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I primi anni del fumetto di fantascienza italiano


di Pier Luigi Gaspa


1935: La nascita

Il fumetto di fantascienza italiano nasce con... Flash Gordon! Nel 1934, infatti, per i tipi della Casa Editrice Nerbini, fa la sua comparsa in edicola 'L'avventuroso', rivista che segna una svolta nel mondo editoriale delle storie disegnare, diventando in brevissimo tempo un vero culto per i ragazzi dell'epoca, che trepidavano sulla sorte dei suoi eroi di stampo statunitense. E nella prima pagina della rivista ogni settimana campeggiavano le magnifiche tavole di Alex Raymond, col suo Flash Gordon lanciato sul pianeta Mongo per evirare quella che nei titoli di testa veniva chiamata 'La fine del mondo'! Flash Gordon diviene ben presto uno dei beniamini del pubblico giovanile, con le sue tavole ricche di fascino, mostri e belle ragazze (tutte abbondantemente 'rivestite' dai censori nostrani dell'epoca!).

Non giunge affatto strano quindi che le riviste concorrenti si siano lanciare nella creazione di saghe fantascientifiche (ma il termine fantascienza, come ben sanno gli appassionati, era di là da venire) per contrastare il clamoroso successo della saga raymondiana. Il primo a cimentarsi in storie fantastiche è il toscano Enrico Novelli (meglio noto con lo pseudonimo di Yambo), che crea per i giornali del gruppo Mondadori ben tre diverse storie: Gli uomini verdi ('Topolino', 1935), Robottino ('I tre porcellini', 1935-36) e I pionieri dello spazio ('Topolino' 1936-37). Si tratta comunque di storie piuttosto ingenue, rivolte a un pubblico infantile.

È su 'Topolino' che compare nel 1935 la prima vera saga fantastica del fumetto italiano: S.K 1. Scritta e disegnata da Guido Moroni Celsi, già apprezzato autore di numerose riduzioni a fumetti di romanzi salgariani; la saga narra le avventure del pilota Varo Vaschi e del professor Franco Vela e della figlia di quest'ultimo, Jole. I tre decollano a bordo di un velivolo stratosferico, finendo per giungere su una misteriosa terra dove affronteranno una serie di pericoli in seguito allo scontro tra Cinabro, l'imperatore del Ferro, e Cabro, signore dcl regno d'Acciaio.

Il lieto fine, naturalmente, è d'obbligo.

Nonostante un certo fascino nella descrizione degli ambienti, il riferimento alla saga gordoniana è palese in tutto lo svolgersi della narrazione, a partire dal terzetto dei protagonisti (struttura narrativa che non risale a Flash Gordon, bensì al primo eroe della fantascienza a fumetti, Buck Rogers, ma che verrà ripreso spesso e volentieri). Non mancano tuttavia le concessioni al regime fascista, nella descrizione eroica del pilota Varo, agghindato come un legionario romano!


Arrivano Rebo e i saturuiani!

Saturno contro la terra, una delle più lunghe e affascinati saghe del fumetto anteguerra, compare sulle pagine de 'I tre porcellini' a partire dal 31 dicembre del 1936, disegnata da Giovanni Scolari e scritta da Cesare Zavattini (soggetto) e Federico Pedrocchi (sceneggiatura). Sono ben sette gli episodi della serie, che si protrarrà fino al 1946, e cominciano con lo scienziato (italiano, naturalmente!) Marcus che avvista un oggetto staccarsi dalla superficie di Saturno e dirigersi verso la Terra. Marcus, con il fido assistente Ciro, per la cronaca anche suo genero, si trova così ad affrontare la minaccia dei saturniani, esseri altri due metri e vagamente ipertiroidei, comandati dal potente Rebo, lanciati alla conquista del nostro pianeta. I due italiani naturalmente riusciranno a frustrare il tentativo, non prima di aver vissuto mirabolanti peripezie. Il primo episodio si concluderà con un inno elegiaco all'Italia, maestra di pace, ordine e operosità. Rebo e i saturniani come già detto torneranno più volte e a un certo punto il ruolo del malvagio passerà da Rebo ('convertito' dai due terrestri) allo scienziato Netro, artefice nell'ultimo episodio della saga, significativamente intitolato 'La fine del mondo', di una spettacolare quanto improbabile divisione in due dell'intero nostro pianeta! La saga riscuote in Italia un grandissimo successo, e tutt'oggi viene ricordata come uno dei più grandi fumetti dell'epoca. Venne anche tradotta negli USA, dove apparve nella rivista 'Future Comics', riscuotendo però un tiepido successo.

Una curiosità: nella versione francese, il malevolo scienziato francese Leducq, antagonista di Marcus, diviene il vero salvatore del mondo, lasciando il suo scomodo ruolo al nostro rappresentante! Certo il risultato delle tensioni esistenti a livello politico tra i due Paesi.


Virus, il mago della foresta morta.

