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I nipotini di Rebo-Appunti sulla fantascienza italiana a fumetti dagli anni ’50 a oggi


di Pier Luigi Gaspa


Riprendiamo il nostro breve discorso sulla fantascienza a fumetti di stampo nostrano. La volta scorsa ci eravamo fermati alle soglie degli anni Cinquanta, dopo aver analizzato una delle più feconde stagioni della narrativa a quadretti italiana (e non solo fantascientifica). Gli anni Cinquanta vedono un proliferare di storie futuribili, spesso di non grande rilievo, ma con alcune notevoli eccezioni. Interessante si presenta la vicenda de Il piccolo centauro, personaggio edito dalla Casa Editrice Gioventù nel 1950 e disegnato da un giovane e ancora acerbo Franco Bignotti. Due studenti di Yale, Alan e Margaret, si imbattono in un disco volante che li porta su un pianeta sconosciuto popolato da animali preistorici e da svariate figure della mitologia greca.

Qui i protagonisti vivono una serie di avventure che oggi appaiono decisamente superate. Ma a rendere interessante questo fumetto è il tentativo di coniugare divertimento e apprendimento. Infatti, quando nello svolgersi della storia compaiono figure mitologiche o animali preistorici, alla fine dell'albo ne viene tracciato un profilo per facilitare il lettore. La serie termina bruscamente con la chiusura della Casa Editrice, in seguito alle polemiche nate per la pubblicazione di un altro personaggio, Pantera Bionda, un Tarzan al femminile, definita troppo scollacciata e soggetta a una serie di denunce. Un fenomeno tipico di quegli anni, originato dalla carenza di carta sul mercato, e inoltre quello degli albetti a striscia. Sono tanti i personaggi di ogni genere che compaiono in edicola, magari solo per pochi numeri. Tra questi, anche alcuni eroi spaziali, in genere ingenui e mal disegnati. Ricordiamo a titolo di curiosità, Dalla Terra alla Luna (1953) e Il Mistero degli esagoni (1953), pubblicati nella 'Collana fantascienza' Magnesia San Pellegrino (si, proprio quella Magnesia San Pellegrino!), Fulgor, il cavaliere del cielo (1952) e Tony Comet, il figlio dello spazio (1954), gli ultimi due opera di Roberto Renzi (testi) e Augusto Pedrazza (disegni).


Avventure rosa nel cosmo

La Casa Editrice Universo è piuttosto attiva in campo fantascientifico nei primi anni Cinquanta. Su 'L’Intrepido' cominciano ad apparire nel 1950 le storie del Cavaliere Ideale, creato da Antonio Mancuso (testi) e Alvaro Mairani (disegni). Almos di Kalamayar, il protagonista, è un principe indiano che all'inizio vive avventure tradizionali nell' esotico oriente, teatro di avventure tra i più graditi in quel momento. In seguito, però, si lancerà in avventure fantascientifiche in questo e in altri mondi. Il tipo di storie e l'ambientazione prescelta rendono certamente di questo fumetto unico nel suo genere. Più tradizionali sono invece le storie apparse sugli 'Albi dell'Intrepido' Giungla Rossa (1952, disegni di Lino Jeva), L’isola del raggio verde (1954, sempre di Lino Jeva) e Agente zero (1955, disegni di Carlo Cossio). Si tratta di storie a carattere sentimentale, secondo la tradizione della casa Editrice, inserite in un contesto fantascientifico.


Affreschi spaziali d'autore

Negli anni Cinquanta, Guido Buzzelli, autore che a partite dal decennio successivo riscuoterà un grande successo, se non altro di critica, era praticamente sconosciuto, ma molto attivo. Fra le tante storie da lui disegnare, non mancano quelle fantascientifiche.

Ricordiamo qui I Pionieri della galassia e Il mistero del satellite H-15, apparsi entrambi sulla rivista 'Mondi Nuovi' nel 1952 e Alex, l'eroe dello spazio, edito su 'Le Nuove avventure' nello stesso anno. Se le trame non si elevano troppo dalla media, con i soliti eroi a spasso nello spazio contro alieni e mostri di ogni genere, i disegni mostrano invece un livello decisamente superiore a quello dei concorrenti dell'epoca, E di un livello assolutamente eccezionale dal punto di vista grafico sono le storie di Kurt Caesar, disegnatore italianissimo nonostante il nome, che pubblica le sue opere soprattutto su rivista.

