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di George Markstein e David Tomblin, 1° episodio di "Il prigioniero"


Il rumore di un tuono lancia il tema del titolo: un uomo in giacca scura senza cravatta si affretta verso di noi lungo un tratto di strada deserta. L'uomo che chiameremo "il Prigioniero" guida la propria Lotus 7 attraverso il traffico del centro di Londra entrando in un parcheggio sotterraneo dove prende un biglietto alla sbarra di ingresso. Lascia l'auto, passa attraverso una porta doppia indicata "USCITA" e percorre a grandi passi e in modo energico un lungo corridoio. Con un crescendo improvviso della musica dà un colpo ad un altro gruppo di porte doppie, entra nell'ufficio del suo capo e getta le proprie dimissioni sulla scrivania in una busta segnata con "Privata e personale - a mano". Nella furia con il pugno fracassa una tazza di tè.

Si rimette in viaggio attraverso il traffico, superando un carro funebre; vediamo una macchina da scrivere che applica una serie di X su una foto del Prigioniero; il carro funebre lo segue per le strade; un braccio robotico fa cadere la foto in uno degli schedari infiniti etichettati "Dimessi". Il Prigioniero parcheggia di fronte alla sua casa di Londra, entra ed inizia a fare le valigie per una vacanza. Ma è arrivato anche il carro funebre; emerge un impresario di pompe funebri e qualche attimo dopo del gas si diffonde attraverso il buco della serratura del Prigioniero. I grattacieli fuori della finestra oscillano davanti agli occhi del Prigioniero che cade sul suo letto.

Si risveglia in qualche modo stordito nella stessa stanza, ma quando solleva le serrande le torri di appartamenti sono sostituite da uno stupendo prato all'inglese pieno di fiori circondato da un'architettura barocca colorata in modo bizzarro.

Istantaneamente sui chi-va-là lascia la sua villetta a schiera, si guarda attorno, spia la torre di un orologio e la sale rapidamente. Non si sente altro che il vento e non si vede nessuno fino a che una cameriera non appare sulla terrazza di un caffè per aprire gli ombrelloni ai tavoli. La campana suona di colpo e il Prigioniero si affretta verso il caffè.

Cameriera: Apriamo fra un attimo.

Prigioniero: Che nome ha questo posto?

Cameriera: Siete nuovo qui, non è vero?

Prigioniero: Dove?

Inizia a seguirla attorno ai tavoli mentre lei sistema delle sedie. Dietro di loro un uomo con una tuta sta bagnando con cura il pavimento di piastrelle a scacchi.

Cameriera: Desidera fare colazione?

Prigioniero: Qui dov'è?

Cameriera: Il Villaggio?

Prigioniero: Si.

Cameriera: Guardo se è pronto il caffè.

Prigioniero: Dov'è la stazione di polizia?

Cameriera: Non ce n'è.

Prigioniero.: Posso usare il vostro telefono?

Cameriera: Non ne abbiamo nessuno.

Prigioniero: Dove posso fare una telefonata?

Cameriera: Bè, c'è una cabina dietro l'angolo.

Prigioniero: Grazie.

Si affretta a grandi passi verso la cabina che reca l'emblema di un velocipede con baldacchino in un cerchio assieme all'avviso "Per informazioni sollevare e premere".

Il Prigioniero solleva una strana cornetta senza filo a forma di L. Sente il suono della linea poi un bip seguito da una voce di donna.

Operatore: Il numero, per favore.

Prigioniero: Che centralino è?

Operatore: Il numero, per favore.

Prigioniero: Voglio fare una chiamata a ...

Operatore: Solo chiamate locali. Quale è il vostro numero, signore?

Prigioniero: Non ho un numero.

Operatore: Niente chiamate senza numero.

E torna il suono della linea libera. Girando attorno arriva ad una grossa mappa etichettata. con "Il Vostro Villaggio" su una bacheca che dichiara di offrire "Informazioni gratuite". Ci sono alcune dozzine di bottoni numerati accanto ad una freccia segnata con "Premere e scoprire". Appena preme il bottone "Stazione Taxi" si avvicina un taxi con baldacchino straordinariamente piccolo, guidato da una donna con una maglietta a righe.

Tassista: Dove si va, signore? Où désirez-vous aller?

Prigioniero: Mi porti nella città più vicina.

Tassista: Oh... siamo solo del servizio locale.

Prigioniero: Mi porti più lontano che può.

Si allontanano.

Prigioniero: Perché si è rivolta a me in francese?

Tassista: Il francese è internazionale.

Prigioniero: Suppongo sia una perdita di tempo chiederle il nome di questo posto.

Tassista: A dire la verità pensavo che fosse polacco o forse ceco.

Prigioniero: Che cosa ci starebbe a fare qui un polacco o un ceco?

Tassista: È un posto cosmopolita. Non si sa mai chi si può incontrare.

Dopo una distanza tutt'altro che lunga la conducente ferma il taxi.

Tassista: Glielo avevo detto che svolgevamo solo servizio locale. Il costo è di due unita.

Prigioniero: Unità?

Tassista: Unità di credito. Oh bè, mi pagherà la prossima volta. A rivedervi.

Nel dire "A rivedervi", forma un cerchio col pollice e l'indice (come un segno di OK di un subacqueo) e lo porta prima all'occhio e poi di nuovo verso il Prigioniero. Si allontana guidando lasciandolo fuori di un piccolo negozio con l'insegna "General Store" scritta coi caratteri apparentemente ubiqui nel Villaggio. Il negoziante, un uomo paffuto con grembiule e canottiera, sta parlando in modo completamente incomprensibile con una cliente. Nel momento in cui si accorge del Prigioniero s'arresta di colpo.

Negoziante: Vorrebbe prendere lei l'ananas. Signora?

Negoziante: Grazie. Buona giornata. A rivedervi.

Ripete il gesto della tassista; la donna esce.

Negoziante: Buon giorno signore. E allora cosa posso fare per lei?

Prigioniero: Vorrei una cartina di questa area.

Negoziante: Cartina? A colori o in bianco e nero?

Prigioniero: Solo una cartina.

Negoziante: Cartina ...

Si ferma a pensare dov'è che tiene una cosa di quel genere.

Negoziante: Ah. Bianche e nere...

Estrae una cartina da una dispensa.

Negoziante: Ecco qua, signore. Penso che troverà che indica tutto quanto.

La cartina è indicata "Cartina del vostro Villaggio". Il Prigioniero la apre; mostra il Villaggio circondato da "le montagne": non ci sono nomi geografici esterni.

Prigioniero: Io... io intendevo una cartina più grande.

Negoziante: Solo a colori, signore. Molto più care.

Prigioniero: Va benissimo.

Il negoziante gliene presenta una a colori inadeguata allo stesso modo. Presenta un foglio di carta molto più grosso che indica ancora solo "le montagne", "il mare" e "la spiaggia", assieme al titolo "Il Vostro Villaggio".

Prigioniero: Ehm, Non è ciò che volevo. Io volevo una... un'area più grossa.

Negoziante: No, abbiamo solo cartine locali, signore. Non c'è richiesta di altro. Siete nuovo del posto, vero?

Prigioniero: Dove posso trovare un'auto in affitto? Da guidare.

Negoziante: Nessun'auto da guidare. Solo taxi.

Prigioniero: Quelli l'ho provati.

Un altro cliente entra nel negozio.

Negoziante: Bene, spero di averla come cliente, signore. A rivedervi.

