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Due romanzi introvabili di L. Sprague de Camp


di Marcello Bonati


"Le amazzoni di Avtinid" (Rogue Queen, '51)

"La torre di Zanid" (The Tower of Zanid, '58)


Di de Camp è stato tradotto moltissimo, ma la sorte editoriale di due dei suoi romanzi ce li rende, oggigiorno, di difficilissima reperibilità: si tratta dei romanzi "Le amazzoni di Avtinid" (Rogue Queen, '51) e "La torre di Zanid" (The Tower of Zanid, '58), apparsi rispettivamente nei n.1 e 6 della scomparsa "Galassia" de La tribuna, nel gennaio e nel giugno del '61.

L'editore Fanucci aveva, tempo fa, in progetto di stampare due volumi contenenti tutte le storie della Viagens Interplanetaria, nella collana "I classici della fantascienza e della fantasy", ma poi, verso la fine del '93, il progetto, per motivi che non vi so dire, andò a monte, e quelle edizioni di quei romanzi restano a tutt'oggi le uniche.

Sono romanzi ambientati in un lontano futuro in cui le astronavi della Terra hanno raggiunto molti altri mondi abitati da altre razze intelligenti, e in cui la suddetta Viagens Interplanetaria conduce degli studi di carattere antropologico su di esse.

Altre opere facenti parte di questo ciclo tradotte qui da noi sono i romanzi "Il pianeta dei folli" (A Planet Called Krishna, '66), "Gamma" n. 23, ed. Dello scorpione, '67, anche questo di piuttosto difficile reperibilità e ancora non rieditato; "Creatori di continenti" (The Continent Makers (and Other Tales of the Viagens), '71), "I libri di Robot" n. 13, ed. Armenia, '79, e i racconti "L'ospite e sacro" (A Thing of Costum, '63) e "L'interesse della scienza" (In-group, '64), in "Dimensioni vietate", "Urania" n. 334, ed. Mondadori, '64; molto probabilmente ve ne sono altri; questi sono quelli di cui io sono a conoscenza.

Moltissimi i romanzi ancora inediti, che, credo, sarebbero stati tradotti in quell'edizione della Fanucci: "The Prisoner of Zhamanak", (Phantasia Press-ristampa Ace Books, '83), "The Moles of Zora", "The Queen of Zamba" ristampa, (Ace, '83), riedizione di vecchio materiale arricchito con nuovo, originariamente apparso in "Astounding", agosto '49, "The Bones of Zora", (Phantasia Press), in collaborazione con la moglie Catherine, "The Search for Zei", ristampa, (Ace, '83), edizione rilegata, (Owlswick Press), illustrata da E. Cartier, "The Hand of Zel", ristampa, (Ace, '83), edizione rilegata (Owlswick Press), illustrata da E. Cartier, "The Hostage of Zin", ristampa (Ace, '83), "The Vergin of Zesh", ristampa (Ace, '83), e un altro, consegnato alla Baen verso la fine del '90, in collaborazione con la moglie Chaterine.

In "Le amazzoni di Avtinid", vi è l'arrivo su di un nuovo pianeta, abitato da una nuova razza civilizzata, allo scopo di studiare quella nuova razza, quei nuovi popoli, quelle nuove culture; c'è da dire che essa ha delle rigidissime regole etico-morali che le impediscono di interferire più di tanto con le civiltà con le quali viene a contatto.

Qui, si ha un pianeta su cui vive una razza umanoide ma vivipara; de Camp, per quanto riguarda la struttura di quella società, prende a prestito il modello della società delle api; vi sono le Regine, le Operaie e le Guerriere, e, ovviamente, i maschi sono subalterni alle donne.

Qui, poi, la spedizione ha anche un altro scopo, quello di rintracciare i membri di una precedente missione, andati dispersi.

