studentessa che si chiama Anthy Himemiya. Utena è trascinata in questi duelli perché disapprova che qualcuno "possegga" Anthy, così finisce con lo svolgere il ruolo del principe che salva la bella damigella in pericolo. Quello che mostro è un brano da uno degli episodi dove Utena combatte un duello contro Tougo, il capo del comitato studentesco, e perde nei suoi confronti perché lui la inganna facendole credere che fui potrebbe essere il suo principe misterioso e lei perde il proprio autocontrollo. Noterete che l'arena del duello è appesa nel cielo in cima ad una scalinata a spirale con un castello ingiustificato che fluttua al contrario sopra di essa.

Oh, e tutto questo si trova nella foresta misteriosa dietro la scuola e nessuno può vedere niente dal di fuori. Non fate sforzi a chiedervi su come può accadere tutto ciò. Ricordate, questa è una favola, non c'è alcun bisogno di spiegare tutto ciò.

Non è Bugs Bunny. E questo è il punto che volevo chiarire, quanto siano diverse le stilizzazioni degli anime da ciò che siamo soliti vedere nei cartoon statunitensi. Avrete notato come hanno montato le immagini, come hanno sovrapposto petali di rosa simbolici che fluttuavano nell'aria durante il duello, come usino angoli di ripresa della telecamera per accentuare l'azione, come il mostrare solo le ombre dei personaggi mentre combattono, come mostrino un'immagine ravvicinata del viso del presidente del comitato studentesco e si sentano i suoi pensieri come sfondo mentre si vedono piccole immagini dei due duellanti che combattono in primo piano. Noterete anche che il presidente del comitato studentesco, Touga, è un esempio classico del bishonen o "ragazzo splendido" di cui parlavo in precedenza. Le sue ciocche rosse sono più lunghe sia di quelle di Utena che di quelle di Anthy. Noterete anche che non appena l'azione si fa drammatica mostrano il personaggio gelato in una posa drammatica per molti secondi piuttosto che mostrarlo in azione. Questo succede per due ragioni. Per prima cosa è economica, in quanto permette allo studio di animazione di tracciare una singola immagina per l'azione piuttosto che le centinaia che occorrerebbero per animare i molti secondi del film. Per seconda, la convenzione di gelare un attore proprio nel momento dell'azione drammatica è qualcosa che viene dal teatro giapponese tradizionale, così è ciò che il pubblico giapponese si aspetta. Mette in mostra l'azione e la rende più eccitante. (Abbiamo fatto qualcosa di simile per anni qui negli USA (almeno fin dallo spettacolo televisivo degli anni 70 Six Million Dollar Man) dove le sequenze d'azione vengono girate il slow motion per raggiungere lo stesso effetto drammatico). Un altro motivo che qui si vede e che è molto comune negli anime è quello dei capelli nel vento a rappresentare emozioni o sentimenti significativi di una scena. Ciò è talmente comune che in uno dei film di Yamato (negli USA Starblazers) due personaggi se ne stanno seduti fuori sulla nave-spaziale in pieno spazio profondo. Nessuno dei due porta una tuta ed entrambi hanno il vento (nel vuoto?) che soffia nei loro capelli.

Così l'impressione totale che si ha nel guardare questa sequenza è quanto essa sia artificiale, teatrale, irreale e surreale. Anche se siamo abituati ad una certa dose di surrealismo nei nostri cartoon, ciò di solito accade solo in quelli comici (diciamo, per esempio, Road Runner). Nelle nostre animazioni più serie e drammatiche (diciamo La Bella e la Bestia di Disney) anche se il soggetto potrebbe essere fantastico (un principe trasformato in una bestia e dei candelieri che ballano) l'ambientazione e lo stile cerca di apparire realistico. Nella animazione statunitense (e nella gran parte dell'arte occidentale, in questo campo) l'artista si sforza di arrivare al realismo. Anche se il soggetto è fantastico si cerca di far sì che appaia autentico e reale per portarvi nella storia e per farvi dimenticare che sia una storia. Ma come sottolinea Antonia Levi nel suo libro sugli anime, Samurai from Outer Space, il realismo non è qualcosa che abbia lo stesso valore nell'arte asiatica di quello che ha nell'arte occidentale. Nell'arte asiatica l'estetica cerca di tenere l'osservatore ad un braccio di distanza per ricordare al lettore o allo spettatore continuamente che la cosa è artificiale, che è solo una storia. (Ricordate, "Questa non è una pipa".) Così in Utema, ci viene ricordato in continuazione che ciò non è reale, che è un'allegoria fantastica con il simbolismo completamente in primo piano invece che sullo sfondo. Ora, la maggior parte degli anime non sono così apertamente teatrali quanto Utema. Quando vedrete Nausicaa, vi accorgerete che avrà uno stile più vicino a quello di La Bella e la Bestia che a quello di Utema, ma vedrete che vi appaiono anche questi motivi stilistici.