Di nuovo il gesto; il Prigioniero fa un'occhiataccia irritata. Il negoziante si volge al nuovo cliente.

Negoziante: Prego?

Non appena il Prigioniero ha lasciato il negozio un altoparlante poco distante entra in funzione con una breve musichetta. L'altoparlante ha un baldacchino colorato come qualsiasi altra cosa nel Villaggio. Si sente una voce gioviale di donna.

Altoparlante: Buon giorno a tutti. È un’altra splendida giornata.

Inizia una musica sciropposa e commerciale. Il prigioniero vede una cameriera che sbatte un piumino fuori della finestra della sua villetta e torna indietro di corsa. Si ferma solo un attimo alla vista della targhetta con baldacchino fuori della sua nuova casa; c'è scritto "6, Privato". La porta si apre e si chiude con un ronzio automatico; dalla finestra vede la cameriera che se ne sta andando. Sul tavolo c'è una bambola che tiene un biglietto col messaggio "Benvenuto nella sua villetta". Come fa per afferrare il biglietto, il telefono inizia a suonare rumorosamente. È un normalissimo telefono nero londinese degli anni sessanta, tranne che per il numero 6 al centro del quadrante analogico. Il Prigioniero risponde con cautela.

Operatore: Il suo è il numero sei?

Prigioniero: Si.

Operatore: Attenda un attimo, c'è una chiamata per lei.

Numero 2: Buon giorno a lei. Spero abbia dormito bene. Si unisca a me a colazione: Numero 2, la Cupola Verde.

Vediamo poi il Prigioniero che cammina con cautela per il Villaggio, accompagnato da una musica sciocca che ricorda le filastrocche infantili. Passa accanto ad un giardiniere che sta curando un cespuglio e arriva alla porta del Numero 2. Come suona il campanello la musica si arresta e risuona un gong paradossalmente ampio e profondo. La porta gli si apre automaticamente ed entra in un ingresso abbondantemente arredato. Un piccolo maggiordomo si inchina al Prigioniero e fa strada verso una porta doppia bianca ed elegante. Il prigioniero si avvicina, ma al di là c'è solo l'oscurità.

Di colpo si riversa la luce mentre una grossa porta di metallo scivola di lato automaticamente, rivelando un'immensa stanza circolare vuota tranne che per un risciò e una strana scrivania circolare al centro. Una sfera nera si solleva dal centro della scrivania e ruota sul proprio asse, rivelandosi come una poltrona che nasconde il Numero 2, un uomo con una sciarpa a strisce gialle e bianche.

Numero 2: Finalmente! Felice di vederla.

Il Prigioniero avanza e la porta in metallo si chiede scorrendo dietro di lui.

Numero 2: Venga avanti, venga avanti.

Il Prigioniero passa per una rampa poco profonda verso la stanza. Colori strani ballano e ruotano su uno schermo enorme ad una parete e c'è una strana piattaforma di luci sopra la scrivania del Numero 2.

Numero 2: Si sieda.

Si allunga col suo bastone snodabile (che è anche un ombrello richiuso) e preme alcuni dei molti interruttori alla sua scrivania. Un cerchio si forma sul pavimento accanto al Prigioniero e ne esce una sedia. Il Numero 2 ridacchia.

Numero 2: Mi scusi, non riesco a resistere. Spero non le dispiaccia una colazione di lavoro.

Colpisce leggermente col suo bastone un altro interruttore e un piccolo tavolo circolare appare dal pavimento. Nello stesso momento la porta di metallo si apre e il maggiordomo spinge dentro un vassoio da colazione. La porta si chiude immediatamente.

Numero 2: Te o caffè?

Prigioniero: Te.

Il maggiordomo ha appena posato una teiera sul tavolo.

Numero 2: indiano o cinese?

Prigioniero: Quello che è. Col limone.

Mentre parla il maggiordomo aggiunge una fetta di limone al te.

Numero 2: Quante uova con la pancetta, una o due?

Prigioniero: Due.

Il maggiordomo le scopre da un piatto.

Numero 2: Dovrebbe essere tutto.

Osservano il maggiordomo che spinge via il carrello.

Numero 2: Si faccia un toast.

Il Prigioniero si reca al tavolo, solleva il coperchio dell'altro piatto e all’interno vi trova le fette di pane per toast.

Numero 2: Suppongo che si stia chiedendo cosa sta facendo qua.

Prigioniero: È una curiosità che m'è venuta.

Rimette a posto il coperchio con rabbia.

Prigioniero: Che rappresenta tutto ciò?

La sedia torna ad uscire dal pavimento.

Numero 2: Si sieda e glielo dirò. Ha a che fare con le sue dimissioni.

Il Prigioniero sta passeggiando attorno al risciò. La poltrona del Numero 2 ruota attorno a sé stessa per seguirlo.

Prigioniero: Continui.

Numero 2: Le informazioni nella sua testa sono senza prezzo. Non credo che si renda conto che merce di valore lei sia diventato. Un uomo come lei varrebbe molto sul libero mercato.

Prigioniero: Chi mi ha portato qua?

Numero 2: Capisco ciò che prova, mi creda. E loro si sono comportati abbastanza autonomamente.

Prigioniero: Chi sono "loro"?

Numero 2: Un sacco di gente è curiosa su ciò che c'è dietro alle sue dimissioni. Avevate una carriera brillante. I suoi dati sono impeccabili.

Vorrebbero sapere perché di colpo vi siete dimesso.

Prigioniero: Quale gente?

Numero 2: Per quanto mi riguardo io ci credo alla sua storia. Non penso sia stata una questione di principio. Ma, ehm, ciò che penso io non è che abbia molta importanza, non è vero? Si deve essere sicuri riguardo a queste cose.

Il Prigioniero ha completato il giro attorno alla stanza ed ora è di nuovo faccia a faccia col Numero 2.

Prigioniero: E questo le dà il permesso di ficcare il naso nei miei affari personali?

Numero 2: Si calmi. Il controllare i suoi motivi rappresenta il mio lavoro.

Prigioniero: Sono stato controllato!

Si allontana di nuovo con rabbia.

Numero 2: Naturalmente, ma quando un uomo sa tutto ciò che sa lei, un doppio controllo non fa male. Ci può essere qualche dettaglio che è andato perso.

Prigioniero: Non so chi sia lei o per chi lavori... e non mi interessa, me ne sto andando.

Si incammina sulla rampa che conduce alle porte metalliche. Gli si aprono e chiudono in faccia. La poltrona sferica del Numero 2 discende leggermente, permettendogli di alzarsi in piedi. Poggia il bastone sulla scrivania.

Numero 2: Ancora non ha realizzato che non c'è via d'uscita? Ora guardi, ho qualcosa che dovrebbe interessarla...

Solleva una cartella dalla scrivania e la apre. Una musica sinistra spunta dal nulla. I colori danzanti sullo schermo alla parete cambiano di botto in una serie di diapositive: fotografie del Prigioniero da neonato. Il Prigioniero gli toglie la cartella e gli dà una scorsa con evidente preoccupazione.

Numero 2: Oh, faccia pure!

Le foto sulla parete sono sincronizzate con le pagine scorse dal Prigioniero. Ci sono immagini di lui a scuola, sotto le armi e...

Numero 2: Un giorno molto importante... ricorda? Pronto per incontrare Chambers, sul punto di abbandonare il Foreign Office.

Appaiono delle foto del Prigioniero che si alza di mattina.

