Recensione di Marcello Bonati a "La gentilezza delle donne"
James G. Ballard, LA GENTILEZZA DELLE DONNE (The Kidness of Women. '91), La scala, Rizzoli, '92, (trad. A Terzi), 342 pp - 30000 lire
Con questo romanzo Ballard scrive una sorta di proseguimento a "L'impero del sole" (Empire of the Sun, '84), che prende le mosse proprio là da dove quello finiva, e termina sul set del film di Spielberg che ne è stato tratto.
È, appunto, una sorta di seconda puntata della sua biografia, in cui racconta vari episodi chiave della sua vita, con lo stile sobrio che ormai gli conosciamo, infarcendoli di aneddoti e di non poche scene di buon erotismo.
Il capitolo che, forse, è più interessante per noi cultori di Sf è l'undicesimo, "La mostra", in cui si riferiscono gli accadimenti che ispirano i suoi romanzi "Crash" ("Crash", 73) e "La mostra delle atrocità" ("The Atrocity Exhibition", '90): "Forse nella loro meditabonda comunione con l'auto accartocciata, essi tentavano di venire a patti con i disastri e i delitti teletrasmessi che incombevano nelle loro menti, e si comportavano facendo quello che potevano per ripristinare una compassione ormai assente.” (pag. 219); "Mi prese la mano e se la mise tra le cosce. Il cotone dello slip era bagnato, un umidore che le inzuppava la sottana, un flusso arrecato dalla rombante Jaguar.... Guida la mia mano, il mio anulare sulla sua clitoride, allarga le braccia sullo schienale del sedile, come arrovesciata in un’auto subito dopo uno scontro spettacolare.... Mi inginocchiai davanti a lei, conscio del pannello del cruscotto che mi strusciava la spalla, quell'alloggiamento di strumenti che si protendeva nel buio... Le accarezzai le mammelle, lei mi guardò senza espressione, quasi volesse essere posseduta da una macchina. Tenne la mia testa a qualche centimetro dal capezzolo, su cui tracciò con il dito il diagramma di una mutilazione non sognata. Stava offrendosi non a me, ma ai progettisti della MG... Restammo avvinti, mentre la Jaguar di David perlustrava le vie, una belva che insisteva nel suo strano corteggiamento... Per me, un'auto sconquassata per impatto era il ricettacolo delle più potenti e stringenti emozioni, un simbolo inequivocabile della logica di violenza e di sensazioni che dominava le nostre vite.” (pag. 222-24). Anche il capitolo successivo, “Nell'obbiettivo della cinepresa”, ci riguarda, in certo qual modo; vi si fa, infatti, in parte, un discorso sulla fantascienza, un po' di autoriflessione dell'autore sul suo aver scritto Sf: "Un festival cinematografico... ti dà una chiara idea di come sarà il futuro.” “Donne belle ma inavvicinabili, uomini distrutti, e un milione di sogni tenuti insieme dall'iperbole?” “Roba del genere. Metropolis di Lang rifatto a Las Vegas” (pag. 232), così inizia. A dir la verità non è che sia una lettura poi tanto piacevole; non essendo un romanzo di fiction, non vi è una trama che lo unisca tutto, ma solamente narrazioni frammentarie, anche se consequenziali; a sostenerlo, però, vi è lo stile di Ballard, che riesce magistralmente a rendere poetiche immagini che davvero difficilmente, si potrebbe pensare, potrebbero esserlo. Senz'altro da consigliarsi a chi non abbia solamente voglia di escapismo, ma di un ottimo autore di Sf come Ballard, voglia conoscere anche qualcos'altro.
[ Indietro ]
Articoli per bibliografie e saggi sulla sf italiana Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (99 letture) |