E tutti questi discorsi sugli stili negli anime e nei manga portano ad una domanda che tutti si pongono o su cui fanno dei commenti allorché vedono per la prima volta un'animazione giapponese: "perché i personaggi non appaiono come giapponesi?"

Ora io trovo che questa sia una domanda proprio interessante, non tanto per ciò che ci si chiede, ma per ciò che non ci si chiede. Fermiamoci a riflettere un attimo.

Quanti di voi si sono mai chiesti o hanno sentito porre la domanda: "Perché Bart Simpson non ha l'aspetto di un anglo-americano?

Guardate a Bart. Quanti personaggi americani conoscete che sono gialli e hanno una testa squadrata e occhi che sporgono a palla a quel modo? Se ne conoscete qualcuna, probabilmente dovrebbero correre da un dottore, probabilmente hanno qualcosa di fatale!

Bene, naturalmente non ha l'aspetto di un tipico anglo-americano, non si suppone neppure che lo abbia. Ha l'aspetto di un personaggio di un cartoon. Ciò è spiegato molto meglio nello stupendo libro di Scott McCloud Understanding Comics.

Cloud aveva intenzione di scrivere un libro serio per spiegare la base complessa e sottile della teoria artistica e degli elementi grafici nei comics, ma si accorse che l'unico modo per spiegare realmente i comics era di farlo in forma di cartoon, e si può osservare qui nel disegno di McCloud, che un viso nei comics non è un viso reale, ma una astrazione grafica del viso umano reale, e che questa astrazione può passare per un ampio spettro che va dall'immagine molto sofisticata del viso sulla sinistra alla forma proprio semplice di un circolo con due punti e una linea sulla destra.

Ma anche il viso dall'aspetto più realistico nei comics non è mai un viso reale, ma una versione semplificata del viso umano e noi, come osservatori, dobbiamo fare un certo lavoro nella mente per interpretare come viso questa raccolta di linee. E noi siamo molto indulgenti su ciò che interpretiamo come viso.

Infatti McCloud ha tracciato una schematizzazione per classificare i visi dei cartoon che ha chiamato Picture Plane.

L'angolo in fondo a sinistra è etichettato Realtà ed è qui dove pone tutti quei cartoon dove lo stile è realistico e naturalista. Man mano che ci si sposta verso destra in basso diventano più stilizzati e astratti al punto da entrare nel regno del semplice testo scritto, cosicché McCloud etichetta questo angolo come Significato. Poi, mentre ci si sposta verso la punta, si trasformano in forme geometriche pure. In questo modo McCloud può classificare tutti i diversi stili di disegno nei comics, nei manga e nei cartoon a seconda di dove ricadono all'interno di questa piramide. Noterete che vi sono inclusi due personaggi manga che abbiamo già citato, Astroboy (numero 112) e Oscar di Rose of Versailles (numero 71). [Per inciso, chi volesse esplorare altre cose su Scott e sulle sue idee sui comics, si può visitare il suo sito, veramente interessante.]

Dunque, qui negli USA abbiamo avuto molte generazioni cresciute guardando personaggi dei cartoni che variano tra tutti i possibili aspetti, dal più semplice al più complesso.

Si guardino con attenzione i visi nell'illustrazione, chi conoscete che abbia realmente un naso a punta come quello di Mike Doonesbury o una mascella squadrata come quella di Dick Tracy? E non importa quanto semplici o complesse, quanto realistiche o caricaturali siano le facce, noi le interpretiamo tutte come "proprio come noi", in altre parole, anglo-americane. [Anche se non si è anglo-americani, ma si è cresciuti in USA, le si interpreta ancora come parte della cultura dominante, in altre parole anglo- americane.] Infatti nei comics e nei cartoon americani l'artista deve andare molto avanti nelle caricature per denotare che un personaggio sia qualcosa di altro che anglo-americano. Semplicemente assumiamo che quella di anglo-americano sia la "posizione di default" per ogni personaggio di cartoon che vediamo.