Fra le tante sue storie, citiamo Gli esploratori degli abissi astrali e Gli eroi del planetario 1°, apparse su 'Il Giornalino' rispettivamente nel 1954 e nel 1967. Pochi riescono ancora oggi ad eguagliare il fascino delle sue descrizioni di scene spaziali.


Fantascienza su rivista

Senza ombra di dubbio, le storie fantascientifiche (e non solo!) a fumetti di maggior valore compaiono sui grandi settimanali degli anni Cinquanta, quali 'Il Giornalino', come abbiamo appena visto, 'Il Corriere dei Piccoli' e soprattutto 'Il Vittorioso'. Con l'avvento come direttore del 'Vittorioso' di Domenico Volpi, sul settimanale cattolico cominciano ad apparire storie fantascientifiche di assoluto rilievo. Mentre spesso e volentieri i fumetti che abbiamo citato finora narrano storie ambientate in futuri e luoghi più o meno remoti, filosofia guida del 'Vittorioso' sembra quella di una stretta aderenza alla realtà. Ecco quindi che nel 1951 compare Gli Ultimi sulla Terra, vicenda ambientata in un'isola deserta tra gli scampati a una guerra atomica (timore di strettissima attualità in quel periodo), narrata con partecipazione da Belloni e disegnata da par suo da un già grande Gianni De Luca.

A questa storia seguiranno tra le altre Astronave Terra-Luna: si parte!, scritta da Domenico Volpi e disegnata da Nevio Zeccara (disegnatore che frequenterà spessissimo nel corso della sua carriera la fantascienza), apparsa nel 1954, e Il mistero della baia blu, sempre del 1954, opera del solo Zeccara. La prima vicenda trae spunto dall'interesse e dalle aspettative suscitati dalla corsa allo spazio, ancora ai primissimi passi (lo Sputnik, il primo satellite artificiale messo in orbita dall'uomo verrà lanciato solo nel 1957), narrando una storia con basi strettamente aderenti alla realtà, l'astronave di questo fumetto, per esempio, viene ideata seguendo le più recenti conoscenze dell'epoca, e ne viene anche presentato uno spaccato tecnico assolutamente realistico. A conferma di questo interesse del settimanale per la scienza, a fianco delle tavole della saga troviamo una rubrica in cui si risponde ai quesiti di carattere scientifico posti dai lettori. Il mistero della baia blu invece si occupa, in modo egregio, senza le assurdità dei suoi predecessori, del fenomeno dei dischi volanti, allora appena scoppiato in Italia.

Anche il 'Corriere dei Piccoli', altro colosso dell'editoria dell'epoca non è da meno. Nel 1959, per i testi dello scrittore e sceneggiatore Mino Milani e per i disegni di Dino Battaglia, compare la saga di Selena, che visto il grande successo riportato ha un seguito nel 1962 con I cinque della Selena, sempre degli stessi autori. Selena è il nome di una nave spaziale partita per l'esplorazione di Marte e poi scomparsa nello spazio. Anni dopo, una nave di pattuglia ritrova una capsula contenente la registrazione di quanto è accaduto ai cinque astronauti. E ciò che ritrovano è un amaro messaggio di addio alla terra e agli uomini, rei di avere la guerra nel cuore. Siamo così giunti agli anni Sessanta.

Junior, di Luigi Grecchi e Loredano Ugolini, è la storia di un ragazzo che un incidente atomico rende super, pubblicata su 'L’Intrepido' a partire dal 1960, mentre Kolosso, edito in proprio da un gruppo di disegnatori e sceneggiatori, tra i quali Alfredo Castelli e Carlo Porciani, è una lunga saga (104 numeri settimanali) iniziata ne! 1964 con protagonista un simpatico forzuto che se ne va a spasso nel tempo a menare sganassoni.

Infine, ricordiamo Atomino, scritto da Maurizio Argilli e disegnato da Vinicio Berti, satira della guerra fredda e della corsa all'atomica, e Le avventure di Gorin e Obi, di Carlo Peroni, una gradevole saga spaziale, pubblicati entrambi su 'Il Pioniere dell'Unità' nel 1964.


