Recensione di Marcello Bonati a "La maschera di Loki"
Roger Zelazny, LA MASCHERA DI LOKI (The Mask of Loki, 91), Il libro d'oro n. 51, Fanucci, ’93, (trad. S. Bini, rev. G. Pilo), 286 pagine - 25000 lire
Difficilmente classificabile questo buon romanzo di Zelazny; è, più che altro, fantasy, ma, per buona parte, è un romanzo storico, o pseudo-storico, e vi sono anche alcuni tocchi di cyberpunk.
La struttura fondamentale è indubbiamente fantasy, con duelli magici, pozioni, antichi che vivono da millenni, e company, ma, come sappiamo, Zelazny, nei suoi fantasy, ama mischiarvi elementi contemporanei.
Qui la trama è nettamente divisa in due, con capitoli che si alternano nelle due dimensioni spazio-temporali: una si svolge ai nostri giorni, l'altra nella Palestina delle crociate.
Ci si aspetterebbe che, in un modo o nell'altro, le due vadano, ad un certo punto, a convergere; invece sono semplicemente due scenari in cui si muove uno stesso personaggio, uno dei principali, un immortale, appunto.
Senza che vi stia a dir nulla di essa, tranne che è molto intricata, vi dico solo che è incentrata su una pietra magica, la: "Pietra filosofale... un frammento di meteora" (pag. 211 - da notarsi come coesistano magia e spiegazione scientifica); "... un pezzo di quarzo annerito dal fumo, ma levigato come un ciottolo di fiume. Era pesante e caldo a contatto della pelle... " (pag. 128); "La Pietra è una forza creativa. Dona agli esseri umani che la usano il potere di controllare lo spazio, di scambiare un luogo con un altro." (pag. 274).
Vi è un altro oggetto magico, al centro della narrazione, le lacrime di Ahriman: "L'elisir sono le lacrime di Ahiman, sparse mentre contemplava il Mondo sapendo che non poteva possederlo." (pag. 210).
Dicevamo degli elementi cyberpunk: essi sono dati, essenzialmente, dalla presenza di un personaggio cibernetico, Eliza 212, una "strizzacervelli" di silicio: "Dietro di lei (Eliza 212, n.d.a.), col fragore di una porta blindata improvvisamente aperta, le basi dei dati tecnici e teorici della Rete Nazionale spargevano attorno le loro ricchezza." (pag. 189).
Per il resto, la parte odierna e di gran lunga più interessante dell'altra, consistente più che altro in descrizioni di battaglie, anche se vi è un duello magico davvero ben riuscito.
Come forse saprete, poi, una delle caratteristiche della prosa di Zelazny è l'uso sapientissimo del dialogo: ne fa un uso larghissimo, cosa che, se avete provato a scrivere, saprete essere una delle cose più difficili.
Buono, dicevo, ma non certo entusiasmante; molti i momenti in cui la tensione perde di tono, descrizioni di battaglie troppo lunghe.
Ma la trama è essenziale, nessun elemento non congruo alla sua economia; si legge facilmente, divertendosi, e questo à già molto.
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