Permettetemi di farvi un esempio di questo fatto. Mentre assemblavo il materiale per questa lezione ho iniziato a pensare ad Arthur l'attuale serie animata sulla PBS. Arthur è un oritteropo antropomorfo in un quartiere di ceto medio e tutti i suoi amici sono altri animali antropomorfi (topi, conigli, scimpanzè, cani, etc.). Uno dei temi sotterranei dello spettacolo è la diversità e il fatto che tutte queste specie diverse possono vivere e avanzare assieme. Ma, appena ho iniziato a pensarci, ho realizzato che anche io pensavo a tutti questi personaggi come a degli animali anglo-americani. Ho iniziato a guardare lo spettacolo e ho provato ad immaginare qualche personaggio come ad un nero, o ad un asiatico o a un ispanico, e proprio non ci sono riuscito. Sotto a tutte quelle pellicce c'è ancora solo un gruppo di ragazzini bianchi di qualche quartiere suburbano della classe media.

Ora passiamo all'altra parte del pianeta, in un posto chiamato Giappone dove molte generazioni sono cresciute guardando figure di cartoni che hanno questo aspetto:

Ora, anche se questi visi appaiono diversi nello stile da quelli che siamo abituati a vedere, sono ancora riconoscibilmente visi umani. Vediamo ancora che coprono l'intera gamma dall'aspetto realistico a quelli con uno stile apertamente da fumetto fino a quello grottesco. Così un giapponese crescendo guarda a questi personaggi e li interpreta e li riconosce "proprio come noi", in altre parole asiatici.

Così il problema si pone quando si ha un personaggio che appare come questo:

Si tratta del personaggio di Satsuki dal film di Miyazaki My Neighbor Totoro. Se si mostra questa immagine ad un nativo giapponese, assumerà immediatamente che si tratta di un asiatico. Appare proprio come tutti i personaggi dei cartoon che hanno guardato da sempre, così è ovvio che deve essere una asiatica. Ma se si mostra questa immagine a qualcuno cresciuto negli USA, riconoscerà che mentre lo stile è leggermente insolito, non andiamo molto lontano nello stile di tutti i personaggi dei cartoon e dei comics con cui sono cresciuti, così è ovvio che lei deve essere anglo-americana. Per un osservatore statunitense "non appare proprio come un giapponese".

Una immagine, due osservatori, ognuno che porta con sé l'immagine del proprio retroterra e del proprio bagaglio culturale e tutti e due che arrivano a conclusioni diverse.

Ora iniziate a scorgere ciò che intendevo all'inizio di questa discussione quando dicevo che si deve essere cauti nel leggere i testi grafici?

Contrariamente alla credenza popolare, le immagini grafiche non sono ovvie per noi. Non solo è possibile male interpretare il testo grafico come si può leggere male un testo scritto, ma è più facile farlo perché le persone assumono che l'interpretazione che stanno dando è ovvia e per questo deve essere assolutamente vera.

Allora la risposta alla domanda sul "perché non sembrano giapponesi?" È un'altra domanda: "Perché dovrebbero farlo?". Non si suppone che appaiano giapponesi, devono apparire come dei personaggi di un cartone.


Hayao Miyazaki

Dopo avermi sentito parlare per quasi un'ora, probabilmente avrete deciso che io dovrei credere che i manga e gli anime sono la più grande fra le nuove forme letterarie fin dalla nascita del verso libero.

Sbagliato. La maggior parte dei manga e degli anime sono ancora confezioni di occhi zuccherini, pieni di linee narrative formulaiche e piene di cliché, che presentano personaggi stereotipati e idee senza immaginazione. In breve i manga e gli anime sono soggetti alia legge di Sturgeon quanto qualsiasi altro genere. Non avete mai sentito della legge di Sturgeon? Viene da uno scrittore di fantascienza americano, Theodore Sturgeon, a cui una volta fu chiesto cosa pensava della fantascienza del suo periodo. Rispose che il 90% era mondezza, ma poi che il 90% di ogni cosa era mondezza. Una legge tutt'altro che cattiva se ci si ferma a pensare alla attuale produzione di film, musica, televisione, arte e libri di successo.