Numero 2: Speravate, ehm, di persuaderlo a cambiare idea prima che i ragazzotti lo scoprissero. Aspettaste e aspettaste, ma lui non si fece vedere.

Si vede il Prigioniero che attende sotto la pioggia e che poi si presenta ad un albergo. Hanno anche sue foto mentre sul letto d'albergo legge un dossier.

Numero 2: Un bravo ragazzo, Chamber, è così rigido!

Il Prigioniero chiude di colpo la cartella.

Numero 2: come può vedere non c'è molto che non sappiamo di lei, ma si desidera conoscere di tutto. Per esempio, si ricorda di quella volta che è tornato da Singapore? Cambiamento del clima, si sentiva un po' scosso. Vi stava venendo un raffreddore... siete uscito dalla telecamera con uno starnuto.

Le diapositive mostrano il Prigioniero con un fazzoletto al naso.

Numero 2: Decidendo di prendersi una vacanza.

Il Prigioniero viene mostrato con diverse espressioni pensose.

Numero 2: Ora, dove potevate andare? Irlanda? Un po' troppo freddo per quel periodo dell'anno. Parigi! Forse no. Che è stato?

Alcune delle foto successive mostrano il Prigioniero che guarda fisso nella telecamera nascosta, altre lo mostrano con le spalle ad essa.

Numero 2: Sembrava un click. Qualcosa nello specchio? O era là? Si, anche là.

La successione di diapositive si ferma di colpo.

Numero 2: Come ho detto, si vorrebbe conoscere ogni cosa. Per esempio non avevo idea che le piacesse il te col limone.

Il Prigioniero sfoglia la cartella.

Prigioniero: Manca la mia data di nascita.

Numero 2: Bè siete qua. Ed ora veniamo ad oggi.

Prigioniero: Quattro e trenta del mattino, diciannove marzo del 1928. Non ho niente da dire. È chiaro?

Butta la cartella a terra.

Prigioniero: Assolutamente niente.

Numero 2: Ora siamo ragionevoli, vecchio mio. È solo una questione di tempo. Prima o poi me lo dirà. Prima o poi vorrà farlo. Facciamo un patto. Lei collabora, ci dice quello che vogliamo sapere e questo sarà un posto veramente felice. Le potrà essere data anche una posizione di comando.

Prigioniero: Non farò alcun patto con lei. Mi sono dimesso. Non voglio essere costretto, schedato, stampato, incasellato, aggiornato o numerato. La mia vita è la mia.

Numero 2: Ne è sicuro?

Prigioniero: Certo. Non mi terrete.

Si dirige di nuovo verso la porta, ma si arresta.

Numero 2: Non la terremo? Lasci che le mostri che ci riusciremo.

Raccoglie con una mano la cartella e con l'altra il bastone.

Numero 2: Venga, glielo mostro. Potremmo riprendere la cosa dopo.


Ciò che vediamo poi è un elicottero che si solleva. Il Numero 2 e il Prigioniero sono seduti dentro, indossano delle cuffie. Il piccolo maggiordomo si trova al posto di guida.

Numero 2: Mi riceve?

Prigioniero: Forte e chiaro.

Volano in cerchio sopra al Villaggio. È un posto straordinario, palazzi bizzarri ma eleganti in un'atmosfera da spiaggia.

Numero 2: Un posticino proprio delizioso, non è vero? Quasi un mondo in sé stesso.

Prigioniero: Mi mancherà quando me ne sarò andato.

Numero 2: Oh, col tempo ci si affezionerà. Qui abbiamo tutto: acqua, elettricità…

Indica in basso.

Numero 2: Là c'è il palazzo comunale, abbiamo un nostro consiglio comunale, eletto democraticamente. Lo usiamo anche per incontri pubblici, realizzazioni teatrali dilettantesche...

Prigioniero: Affascinante.

Numero 2: Si, veramente. C'è il ristorante... Ma lo sapevate che abbiamo un nostro piccolo quotidiano?

Prigioniero: Dovete mandarmene una copia.

Il Numero 2 ride con forza.

Numero 2: Mi farà morire. Abbiamo anche un nostro cimitero... ma credo che sarete maggiormente interessato al nostro, ehm, circolo sociale, credo.

Volano sopra la piazza principale, dove gli abitanti del Villaggio passeggiano con costumi colorati o guidano biciclette con baldacchino egualmente piene di colori.

Numero 2: Sono ammessi solo i soci, ma vedrò cosa posso fare per lei.

Prigioniero: Lei e troppo gentile.

Numero 2: Ora, se mai avesse qualche problema, c'è l'Ufficio del Cittadino. Fanno un lavoro meraviglioso. Tutti sono molto gentili. È possibile anche che incontri gente che conosce.

Il Prigioniero reagisce a quest'ultima frase con un semplice sorriso. L'elicottero atterra di nuovo sull'erba e i passeggeri scendono. Attraversano il prato della casa degli anziani, dove pensionati vestiti in modo sgargiante sono serviti ai tavoli con ombrelloni. Di colpo arrivano ad una barca di pietra ormeggiata sul limite dell'acqua.

È imbandierata con pennoni e cordame colorato e i pensionati la scalano faticosamente.

Numero 2: Forse riuscirà a vederne il lato buffo. Mi è stato detto che qualcuno ci prova anche il mal di mare.

Prigioniero: Come mai sono qui? Per il ballo di san Vito?

Numero 2: Mi fa piacere che le sia rimasto il suo senso dell'umorismo.

Sono i cittadini più anziani. Naturalmente hanno ogni comfort.

Tornano indietro sul prato verso la strada.

Numero 2: Può notare che si è seguiti qui... per tuta la vita. Un background brillante: vede quel signore anziano là? Ex ammiraglio. Un eccellente giocatore di scacchi

Prigioniero: Spero riesca a trovare un compagno.

Numero 2: Taxi!

Entrano in un taxi e sono condotti velocemente per le strade del Villaggio, un corno musicale strepita. Quando il taxi si ferma scendono e vanno per strade diverse. Il Prigioniero torna a dirigersi verso la piazza principale, arrivando nello stesso momento di una banda colorata che suona la Marcia di Radetzsky. Nota una statua particolare su un alto piedistallo che mostra Atlante che sorregge una grossa sfera bianca. L'altoparlante torna a suonare.

Altoparlante: Buongiorno a tutti, è un altro giorno stupendo. Per favore, prestate un attimo d'attenzione. Ci sono due annunci.

Con divertimento il Numero 2 si volta guardare a distanza il Prigioniero.

Altoparlante: Il gelato è attualmente in vendita per il vostro piacere. Il gusto del giorno è la fragola. Ora un avvertimento.

Il Prigioniero si volta a guardare ad uno degli altoparlanti mentre passa.

Altoparlante: C'è la possibilità di una leggera intermittenza nelle docce nella tarda giornata, Grazie per la vostra attenzione.

Il Numero 2 prosegue, così come il Prigioniero. Supera un'insegna con baldacchino che dice "Camminate sull'erba", sale un'ampia rampa di scalini e raggiunge un'area pavimentata che circonda un lungo laghetto con una fontana ad un lato. Il Numero 2, non visto, inizia a parlare attraverso un megafono.

Numero 2: Avanti, amico caro, non sia timido.

