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Sf 1981 in Italia: i dati delle scelte


di Domenico Cammarota


Questo articolo vuole fare il punto sulle scelte editoriali effettuate nello scorso 1981 dagli operatori nel campo della Sf. Lo spunto per una riflessione più ampia ci è venuto dalla lettura. Della bibliografia annuale del settore che cura il Gaffo per il "Cosmo Informatore" delle Nord.

Come sempre il bollettino della Nord si limita a fornire le sole cifre e termini bibliografici dell'edito Sf tralasciando ogni seria analisi casistica e di genere (se tralasciamo le poche noterelle introduttive alla tenuta della Nord e alle sue speranze per il futuro).

In questa sede si passeranno al vaglio tutti i dati forniti dalla compilation del Vegetti che stila 175 libri di Sf e Fantasy usciti durante tutto l'arco del 1981. Diciamo subito che la cifra di 175 libri è molto riduttiva nei confronti di un computo più globale e preciso; se vogliamo anche contare i libri di Sf e Fantasy usciti nelle varie collane di Guanda, F.M. Ricci, Adelphi, Garzanti, nonché i libri al limite (fantapolitica, futuribile, ecc.), i libri di critica e saggistica, ed i libri di piccoli editori, amatoriali e cooperative, allora il totale va certamente sul tetto delle 400 unità di testo.

Va da sé che i 175 titoli stilati dal Vegetti sono insieme un testuale di materiali molto più pregnanti per il discorso che a noi interessa; in ultima analisi, la lista del Vegetti è importante perché rappresenta realmente tutto ciò che per un "appassionato" può essere Sf. Quindi, più che una lista globale dell'edito Sf del 1981, la lista del Vegetti può benissimo definirsi "lista ottimale per appassionati" della Sf 1981.

Tralasciamo qui ogni considerazione generale sull’editoria pura italiana, rammentando solo di sfuggita che l'anno scorso sono stati editi (contando anche enciclopedie, dizionari & C.) qualcosa come 150.000 titoli differenti.

È chiaro che la Sf, con i suoi 175 (o 400, come preferite) titoli pubblicati, non ha avuto la benché minima incidenza su nessun settore dell'industria culturale. Il mercato della Sf è anomalo e tranne pochi casi si riduce ad un rapporto complice tra microeditoria e microfruizione. Ma il nostro interesse iniziale, ripetiamo, è lo sviscerare in dati, generi e sottogeneri la lista "ufficiale" del Vegetti e per di lui della Nord.

Dunque, ricordiamo: 175 libri di Sf e Fantasy pubblicati nel 1981. Di questi 175 libri:

Fantascienza: 147 libri

Fantasy: 17 libri

Heroic fantasy: 4 libri

Horror: 7 libri.

La prima risultante ovvia è il secco prevalere della fantascienza sugli altri generi del fantastico.

La Sf raccoglie circa l'84% del totale, mentre la Fantasy, l'Heroic Fantasy e l'Horror insieme non totalizzano che poco più del 16% del pubblicato.

Questo per quanto riguarda i generi, mentre ora ci addentreremo nei sottogeneri insiti a questa prima classificazione.

Sf classica: 66 titoli, di cui 17 del periodo 1920-1945. Per Sf classica intendiamo i toni desueti: space opera, robot, ecc. Quasi un terzo dei libri di Sf classica appartengono al cosiddetto "periodo aureo" 1920-1945.

In genere, più che di capolavori dimenticati, si tratta di testi giovanili o comunque primaticci di autori in seguito diventati celebri. In altri casi, invece, si tratta di veri e propri testi "tappabuchi", del valore nullo, inseriti per riempitivo nelle varie collane 'classiche" (sintomatico è il riciclaggio che di questi materiali "popolari" fa la Libra nelle sue collane).

Nei testi più moderni o addirittura recentissimi ritroviamo i soliti autori come l'Heinlein di "Il numero della Bestia", intenti a contrabbandare operazioni di trasmutamento ideologico come evoluzioni dei generi, cadendo ovviamente nei più vieti luoghi comuni.