Tipicamente, una lieve infrazione alle rigidissime regole di cui abbiamo detto, fa sì che a prevalere in una guerra in corso su quel pianeta sia un popolo invece che un altro, decisamente più forte; viene, infatti, fornita loro un'arma che, per quanto ancora rudimentale, e decisamente superiore a quelle fino ad allora usate da quei popoli.

Moskowitz, nell'introduzione a "Abisso del passato" (Lest Darkness Fall, '39), dice, a proposito di questo romanzo: "La narrazione verteva in parte sui costumi sessuali degli extraterrestri, …idee legate al sesso comparivano in alcuni racconti di de Camp già prima della guerra ... "Le amazzoni di Avtinid è uno dei pochi romanzi di fantascienza che potrebbero aver colpito P.J. Farmer ispirandogli "Un amore a Siddo", che poco tempo dopo avrebbe introdotto clamorosamente nella fantascienza i temi sessuali."

In effetti le tematiche sessuali sono presenti notevolmente, soprattutto per il fatto della presenza, oltre che di normali persone femmine o maschi, anche di individui, per così dire, ermafroditi, aventi, cioè, sia gli organi sessuali maschili che quelli femminili, e, come abbiamo già detto, dell'inversione dei ruoli fra maschio e femmina.

Certo un altro autore (e non si può che non pensare alla Le Guin!!) avrebbe trattato l'argomento molto... meglio, ma, comunque, ci sono certamente degli spunti che potrebbero essere interessanti.

L'intrecciarsi delle gesta, delle battaglie e degli intrighi di palazzo di quei popoli ad un livello di progresso assimilabile al nostro Medioevo, e le astronavi, le armi futuristiche e, nel complesso, l'ambiente alieno in cui si svolgono, crea il tipico scenario di Science Fantasy che, decisamente, è molto congeniale a de Camp, abilissimo, come credo sappiate, sia a costruire elaborate trame fantasy che buoni romanzi di Sf.

In appendice vi è un breve glossarietto delle parole ormazdiane.

"La torre di Zanid", invece, si svolge interamente su uno dei mondi in cui i terrestri e varie altre razze aliene convivono ormai da anni, ed è incentrato su alcuni riti di una religione del popolo natio di quel pianeta, alquanto cruenti, e, ovviamente, sui tentativi, da parte della Viagens, si venirne a maggior conoscenza.

Vi sono, poi, vari intrighi di palazzo, le solite, inevitabili scene di combattimenti e le solite scazzottate, che, come ben sappiamo, fanno parte, direi, ineludibile della maggior parte dei romanzi di fantasy.

Alla fine, ovviamente, la Viagens verrà a conoscenza di tutto quello che voleva sapere, e quei riti cruenti debellati.

Decisamente molto meno interessante del primo, ha il pregio di essere comunque sempre abbastanza divertente, come tutte quante le opere di de Camp; vi sono alcune descrizioni di alieni davvero belle:" ... lo yeki, abbastanza simile a una martora con sei gambe, della misura, però, di una tigre... un mostro ancora più orrendo, anche lui con sei gambe, ma senza peli, simile ad un rettile, un lungo collo e un corpo che man mane si assottigliava fino a terminare nella coda. La sua pelle, simile al cuoio, era colorata vivacemente in uno straordinario disegno di righe e macchie verdi." (pag. 78).

Abbiamo dunque visto che moltissimi sono i romanzi ancora inediti, di questo ciclo, e che questi, e "Il pianeta dei folli", sono solamente in edizioni assolutamente introvabili, o reperibili a prezzi decisamente inaccessibili.

Sarebbe davvero un'ottima cosa se la Fanucci, o altra casa editrice, volesse riprendere quel vecchio progetto; de Camp è davvero una lettura molto divertente, e l'idea base di questo ciclo, poi, penso, stimolante riflessioni ed entusiasmi, direi, più che positivi, di tolleranza fra le razze, cosa di cui, credo, oggigiorno ci sia bisogno più che mai.






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