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La fantascienza in Italia. Quale futuro dopo Ucronia?


di Nicola Re


La rivista di fantascienza "Ucronia", edita dall'omonima Casa Editrice, non esiste più. Il suo ex direttore, Claudio Bruneri Fusi, ha dichiarato ad Anipe: "Il Corriere della Sera, l'Unità ed il Giornale, hanno scritto che "Ucronia" e stata la più bella rivista di fantascienza europea pubblicata dopo la fine della guerra, se si escludono i Paesi anglosassoni (dove la S.F. è nata ndr.). Ma la fantascienza, genere letterario creato in Inghilterra da Tommaso Moro con le sue Ucronie, è considerata, in Italia, un prodotto di "serie B". Questo, quando negli altri Paesi (Francia e Germania, ad esempio, per non parlare dei Paesi anglosassoni dove, appunto, la S.F. è nata) viene considerata un genere letterario come tutti gli altri. Nel nostro Paese, invece, finiamo per farci i complimenti fra di noi, i pochi esperti del ramo. Si fanno spesso programmi ambiziosi, ma in concreto, alla fine, si realizza ben poco. Finché continuerà ad essere considerata un genere letterario di "serie B", la fantascienza, non avrà un futuro nel nostro Paese".

Da questa constatazione, oltre che, ovviamente, dagli scarsi risultati positivi, e maturata la decisione di interrompere la pubblicazione della rivista. Poi, Claudio Bruneri Fusi, si è separato da Mario Crespiatico, che dirigeva con lui la Casa Editrice Ucronia, che è scomparsa con la rivista. Ora, Bruneri Fusi, messosi in società con Franco Di Matteo, dirige le Edizioni Theorema, una nuova casa editrice che pubblica opere di narrativa tradizionale. Mario Crespiatico, invece, si è unito con Silvio Sosio, altro nome noto nel ristretto orizzonte della F.S. in Italia, per aver organizzato numerosi dibattiti. I due hanno fondato la P.T.P.-Editing, che lavora nel campo dell'informatica.

Ucronia non è certo stata la prima vittima della complessa situazione della fantascienza in Italia. Nel nostro Paese, infatti, le riviste di fantascienza hanno avuto, finora, una vita particolarmente dura. I professionisti del settore, nonché molti appassionati, ricordano con non poca nostalgia, la mitica testata mensile "Robot", diretta da Vittorio Curtoni, edita da Armenia Editrice, nella seconda metà degli anni settanta, per un totale di circa quaranta numeri, esclusi gli speciali. Sembra che una delle principali cause della sua scomparsa dal panorama editoriale, siano state le copie rese. Il suo editore, allo scopo di ridurre, abbassò la tiratura, con conseguente riduzione della diffusione della testata.

E sì che si sarebbe potuto cercare di risolvere il problema, riunendo le copie rimaste invendute, in raccolte contenenti, ciascuna, più numeri, per poi porle in vendita. Altre riviste hanno seguito, infatti, questa strada. Dopo il fallimento di Robot comparve "Aliens", rivista di saggistica di S.F., che però ebbe anch'essa breve vita. Nel settembre del 1983 nacque "Futura", una pubblicazione derivata dalla leggendaria "OMNI", che si definiva "Rivista di Scienza e Fantascienza". In realtà, lo spazio riservato alla fantascienza in questa testata mensile, si riduceva alla pubblicazione di un racconto, spesso mediocre, ed a qualche notizia. (Ad essere onesti, molto poche). "Futura" sospese le pubblicazioni nel 1985 e fino ad oggi non è più riapparsa in edicola. In una situazione così drammatica per le riviste di S.F., sono fiorite le "Fanzines", pubblicazioni a bassa tiratura e a basso costo, curate da pochi appassionati.

Ma quali fattori concorrono al permanere di questa situazione? I distributori chiedono subito il 50 per cento sul prezzo di copertina e, se il prodotto non è di loro interesse, non lo accettano neppure. Inoltre sono scarsi i controlli su questi distributori i quali, in certi casi, distribuiscono quello che vogliono loro e dove vogliono loro.

