Memorie di Theras - le campane di pietra
di Corinna Corti, Luca Bianchi, Taras Volpe Gaudelli e Gianstefano Romanelli, con lo pseudonimo collettivo di Asgradel, ed. Capponi, 2019 (18,00 €, 400 pagg.)
Buon fantasy ambientato in un mondo totalmente differente dal nostro, nel quale qualcosa detto il Vuoto ha ormai quasi distrutto la civiltà.
Il protagonista è una sorta di monaco che viene mandato, dalla città di questi religiosi, a portare nella regione più vicina al Vuoto una sacra reliquia.
Questi subirà presto un attacco che lo priverà del prezioso carico, ma gli risparmierà, unico, la vita.
Scoprirà poi di avere vari poteri, uno dei quali gli farà possedere il corpo di un guerriero che stava per ucciderlo; in questa nuova forma, seguirà la comandante che aveva trucidato i suoi simili (già si era trasformato in un residuo, senza quasi ricordi di quanto aveva vissuto), con l’intento di vendicarsi.
Ma poi ciò passerà in secondo piano, dovendo affrontare infinite avventure che lo porteranno a rischiare la vita, per poi scoprire di poter soggiogare i morti a risorgere per combattere per lui.
Il finale sarà apologetico, con lui che, come gli avevano anticipato i suoi sogni, porterà quella donna ad essere l’unica, ultima possibilità di salvezza per quel mondo.
E, per fortuna, tutto ciò è raccontato in una buona prosa, che solo in una sua parte mostra qualche segno di… non completa correttezza (chissà di quale degli autori).
E risulta avvincente quel giusto per farsi leggere piacevolmente.
Ci sono nani, elfi, orchi (anche se, di questi, ve ne è uno solo, che risulterà fasullo), mostri di molti tipi, e la reliquia risulterà alla fine anch’essa… un essere favolistico.
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