Recensione a "Dieci piccoli maghi"
di Marcello Bonati
Dieci piccoli maghi (Ten Little Wizards, ’88), di Michael Kurland
Dieci piccoli maghi, evidente parafrasi del celebre romanzo di Agatha Christie, è un vero e proprio giallo, ambientato, però, in un mondo parallelo in cui, nel 1988, sul nostro pianeta è la magia ad imperare, invece che la scienza.
Una serie di omicidi con un filo conduttore, un duplice omicidio che non sembrerebbe, a prima vista, collegabile. Una minaccia di morte ad un re.
Questi gli ingredienti della trama.
Dicevamo che è un giallo, e dei più classici, con l'iperclassico delitto della stanza chiusa, ma è anche un fantasy puro, con l'altrettanto tipica dicotomia tra magia bianca e nera: "...quella bianca non può venire usata per attaccare, ma solo per difendere. La magia nera è una forma di magia aggressiva, ma a poco a poco distrugge chi la esercita." (pag. 262).
Divertenti i paralleli tra le nostre scienze esatte e i loro corrispondenti in quel mondo: "La previsione meteorologica non è un ramo infallibile della magia." (pag. 221).
Per finire, c'è un interessante affermazione sul relativismo culturale, fulcro di conoscenza su cui si basa ogni cultura della tolleranza: "Non intendevo che non esista nessuna distinzione. Molte delle loro pratiche sono radicalmente diverse dalle nostre. Quel che volevo dire è che non esistono differenze qualitative. Nessuna delle due culture è superiore all'altra, considerando le basilari differenze fra esse." (pagg. 290-1).
Nel volume è compreso anche "La dama bizzarra" (The Pixilated Peeres, '91), di Lyon Sprague e Catherine Cook De Camp.
Traduzione di Maurizio Carità - in "Dame e sortilegi", "Estate fantasy 1993 ", ed. Mondadori, '93 - 332 (168) pagine, 4,65 €; prezzo remainders: 12,91 €
Originariamente nel sito iMarche
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