Regina
di Stefano Caronia
Sun aprì gli occhi e non vide che il buio. Tentò di aprirli ancora, ma la situazione non cambiava.
Forse era solo in un posto molto oscuro, o in un incubo dal quale non riusciva a svegliarsi. Ebbe la sensazione che da qualche parte lì attorno ci fosse qualcuno, ne sentiva il leggero campo di forza, la tenue elettrificazione che solo un'altra coscienza poteva esercitare sullo spazio circostante.
Ricordava di avere già avuto quella sensazione.
«C'è qualcuno qui?»
La sua voce si spegneva con le parole senza il minimo riverbero, come se una nebbia nera inghiottisse i suoni a un palmo dalla sua bocca. Il tempo che intercorse prima che una debole risposta scavasse una sua strada attraverso il profondo nero non era misurabile. La raggiunse, distante e attutita, come, se provenisse da qualche punto imprecisato della sua stessa anima, ancora difficilmente distinguibile dal buio esterno.
«Non era questo che cercavi, Sun?»
Sun si accorse che non era sorpresa di sentire la voce di Kanu in quel posto. Qualcosa dentro di lei sapeva che prima o poi sarebbe arrivato, anche se non capiva quanto tempo fosse passato. Forse il buio era appena cominciato, oppure era sempre stata lì, avendo della vita lo stesso ricordo che si ha dei sogni.
«Perché mi hai seguito fin qui?»
Le voci diventarono un poco più nitide.
«Tutti vi arrivano, prima o poi. Immagino.»
«Non vorrai dire che siamo... che siamo...»
«Ci sei dentro e hai ancora paura a nominare la Morte?»
Sun inarcò le sopracciglia, o almeno le sembrò di farlo, perché nessuno la vide e lei non percepiva le sensazioni del suo corpo.
«Se questa è la morte, perché non ricordo come è avvenuto? Io non ricordo dolore.»
«Forse perché da quel dolore siamo nati, in questa nuova forma. Cosa ne sappiamo della Morte?
E poi magari non c'è mai stato altro.»
Il buio sembrò per quanto possibile farsi più denso, come se li chiudesse in una morsa soffocante, consumando i confini appena riscoperti, togliendo ossigeno alle loro fiamme timide. Le parole che Sun si costrinse a pronunciare sembrarono venire dal nulla.
«Qualcosa rammento...»
«Cosa, Sun?» Kanu non ricordava nulla.
«Forse l'inizio. Poi io stessa divenivo quella particolare... morte, e non potevo più vederla.»
«Non capisco.»
«La mia rappresentazione interiore del mondo cambiava come me e così sembrava tutto normale, ma l'inizio, l'inizio era proprio come...»
La mente di Kanu, un lento meccanismo che a volte andava avanti grazie a improvvise casuali intuizioni, cominciava a capire qualcosa. «...un eclissi, Sun?» e inizio a ricordare anche lui. La determinazione, il disco nero che cominciava a oscurare il sole. Forse un duello? Non riusciva a vedere oltre ma ebbe la netta sensazione che qualcuno stesse combattendo, e si sentì non tanto morto, quanto in qualche modo prigioniero.
Sun era rimasta in silenzio.
Kanu restò anche lui in silenzio.
«Quanto tempo p passato?»
«Non credo che qui conti. Forse un attimo, forse un anno.»
«Allora pensi che dietro questo manto nero ci sia ancora il nostro mondo, ci sia ancora luce?»
«Cosa abbiamo da perdere?»
Silenzio.
Nel silenzio, il nero si stava caricando di una sfumatura di blu elettrico, e sembro che il loro mondo fosse sul punto di esplodere. La sola cosa che avrebbero ricordato, l'inizio.
«Vorrai giocare a nascondino con me?»
«Che cosa c'entra?»
«Non dovrai aver paura.»
Silenzio. La luce di un sorriso. Solo per un istante.
«Farò del mio meglio.»
«Sarò un'altra donna. Ma mi riconoscerai.»
«Sarai colei che ero destinato ad amare ancora prima di nascere.»
«E voglio avere il nome di un fiore.»
«Lo avrai.»
Nell'atrio del palazzo che era stato il quartier generale del clan dei Mc Farland, un uomo e una donna giacevano esausti sul pavimento, la mano nella mano.
La donna aveva veri e propri capelli d'oro, così luminosi da fare invidia a una stella, e nessuno l'aveva mai vista. La sua pelle era liscia come quella di un bambino. Quando aprì per la prima volta gli occhi brillanti come l'azzurro del cielo e da essi si rese visibile una grande tristezza e un'infinita dolcezza, tutti capirono che sarebbe stata la loro Regina.
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