La strada del Prigioniero è bloccata da un velocipede. Un anziano gentiluomo in canottiera si avvicina dalla parte opposta, fa il gesto dell'"a rivedervi" e se ne va con il biciclo. É passato anche il piccolo maggiordomo con cappello da bocce e mantello con un enorme ombrello bianco e nero sopra la testa. Il Prigioniero fa un passo avanti. Una coppia anziana, vestita vivacemente, fa il segno dell'"a rivedervi" mentre passa. Si può sentire ancora a distanza la banda.

Coppia: Giornata stupenda!

Il Numero 2 viene mostrato su un'alta e bizzarra struttura con colonne che si affaccia sull'area della fontana. Ha ancora il megafono alla bocca.

Numero 2: Per tanto tempo non si sono accontentati. Ora non se ne andrebbero per niente al mondo.

Il Prigioniero risponde dalla distanza senza l'aiuto del megafono, ma il Numero 2 lo sente chiaramente.

Prigioniero: Vuole dire che li ha portati a pensare come lei?

Numero 2: Avevano una possibilità. Aspetti. Aspetti!

Al che tutto nel Villaggio si immobilizza. La banda smette di suonare e gli abitanti si incollano al terreno. Le uniche cose a muoversi sono il Prigioniero e il Numero 2...

Numero 2: Fermo!

... e una piccola palla bianca che saltella su e giù nel getto della fontana. Di colpo si gonfia fino a raggiungere proporzioni enormi ed emette un gemito tuonante basso e sinistro. Per qualche strano motivo, un ragazzo se ne sta in mezzo al lago, non bloccato. Piange a dirotto.

Numero 2: Fermo!

Il ragazzo scappa dal lago, girando attorno le braccia stese.

Numero 2: Torna indietro!

Ma il giovane continua a scappare. La grossa palla bianca di colpo vola verso di lui con un ruggito terrificante, lo inghiotte e lo soffoca. Lo vediamo urlare mentre muore all'interno della sfera. Il Numero 2 osserva con un'ombra di sorriso sul viso. Il Prigioniero si toglie dalla strada della palla gemente mentre rimbalza per il prato. Il Villaggio di colpo torna in vita.

Prigioniero: Quello cos'era?

Numero 2: Sarà spiegato.

Altoparlante: Chiamata per Numero 2... pronta per lei all'Ufficio di Collocamento.

Numero 2: A posto.

Il numero 2 sta parlando ancora attraverso il megafono. Si rivolge al Prigioniero che appare comprensibilmente confuso.

Numero 2: Venga amico caro, si tenga sulla sinistra. Ora diritto davanti a lei. Segua le indicazioni.

Il Prigioniero vede molti segnali lungo la propria strada: "Spiaggia libera" al lago, "Riparazioni" su un furgone con baldacchino, "Ufficio Informazioni Cittadini" e alla fine "Ufficio Collocamento". Il Numero 2 lo affianca.

Numero 2: Bè, le piace?

Prigioniero: Affascinante.

Numero 2: Finirà col piacerle.

Entrano nell'Ufficio di Collocamento.

Impiegato: Buon giorno, signore.

Numero 2: Buon giorno.

Impiegato: Sempre dritto.

Numero 2: Grazie.

Il Prigioniero si guarda attorno. Le pareti sono coperte di aforismi del tipo "Una lingua ferma rende felice la vita" e "Le domande sono un peso per altri, le risposte una prigione per sé stessi".

Entrano in una stanza circolare con archi per tutta la parete, una consolle di luci sul soffitto e una sedia e un tavolo quasi al centro. Il Direttore dell'Ufficio Collocamento, un uomo dall'aspetto felice e con indosso un completo, sta dietro ad una scrivania su cui c'è un gigantesco gioco di legno di incastri e perni.

Numero 2: Ah. Questo è il nostro nuovo amico.

Direttore: È tutto pronto, signore.

Si volge verso il Prigioniero.

Direttore: Per favore, vuole sedersi?

Non lo fa. Lo fa invece il Numero 2.

Direttore: Ora, prima di tutto, il test attitudinale.

Il Prigioniero va fino al tavolo, raccoglie un cilindro nero e lo lascia cadere in un buco quadrato dal cui lato si restringe un cerchio nero che afferra in modo preciso il cilindro. Ciò fa ridere il Numero 2 in modo deliziato.

Direttore: E ora il questionario. Metta semplicemente la propria razza, religione, interessi...

Inizia a giocare col gioco di legno facendo ruotare col dito gli incastri.

Direttore: ... ciò che le piace leggere, cosa le piace mangiare... ciò che eravate e ciò che desiderate essere... malattie familiari... interessi politici?

Il Prigioniero getta il gioco a terra. I pezzi vanno dappertutto. Il Numero 2 ha osservato lo scoppio d'ira con calma. Mette una cartella sul tavolo.

Numero 2: Non si preoccupi, può trovare qui tutto ciò che le occorre.

Il Direttore si muove carponi per il pavimento, cercando freneticamente di rimettere assieme il gioco. Il Numero 2 lo ignora.

Numero 2: Penso che abbiamo una sfida...


Il Prigioniero torna alla propria villetta, per trovarvi un'altra cameriera.

Prigioniero: Cosa fa qui?

Cameriera: Sono la sua cameriera personale. Mi ha mandato l'Ufficio di Collocamento.

Prigioniero: Hanno fatto un altro errore. Vada via.

Sorpresa e un po' scocciata esce dalla porta principale (che deve aprirsi da sola).

Un'intera parete della stanza di colpo scivola verso il soffitto rivelando nella sua interezza la nuova casa del Prigioniero. Una musica confortevole sta suonando da qualche parte. Il Prigioniero sale le quattro scale con nuovi tappeti e trova di nuovo immediatamente la bambola del "Benvenuto nella sua villetta". La musica esce da un apparecchio radio senza manopole sul caminetto. Entra attraverso un arco nella camera da letto dove controlla il guardaroba. É vuoto. Abbassa con successo il paralume di una lampada nell'angolo e dà un'occhiata al bagno (che ha una porta scorrevole).

Trova una cassetta di sicurezza nella parete della sala, la apre ed estrae un blocco notes. La prima pagina ha il titolo "Cose da fare oggi" e qualcuno ha scarabocchiato "Non dimenticare di mandare una nota di ringraziamento per i fiori al più presto". In un'altra parte della pagina, sotto "Annotazioni odierne" trova le parole, "Arrivato oggi, fatta una buona accoglienza.". Apre un cassetto e trova una "Mappa del Vostro Villaggio". É sempre quella mappa colorata che ha controllato al negozio. La rimette a posto e chiude di botto la cassaforte. In cucina trova una credenza completamente vuota, mentre un'altra credenza è piena zeppa di lattine di "cibi del villaggio", soprattutto "zuppa di piselli" e "spaghetti". Prende un paio di lattine e ascolta mentre le scuote.

La musica si sta facendo sempre più forte. Il Prigioniero getta le lattine e si avvicina alla radio. Fa avanti e indietro un paio di volte prima di voltare la radio (ha un altoparlante anche dietro) e buttarla a terra. La calcia e la pesta, ma la musica si rifiuta di smettere. É invece affiancata dalla voce dell'altoparlante:

Voce: Attenzione, reparto elettrico. Per favore presentarsi al Numero 6, dove occorrono delle riparazioni.

Il Prigioniero alza di colpo lo sguardo mentre entra qualcuno. É la cameriera.

Cameriera: Ho... ho dimenticato la mia...

Le urla da in cima alle scale.

Prigioniero: come si ferma questa cosa?

Cameriera: Non si può.