Sf d'avanguardia (sociale, ex autori new wave, ecc.): 26 titoli. In questa categoria abbiamo inserito, pur nei loro limiti, i pochi libri di fantapolitica e affini presenti nella lista. Come autori d'avanguardia il mercato ha spazzato via quasi tutto, eccezion fatta per quegli autori come Farmer, Dick, Ballard che comunque usufruiscono, si può dire, di un pubblico proprio e che quindi si pongono in posizione differente dal resto degli autori presentati.

De notare poi che la politica "revival" delle ristampe sta cominciando a saccheggiare anche gli anni '50, con autori come Sheckley, Pohl & Kornbluth, Vance ed altri.

Sf scritta da donne: 10 titoli. Siamo arrivati alla categoria più negletta. Malgrado il parlare che se ne è fatto, la Sf femminile continua ad essere relegata in un cantuccio. Le poche firme che appaiono sono quelle di autrici anni '50 come Norton e Bradley, della pseudoimpegnata Le Guin e della Musa (italiota) della fantascienza. Un panorama altamente deprimente e che lascia poche speranze per il futuro.

Sf di autori italiani: 12 titoli. In questa lista, tanto per allungare il brodo, è compresa anche l'antologia "Storie dello spazio interno", che di italiano ha solo il curatore Pergameno.

Diradata la pattuglia dei "neofantastici" alla Nord, la lista si rimpolpa un po' solo con la presenza di qualche libro per ragazzi o fuori collana, e non a caso in questi ultimi ritroviamo il solito Cremaschi.

Altro indice della mentalità "appassionata" del Vegetti, è ritrovare nella sua lista un'antologia come "Una rosa per la vita", edita dal club H. G. Wells.

Che senso ha premettere che "dalle lista sono esclusi i libri pubblicati da club" per poi citare il titolo sopraddetto? E allora, perché non citare anche il romanzo "I racconti di Porfirius" che non è stato edito da un club, me da una casa editrice (anche se micro) vera e propria? Questioni di convenienze.

Autori non anglosassoni: 5. In questa categoria non vengono ovviamente compresi gli italiani e nemmeno i tedeschi della serie Perry Rhodan che vengono trattati a parte. Gli unici libri di autori non anglosassoni sono la bella antologia della letteratura fantastica compilata da Borges, un libro (per metà ristampa) di Lem, due romanzi Fantasy del tedesco Ende e un libro esoterico di Gustav Meyrink.

Come è ovvio, permane e permarrà la massiccia presenza degli autori anglosassoni (n.b.: diciamo anglosassoni come lingua in cui scrivono, se no dovrebbe parlare di anglo-americanirlandesiaustraliancanadesiecc.ecc.).

Disegnatori copertinisti:

Karel Thole (57 copertine);

Allison (29 copertine);

Franco Storchi (21 copertine);

Michelangelo Miani (5 copertine);

Cesare Reggiani (4 copertine);

Oliviero Berni (4 copertine);

Frank Frazetta (4 copertine);

Michael Whelan (3 copertine);

Hyeronimus Bosch (2 copertine);

più altri autori anonimi o sconosciuti o di nessun interesse.

Come sempre il decano dei disegnatori "italiani" è Thole, con le sue 57 copertine eseguite, di cui 55 per la sola Mondadori. 57 copertine eseguite in un anno fa qualcosa come una copertina ogni 6 giorni, complimenti a Thole, di questo passo diventerà una vera macchina disumana. Cerco di scherzare, ma è tragico constatare come i ritmi produttivi possano fagocitare mostruosamente l'artista e la sua libera creatività.

Come numero di copertine realizzate al secondo posto si piazza Allison, consorte del Malaguti ed autrice (ovvio) di tutte le copertine di tutti i volumi della Libra. Come vedete è più diffusa la quantità che la qualità, se qualche qualità qualcuno può trovare in delle croste orrende.

