Marcello Bonati
Sono nato il 27 maggio del '61 qui a Milano, nella quale ho sempre vissuto; mi sono diplomato nell'80 in un liceo scientifico, per poi iscrivermi a Lettere moderne, presso la Statale; dopo aver, però, dato appena quattro esami, mi sono ritirato.
Ho svolto il mio dovere nei riguardi della Patria svolgendo il servizio civile in aiuto degli handicappati presso l'associazione ANFASS.
Ho visitato: la Città del Vaticano, la repubblica di S. Marino, il principato di Monaco, la Svizzera, l'Austria, la Jugoslavia (quando era ancora tutta intera) e la Grecia.
Sono stato internato per ben due volte in ospedali psichiatrici, e sono ancora scapolo.
Da quattro anni sono andato a vivere da solo, e attualmente lavoro, in qualità di fattorino, presso uno studio fotografico.
E questo è quanto.
Ho cominciato a pubblicare nell'83, sulla mitica fanzine vercellese "The Dark Side", curato da quella bellissima figura di letterato che era Giampiero Prassi, operaio, di cui, dopo qualche anno, sono anche diventato redattore.
Ho poi pubblicato su una fanzine della mia città "La spada spezzata", curata da Silvio Sosio, più che altro due lungi saggi, uno, "Philip K. Dick", nell"84, col quale mi classificai terzo al premio Italia, e uno su "James G. Ballard", nell''86.
Ho ripreso a pubblicare, dopo il mio secondo ricovero, nel ‘90, su "Algenib notizie" di Fabrizio Frattari, di Roma, di cui il n. 16, del '91, è monografico mio, e sulla parallela "Algenib Sf & Fantasy", che si sono trasformate, poi, in "Alpha Aleph" e "Alpha Aleph extra".
Quando poi il buon Frattari è morto, ho cominciato a collaborare con "Intercom".
Collaboro anche alla bella fanzine sarda "Tau ceti", di Sassari, curata da Vincenzo Cossu.
Questo, a parte qualche saltuaria scorreria in altre ("Maelstrom", "Prometeo Sf", "Future shock", "Fandom newsletter", "Sf dope", "Baliset"), per quanto riguarda le mie pubblicazioni sulle fanzine, riviste amatoriali.
Per quanto riguarda, invece, quelle su pubblicazioni professionali, avevo iniziato a curare una rubrica sul fandom sulla mondadoriana "Urania", nell'86-'87, progetto che non è andato oltre due articoli introduttivi e una sola intervista/presentazione ad una fanzine, e poi due articoli ("Il realismo magico di Buzzati" e "Notturno italiano"), una recensione ed una prima puntata del ripreso progetto di una rubrica sulle fanzine, che poi è andata perduta, su "Oltre", dell'associazione culturale "Il borghetto", di Siena, a cura da Mauro Scarpelli.
Alcuni articoli monografici su di alcuni autori di Sf appariranno su "Nova sf" e sul "Notiziario" della Perseo Libri di Bologna.
Fino ad ora, per quanto riguarda la narrativa, ho pubblicato due racconti, "Circumnavigazione", sul n. 1, '84 di "The Dark Side", e "La bambina nel pentacolo" nel n. 1, '93 di "Alpha Aleph Extra", e l'antologia "Cercando i colori per l'uomo", "Carta da visita" n. 11, ed. Tabula fati, '98.
Un altro, che ho mandato in lettura alla fanzine di Roma "Yorick", è piaciuto, ma non so se me lo vorranno pubblicare.
La fantascienza è stata una mia passione, direi, da sempre: mi ci sono avvicinato piuttosto giovane, sui dieci anni (mi pare di ricordare), quando lessi i primi "Urania": "Vita con gli automi", di James White, "L'ultima morte di Robert Colston", di Douglas Warner, e "La notte del furore", di Philip Friedman, trovati per caso nella casa nella quale trascorrevo le vacanze estive con la mia famiglia.
Mi ci appassionai subito, ma, dapprincipio, ovviamente, non sapevo bene cosa comprare; fu un cartolalo, Piero Fiorili, che gestiva il suo negozio a pochi passi da casa mia, che mi dette le prime dritte; il Fiorili faceva parte del collettivo "Un'ambigua utopia", e mi invitò a partecipare ad una conferenza/dibattito che si tenne, alla fine degli anni '70, al cinema/teatro "Ciak".
Nell"82, alla morte di Philip K. Dick, mando un mio contributo alla fanzine vercellese "The Dark Side", e due recensioni.
Il Prassi me li pubblica, e, così, comincia la mia carriera di saggista di Sf.
Dall"84, in cui ottengo quel riconoscimento che ho detto, fino a due-tre anni fa, ho partecipato a quasi tutte le Italcon; ora, sinceramente, mi sono un po' stancato, di quelle manifestazioni, sempre un po' scialbine.
Nel '86, mio padre mi mette in contatto con Marzio Tosello, che lavorava nella scuola di cui era preside, e, da ciò, quei miei lavori su "Urania" di cui vi ho detto.
Nel '92, Mauro Scarpelli, avendo letto due miei articoli apparsi su "Alpha Aleph", mi scrive chiedendomi se fossi interessato a vedermeli pubblicati anche sulla sua "Oltre".
E, poi, l'anno scorso, Marco Solfanelli mi scrive che sta approntando la sua nuova iniziativa editoriale, dopo quella dell'ed. Solfanelli, e mi chiede se non avessi dei racconti da mandargli; io gli mando i quattro che ritengo essere i miei migliori, e lui li ritiene pubblicabili; firmiamo il contratto: come per tutte le piccole case editrici, devo contribuire economicamente al budget iniziale; mi manda, prima, le bozze, che devo correggere; poi, mi arriva l'anteprima, lo stampato, per le ultime correzioni prima che vada in stampa.
È uscito nel maggio dell'anno scorso, e, devo dire, mi ha dato molte soddisfazioni, anche se, per ora, non ho ancor visto un soldo, dei diritti d'autore; ora, ho mandato ad alcune case editrici una copia di essa, ed un dischetto con altri miei racconti, nella speranza che qualcuna li ritenga pubblicabili, e che, anche, mi proponga un contratto migliore.
I miei autori preferiti sono, ovviamente, quelli di cui potete leggere le mie introduzioni in "Autori", più James G. Ballard e Roger Zelazny.
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