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Sf...ere


di Gianni Pilo


Correva la fine dell'anno 1977.

Preso dal vortice della vita di tutti i giorni, non mi ero mai soffermato a pensare che sono trascorsi ben venticinque anni da quando insieme a nove altri amici (poi persi nel corso degli anni) fondai l'A.N.A.S.F. (Associazione Nazionale Amici della Science Fiction) che sarebbe diventata col tempo la più grossa organizzazione di questo genere che si sia mai vista in Italia. Basti infatti pensare che, nel momento di maggior espansione, ossia nel 1985, l'associazione contava 3.500 iscritti, divisi in Sezioni regionali rette da dei Fiduciari.

Altra caratteristica dell'A.N.A.S.F., cosa che non si era mai verificata in precedenza né si sarebbe mai più verificata in seguito, è che in pratica riuniva tutti gli appassionati di fantascienza, gli addetti ai lavori, gli editori specializzati, i curatori, gli scrittori, gli illustratori, insomma proprio tutti coloro che nutrivano interesse per questo genere. Tale risultato era stato reso possibile grazie a una linea di assoluta "asetticità", per cui non si ebbero mai a verificare quelle diatribe e quelle divergenze (anche di carattere politico) che avevano caratterizzato i rapporti tra i pochi club esistiti fino agli anni 70.

Questo preambolo era necessario come introduzione a "SF…ere", la pubblicazione che nacque contestualmente all'A.N.A.S.F. e che dell'Associazione fu sempre l'organo ufficiale. A parte l'introvabile numero 0 uscito alla fine del 1977 e per il quale venivano spese cifre folli (negli anni '80 vennero pagate anche 80.000 lire per una copia di questo numero) "SF...ere" nacque subito in pratica come una prozine e non una fanzine, ove si pensi all'impianto grafico e illustrativo che caratterizzava questa pubblicazione che, venticinque anni fa, si distaccava completamente da tutte le altre fanzine che erano generalmente o ciclostilate o fotocopiate.

La classificazione di "SF...ere" fu una questione che venne parecchio dibattuta nel corso di quegli anni, soprattutto in occasione dell'attribuzione dei Premi Italia (tanto per la precisione, "SF...ere" si fregia di ben quattro Premi Italia e un Premio Europa). A parte l'impianto grafico, la carta patinata e il grande formato concorreva ad attribuire a "SF...ere" la qualifica di rivista professionale la presenza sulle sue pagine di interviste ai personaggi più famosi nel campo della sf di qua e di là dell'Oceano, i molti racconti di autori stranieri, i maggiori autori italiani e poi le tavole dei più grandi illustratori americani, oltre a quelle di ottimi illustratori di casa nostra, quali Bani, Festino, Cicchetti e tanti altri.

Le copertine, tutte rigorosamente di colore differente, con illustrazioni di Finlay, Vallejo, Frazetta ecc., erano accattivanti e inconsuete a partire dal 1° gennaio 1978. Gli appassionati che fino a quel giorno avevano potuto leggere solo fanzine che apparivano sporadicamente, da quel momento trovarono una pubblicazione periodica che soddisfaceva i loro desideri.

Era nata "SF...ere" che, quel fatidico giorno, ha accompagnato i desideri, i sogni e le speculazioni di tutta una generazione di italiani appassionati di fantascienza, fantasy e horror. Fermamente voluta dal sottoscritto, nei cinquanta numeri usciti nell'arco di undici anni, ha presentato una nutrita serie di testi che ancora oggi sono assai validi: si può tranquillamente affermare che nessuna fanzine, prozine o rivista vanta la quantità dei testi presentati.

Purtroppo nel 1987 la casa editrice Fanucci, che io già dirigevo dal 1980, entrò nel gruppo Rizzoli e, contestualmente al nostro ingresso, mi venne affidato l'incarico di sovrintendere alla pubblicazione di tutti i testi di fantascienza, fantasy e horror che venivano pubblicati dalle varie case editrici che facevano parte del Gruppo Rizzoli, per cui non mi fu più possibile dedicarmi né a "SF...ere", né all'A.N.A.S.F., né alla Sevagram che era una casa editrice emanazione di "SF...ere" e della quale erano usciti i primi quattro volumi. Cercai a quell'epoca di convincere alcuni amici a continuare la pubblicazione di "SF...ere" ma, stante soprattutto il fatto che la maggior parte di loro ormai avevano cominciato a lavorare, non se ne fece più niente e con mio grande dispiacere la pubblicazione cessava, seguita quasi subito dalla fine dell'A.N.A.S.F.

All'inizio degli anni '90 poi, lasciata la Fanucci, presi a lavorare con la Newton Compton dove tutt'oggi, oltre a dirigere la divisione del Fantastico, espleto l'incarico di direttore commerciale, il che ovviamente esclude qualsiasi possibilità di un'eventuale ripubblicazione di "SF...ere", come mi è stato richiesto più volte nel corso degli anni.

Parlare di questa rivista significa parlare di una buona parte della storia della fantascienza in Italia, ma consentite all'estensore di queste righe che sia il suo cuore a parlare. Così come gli appassionati americani attendevano impazientemente l'uscita delle loro fanzine, così in Italia gli appassionati di fantascienza degli anni 70 e 80 non vedevano l'ora che uscisse "SF...ere", a volte bimestrale, a volte trimestrale, ma sempre presente con i suoi articoli, i saggi critici, la narrativa, le recensioni, insomma tutto ciò che è fantasia.

Da quel giorno lontano che vide l'uscita del primo numero molto tempo è passato. Anche il modo di scrivere le fanzine è cambiato e si sono succedute nuove generazioni di appassionati, nuovi stili, nuove tematiche, nuove forme di linguaggio. Ma "SF...ere" è sempre presente con quei suoi fascicoli dal sapore tutto particolare, ancora custoditi dagli appassionati con i capelli più o meno grigi negli scaffali delle loro librerie.

Forse le pubblicazioni odierne possono essere computerizzate o naviganti in Internet, ma il fascino di quelle copertine rimane inalterato, soprattutto per chi, come me, tornando con la mente a quel lontano 1977, cerca di rinnovare un appuntamento con un vecchio amico col quale ricorda, forse con un po' di malinconia, gli entusiasmi e i sogni della giovinezza.






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