Maurizio Carità
Una nota autobiografica
Sono nato a Milano nel 1961, ma nel '65 mi sono trasferito a Roma, dove ho vissuto i diciotto anni della mia formazione. Sin da bambino ho avuto una spiccata passione per il cinema di fantascienza: trascinavo mia madre a gustare perle come i film della ToHo (Godzilla, Gamera, Rodan, Mothra e compagnia) che pretendevo di guardare almeno due volte di seguito...
Poi la folgorazione. Non ricordo in che anno (ma dovevo essere ancora molto piccolo, perché la Rai trasmetteva programmi sperimentali per il secondo canale), in occasione della Fiera di Roma trasmisero di mattina e solo per il Lazio Ultimatum alla Terra. Ricordo l'emozione provata durante le scene in cui Gort mostra alla donna terrorizzata l'interno della nave, in quei toni di grigio cui la televisione ci aveva abituati... ma no, erano diversi, usati con grande sensibilità drammatica: il bianco e nero consapevole di essere tale. Un brivido mi percorse la schiena. C'era di più. Esisteva un mondo di concetti, idee, immagini, pronto ad affascinarmi. Con la tranquillità di chi ha davanti a se tutto il tempo di un bambino, mi avventurai all'esplorazione di quel mondo. Di quel periodo ricordo sale cinematografiche, poltrone, schermi, ma anche pubblicazioni, fumetti, saggi, sceneggiature... Assimilai tutto, con l'efficienza di un Borg.
Durante un'edizione del Salone della Scienza e della Tecnica all'Eur, mio padre e io assistemmo alla proiezione in anteprima di una pellicola di fantascienza: 2001 odissea nello spazio. Uscii in trance. La locandina che ci diedero in quell'occasione (deve essere ancora da qualche parte, a casa mia), spiegava come questo film venisse ritenuto il più vicino per temi e trattazione alla narrativa di fantascienza.
Un libro di fantascienza... un film letto e riletto, con tempi più dilatati e personali. Doveva essere un'esperienza appassionante. Così acquistai il mio primo Urania, una raccolta di racconti non memorabile (ma che finii in un fiato e rilessi varie volte). Poi il mio primo Oscar Mondadori: Fahrenheit 451. Qualcosa si accese, e non si spense più.
La fantascienza cinematografica e letteraria: due delle mie passioni.
Che sono molte, in particolare la musica (moltissima e la più varia), il cinema e la letteratura in senso più ampio.
Fra i miei autori preferiti nella fantascienza scritta: Dick, Sturgeon, Sheckley, Ballard, Robinson, Bear, Morrow, Banks; ci sono così tanti libri nella mia vita... le opere cyberpunk, cruciale nodo generazionale, mi piacciono con lo stesso criterio di quelle appartenenti agli altri filoni: solo quelle più significative.
Nel cinema sf le mie guide spirituali sono Jack Arnold e Stanley Kubrick, e apprezzo molti altri registi: impossibile citarli tutti. Lo stesso vale per il cinema mainstream, ma Woody Alien ha un posto speciale nel mio cuore.
Diplomato allo Scientifico, mi sono iscritto a Lettere e Filosofia, poi mi sono diplomato Programmatore di macchine IBM. Allo stesso modo ho fatto molti lavori: mi piace cambiare, so che professionalmente non mi porta da nessuna parte ma non posse farci niente.
Lo stesso vale per il luogo di residenza: dall'83 ho traslocato cinque volte; da Roma al Piemonte, poi in Toscana. Nel Chianti, dove ora vivo in un piccolo borgo medievale di nome San Gusmè nella campagna senese.
Diciannove anni fa ho conosciuto Silvia e due anni dopo abbiamo cominciato a vivere insieme. La nostra Francesca ha solo sei anni ed è un'astigiana che aspira la 'c' dura...
Una sera, a Piacenza, io e Silvia eravamo a casa dell'amico Gianni Montanari insieme a Wanda, Laura e Massimo. A un tratto Gianni mi chiese: 'Pensi di saper tradurre fantascienza?' Era una domanda che non mi era mai posto. Così andai nel palazzo di vetro a trovare Marzio Tosello, che mi diede un paio di racconti come prova. L'esito fu positivo e cominciai a tradurre fantascienza e fantasy per Mondadori.
Sono stato traduttore dall'89 al '93.
Verso la metà degli anni Settanta, sempre a Roma, non perdevo un solo film delle rassegne di fantascienza al Planetaria e al CineClub Tevere. Luigi Cozzi introduceva le pellicole con la sua miglior voce 'da brivido'... ricordo le risate in sala quando parlava dei 'piselloni' protagonisti dell'Invasione degli ultracorpi.
Uscì Robot e fu di nuovo passione. Insieme ai racconti c'erano molte rubriche, una delle quali parlava di cinema. Nel numero 6, un certo Vittorio Curtoni, direttore della rivista, introdusse il primo volume della Storia del cinema di fantascienza di un certo Giovanni Mongini. Fu l'inizio della fine. Oggi questi due rispettabili signori mi hanno fatto dono della loro preziosa amicizia. Da qualche tempo, insieme a Giovanni, ho realizzato una Guida al cinema di fantascienza, sito attualmente fermo perché in via di rinnovamento presso fantascienza.com, il server che contiene, fra l'altro, l'ormai famosissima Delos di Silvio Sosio e Luigi Pachì.
Nel 1998, diventato responsabile della programmazione cinematografica del teatro comunale nel paese in cui abitavo, Castelnuovo Berardenga, ho organizzato il festival AlieNazioni, dove ho potuto riunire con immensa gioia e una punta di orgoglio molti degli amici cui ho accennato e conoscerne altri. L'idea era quella di farne un appuntamento annuale, ma impegni e problemi personali mi hanno ostacolato. Sarà particolarmente significativo organizzare una nuova manifestazione nel 2001... ci sto già lavorando, e sarà certamente più ambiziosa.
Il mio impiego attuale è quello di responsabile informatico presso un'associazione per l'arte contemporanea, Zerynthia; ma a suo tempo ho aperto e gestito un negozio di dischi e musiche alternative ad Alba (CN). Per non perdere il gusto, ho realizzato alcuni siti di carattere musicale:
- The Fountain of Salmacis, dedicato alla musica di Peter Gabriel e dei primi Genesis
- Cirrus Minor, dedicato alla musica dei Pink Floyd
- Juke-box Multimedia, una sorta di video-jb che propone, periodicamente, spezzoni di filmati live rari a richiesta (ora tutti inattivi)
A questo punto, tanto vale inserire un link anche al mio Woody Alien QuickTime Vault, con materiale inedito su questo genio della cinematografia mondiale.
Come Massimo Pietroselli, detesto il plurale nelle parole inglesi, a cui aggiungo l'utilizzo gratuito e ridondante di barbarismi 'snob' nei discorsi. Come Nanni Moretti.
Testi in linea: "L'alieno nel cinema"
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