Il terzo posto (21 copertine) Franco Storchi se lo è guadagnato eseguendo tutta una serie di copertine per collane ormai fallite da tempo ("Omicron", "Antares", ecc.) o agli estremi sgoccioli ("Fantascienza" di Armenia), mentre la Nord gli ha potuto dedicare poco spazio fra la sua congerie di illustratori.

I Miani, Reggiani, Berni sono poco diffusi; il primo per la sua pochezza, il secondo per il suo stile anticonformista ed il terzo per la sua totale incapacità di disegnare temi fantastici.

Infine comincia a diffondersi il verbo visivo dei vari Whelan e Frazetta, mentre una curiosità è rappresentata dall'apparizione, e per ben due volte, del celebre pittore Hyeronimus Bosch (1450-1516), con scene del suo delizioso "Trittico dei piaceri", che illustrano le copertine di due libri di Meyrink e di Cabell, non a caso pubblicati de due editori di destra (Rusconi ed Il Graal Ed.).

Case editrici, numero dei libri pubblicati:

Mondadori (64 libri);

Libra (29 libri);

Nord (26 libri);

Siad - Armenia (11 libri);

Rizzoli (6 libri);

Bompiani (4 libri);

Fanucci (4 libri);

S.E.I. (31 libri);

Sonzogno (2 libri);

Rusconi (2 libri);

più venti titoli di case editrici varie.

In questo settore, come in altri, giganteggia il monopolio Mondadori che detiene quasi il 40% del totale del pubblicato.

Al secondo posto la Libra con 29 volumi pubblicati malgrado il forte periodo di crisi che ha attraversato nel 1981. Sulla disastrosa politica editoriale della Libra si potrebbe scrivere un trattato, e non è detto che prima o poi non lo si faccia.

Il terzo posto delle Nord sotto la Libra (come numero edito di libri, beninteso) è dovuto al fatto che né Vegetti né quindi anche noi, abbiamo ritenuto di dover inserire in lista i vari "La collina", i fumetti, i saggi, ecc.. Tutte le classificazioni si riferiscono al numero di volumi di narrativa, complessivamente la Nord è la seconda casa editrice italiana di Sf, dopo Mondadori e prima della Libra.

La Siad - Armenia (i due volti di uno stesso editore) è in netto declino e questo 1982 li vede pressoché scomparsi, a meno di nuove iniziative avventizie…

Rizzoli e Bompiani non fanno testo con i loro pochissimi libri di Sf sparsi in un oceano di volumi di Enzo Biagi, Ronchey, Moravia, fascismo, amore e altre schifezzuole di questo genere.

Grave è la crisi di Fanucci con i soli 4 libri presentati in un anno; sembra che sia in atto un rilancio di questa casa editrice, con che frutti, poi si vedrà.

Infine Rusconi, Sonzogno e la S.E.I. non sono che il fanalino di coda di tutti gli editori che hanno pubblicato Sf nel 1981 e che non sono in lista svariati motivi; alcuni facilmente intuibili.

Novità editoriali: 120 libri; Ristampe: 55 libri

Le ristampe sono quasi un terzo del totale edito a conferma della difficoltà insita nello scovare buoni testi o addirittura nel potersi permettere di pagare i prezzi richiesti dalle agenzie.

Romanzi: 145 volumi; antologie: 30 volumi, di di un solo autore ed 11 di aa.vv.. Anche qui si nota una certa costante dell'appassionato italiano che preferisce i romanzi ai racconti e quindi alle antologie (a meno che non abbiano i soliti "Asimov" e "Robot" strombazzati a caratteri cubitali in copertina).

Libri di collane specializzate: 147 volumi;

Libri fuori collana: 28 volumi.

Altra deleteria costante è la quasi totalità dell'appartenenza dei titoli a collane specializzate, cioè a riserve-ghetto. Solo 28 libri pubblicati fuori collana (anche se come ho più volte ripetuto il numero dei "fuoricollana" è molto superiore alle cifre presentate), sono la prova inconfutabile dello scarso interesse, se non disinteresse, che la grande cultura prova nei riguardi della Sf.