Sulle orme di Barbarella

Di notevole importanza, se non altro di costume, sono le eroine fanta-sexy, nate sull'onda della mitica Barbarella, e che contribuiscono a dare l'avvio all'epoca del fumetto per adulti. Compaiono così a stretto giro di posta, Selene (1965), Alika (1965), Uranella (1966), Gesebe! (1966), Cosmine (1973) per citarne solo alcune. Il loro valore artistico però è decisamente scarso e non meritano oggi che una attenzione di tipo puramente storico. Tra le pubblicazioni di questi anni ricordiamo anche L’astronave pirata, del 1968, illustrata con il suo stile un po' barocco da Guido Crepax, con pirati spaziali vestiti come lanzichenecchi e galeoni cosmici, Judok, un western spaziale apparso nello stesso anno è scritto da Gianluigi Bonelli e disegnato da Giovanni Ticci, e Jorgo, avventure di un uomo della Grecia antica che entra a far parte di una sorta di fratellanza cosmica che protegge l'umanità dalle insidie del male impersonato da un malvagio computer cosmico. Un discorso a parte meritano invece le Storie dello spazio profondo, di Francesco Guccini (testi) e Bonvì, al secolo Franco Bonvicini (disegni e parte dei testi), parzialmente ispirare alla saga AAA Asso, Servizio Interplanetario di Decontaminazione, di Robert Sheckley, notissimo quanto caustico scrittore di fantascienza. La saga, pubblicata per la prima volta su 'Off-Side' nel 1969, narra le gesta di due simpatici compari spaziali, un uomo e un robot, che ne combinano di tutti i colori, in un universo non troppo diverso dal mondo di quegli anni. Al divertimento si associa una satira pungente di problemi come la sovrappopolazione e l'invadenza della tv, solo per citarne alcuni. Un fumetto che a distanza di quasi trent'anni si può considerare ancora attuale. E se vogliamo tuffarci nel clima di austerity italiano dei primi anni Settanta, non dobbiamo fare altro che rileggere le spassose avventure di Tore Scoccia, detto Scoccia Tore, il piazzista galattico alle prese con ingorghi spaziali all'ora di punta e multe per eccesso di velocità tra gli asteroidi. Anche in questo caso, non manca una pungente satira del costume dell'epoca. Scritto e disegnato da Giorgio Rebuffi, Tore Scoccia compare per la prima volta sulla rivista 'Re di Picche', nel l969.


Arrivano i Briganti!

Nel 1972 su 'L'Intrepido' prende l'avvio una delle più grandi minacce per l'umanità, quella degli Iber. In un prossimo futuro, gli scienziati vengono ibernati nel polo nord per poter essere richiamati in vita quando le circostanze lo rendono opportuno. Ma un terremoto sconvolge la banchisa riportandoli in vita malvagi, e desiderosi di conquistare il mondo. Un tema originale, ricco di spunti di riflessione. A scrivere e disegnare la serie sono rispettivamente Antonino Mancuso e Antonio Toldo. Nello stesso anno, Alfredo Castelli e Nevio Zeccara danno il via su 'Il Giornalino', alia saga degli Astrostoppisti, divertenti avventure di due simpatici amici in giro a scrocco per la galassia! L’anno successivo compare in edicola la serie UFO, chiaramente ispirata ai telefilm omonimi che vedevano protagonista il Comandante Straker, che tanto successo avevano riscosso presso i ragazzi. La qualità purtroppo non è granché. Nel 1974 è la volta di due storie di particolare interesse, sia pure per ragioni diverse: Crist-031 e I Briganti. Assolutamente originale risulta Crist-031, che ha per tema, come dicono gli stessi autori nella presentazione del primo albo "... una 'interpretazione' fantareligiosa non solo di Cristo ma della genesi della nostra vita". Un tema piuttosto 'forte', e non stupisce che nessuno dei due volumi successivi preannuciati sia mai apparso in edicola. I Briganti appaiono inizialmente in appendice a una altra serie fantascientifica, Fan, di valore assai più scarso, ad opera di Roberto Raviola (in arte Magnus), già acclamato autore di Alan Ford.

