Emma Stone e il sesso libero di una creatura mostruosa
di Valerio Cappelli
Prossima fermata al Lido, Londra di fine '800. In età vittoriana (buone maniere e senso del dovere), siamo in compagnia di una Frankenstein al femminile, con un bel po' di sesso vissuto in maniera libera. Alla Mostra arriva il mondo di Lanthimos in Poor Things! Alla proiezione per i media riscuote l'applauso più vibrante e si candida al Leone d'oro. Il suo cinema (The Lobster, La favorita...) è pane per la tribù dei cinefili, affamati dei suoi personaggi senza nome lontani da convenzioni sociali e vicini a recitazioni stranianti, a situazioni astratte.
Qui ispirandosi al romanzo di Alasdair Gray i tra bianco e nero e colore c'è il surplus di un «mostruoso», ibrido, carnevale degli animali, teste di cani e maiali in corpi pennuti, anatre improbabili, teste di cavallo in carrozze col volante.
«Non importa quanto cerchiamo di esagerare le cose, la vita vera è sempre molto più eccessiva».
In uno sfondo nebbioso di atemporalità, una giovane donna, Bella è il suo nome, viene riportata in vita da uno scienziato poco ortodosso, Willem Dafoe, il cui volto è solcato da cicatrici spaventose che sembrano autostrade.
Ogni tanto dalla bocca gli escono grandi bolle di sapone. La sua creatura viene definita ora «opera del diavolo» ora «una ritardata molto carina». Lei cammina come una marionetta, assimila una decina di parole al giorno e si esprime con una sincerità brutale. A un certo punto vuol dare un pugno a un bebé che frigna. Promessa sposa all'assistente di Dafoe, Emma Stone interpreta una protofemminista «libera dai pregiudizi che difende uguaglianza e partecipazione». Stone si getta in un'avventura per scoprire il mondo. Viaggio di formazione accompagnata da un avvocato dissoluto e sessuomane, Mark Ruffalo, prima di diventare prostituta, nel film mostrandosi generosamente mentre un cliente porta a lezione di sesso i figli che prendono appunti durante l'amplesso del papà.
«Bella - ha detto Emma Stone, assente per lo sciopero di Hollywood - non ha alcuna vergogna o trauma, non ha nemmeno un passato». È abitata dal senso della meraviglia. «È così piena di vita che ogni aspetto dell'esperienza umana è intrigante per lei, a cominciare dal sesso, non le è stato detto che ci sia qualcosa di male nel fare ciò che vuole quando vuole. In Europa c'è una mentalità diversa sul sesso e ora la penso come Yorgos anche se sono americana, da noi nudità e sessualità sono scioccanti, per Yorgos è l'opposto. Bella non ha sensi di colpa, è un'eroina moderna».
E il regista: «Emma non si è vergognata del suo corpo. Il film esplora come gli uomini vedono le donne, la pressione a cui le sottopongono».
A volte Emma chiedeva a Lanthimos: «Non so cosa diavolo sto facendo, per te va bene? Ero elettrizzata e spaventata». E il regista greco (maestro di universi destabilizzanti, dark humour e dinamiche comuni fuori controllo) risponde: «Talvolta non lo sapevo nemmeno io, così provavamo cose diverse. Nel montaggio le mandavo messaggini: come fai, è incredibile. Sei tutta istinto nel creare una creatura diversa da qualsiasi cosa mai vista prima».
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