Recensione di Fulvio Rossi a "Stati di allucinazione"
Nato dall'idea di sfruttare un nuovo tipo di esperimento iniziato da John Dilly, psicoanalista americano, negli anni 60' e proseguito da altri sperimentatori quali W. James Castaneda, ecc…
I quali si avvalevano dell'uso congiunto di L.S.D. ed isolamento sensoriale (ossia buio, silenzio totali), Alteraded States scaturisce dal pensiero di colui che viene considerato un regista di vivida immaginazione e fantasia: Ken Russel.
La trama del film è molto semplice: impostata appunto sulla volontà di E. Jessup (Hurt W.) di condurre a termine i suoi esperimenti anche a costo di compromettere i rapporti familiari, si intrecciano sulla base di una serie incredibile di effetti speciali, un'intensa tematica religiosa e la ricerca di tutta la verità sulle origini dell'uomo.
Questi i punti salienti di un film, tutto sommato, non così eccezionale come si può essere indotti ad immaginare, ma d'altra parte, a causa di tali complesse tematiche, non è certamente la pellicola dalla quale si possano dedurre, molto semplicisticamente, brevi significati. Al contrario, dopo aver visto questo film, peraltro accessibile a tutti come linguaggio, si ripropongono quesiti veramente millenari, che l'uomo si è posto dal momento in cui ha superato nella scala evolutiva lo stadio animalesco, passando dalla semplice ed istintiva lotta per la sopravvivenza ad altre attività, certamente molto semplici, ma che già implicavano l'uso della ragione.
Su di esso vibra l’emozione di poter finalmente giungere un giorno a scoprire tutto su ciò che noi siamo e, soprattutto, perché lo siamo, magari passando attraverso i vari stadi evolutivi per giungere, nel vortice dell'infinito cosmico a livello di entità cellulare e più in là, atomica: essere tutto e nulla, sintesi di un processo misterioso che ci conduce attraverso l’amore.
[ Indietro ]
The Dark Side Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (4 letture) |