La storia, che si arricchirà in seguito di alcuni altri capitoli, mescola sapientemente la fantascienza di Flash Gordon alle antiche leggende cinesi. Troviamo pertanto insieme monaci e astronavi fusiformi, corti medievali e spade laser. Se il testo presenta a volte delle incongruenze, il disegno è come sempre ottimo. Quasi contemporaneamente, Roberto Bonadimani comincia a pubblicare su 'Cosmo Informatore', bollettino della casa Editrice Nord, storie fantascientifiche caratterizzare da un disegno altamente sofisticato, soprattutto nella fantasiosa descrizione di popoli e ambienti alieni. La sua attività troverà uno dei massimi vertici grafici nella lunga storia Rosa di stelle, edita direttamente in volume dalla Nord nel 1977. Le fantasmagoriche e immaginifiche tavole di Bonadimani si commentano da sole e non manca nella storia un sentito appello alla pace universale.


La fantarcheologia a fumetti

Nei primi anni settanta, l'archeologia spaziale, che aveva come autore di punta in Italia Peter Kolosimo, conosce un periodo di grande popolarità. Le più svariate teorie che vedono rivisitato il passato dell'umanità in chiave spaziale trovano larghi consensi tra il pubblico. È sulla scia di questo interesse che su 'Corrier Boy' compare nel 1977 la serie Archivio Zero; un gruppo di uomini reclutati da un misterioso 'bibliotecario' viene spedito qua e là nel tempo per risolvere svariati misteri, come quello del cranio di un mammuth ritrovato con un foro esattamente circolare sulla fronte! Per Kolosimo certo il foro di una pallottola esplosa milioni di anni fa, quando l'uomo era ancora di là da venire, e Tiziano Sclavi, scrittore della serie, non lo contraddice. A rendere più gradevole il tutto, si aggiungono i bei disegni di Paolo Morisi. Intanto però, il vulcanico Alfredo Castelli aveva già posto le basi per il suo personaggio più di successo: Martin Mystere, di cui parleremo più avanti e che farà la sua comparsa in edicola solo nel 1982, dopo una lunga serie di aggiustamenti di tiro. Morisi ripeterà la bella prova un anno più tardi, quando sempre su 'Corrier Boy' compare la serie Ultima Odissea, ispirata ai telefilm di Spazio 1999, in cui gli ultimi scampati al disastro cosmico che ha distrutto la Terra cercano una nuova patria nel cosmo. Per la cronaca, la troveranno.


Un Mago fantascientifico.

Una delle più note riviste a fumetti degli anni Settanta è stata certamente 'Il Mago', diretta da Beppi Zancan. Ed è nella seconda metà del decennio che sul mensile cominciano a comparire con una certa insistenza storie fantascientifiche (non solo italiane). Tra queste, meritano una citazione Ripresa registrata di avvenimento agonistico (1976), Vecchia gloria (1977), entrambe di Filippo Scozzari, e una serie di racconti illustrati col suo inconfondibile stile da Giorgio Cavazzano, già affermato autore di storie di Paperino e Topolino, su testi di Rudy Salvagnini; tra queste vogliamo ricordare Evasione, Il tunnel del caos, Il predone dello spazio, tutte del 1978. La fantascienza gode di una improvvisa celebrità in quel momento, in seguito al clamoroso successo del film Guerre Stellari, e questo genere di storie risulta bene accetto al pubblico. Quindi, Zancan insiste nella sua politica e nel 1979, ad opera di Cesare Reggiani, compare Ulmak di Hrom, il Divinatore Galattico, che si sposta in una galassia tormentata dagli stessi problemi di casa nostra. Purtroppo la saga rimarrà incompleta a causa della chiusura della rivista. Prima di allora comunque fa in tempo ad apparire l'inizio della breve saga di Milady nel 3000, altra opera fantascientifica, seppure di minor rilievo, di Magnus. Non mancano anche in questo caso commistioni tra costumi rinascimentali, stazioni spaziali ed eleganti astronavi.


Prima di Indiana Jones: Martin Mystere.

