Il messaggio
di Gustavo Gasparini
Gino Borghi rincasò stravolto.
- Teresa! - balbettò con un filo di voce, barcollando nell'anticamera come un ubriaco. - Teresa! L'ho incontrata di nuovo! -
La moglie lo abbracciò con un'espressione preoccupata.
- Calmati, Gino, non è niente! - Si sforzò di rassicurarlo, battendogli sulle spalle.
Hai appena iniziato la cura, non puoi pretendere di guarire da un momento all’altro. Ma è soltanto questione di tempo: hai dimenticato le assicurazioni del professore? Quelle pillole giapponesi fanno miracoli! –
- È più di una settimana che continuo ad ingoiare quelle dannatissime pillole, ma non vedo il minimo miglioramento. – Piagnucolò Borghi come un bambino - E quell'orribile vecchia è sempre là ad aspettarmi sul pianerottolo, ogni sera, da quasi un mese!
Se almeno la scorgessero anche gli altri! La sua vista mi riuscirebbe meno insopportabile… -
-Ma si tratta di un’allucinazione, caro. È per questo che gli altri non la possono vedere. Non ricordi la spiegazione del professore? Una semplice proiezione mentale, ha detto, un’esteriorizzazione psicorragica di conflitti latenti, ancorati ai livelli profondi dell’inconscio: sono le sua precise parole. –
- Parole! Parole! - gemette l’uomo. - Ma delle parole pronunciate ogni volta dalla vecchia ti pare che il professore abbia saputo trovare una spiegazione soddisfacente? -
- Ha parlato anche oggi? Che cosa ha detto? -
- Non lo immagini? Che cos'altro poteva dire oggi!? "Mancano tre giorni", ha sibilato fra quelle sue immonde gengive sdentate. Mi sai dire che cosa succederà fra tre giorni? –
- Il professore non ha dubbi in proposito: le parole che la vecchia ti dice ogni giorno sono un messaggio che l'inconscio cerca di farti pervenire eludendo come può le barriere erette dai meccanismi di censura. Molto probabilmente fra tre giorni la tua allucinazione subirà una metamorfosi radicale, concretizzandosi in un messaggio di nuovo tipo. –
- E se addirittura sparisse del tutto? - Azzardò Borghi in tono speranzoso. - Se si togliesse per sempre dai piedi? -
- Purtroppo a questa riguardo il professore non si dimostra così ottimista. – Sospirò Teresa. - Lui crede soltanto nella terapia, lo sai. Ma abbiamo la sua formale assicurazione che finirà col guarirti: di lui puoi fidarti. –
- Per me non è altro che un ciarlatano! - inveì Gino Borghi con furia improvvisa. Grosse gocce di sudore gli imperlavano la fronte. Cominciò a torcersi le mani con un’espressione sconvolta.
- Che ne sarà di me? - ansimò con voce rotta. - Non so proprio a che santo votarmi!-
Tre giorni dopo era morto.
Teresa rincasò dal funerale completamente affranta.
Salendo a lenti passi le scale incontrò una donna anziana vestita di nero, dall'aspetto particolarmente ripugnante.
Grosse verruche le cospargevano la faccia ossuta e il lungo naso scarno che sembrava congiungersi con la punta del mento aguzzo e prominente. I suoi occhi mandavano fiamme.
Non appena i loro sguardi s'incontrarono, la vecchia emise con la bocca sdentata un roco sogghigno e sollevò una mano con tre dita spalancate.
- Tre mesi! - biascicò in tono di bieca soddisfazione.
- Tre mesi a partire da oggi. –
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