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Recensione di Angelo Lo Piano e Fulvio Rossi a "Conan il barbaro"


Prosegue sul grande schermo il filone del fantastico con ambientazione in epoche sulla cui collocazione temporale non è possibile dare un dato ben preciso.

Una pellicola in cui eroismo ed eros si fondono e, praticamente, sono i due elementi essenziali del film, chiaro esempio della filmografia eroico-fantastica, stile anni cinquanta.

Un giudizio completo sul film non è possibile, in questo spazio limitato; bisogna innanzi tutto dire che la parte tecnica è ben curata; così come per la fotografia e la scelta dell'inquadratura, mentre dal punto di vista degli effetti speciali e della musica eccede nel grossolano.

La prima impressione che ha avuto, sulla mia comoda poltrona, è stata quella di trovarmi di fronte ad un bel film, ho dovuto ricredermi dopo la prima azione. Alla visione (macabra) dei possenti bicipiti del protagonista (veri?) e delle improbabili lotte che doveva sostenere, ho avuto la certezza di trovarmi di fronte alla sceneggiatura di un fumetto e neanche troppo bello.

Faccio notare che sono un amante del genere eroico, nonché fantastico, ma questa pellicola, nonostante le migliori intenzioni, non è riuscita a dare l'idea del super-eroe, scadendo (soprattutto alla fine) in effetti degni dei film di basso costo tipo Bruce Lee o films di fantascienza poveri (ma non per questo belli).

Si parte dal presupposto che in un periodo di barbarie l'unico elemento su cui fare affidamento è la propria forza fisica.

Con essa si combattono le ingiustizie, ci si vendica dei soprusi, si domina. Ma è giusto?

Per quanto sia da considerare "Fantasy", mi è parso troppo carico di periodi storici relativamente recenti: Assiri ecc.… e di epoche passate quasi preistoriche, in cui esisteva l'"Acciaio" (è improbabile che il segreto dell'acciaio fosse privilegio dell'uomo grazie alla divinità e che, in seguito, l'uomo stesso abbia smarrito e scordato tale segreto per riscoprirlo solo migliaia di anni dopo); ma nel Fantasy qualsiasi cosa, per quanto illogica, è accettabile.

Ciò che però mi ha lasciato i dubbi maggiori, vendetta a parte, è che per giungere alla vetta del potere l’eroe riesce a far dimenticare gli omicidi In lotte barbare, fratricide, in un corpo a corpo tra uomini che andavano acquisendo uno stato animalesco per sopravvivere alla crudeltà del tempo. Se questo è il prezzo della "libertà" non lo pagherei!






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