Nel 1982 è ancora vivo il successo del film I predatori dell'arca perdura, che vedeva Harrison Ford nei panni dell'archeologo-avventuriero Indiana Jones. È nell'aprile di quell' anno che in edicola fa capolino il primo numero di Martin Mystere, il 'detective dell'impossibile', personaggio di concezione nuova nell'ambito del fumetto d'avventura italiano, e non solo per gli argomenti che tratta. Il nostro infatti non è il classico eroe tutto d'un pezzo del fumetto popolare, bensì uno studioso, spesso verbosissimo!, che non disdegna però di spostarsi dal tavolino del suo computer per lanciarsi in avventure spesso pericolosissime. Proprio come Indiana Jones, se non fosse che Martin Mystere è stato ideato prima! Partendo da trame ispirate alla archeologia misteriosa, la lunga saga (che prosegue con invariato successo ancora oggi) si avvicinerà col tempo ai temi più svariati, come gli extraterrestri, i poteri paranormali, i misteri della storia, le leggende di ogni epoca (spesso ambientate in Italia), e a vere e proprie curiosità. Ne ricordiamo una per tutte: nell'avventura intitolata L'uomo che inventava le barzellette, il nostro eroe va a scoprire l'origine di tutte le barzellette, e naturalmente la risposta non potrà che essere fantastica!

Non possono mancare gli acerrimi nemici, in particolare Sergej Orloff, uno studioso come lui voltosi però al male, e i famigerati Uomini in Nero, una organizzazione che si occupa di cancellare qualsiasi traccia che porti a conoscenze diverse da quelle della scienza ufficiale. Da segnalare inoltre una lunga serie di albi che hanno per tema i misteri di casa nostra. Tre anni più tardi, nel 1985, la rivista 'L'Eternauta' pubblica Morbus Gravis, che diventerà il primo episodio della saga che prende il nome dalla sua protagonista, Druuna. Ideata e disegnata da Paolo Eleuteri Serpieri, la vicenda di Druuna, rivolta a un pubblico adulto, purtroppo si perderà per strada dopo il buon inizio, con trame verbose e poco convincenti. Pretesto forse più che altro per mostrare le abbondanti grazie dell'eroina.

Citazione d'obbligo infine per i tre episodi che compongono la vicenda di Roy Mann, scritta da Tiziano Sclavi e disegnata da Attilio Micheluzzi, che compare per la prima volta sulla rivista 'Comic Art' nel 1987.

Uno sceneggiatore di fumetti si ritrova a vivere incredibili e ingenue (a prima vista) avventure, chiaramente ispirate ai temi delle riviste di fantascienza degli anni Trenta, e, in particolare al divertentissimo romanzo di Fredric Brown Assurdo Universo, presa in giro di tutti i temi classici della fantascienza. Un'operazione raffinata, godibile soprattutto da parte degli appassionati del genere.


Cyberpunk a fumetti

Ufficialmente, il movimento cyberpunk nasce con la pubblicazione nel 1984 del romanzo di William Gibson Neuromancer (in Italia Neurornante), da cui prende il via un nuovo e rivoluzionario filone della fantascienza letteraria che ha nello stesso Gibson e Bruce Sterling gli autori più conosciuti. Il mondo del cyberpunk è cupo, crudele, in mano alle più svariate multinazionali, dove la realtà virtuale spesso si confonde con quella reale. Popolato da mutanti, creature metà umane e metà cibernetiche, alla deriva in un pianeta superinquinato e avviato verso un futuro che ben poco ha a che spartire con quello immaginato dai primi autori di fantascienza. È sulla scia di questo filone letterario, diventato poi anche cinematografico che nasce il progetto 'Cyborg', nel 1991.

Tra gli ideatori e curatori della rivista, c'è lo scrittore, critico ed esperto di fantascienza Daniele Brolli, e le storie che vengono presentate non si discostano dalla descrizione che abbiamo appena fatto. Ricordiamo qui La matrice stellare, scritta da Daniele Brolli e illustrata da Davide Fabbri, Helrer Skelter, di Francesca Ghermandi e Fondazione Babele, di Massimo Semeraro (testi) e Marco Nizzoli (disegni). Purtroppo il progetto si rivela ben presto troppo in anticipo sui tempi e troppo 'difficile' per il pubblico.

Brolli riproverà l'anno successivo a dargli un seguito, ma senza fortuna. Travolgente e meritato successo invece incontra a partire dal giugno dello stesso anno il bonelliano Nathan Never, ideato dalla 'banda dei sardi' composta da Michele Medda, Antonio Serra e Bepi Vigna, e creato graficamente da Claudio Castellini. Fumetto giunto in edicola dopo ben due anni di gestazione, e quindi in un certo senso 'costruito' per avere successo, oggi Nathan Never rappresenta il fumetto di fantascienza in Italia. Il mondo della Agenzia Alfa, per la quale l'eroe lavora, è spietato e inquinato, ma anche ricco di suggestioni, spesso mutuate dalla letteratura e dal cinema di fantascienza. Piuttosto evidente è anche l'influenza dei fumetti e dei cartoni animati giapponesi, dei quali del resto i tre sardi sono profondi conoscitori. Interessante, nel 1992, è la breve saga di Stella Rossa, di Onofrio Catacchio, ambientata su un Marte esplorato da astronauti sovietici, mentre Il potere e la gloria (1994) di Ade Capone (testi) e Stefano Raffaele (disegni) rappresenta forse il primo tentativo di creare una saga supereroistica italiana secondo però i canoni del fumetto americano.