Naturalmente questa definizione ha un corollario, che "nessuno può concordare su quale 10% sia la roba buona".

Bé, una cosa su cui tutti nella comunità degli anime e dei manga (sia creatori che fan) concordano è che il 10% della "roba buona" include le opere di Hayao Miyazaki.

Miyazaki è nato nel 1941 durante la guerra. Era il figlio del padrone di una fabbrica che costruiva punte per le ali degli aerei giapponesi Zero della seconda guerra mondiale. È cresciuto circondato dagli aeroplani il che spiega il suo amore per il volo. Per via delle buone condizioni della famiglia e grazie alla relativa ricchezza è cresciuto abbastanza tranquillamente e isolato rispetto alla guerra (qualcosa per cui in seguito si è sentito a disagio). La madre ha avuto una tubercolosi spinale ed è stata un'invalida per quasi tutta l'infanzia di lui, un'idea che riappare come un motivo in uno tra i più popolari dei suoi film, My Neighbor Totoro. Durante l'adolescenza si innamorò dei manga (si ricordi che questo accade durante gli anni 50 quando Tezuka fa scoppiare il boom dei manga) e poi cadde sotto l'incantesimo dell'animazione dopo aver visto alcuni dei primi film della Toei Animation Studios. Si iscrisse alla Gakushuin University e si laureò nel 1963 con una tesi in scienze economiche e politiche. Da qui andò a lavorare tra la truppa di animatori alla Toei Studio per realizzare spettacoli televisivi dove incontrò il suo mentore e futuro collaboratore Isao Takahata. Lavorò, tra gli anni 60 e 70, ad una grossa varietà di progetti e presso studi diversi su animazioni come Horus: Prince of the Sun (Il principe del sole) (Tv) 1965, Puss in Boots (Il Gatto con gli stivali) (film) 1968 e Flying Ghost Ship (film) 1969.

All'inizio degli anni 70 diresse una serie Tv popolare basata sui manga di Lupin III che ho citato in precedenza. Lupin segue le gesta di un ladro internazionale carismatico creato da un artista manga che si cela sotto lo pseudonimo di Monkey Punch. Dopo di ciò lui e Takahata lavorarono assieme di nuovo per due anni alla serie World Masterpiece Theater. Il World Masterpiece Theater è stata una tradizione della Tv giapponese per oltre trent'anni. Ogni anno si sceglieva un classico della letteratura infantile non giapponese e se ne faceva una serie di trenta episodi da mezz'ora. Per darvi un'idea della potenza di queste serie, la stagione più popolare di tutte si basava su Anne of Green Gables; attualmente più della metà dei visitatori al museo di "Anne" nella Nova Scotia in Canada sono turisti giapponesi innamorati della serie televisiva e quasi nessuno ha letto mai il libro. Le stagioni a cui ha lavorato Miyazaki furono quelle di Heidi (Svizzera) nel 1974, Dog of Flanders (fiammingo) nel 1975, 3000 Miles in serch of Mother (Italia) nel l976, Rascal the Raccoon (USA) nel 1977 e Anne of Green Gables (Canada) nel 1979. Durante questo periodo gli fu chiesto da parte della NHK (l'equivalente giapponese delta PBS) di sviluppare una serie di un anno basata sul libro americano The Incredible Tide di Alexander Key. (Key in America è più conosciuto per alcuni degli altri suoi libri fantasy per bambini, The Forgotten Door e Escape to Witch Mountain.) Miyazaki amplio e modificò enormemente il romanzo di Key su di un piccolo gruppo di sopravvissuti dopo una guerra globale ed una catastrofe ecologica e creò Future Boy Conan (Conan, il ragazzo del futuro) che fu dato nel 1978. Conan rimane una delle serie televisive di anime più seguite di tutti i tempi in Giappone e fu ampiamente messa in onda in tutto il mondo. (Per ragioni sconosciute è stato un successo tremendo in Arabia Saudita, e, naturalmente, non è mai stata trasmessa negli USA.) Con il successo negli anime televisivi, Miyazaki fu assunto per dirigere un film di Lupin. (I film di Lupin sono un po' come i film di James Bond o Star Trek qui da noi, ne esiste un'intera serie, ma variano ampiamente per qualità a seconda della storia e del regista di ognuno.) Nel 1979 Lupin III: The Castle of Cagliostro (Lupin Ill: il castello di Cagliostro) apparve nei cinema. Mentre fece guadagnare a Miyazaki molti più fan e fu indicato come il migliore dei film di Lupin, Cagliostro non fu un successo finanziario e per questo l'autore decise che era ora di fare qualcosa d'altro.