Uno dei grandi cattivi del fumetto italiano è certamente lo scienziato Virus protagonista di tre storie, Virus, il mago della foresta morta (L’Audace, 1939), Il polo 'V' (Topolino, 1939-40) e Il signore del buio (Topolino, 1946), scritte da Federico Pedrocchi e disegnate da Walter Molino (per i primi due episodi) e Antonio Canale.

L’aereo su cui viaggiano lo scienziato Roberto e suo nipote Piero è costretto ad atterrare in una foresta dove i due eroi si imbattono in un malefico scienziato, che come ogni savant fou che si rispetti brama la conquista del mondo grazie alle sue mirabolanti e sconvolgenti invenzioni. Ma i suoi piani verranno per tre volte sventati, in ossequio al lieto fine richiesto alle storie dell'epoca. Trame e disegni collocano comunque la vicenda di Virus tra le grandi saghe del fumetto italiano.

Non sono comunque terminate le saghe anteguerra di fantascienza. Altri giornali pubblicarono storie fantastiche, seppure di minor rilievo. Tra queste una citazione almeno spetta a Il mistero di Saturno a firma P. Bologna, saga di apertura di quello che diventerà uno dei più bei giornali italiani di sempre, 'Il Vittorioso'. Ricordiamo poi I conquistatori dello spazio, di Gian luigi Bonelli e Raffaele Paparella. Partita inizialmente su 'Robinson' sotto il titolo de I falchi grigi, la saga proseguirà dopo la chiusura della rivista su 'L’Audace'. Nonostante si svolga sulle nevi dell'Himalaya, la saga rappresenta un vero e proprio calco di quella gordoniana.


Raff, pugno d' acciaio

In confronto con le saghe di cui abbiamo appena parlato, risultano assai meno prestigiose quelle di Raff, pugno d'acciaio iniziata su 'Il Giramondo' nel 1944 e di Tanks, l'uomo d'acciaio, edita sugli 'Albi Forza e Coraggio' a partire dal 1945.

Raff, il cui vero nome è naturalmente l'italianissimo Raffaele, è un pilota lanciato da Vittorio Cossio (testi) e Mario Guerri (disegni) in improbabili ma godibili avventure marziane, rese ancora più simpatiche dai bei disegni di Guerri.

Naturalmente siamo in piena citazione gordoniana, ma questa come abbiamo visto non è una novità!

Tanks invece si può considerare il primo superuomo di stampo italico, nonostante il vero nome del personaggio sia Jack Hilton e sia di nazionalità americana. In seguito all'esperimento del solito scienziato pazzo, l'eroe acquisisce una forza strepitosa, che gli sarà utile in tutte le sue avventure, costellate di scazzottate e imprecazioni pittoresche ("Per tutti i cavoli cappucci di mio nonno!"). L'invenzione fantascientifica comunque praticamente si ferma qui, nonostante il personaggio goda di vita piuttosto lunga.

Citazione d'obbligo infine per Il terrore di Allagalla, saga che vede protagonista un enorme robot che richiama immediatamente alla memoria 'Il mostro d'acciaio' di Brick Bradford. La storia appare su 'Dinamite' nel 1945, senza però giungere a conclusione. Viene pubblicata nella sua interezza sul mondadoriano 'Albo d'Oro' nel 1946. I disegni sono di Enrico Bagnoli.


Il dopoguerra

Il ritorno alla pace dopo la tragedia della seconda guerra mondiale porta la nascita di numerose e interessanti saghe fantascientifiche, a partire da Misterix, di Max-Massimino Garnier (testi) e Paul Campani (disegni). Edito a partire dal dicembre del 1946 sulle pagine de 'Le più belle avventure', Misterix è chiaramente ispirato ai supereroi americani dell'epoca (Superman del resto era già noto in Italia, sia pure con il nome di Ciclone). Grazie a una tuta invulnerabile e ai micidiali raggi atomici della sua gibernetta, il protagonista se la cava egregiamente in tutta una serie di avventure, buona parte delle quali contro l'acerrimo nemico, Takos, che si rivelerà poi essere suo fratello. Dopo la morte di Takos, Misterix si lancerà in altre peripezie, l'ultima delle quali lo vedrà, indovinate un po', salvare il mondo dalla minaccia dell'immortale signore dell'Isola di Cristallo!

In Italia, la serie ha termine dopo 81 numeri nel 1948, ma il personaggio prosegue le sue avventure in Argentina, dove diventa popolarissimo.

Del 1947 sono invece Mirko, Alan delle stelle e Un uomo contro il mondo.

Mirko apparì sugli 'Albi dell'Intrepidezza' ad opera di Vittorio Cossio per i testi (e i disegni dei primissimi episodi) e Carlo Cossio, già realizzatori delle avventure di Tanks un paio di anni prima. Questa volta il nostro eroe, che per un certo numero di episodi viene trasformato in un gigante dallo scienziato Zendicoff, deve contrastare le brame di Pamaplos, scienziato malvagio come pochi che in seguito si rivelerà fratello gemello del primo. Il rapporto tra i due fratelli, che bene rappresentano il dilemma tra il bene e il male insito nell'uomo, purtroppo non viene portato avanti fino in fondo. Peccato. La saga, comunque, si mantiene su livelli superiori alla media dei fumetti dell'epoca.