In simili condizioni, un editore fa fatica a diffondere una nuova testata, come nel caso di "Ucronia". Una delle critiche più centrate rivolte al defunto periodico diretto da Fusi e Crespiatico, comunque, è stata quella di privilegiare la pubblicazione di racconti, a tutto scapito dell'informazione e della saggistica. Una vera rivista dovrebbe contenere soprattutto rubriche, interviste, informazioni e poi, qualche buon racconto. Tuttavia una larga fetta del pubblico italiano di S.F., sembra ostinarsi a concepire la fantascienza come pura letteratura di evasione, rifuggendo cosi da saggi e da rubriche spesso un po' impegnate. La rivista "Robot", nei suoi primi numeri, era abbastanza equilibrata. Tanto spazio alle rubriche, tanto spazio ai racconti. Questo anche nel numero 20 (novembre 1977) contenente un ampio speciale dedicato al cinema di S.F. di quello stesso anno. Poi, col passare del tempo, e dei numeri, lo spazio riservato alle rubriche andò via via assottigliandosi. Fu così che gli ultimi cinque o sei numeri, divennero delle vere e proprie antologie di racconti, con l'unica eccezione della rubrica riservata alla posta dei lettori. Il pubblico interessato alla saggistica, deluso dal "Nuovo corso" intrapreso dalla rivista, smise di acquistarla, mentre gli amanti della versione antologica poterono esultare solo per qualche mese, prima che la pubblicazione venisse sospesa. Oggi il periodico "Cosmo Informatore", edito dalla milanese Nord, cerca, con la sua rubrica di informazioni, di supplire alla mancanza di una vera rivista. Tuttavia, "Informatore Cosmo" resta una pubblicazione gratuita edita dalla Casa Editrice Nord, che viene inviata "a stretto giro di posta" per reclamizzare le nuove pubblicazioni (per lo più romanzi di F.S.) della suddetta Casa Editrice.

La Casa Editrice Fanucci, di Roma, invece, pubblica un notiziario gratuito, "Futuro Notizie", dedicato, però, pressoché interamente, alla reclamizzazione delle opere pubblicate dalla stessa Fanucci. Piergiorgio Nicolazzini, Sandro Pergameno, Gianfranco de Turris, tanto per citarne solo alcuni, si adoperano per non lasciare a bocca asciutta gli appassionati. A Bologna la parte del leone la fa la "Perseo Libri". Dagli uffici di questa Casa Editrice il suo direttore, Ugo Malaguti, dirige, insieme con Lino Aldani, "Futuro Europa", rivista di S.F. che dà spazio agli autori Europei. Anche questa rivista è inviata a "stretto giro di posta". A Carlo Pagetti, docente di lingua e letteratura inglese presso l'Università di Torino, oltre che critico di fantascienza di chiara fama, tocca il privilegio di curare la rubrica di F.S. "Altri Mondi", che compare ogni due mesi sul mensile "Millelibri", diretto da Renato Olivieri ed edito da Giorgio Mondadori. "Millelibri" è una rivista letteraria, nata due anni or sono, che è riuscita a trovare il suo spazio nel panorama editoriale, con un pubblico di lettori che va stabilizzandosi.

Ma chi ama la F.S. vorrebbe molto di più, che una rubrica che non occupa più di una pagina ogni due mesi, come fa "Altri Mondi", su "Millelibri". E si, che molti librai sono pronti a giurare che la F.S. vende, eccome! Basti pensare al quindicinale "Urania", edito da Arnoldo Mondadori, che ha un pubblico abbastanza costante di lettori, ai quali assicura romanzi e racconti. Ma a questo punto gli appassionati esclamano: "Ma Urania non è una rivista". E siamo da capo, alle prese con lo stesso problema. Insomma, è proprio roba da fantascienza!






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