Da non dimenticare anche il tentativo del cosiddetto 'Gruppo Hammer', composto da svariati disegnatori e soggettisti, con la saga Hammer, del 1994. Nonostante gli ottimi disegni e le gradevoli storie, non ottiene il successo sperato, probabilmente schiacciata dalla concorrenza del colosso Narhan Never, del quale mutua formato e in parte ambientazione. E per concludere questa carrellata di eroi del futuro, un cenno almeno merita la breve storia Uomini e topi, di Lorenzo Bartoli (testi) e Massimo Carnevale (disegni), vicenda che prende spunto da un abnorme esperimento scientifico per procurare un nuovo corpo a uno scienziato morente. Il risultato sarà la nascita di una innocente e mostruosa creatura metà uomo e metà topo, triste monito forse per gli scienziati che nei laboratori di tutto il mondo manipolano con eccessiva disinvoltura il patrimonio genetico dell'uomo.

La storia viene pubblicata su 'Skorpio' nel 1996.


Fantacomiche stellari

Un discorso a parte meritano le storie fantacomiche di Jacovitti e dei Disney italiani. Il grande 'lisca di pesce', come il grande maestro recentemente scomparso firmava le sue tavole, si è spesso avventurato nei meandri della fantascienza, traendone spunto per esilaranti avventure.

Tra queste non possiamo non ricordare quelle che vedono protagonisti le 'tre P', Pippo, Pertica e Palla, pubblicate sul settimanale cattolico 'Il Vittorioso': Pippo nella Luna (1945), Pippo e la bomba comica (1948) e Pippo nel 2000 (1950). Un cenno merita anche la vicenda di Tom e Johnny, pubblicata su 'Il Giorno dei ragazzi' nel 1961. In tutte queste storie, al puro divertimento si accompagna una vivace satira di costume. Naturalmente anche gli autori Disney non potevano rimanere insensibili al fascino della fantascienza, e più volte hanno usato tematiche e ambientazioni fantastiche nelle loro storie. Vogliamo qui ricordarne solo alcune tra le tante (non sempre di grande qualità, è bene chiarirlo subito). E cominciamo con Paolino Paperino e il mistero di Marte, scritta e disegnata da Federico Pedrocchi, la prima storia avventurosa in assoluto nel mondo di Paperino. E poi Paperino e il razzo interplanetario, in cui Carlo Chendi (testi) e Luciano Bottaro (disegni) si impadroniscono dei personaggi di Saturno contro la Terra, mostrandoci un simpatico Rebo alle prese con i paperi più amati del mondo.

Ma forse oggigiorno l'esperimento più interessante è quello iniziato nel 1996 con PK - Paperinik new adventures, in cui il protagonista, nato sull'onda dei fumetti 'neri' degli anni Sessanta, si trasforma in un supereroe in perenne lotta con un nemico d'oltrespazio. Il taglio delle storie e dei disegni rappresentano il tentativo di avvicinarsi a un pubblico più maturo rispetto a quello tradizionale di Topolino, a un pubblico che magari legge i fumetti dei supereroi (di cui PK ha, non casualmente, anche il formato) e Nathan Never.

Un tentativo coronato dal successo, dato che partito in sordina come miniserie, ora gode di uscite mensili regolari. Siamo così giunti al termine di questa velocissima carrellata sulla fantascienza a quadretti italiana. Scorrendo a ritroso queste righe, balzano alla mente tante altre storie, altri personaggi, che non sono stati citati per mera mancanza di spazio (quello tipografico, al contrario dello spazio cosmico, è tutt'altro che infinito, ahimè!).

Ma questa può rivelarsi un'ottima scusa per parlare ancora dei mille affascinanti mondi del futuro evocati su semplici fogli di cartoncino Bristol.






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