Alan delle stelle invece si segnala per alcune caratteristiche che ne fanno un prodotto unico. Se infatti la storia non si discosta molto dalle trame dell'epoca, con il nostro eroe che si rifugia su Urano per sfuggire al gelo nel quale la terra è piombata dopo essere stara sbalzata dalla sua orbita intorno al sole, la sua realizzazione mostra caratteristiche assolutamente peculiari. Innanzitutto, al contrario di quanto generalmente avveniva allora, alla sua realizzazione si è cimentato un intero staff di autori, seguendo uno schema tipicamente americano. Infatti troviamo Alberto Ongaro al soggetto e Giorgio Ussardi alla sceneggiatura, mentre i disegni sono opera di Hugo Pratt (matite) e dello stesso Ussardi (chine). Un vero e proprio schema di lavoro 'industriale' tipico delle strips americane. Come di stampo americano sono la scansione della tavola, le inquadrature e l'uso del contrasto. Da questo punto di vista, in campo fantascientifico, un prodotto unico e d'avanguardia per quegli anni.


Uno scienziato finalmente uomo.

Un uomo contro il mondo vede nuovamente ai testi lo scrittore Cesare Zavattini, aurore del soggetto, sceneggiato da Mario Gentilini, e ai pennelli Giovanni Scolari. La storia apparve per la prima volta su 'Topolino' nel 1947, e inizia pochi anni dopo il termine del secondo conflitto mondiale. All'orizzonte si profila la minaccia di una nuova guerra e le nazioni si riarmano per affrontarla, nonostante sia ancora vivo il ricordo della tragedia da poco conclusasi.

Ma c'è anche chi lavora per il bene dell'umanità, come lo scienziato Bax, intento a ricercare un preparato che debelli tutte le malattie infettive. La ricerca viene coronata dal successo, ma lo scienziato viene rapito da agenti di una nazione straniera che vogliono evitare che il miracoloso siero venga messo a disposizione del mondo intero. Dopo varie peripezie, Bax trova la formula della invisibilità e forte di questo potere inizia una lotta contro il male, rappresentato da coloro che bramano la guerra e hanno sete di potere. Vincerà, Bax, ma non senza che questa vittoria venga pagata col sangue di un bimbo innocente. Triste monito per i potenti che già progettano il conflitto, ma che forse, alla vista del corpicino esanime, mureranno i loro piani.

Il racconto termina con questo moto di speranza, ben comprensibile, ripensando alla tragedia dalla quale l'Italia e gran parte del mondo stava ancora faticando a risollevarsi, e nella quale avrebbe rischiato di ripiombare, e vede, caso unico tra quelli esaminati, finalmente una figura di scienziato che è anche, o meglio soprattutto, un uomo, conscio delle responsabilità che la sua posizione e le sue attività comportano. Una caratterizzazione certo notevole in un'epoca in cui i personaggi risultavano essere solitamente assai schematici. Il disegno di Scolari, infine, serve efficacemente la storia, aggiungendo un notevole pathos grafico.

La saga di Bax ha anche un seguito, Bax contro il grande Uno, ad opera del solo Gentilini, ma il racconto si dipana su canoni più tradizionali, perdendo quella carica di denuncia che caratterizzava l'episodio precedente.


Un 'viaggio allucinante' ante litteram

Per concludere questa veloce carrellata sul fumetto fantascientifico italiano degli anni Trenta e Quaranta, non possiamo non citare altre due belle storie: Un mondo in un albero (Topolino, 1948) e La meravigliosa avventura (Albo d'Oro n. 147, 1949).

Scritta da Federico Pedrocchi e disegnata superbamente da Libico Maraja, Un mondo in un albero si presenta quasi con i contorni della favola, e narra le peripezie di un bimbo che si ritrova rimpicciolito da uno scienziato e costretto, non troppo suo malgrado, a vivere avventure singolari tra i microscopici abitanti di un grande albero. Alla fine, il bimbo tornerà alle sue normali dimensioni, ma ormai conscio della incredibile varietà di forme nelle quali la vita può manifestarsi.

E in ultimo, La meravigliosa avventura. Anche in questo caso i protagonisti vengono rimpiccioliti, ma stavolta non per esplorare la microscopica vita di un altro bensì per intraprendere un periglioso ma affascinante viaggio all'interno del corpo umano! Gli autori di questa saga sono sconosciuti, e il disegno non si rivela di gran livello, però la storia mantiene una sua assoluta originalità.

Siamo così giunti al termine di queste brevi note sul fumetto fantascientifico italiano dei primordi. Con gli anni Cinquanta, faranno la loro comparsa altre storie, altri Autori e altri personaggi, spesso con caratteristiche assolutamente di rilievo. Ma di questo porremo parlare un'altra volta.






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