Traduttori (numero delle traduzioni di volumi effettuate):

Roberta Rambelli (26 trad.);

Luigi Cozzi (10 trad.);

Cossato & Sandrelli (9 trad.);

Vittorio Curtoni (8 trad.);

Laura Serra (7 trad.);

Gianluigi Zuddas (4 trad.);

Mario Galli (4 trad.);

Giuseppe Lippi (3 trad.);

Ugo Malaguti (2 trad.);

Maurizio Nati (2 trad.);

Antonio Bellomi (2 trad.);

Gianni Montanari (1 trad.);

seguono poi, vari traduttori, le cui persone non interessano.

Nel campo delle traduzioni vi è il dilagare endemico della Rambelli (che oltre a Sf e Fantasy traduce anche libri d'esoterismo, UFO ed affini), seguita dal suo scolaro Cozzi (sempre in compagnia sua o di qualcun altro) e della coppia Cossato & Sandrelli, già collaudata su innumerevoli vecchi "Galassia" & C..

Il Curtoni bcca poco di traduzioni, traducendo orrende bufale per Urania e riservando qualche traccia di stile per tradurre Bob Shaw, autore a lui caro.

Della banda Armenia rimangono la Serra (7 trad.) e Lippi (3 trad.) invischiati perlopiù in orripilanti romanzetti, sempre per Urania (e chi altri?).

Galli è l'unico (pessimo) traduttore ricorrente che ricordiamo di Urania, mentre registriamo il diradarsi della frenetica attività traduttrice di Bellomi (2 trad.), che non conserva nessuna delle sue 50 e passa collane, e di Malaguti (2 trad.), che preferisce lasciare traduzioni ad autori della sua scuderia come Zuddas (4 trad.).

Sintomatica infine la scomparsa di Montanari dal "giro" attivo (solo una traduzione).

Singoli autori presentati (da un minimo di tre libri in poi):

Brunner (4 titoli);

Hubbard (4 titoli);

Van Vogt (4 titoli);

Clarke (3 titoli);

Cummings (3 titoli);

Dick (3 titoli);

Simak (3 titoli);

Wyndham (3 titoli).

La frequenza degli autori più pubblicati da proprio lo specchietto delle preferenze del fandom.

Hubbard e Van Vogt; il periodo di Campbell; Cummings e Simak: i classici americani; Clarke e Wyndham: i classici inglesi; Dick e Brunner: gli autori di "punta" della Sf "d'avanguardia".

A questo specchietto manca il solito Asimov, che è comunque presente con ben tre antologie da lui curate. Come si vede, a parte un Dick che comunque merita un discorso ben più complesso, in fondo gli autori "prediletti" dal pubblico, da più di vent'anni, gira e volta sono sempre gli stessi. Non è cambiato proprio nulla...

Fantasy: 17 titoli; Horror: 7 titoli; Heroic fantasy 4 titoli. Predomina la Fantasy pura mentre l'Heroic Fantasy, malgrado il suo successo di "cassetta" è di "critica", è presente solo con tre volumi del solito Conan e la seconda antologia "di cappa e spada" della Fanucci.

Nel campo della Fantasy si prediligono i classici, come dimostrano le scelte, se vogliamo "raffinate" di Cabell, Meyrink, Merritt, Shiel, Peake, Stewart, oltre al solito Tolkien; mentre negli autori moderni, a parte la solita Le Guin che ha poco o niente a che fare con la Fantasy, si assiste a fenomeni fatti in casa come l'antologia del premio Tolkien "Le ali della Fantasia" che raccoglie tutta una summa di interpretazioni narrative che sono il brodo in cui sguazzano tutti i critici e pseudocritici dell'estrema destra.

E, di orrore in orrore giungiamo ai soli 7 titoli Horror pubblicati a riprova dello scarso interesse (non cinematografico, però!) presente in Italia per quest’ottima forma tanatologicamente fabulatrice.

A conferma del solo interesse Horror-film fra i titoli spicca l'antologia "Al cinema con il mostro", nonché due romanzi di Stephen King subitamente provenienti dal cinema... ("Shining" e "Dead zone").

