Aria, acqua, terra e fuoco in una fragile "love story"
di Maurizio Porro
Il dubbio che la Pixar si sia ispirata per il suo 27° titolo, Elemental, alla filosofia greca dei primordi che vedeva nell'aria o nell'acqua i principi base dell'universo, svanisce vedendo il film che, tecnicamente avanzato e tronfio della sua intelligenza artificiale, lascia indifferenti. Non centra mai il bersaglio, resta una fredda, fiacca, stravaganza: il fuoco è reso benissimo, ma non scotta.
Innamoramento e amore di Ember, ragazzina infuocata figlia di genitori immigrati con avviata bottega, che incontra il fragile e piagnone Wade, ragazzone di buona famiglia d'acqua: ma tutto resta lontano, come in un acquario. Personaggi soffocati dalle caratteristiche fisiche, acqua e fuoco, in un paese in cui questi elementi, come la terra e l'aria, fanno la differenza sociale fra i colori del centro e della periferia.
Le 1600 inquadrature del film, partito male assai in patria, sono didascaliche e poco coinvolgenti: poteva essere Il padre della sposa con Spencer Tracy e Liz Taylor versione pre socratica, ma è un'inutile esibizione tecnica in cui Pixar, fiutando il marketing, infiltra querelles ideologiche come l'immigrazione e il gender di persone non binarie, classici dell'avanzata lgbtqia+ Disney, consapevole che i ragazzini sono più avanti dei politici.
L'autore Peter Sohn (Il viaggio di Arlo) pesca a piene mai dalla sua biografia di coreano cresciuto nel Bronx che ha sposato un'italo americana, provocando in proprio una mini west side story.
[ Indietro ]
Articoli per film Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (20 letture) |