Tornò al suo amore per i manga e fu avvicinato dalla rivista mensile di animazione Animage che gli chiese se mai fosse interessato alla realizzazione di un serial manga mensile per loro. Accettò la proposta con l'unica condizione che il manga non venisse trasformato in un anime. Questa volta voleva essere libero di fare la storia manga che desiderava fare senza la paura di dover cambiare la storia per renderla più commerciale per una serie anime. Si aspettava anche che non sarebbe durata più di un anno o due, così non aveva idea alcuna su come sarebbe terminata la storia quando iniziò. Così nel numero di febbraio del 1982 di Animage apparve la prima puntata del manga Nausicaa of the Valley of Wind.

Noterete subito che qui lo stile è un po' più dettagliato di tutti gli altri manga che vi ho mostrato fino ad ora. Miyazaki pone una enorme cura non solo nel costruire una storia, ma anche uno sfondo complesso e dettagliato per mostrare il mondo in cui vivono Nausicaa e i suoi compagni. La cosa veramente sorprendente in questo fatto è che lo ha disegnato lo stesso Miyazaki.

La maggioranza degli artisti manga in Giappone ha molti assistenti che fanno la gran parte del lavoro artistico. Per quanto è stato possibile determinare, Miyazaki non ha mai usato neppure per una volta un assistente in nessuna parte del manga Nausicaa. Ho qui il numero di. Animage di agosto del 1984 che contiene una puntata di Nausicaa. Come potete vedere è una rivista di formato A4. Chi si è lamentato per lo sforzo visivo a leggere la piccola stampa nei libri può ora vedere come dovevano essere le dimensioni originali. In Giappone pubblicano un'edizione a formato originale di tutto il manga di Nausicaa. Si spera che un giorno facciano lo stesso qui da noi. L'altra cosa da notare è che mentre qui da noi si ha la storia intera (o almeno il primo quarto [L'autore fa riferimento all'edizione americana in quattro volumi. In Italia, attualmente la casa editrice Manga Planet sta pubblicando l'opera in sette volumi] in un volume unico, i lettori giapponesi devono digerirsi solo 16-20 pagine al mese.

Il manga ebbe molto più successo di quanto si era pensato. Solo dopo 8 puntate mensili l'editore di Animage gli andò a chiedere se poteva ripensarci sui fare o meno una versione cinematografica. Alla fine fu d'accordo, ma solo se lui poteva essere il regista e Takahata il produttore. Firmarono il contratto con una compagnia chiamata Topcraft Studio per fare l'animazione con Miyazaki come regista. (Una nota a lato, anche se la Topcraft era uno studio di animazione giapponese, Nausicaa fu il primo film che fecero che fu proiettato in Giappone. In precedenza tutto il loro lavoro era stato per la compagnia d'animazione statunitense Rankin-Bass e i film venivano distribuiti solo negli USA e in Europa. Le animazioni più conosciute della Topcraft negli USA sono The Hobbit e The Last Unicorn.)

Ma facendo un film non sarebbe riuscito a continuare la serie manga. Ecco una tavola che lui disegnò e che fu pubblicata su Animage in cui si annunciava la sospensione del manga.

La tavola si legge da destra dall'alto in basso poi dall'alto a sinistra giù verso il basso. (La traduzione è di Ryoko Toyama ed è, come lei afferma, affrettata e non curata, solo per dare l'idea generale e non il significato parola per parola.) Dunque, la prima vignetta è quella in alto a destra: ha luogo l'"anno precedente" è Miyazaki che sta pensando "Voglio fare un film." e ci sono delle voci tutto attorno che dicono cose come "Miyazaki ha detto tante cose, ma non quella di fare un anime." ."Non farai più qualche anime?" "È giunto il momento della nuova generazione di animatori" "Ancora non hai finito quel manga?"