Prigioniero: Perché no?

Cameriera: É automatica.

Prigioniero: Chi la controlla?

Cameriera: Non ho i....

Prigioniero: Chi dirige questo posto?

Cameriera: Non lo so!

Avanza verso di lei.

Cameriera: È... è vero, io non lo so!

Prigioniero: Non ve lo siete mai chiesto? Non avete mai cercato di scoprirlo?... da quanto tempo siete qui?

Cameriera: Da quando mi ricordo.

Prigioniero: E i vostri genitori?

Cameriera: Sono morti quando era bambina.

Prigioniero: Non li ricordate?

Cameriera: Ho scoperto che è più saggio non fare domande. Abbiamo un adagio qui: "Una lingua ferma rende la vita felice."

Prigioniero: Qualcuno deve pur aver provato a scappare da qui. Quanti ci sono riusciti?

Cameriera: ... Non me lo chieda.

Prigioniero: È mai fuggito nessuno?

Cameriera: C'è chi ci ha provato. Li hanno riportati indietro. Non sempre vivi.

Prigioniero: Continuate. Di che avete paura?

Cameriera: Di niente.

Di colpo cambia d'umore e si dirige verso la porta.

Cameriera: Ho detto troppo.

Si guarda attorno...

Cameriera: A che ora domani?

... e di colpo inizia a singhiozzare.

Cameriera: Lo so cosa pensate di me.

Si siede e alza lo sguardo su di lui con aria d'implorazione.

Cameriera: Si metta al posto mio. In cambio mi hanno offerto la libertà.

Prigioniero: In cambio di cosa?

Cameriera: Di entrare in confidenza con lei. Farle aver fiducia di me.

E raccontare loro tutto di lei.

Prigioniero: E poi l'avrebbero lasciata? Ci crede? Con ciò che sa nella sua testa, crede veramente che l'avrebbero lasciata andare?

Cameriera: A questo non ci avevo pensato.

Prigioniero: Certo che no.

Cameriera: Devono farlo. Devono farmi andare. Se mi date qualche tipo di informazioni. Oh, per favore, aiutatemi!

Si alza in piedi.

Cameriera: Per favore, mi aiuti!

Prigioniero: Non ho bisogno di lei, domani.

Tagliamo di colpo su un'ampia stanza con un bilico ondeggiante al centro. Da una parte e dall'altra del bilico c'è seduto un uomo che guarda dentro uno strumento d'osservazione. È la Stanza di Controllo. Le pareti sono coperte di mappe della Terra e del cielo notturno. Un grosso sensore sferico e appeso al centro e diffonde una luce rossa. La conversazione del Prigioniero con la cameriera viene trasmessa su un enorme schermo nella Stanza di Controllo, dove un uomo dall'aspetto inquietante; completamente calvo, li osserva attentamente.

Prigioniero: Non dimenticate ciò per cui tornate.

Sullo schermo la cameriera lo fissa con apparente incredulità, poi si volta, solleva qualcosa e se ne va.

Nella Stanza di Controllo, il Supervisore calvo si avvicina al Numero 2 che sta appoggiato ad una scala.

Supervisore: È stata molto convincente. Sono sicuro che riuscirà a condurlo in porto.

Numero 2: Non è un uomo normale. Si doveva agire in modo del tutto diverso.

Supervisore: Sarebbe stato pericoloso.

Numero 2: Lei sa quanto sia importante.

Il Numero 2 esce dalle scale, lasciando il Supervisore a riflettere.

Nella sua villetta il Prigioniero guarda fuori di finestra ad un carro di "Riparazioni" col baldacchino che si sta avvicinando. Un attimo dopo entra uno strano individuo con la tuta.

Elettricista: Elettricista, signore. Mi scusi per l'invasione.

Prigioniero: Faccia con comodo. Perché guidate quelle cose?

Elettricista: Quali?

L'elettricista mette una nuova radio sul tavolo e gli dà un colpetto.

Prigioniero: I...

La musica torna a riempire la stanza.

Prigioniero: ... i trattori.

Elettricista: Sono solidi. Alla fine ti portano sul posto.

Prigioniero: Un po' lenti.

Elettricista: Se c'è un'emergenza andiamo a piedi.

Prigioniero: Io, em... credo che faro quattro passi.

Elettricista: Faccia pure.

Il Prigioniero non si muove, ma la porta gli si spalanca.

Prigioniero: A rivedervi.

Elettricista: A voi.

Lascia l'elettricista mentre sta riparando la radio rotta e va a fare un giro del Villaggio. Mentre lungo la strada si volta per satire una rampa di scale a chiocciola, passa un uomo in bici sotto un ombrello colorato.

Prigioniero: Giornata splendida.

Uomo: Ci saranno degli acquazzoni.

A metà della scala quasi va a sbattere con un giardiniere con un cesto di piante. Il giardiniere ha il viso identico a quello dell'elettricista.

Giardiniere: Attenzione, signore, sono piante delicate.

Prigioniero: Mi scusi...

Si fissano per pochi secondo in modo impacciato.

Prigioniero: ... arrivederla...

Lo vediamo poi emergere dal sottobosco, correre lungo una collina e poi scattare lungo un boschetto bizzarro pieno di busti in pietra spaiati su piccoli piedistalli. La grande palla lamentosa inizia ad avvicinarsi lungo la strada e il Prigioniero la evita nascondendosi in un cespuglio. Continua a camminare attraverso il boschetto senza accorgersi che le statue dietro di lui si voltano per osservarlo. Ogni sua mossa viene osservata dal Supervisore sul grosso schermo nella Stanza di Controllo. La luce lampeggia negli occhi dei busti. Il Prigioniero volta un angolo e scopre che la palla lamentosa e saltellante è arrivata prima di lui. Torna indietro di corsa oltre le statue dall'altra parte del boschetto, ma la sfera è già là. Nella Stanza di Controllo il Supervisore solleva verso la bocca un telefono a forma di L.

Supervisore: Attenzione postazione 14.

Il Prigioniero sta cercando inutilmente la via d'uscita.

Supervisore: Attenzione postazione 14, allarme giallo.

Qualsiasi strada segua, il Prigioniero finisce col ritrovarsi nella piazza del Villaggio.

Supervisore: Allarme giallo, allarme giallo.

Il Prigioniero è salito su una torretta che gli permette di vedere la spiaggia.

Supervisore: Lasciando ora il perimetro settentrionale... Numero 6, ripeto, Numero... 6.

Entrambi sono coscienti che un veicolo si è diretto alla spiaggia.

Supervisore: Si sta avvicinando... contatto imminente... contatto imminente...

Il Prigioniero salta giù da una roccia ed inizia a correre lungo la spiaggia. Il veicolo lo insegue tra la sabbia e lui alla fine inciampa e cade. Uno dei teppisti nel veicolo salta fuori per vederlo da vicino, ma il Prigioniero salta in piedi per abbatterlo con un pugno. Il guidatore del veicolo cerca di caricare il Prigioniero, ma lui fa un salto laterale e si mette a correre dietro al veicolo cercando di salire a bordo per sopraffare il conducente.

Supervisore: Area settentrionale... Numero 6 si dirige verso la zona esterna, in un nostro veicolo. Allarme arancio.

Ma il Prigioniero non è andato lontano che incontra l'inevitabile palla lamentosa. Si getta fuori del veicolo per evitala e scalcia disperatamente, ma rotola su di lui e lo ingoia. Il Prigioniero urla dentro la palla ed essa lo lascia andare. Cade a terra e rimane immobile. La palla rimane, osservandolo.