Infine si segnala la presenza della celebre raccolta di J. Sheridan Le Fanu "Tè verde" in una nuova, ottima traduzione (analoga a quella di "Carmilla" uscita presso Sellerio).

Ora, esaminato in lungo e per largo tutto il possibile iter dei generi e sottogeneri, varianti e classificazioni, rimarrebbe l'esigenza di conoscere, libro per libro, l'intera tiratura effettuata, quindi l'intera vendita effettuata e di conseguenza l'intera giacenza; appunto, in giacenza.

Anche se disponiamo di nostri dati personali (incompleti) ci asteniamo dal fornire cifre minuziose libro per libro, anche se è logico, ed a certi livelli è risaputo, che molte tirature sono spaventosamente basse e che altre tirature sono mantenute basse per far permanere lo stato di ghetto; purtroppo, arrivati a questo punto, l'intero discorso può prendere una piega molto spiacevole nonché penosa quindi ci asteniamo dal fornire altre informazioni scritte, salvo restando aperto il livello orale delle comunicazione che, come ognuno sa, specie nei raduni di Sf, diventa il livello primario e sacrale di ogni possibile (e impossibile) fittizio.

Resterebbero da fare alcune considerazioni generali sulla politica (!) delle case editrici italiane Sf. La politica di Mondadori è quella di sempre sia quella spudoratamente "popolare", che ha ridotto l'immagine della Sf verso le grandi masse come un misto di Seven Up, Grand Hotel e Domenica In.

Ognuno si ritrova quel che merita, ed il lettore di Urania non sfugge certo a questa definizione.

La politica editoriale della Nord è molto più "illuminata" e sottile e quindi è anche più "infida".

Alla Nord si blandisce il lettore con il Cosmo Informatore, la politica dei prezzi "abbastanza" bassi, iniziative accattivanti come il club con lo sconto ecc.. Addirittura Viviani spenderà i milioni, ogni anno, per confezionare un libro di ignobili scarttafacci dei lettori, cioè i racconti del premio Nord e tutto per rendersi complice di un preteso rapporto privilegiato dei fans sostenitori col loro editore.

Senza parlare poi delle "coraggiose" scelte editoriali degli "italiani", col Cremaschi e senza Cremaschi, "ca’molla e senza a'molla" (antica saggezza hindi). Insomma, non è tutto (cosmo) oro quello che luce…

Della Libra, come parlarne, senza scendere nelle sentine del turpiloquio più basso, nelle fogne della trivialità più oscena? No, sinceramente, qui la parola tace, se vuole conservarsi pura.

Umberto Eco, nei suoi pataracchi, cita spesso, a proposito, la celebre frase di Baldur Von Schirac (scambiandola immancabilmente per una frase di Goebels) che fa: "appena sento parlare di cultura, sfodero la rivoltella". Bhé, mi hanno riferito la seguente variante: "appena sento parlare della Libra, sfodero la ricottella". Sfido chiunque italiano a capire il profondo senso ermetico di questa classica boutade.

Dovremmo ora parlare di Fanucci, SIAD - Armenia, Celt e il resto… ma per educazione non parliamo mai, né bene né male, dei moribondi o addirittura dei cadaveri.

Gli avvenimenti ci sono stati ed altri ne seguiranno, i segni sono sempre presenti come sempre, e chi ha un minimo di raziocinio, e nel fandom non ne vedo proprio nessuno, sa benissimo lo stato di cose in cui si versa, e anche dove si andrà a finire.

I riti, vecchi o nuovi che siano, sono sempre i riti, e tutti, prima o poi, finiscono col caderci dentro. Ci accorgiamo che a questa sommaria esecuzione di ciò che si è fatto nell'81, manca qualcosa, non un senso, non una fine, ma addirittura un senso della fine.

Vorremmo che una volta per tutte fosse chiaro il concetto che tutto questo non è che un gioco, ma che gioco non vuol dire necessariamente scherzo, ma anche tragedia; la tragedia di tutto questo è che la fantascienza non esiste più.

Adesso dovremo reinventare il "reale"....






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