Si passa all'immagine sottostante e Miyazaki è molto colpito da questi commenti mentre qualcuno fuori scena (presumibilmente la moglie) dice, "Ti sta crescendo la pancia."

La tavola in basso a destra mostra Miyazaki che si incontra con i finanziatori economici della Tokuma Publishing (i tizi che tirano fuori i soldi per Animage e Studio Ghibli) e dice: "Volete dire che avete deciso di investire i soldi [nel suo film]?!?" "Bè, ma... volete dire che... devo fare il manga ed anche il film, tutti e due allo stesso tempo?"

Sinistra in alto, Miyazaki fuma e si preoccupa mentre si ricorda di tutte le cose che ha detto in passato: "Non sto scrivendo Nausicaa per trasformarla in un film!" "I manga e l'animazione sono due cose differenti!" Nel frattempo i suoi amici gli sono dietro e dicono cose come: "Fermare il manga è da irresponsabili, anche se non mi interessa perché non lo leggo" "È ancora troppo presto, non sappiamo ancora neppure come sia la storia." Nel frattempo lui si preoccupa della mancanza delle "tre S": Staff, Stamina, Schedule (organico, resistenza e programmazione).

Infine in basso a sinistra del pannello si inchina molto profondamente al lettore per scusarsi: "Mi spiace. È totalmente impossibile per me fare il manga e l'anime allo stesso tempo. Per favore, fatemi sospendere il manga." E si vede la bottiglia, il torsolo di mela e il tampone che i lettori gli lanciano.

Ecco un diagramma che ho messo assieme per mostrare la storia della carriera di Miyazaki dal 1982 quando ha iniziato il manga di Nausicaa fino a quest'anno (1999). Man mano arriverò ai punti principali, ma la prima cosa che voglio far notare sono le barre nere. Mostrano i periodi in cui il manga di Nausicaa veniva pubblicati tra i progetti di film. In tutto gli ci vollero quasi tredici anni di prendi e lascia nella pubblicazione per terminare finalmente l'intera saga! Non è che i lettori fossero stati sempre d'accordo con questi stop. Quando si arrestò per fare il film di Nausicaa lasciò i lettori col fiato sospeso proprio mentre Nausicaa era stata inghiottita da uno dei grossi insetti. Durante la lavorazione del film Animage pubblicò un'altra tavola disegnata da Miyazaki.

In alto a sinistra si vede un insetto gigantesco con Nausicaa nella sua bocca. L'insetto chiede: "Per quanto tempo devo restare così? La mascella mi sta incominciando a far male." E una Nausicaa annoiata risponde: "Vallo a chiedere all'autore..."

Nella tavola in alto a destra si vede Miyazaki che sta lavorando febbrilmente (fumando quattro sigarette) e pensa a cose tipo: "Storyboard", "Datemi più tempo", "Limite al mio talento".

Al di sotto nella tavola un membro dello staff arriva e lascia cadere tutte le lettere dei lettori di Animage su di lui mentre dice "Lettere ad Animage".

Al centro si vede Miyazaki (coi coltelli dei cartoni animati che spuntano dalla sua testa) che legge le lettere che dicono: "Irresponsabile!", "Non andrò a vedere il film!" "Non fermarti a metà [del manga]!", "Smetti di lavorare al film!", "Muori!"

In basso a sinistra Miyazaki grida come un pazzo "Morirò!" "Ammazzatemi!", "Storyboard!" "Ferma il manga!" Nel frattempo sullo sfondo l'impiegato di Animage guarda il lettore e dice "È impazzito. Per un po' lasciatelo stare."

Ora naturalmente come avrete notato, il vostro volume termina con la parola "continua". Questo perché qui avete solo il primo quarto della saga, se volete sapere come va a finire non dovete far altro che tirare fuori 60 $ per andarvi a comprare gli altri tre libri nella serie. Ma ciò che avete qui era ciò che all'incirca Miyazaki aveva fatto nel momento in cui si fermò per fare il film. La sua intenzione era di far coincidere il film con questa storia, ma dato che era un film, non poteva proprio lasciarlo in sospeso allo stesso modo, doveva in qualche modo concludere la storia. Così dovette rifare la storia per "forzarla" ad un finale.


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