Supervisore: Allarme arancio, a tutte le unità.

Appare un'ambulanza mentre il Prigioniero inizia a muoversi. Viene sollevato in piedi e portato via.


Il Prigioniero si alza di colpo a sedere. È in pigiama in un letto d'ospedale. Una donna anziana è seduta in sedia a dondolo che fa la maglia. Lei getta un'enorme ombra incombente sulla parete dietro al Prigioniero.

Donna: Come vi sentite, figliolo? Avete passato una brutta esperienza.

Prigioniero: Dove sono?

Donna: Siete in un ospedale, figliolo.

Il Prigioniero fa per alzarsi.

Donna: Qua, non stancatevi.

Lei si alza.

Donna: Vado a dire al dottore che siete sveglio.

Se ne va in modo strano. La sedia a dondolo continua a dondolare da sola. Il Prigioniero pensa d'essere solo nella camerata fino a che non scorge un viso familiare nel letto vicino.

Prigioniero: Cobb...

Si alza dal letto e va accanto all'altro uomo. Parla con un sussurro.

Prigioniero: Cobb!

Cobb apre gli occhi per vedere chi è.

Cobb: Che fai qua?

Prigioniero: E tu?

Cobb: Non lo so... Non riesco a ricordare molto ...

Prigioniero: Da quanto tempo sei qua?

Il Prigioniero si guarda attorno nervosamente per vedere se qualcuno sta osservando. Cobb è completamente intontito.

Cobb: Tre... quattro settimane... mesi... È difficile da capire.

Prigioniero: Che ti è successo?... Che stanno facendo?

Cobb: Continuano a farmi domande. Vogliono sapere tutto di me.

Prigioniero: Glielo hai detto?

Cobb: No. Non lo so... sono tanto stanco... devo dormire...

Si volta di fianco, ma il Prigioniero lo afferra per i risvolti del pigiama.

Prigioniero: No, è importante! Chi t'ha portato qua? Come ci sei arrivato? Chi ti ha portato?

Cobb: Ero in Germania. Mi ricordo d'essere tornato all'albergo... sono andato in camera... penso d'essere andato a letto... poi ero qua.

Un dottore in camice bianco è entrato nella stanza senza essere visto dal Prigioniero.

Dottore: Cosa state facendo fuori dal letto? Dovreste riposare.

Il Prigioniero si solleva da vicino a Cobb per fronteggiare il dottore.

Prigioniero: Non ho niente.

Dottore: Forse no. Ma vorrei controllare per esserne certo.

Prigioniero: ... io sto bene. Voglio andarmene.

Dottore: Questo dovrei giudicarlo io. I post-effetti potrebbero essere spiacevoli. Vorrei essere tranquillo. Per favore venga con me.

Sorridendo gli allunga una vestaglia da camera. Il Prigioniero la prende.

Prigioniero: E se non ci venissi?

Dottore: È per il vostro bene. Io l'ho avvisata.

Prigioniero: ... molto bene.

Mentre indossa la vestaglia e segue il dottore fuori della stanza, Cobb li fissa con sguardo vuoto.

Dottore: Non c'è niente da preoccuparsi, sono solo analisi di routine.

Sono ora in uno dei corridoi dell'ospedale. Una porta con una finestra rotonda attira l'attenzione del Prigioniero. Dietro di essa vede un lungo passaggio inondato di luce rossa. Pazienti con la camicia di forza siedono immobili uno di fronte all'altro. La scena è totalmente bizzarra.

Dottore: Terapia di gruppo. Neutralizza gli effetti dei complessi di colpa ossessivi che generano nevrosi.

Come continuano lungo il corridoio un uomo pelato dall'aspetto da pazzo viene scortato con egli elettrodi impiantati per tutta la testa. Raggiungono la porta della Stanza degli Esami. Il prigioniero lancia uno sguardo verso la finestra della terapia di gruppo prima di entrare.

Dottore: Eccoci qua. Si sieda.

Prigioniero: Se accetto...

Dottore: Amico caro, se state bene non c'è ragione di tenervi qui.

Naturalmente se avrete una ricaduta dovrete tornare.

Il dottore è occupato a sistemare vari tipi di strumenti. C'è un paio di pantofole ai piedi del Prigioniero.

Dottore: Pantofole!

Prigioniero: Il mio numero?

Dottore: Naturalmente. Ora, si rilassi...

Abbassa un enorme pannello di luci, del tipo più comune in un teatro operativo. Il Prigioniero deve strizzare gli occhi per vedere.

Dottore: Ora,... un'occhiata al vecchio orologio...

Appoggia uno stetoscopio alle orecchie e posiziona la parte opposta sul petto del Prigioniero.

Dottore: Mi scusi.

Il Numero 2 è seduto nella sua sedia sferica ad osservare i procedimenti. È al telefono con qualcuno.

Numero 2: No, sta avendo le sue cure... Mh-hmm… No, certo che no. No, naturalmente non ci facciamo caso. Si deve essere sicuri su cose di questo tipo.

Il dottore sta battendo ora delle informazioni al computer. Il drive del nastro si mette in azione, le linee danzano su di un oscilloscopio ed emerge una scheda perforata. Il dottore esamina brevemente la scheda.

Dottore: Eccoci qua. Tutto è in ordine... state assolutamente bene.

Prigioniero: Allora?

Dottore: Gliel'ho detto. Siete libero di andare in mattinata. Le forniremo dei vestiti nuovi.

Il Prigioniero si alza dalla sedia.

Prigioniero: Che ne è stato dei vecchi?

Dottore: Sono stati bruciati.

Prigioniero: Perché?

Dottore: La riaccompagno nella sua stanza.

Apre la porta al Prigioniero. Fuori si può sentire il rumore delle risate da squilibrati dalla finestra della terapia di gruppo. Il Prigioniero guarda dentro. Le fila di pazienti in camicia di forza sono inspiegabilmente scomparse, ma in fondo al corridoio il calvo pazzo se ne sta seduto a farfugliare aspramente. Sembra che in qualche modo sia capace di controllare l'altezza di un piccolo oggetto rotondo che fluttua a mezz'aria di fronte a lui. La cosa più preoccupante è che indossa i vecchi vestiti del Prigioniero (tutt'altro che bruciati).

Dottore: Ah, progredisce sensibilmente.

Di colpo suona un campanello d'allarme e corrono verso la camera.

Dottore: cos'è accaduto?

Assistente: Il caso di amnesia, signore... Cobb... è saltato fuori della finestra. È morto!


È la mattina successiva. Un inserviente in camice bianco sta scortando il Prigioniero fuori dell'ospedale che si rivela assomigliante ad un castello medioevale.

L'inserviente ha un portafoglio da cui estrae varie schede tutte etichettate "6".

Inserviente: Ecco il suo libretto di lavoro, la sua carta di identità, il suo libretto sanitario, la sua carta di credito... e un viaggio gratuito fino a casa.

L'inserviente se ne va. L'elemento principale del nuovo vestiario del Prigioniero è una giacca nera con una guarnizione bianca. Indossa anche una polo, un paio di pantaloni fulvi e scarpe scure col fondo spesso e bianco. Sale su di un taxi in attesa e si disfa immediatamente dell'ombrello e della paglietta con cui era stato fatto uscire. Più significativamente, strappa via l'etichetta circolare sul risvolto della giacca che mostra il numero 6 al centro di una ruota di bicicletta più larga. Il Taxi si avvia ma il Prigioniero tira il freno a mano e arresta il viaggio ai piedi delle scale che portano alla Cupola Verde.

Sale di corsa le scale, attraversa la porta (che si apre senza che debba suonare), attraversa le porte bianche (che si aprono automaticamente), supera il maggiordomo, attraversa le porte scorrevoli (che sono già aperte) e scende la rampa per l'ufficio del Numero 2. La sedia sferica ruota, ma vi è seduto qualcun altro.

Prigioniero: Datemi lui.

Nuovo 2: Ho preso il suo posto. Sono il nuovo numero 2.

Prigioniero: Voglio il numero 1.

Nuovo 2: Per quanto vi riguarda, comando io. Cosa posso fare per voi?

Prigioniero: Cobb.

Nuovo 2: Ciò che facciamo qui deve essere fatto. È la legge della sopravvivenza, o loro o noi.

Prigioniero: Imprigionate le persone, rubate la loro mente, li distruggete...

Dietro di lui lo schermo non mostra altro che bolle color arancio che fluttuano.

Nuovo 2: Dipende da che parte vi troviate, non è così forse?

Prigioniero: Sono dalla nostra parte.

Nuovo 2: Allora dobbiamo scoprire quali sono le vostre simpatie.

Prigioniero: Le conoscete.

Il nuovo Numero 2 ha preso in mano la cartella del Prigioniero e ora sta leggendo il contenuto.

Numero 2: "Il soggetto mostra un grande entusiasmo per il suo lavoro. È completamente devoto e leale." Questo è un uomo che di colpo se ne va?

Prigioniero: E io non me ne sono andato. Mi sono dimesso.

Numero 2: La gente cambia, esattamente. Così come le lealtà.

Prigioniero: Non la mia.

Numero 2: Tutto molto encomiabile. Ma siamo pratici. A me interessano i fatti. L'unica possibilità che avete di uscire da qui è di darmene. E se non me li darete li prenderò io.

Il Prigioniero si volta per andarsene.

Numero 2: Sta a voi. Pensateci. Buon giorno, Numero 6.

Prigioniero: Numero cosa?

Numero 2: Sei. Per scopi ufficiali. Ognuno ha un numero. Il vostro è il numero sei.

Prigioniero: Non sono un numero, sono una persona.

Numero 2: Sei di uno, una mezza dozzina di un altro!

Il Prigioniero sale a grandi passi la rampa, ma le porte non si aprono.

Numero 2: Buon giorno!

Il Prigioniero si volta per spiegarsi, ma il Numero 2 ha sollevato un telefono e vi sta dettando dentro.

Numero 2: Rapporto sul Numero 6. Classificazione normale.

Le porte si aprono al Prigioniero, ma questi attende.

Numero 2: All'arrivo il soggetto ha mostrato sintomi di shock seguiti da schema di comportamento accettato.

Il Prigioniero se ne va.

Numero 2: Da allora è stato non cooperativo e apertamente aggressivo. Ha tentato la fuga. Soggetto dimostratosi eccezionalmente difficile, ma in vista della sua importanza da non usare ancora nessuna mirura estrema.


Di nuovo nella sua villetta, il Prigioniero sente ancora una volta la marcia di Radetzky. Apre una finestra e si affaccia da un balconcino. La banda sta passando piena di colori... con una cassa in un carro funebre vistoso. È il funerale di Cobb. Le persone in "lutto" portano come indicazione ombrelli neri. Un po' dietro a loro una donna giovanile (Numero 9) con un mantello luminoso cammina tristemente. Il Prigioniero scatta al suo inseguimento per le strade del Villaggio.

La raggiunge in cima ad una collina che guarda sul cimitero sulla spiaggia. La processione funeraria è appena arrivata sotto di loro.

Prigioniero: Un amico?

Inizia immediatamente a scappare, il Prigioniero la afferra.

Prigioniero: Lo conoscevate?

Numero 9: No!

Prigioniero: State piangendo.

Numero 9: I funerali mi fanno commuovere.

Prigioniero: Anche quelli di persone che non conoscete?

Numero 9: Si.

Prigioniero: Conoscevo Cobb. Vorrei essere d'aiuto.

Numero 9: È morto.

Prigioniero: Era un mio amico. Ci siamo incontrati un po' di tempo fa.

Numero 9: Come faccio a sapere che posso crederle?

Prigioniero: Posso credere a voi?

Numero 9: Sapete com'è morto?

Prigioniero: È saltato da una finestra.

Lei distoglie di colpo lo sguardo.

Prigioniero: Mi spiace... Lo conoscevate da molto, voi?

Numero 9: No. Solo da un po'.

Prigioniero: Dove vi siete incontrati?

Il Numero 9 appare allarmata.

Prigioniero: Qui?

Numero 9: Si... Si!

Prigioniero: Cobb era una brava persona.

La campana del Villaggio inizia a suonare.

Numero 9: Tornate, presto.

Il Prigioniero la afferra.

Prigioniero: Quando possiamo parlare di nuovo?

Numero 9: È meglio di no.

Prigioniero: Dobbiamo.

Il Numero 9 diventa disperata.

Numero 9: ... Mezzogiorno... al concerto!

Scappa. Il Prigioniero solleva lo sguardo al campanile che suona e poi si affretta anche lui.


Sono le dodici. Il concerto si tiene in una struttura particolarmente ornata vicino alla piazza centrale. La banda suona una musica elettrizzante. Il Numero 9 arriva e si siede accanto al Prigioniero che sta aspettando tra il pubblico. Parlano con tono bisbigliato.

Prigioniero: Pensavo che non sareste venuta.

Numero 9: Voglio essere d'aiuto.

Prigioniero: Come?

Numero 9: Conosco una via di fuga. Avevamo programmato di scappare.

Prigioniero: L'hanno scoperta?

Numero 9: No, sono arrivati prima di quanto si aspettasse Cobb.

Prigioniero: Li aspettava?

Mentre parlano fingono di guardare normalmente attorno e di divertirsi per il programma musicale. Il Numero 9 apre un libro e fanno finta di esserne interessati.

Numero 9: In questo, che hai solo il tempo di dar loro ciò che vogliono prima che se lo prendano.

La sua voce diventa molto di più di un sussurro.

Numero 9: È arrivato il suo momento e presto sarà il vostro.

Sapete... guidare un elicottero?

Prigioniero: Dovrei.

Numero 9: Dovrebbe arrivare alle due. Rimane solo un paio di ore ad ogni viaggio.

Prigioniero: com'è sorvegliato?

Numero 9: Elettronicamente. Occorre un elettropass.

Prigioniero: Un cosa?

Numero 9: Un elettropass. È sincronizzato col sistema d'allarme e ti fa entrare.

Prigioniero: Dove lo prendo?

Numero 9: Da me.

Prigioniero: Dov'è?

Numero 9: Nascosto in modo sicuro.

Prigioniero: Se questo meccanismo è tanto importante, come avete fatto ad ottenerlo?

Il Numero 9 appare addolorata.

Numero 9: Conoscevo l'ultimo pilota...

Prigioniero: Lo avete fatto per Cobb?

Il Numero 9 non risponde per un po'.

Numero 9: ... ci incontriamo alle due alla barca di pietra. Addio.

Se ne va di corsa. La banda termina il brano che stava suonando, il pubblico applaude e il direttore si rivolge verso di esso e si piega per ringraziare. Il Prigioniero segue il Numero 9 ad una certa distanza per vedere dove va. Ha con sé l'ombrello che aveva rifiutato in precedenza. La strada finisce alla Cupola Verde.


All'interno il nuovo Numero 2 sta di nuovo dettando al telefono:

Numero 2: Fino ad ora non ha fornito volontariamente alcuna informazione, ma sembra essersi sistemato. Ha anche assistito oggi al regolare concerto della banda.

Si rivolge a qualcun altro nella stanza.

Numero 2: Grazie cara, altro te?

L'altra persona e il Numero 9 che appare a disagio. Quando parla ha una voce tremante.

Numero 9: Grazie.

Le versa una tazza di te

Numero 2: Siete andata molto bene. Peccato per Cobb. Comunque non era colpa vostra. Non preoccupatevi. Non c'è macchia nei vostri dati.

Le passa un dossier.

Numero 2: Troverete qui i particolari della vostra nuova missione.

Seguiamo i vostri progressi con grande interesse.

Apre il dossier e all'interno vi trova la foto del Prigioniero.


Alla nave di pietra il Prigioniero sta giocando a scacchi con l'ex ammiraglio.

Ammiraglio: Avanti giovanotto, non possiamo aspettare tutta la giornata.

Prigioniero: Ah, sì, mi scusi.

Come fa la propria mossa un elicottero vola dietro di lui. Si volta per guardarlo.

Ammiraglio: La vostra mente non è al gioco.

Prigioniero: Mi scusi, ehm ...

Anche il Numero 9 ha visto arrivare l'elicottero. Esce da una nicchia e si incammina nella zona lungo la banchina in vista per il Prigioniero che siede sulla terrazza soprastante. Non la perde d'occhio.

Ammiraglio: Scacco matto.

Il prigioniero lo ascolta appena.

Prigioniero: Cosa?

Ammiraglio: Le darò un'altra possibilità.

Prigioniero: No, no, se mi permette, oggi non sono in forma, penso che farò una passeggiata.

Ammiraglio: Provi la barca.

Punta col pollice alla barca di pietra dietro di lui.

Prigioniero: Cosa?

Ammiraglio: Ho detto di provare la barca. È stupenda con ogni tempo. Le metta le vele più di una volta. Faccia una buona passeggiata.

Il Prigioniero sorride divertito.

Prigioniero: Grazie.

Mentre il Prigioniero si allontana l'Ammiraglio inizia a canticchiare tra sé What Shall We Do With the Drunken Sailor. La musica di sottofondo riprende il motivo mentre il Prigioniero incontra il Numero 9 alla barca di pietra. Si siedono sulla panchina. Lei estrae il proprio orologio e glielo da.

Numero 9: Ecco, l'elettropass. Svelto, non c'è molto tempo.

Prigioniero: Chi le ha dato questo, il suo capo?

Numero 9: Cosa vuole dire?

Prigioniero: Che facevate a casa del Numero 2?

Numero 9: Mi avete vista?

Prigioniero: Vi ho vista uscire. Dopo che avevate fatto il vostro rapporto. Siete assegnata a me.

Numero 9: Ero assegnata anche a Cobb.

Prigioniero: E mi avete tradito allo stesso modo.

Numero 9: Non ho tradito nessuno dei due. Stavamo cercando di uscire prima che fosse troppo tardi. Presto sarà troppo tardi per voi.

Si alza, ma lui la afferra di nuovo.

Prigioniero: Verrete.

Numero 9: No!

Prigioniero: Perché no?

Numero 9: Senza di lui non ho nessuna intenzione.

Prigioniero: Verrete con me.

Numero 9: Parta e lo faccia ora, prima che sia troppo tardi.

Si libera e corre via. La osserva mentre sale sulla terrazza, da dove lei osserva lui che casualmente si dirige verso la zona di atterraggio dell'elicottero. Supera il maggiordomo che gira ancora col suo ombrello bianco e nero.

L'elicottero è sorvegliato dalla palla mugolante. Come si avvicina il Prigioniero, l'elettropass inizia a suonare e lampeggiare... le tre lancette nel suo quadrante iniziano a ruotare a tempo. Decide di continuare. La palla bianca rotola verso di lui mentre si avvicina alla porta dell'elicottero, ma lo lascia salire a bordo. Al sicuro nel posto di guida intasca l'elettropass che suona e si alza in volo. Il Villaggio si allontana sotto di lui. Il Numero 9 lo osserva sollevarsi nel cielo blu e poi si siede ad un tavolo coperto dall'ombrellone.


Nella Stanza di Controllo il volo del Prigioniero è seguito sul grande schermo dal Numero 2 e da un altro uomo (che non possiamo identificare in quanto rivolge verso di noi le spalle). Il Numero 2 dà di colpo un segnale ed uno dei tecnici nella Stanza di Controllo tira una robusta leva. Il Prigioniero perde immediatamente il controllo dell'elicottero. Il Numero 2 osserva come un bambino esultante mentre l'elicottero viene voltato lentamente verso il Villaggio.


Sulla terrazza il Numero 9 osserva tristemente.

Ammiraglio: Una partita a scacchi, cara?

Si guarda attorno.

Numero 9: Non gioco.

Ammiraglio: Dovrebbe imparare.

Le fa un cenno e lei si avvicina e si siede di fronte a lui davanti alla scacchiera.

Ammiraglio: Siamo tutte pedine, mia cara... A voi la mossa!


Il Numero 2 fa di nuovo un segnale e il tecnico tira ancora più indietro la leva. Il Prigioniero lascia andare la barra di comando; si sposta da solo. Il Numero 2 continua a fare segnali e alla fine l'elicottero è riportato al punto di partenza al Villaggio.

Il Numero 2 si volge all'uomo sconosciuto che ora si rivela essere Cobb. Indossa un vestito e porta una bombetta e un ombrello.

Numero 2: Penso che gli lascerò l'orologio, Cobb. Se non altro per ricordargli che la fuga non è possibile.

Cobb: Non sia troppo duro con la ragazza. Era proprio triste al mio funerale.

Numero 2: Non si preoccupi, ci prenderemo cura di lei.

Cobb: Si, è questo quello che temo.

Sale le scale, supera il Numero 2.

Cobb: Ah, bene, è meglio che vada. Mi aspetta un lungo viaggio. Non posso far aspettare i nuovi capi.

Numero 2: Saranno deliziati da voi. Le porga i nostri complementi.

Cobb: Presenterò. E dirò loro che non ci sono vie di scampo.

Numero 2: Apprezzo tutto ciò. Spero che il suo soggiorno abbia anche momenti più leggeri. Au revoir.

Fa il segno dell'"a rivedervi" a Cobb.

Cobb: Troverete che sia un osso duro da spolpare. Auf Wiedersehen.

E Cobb saluta con l'a rivedervi il Numero 2 mentre esce. Vediamo il Prigioniero uscire in modo torvo dall'elicottero. È spinto via dalla palla bianca. Nel frattempo, nel campo segnato con "Solo residenti", il maggiordomo con mantello e bombetta avanza a lunghi passi verso di noi col suo ombrello alto sopra la testa. La musica raggiunge il culmine e lo schermo diventa nero mentre ci stringiamo sull'ombrello...

Di colpo un'immagine del viso del Prigioniero esce fuori dalla veduta aerea del Villaggio e delle sbarre di prigione si chiudono su di lui.






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