Due parole sull'effettivo valore del cinema applicato alla letteratura fantastico-fantascientifica
La recrudescenza del fantastico come affare mi spinge a lanciare uno spunto di polemica (credevate di potervela cavare così a buon mercato?).
Sull'egemonia del "Cattivo gusto" e della "malafede" dell'intera "operazione rimbecillimento" dei cosidetti mass media.
È cominciata con Star Wars, ma non ce ne siamo accorti molto perché allora il film era tecnicamente perfetto ed ancora solidamente un buon "Space Opera" (la gente al cinema non ci va solo per vedere "Il cacciatore" od "Apocalipse now") ci ha attaccati come in una novella Perl Harbor con le infime serie di telefilm made in Japan ad ora persiste, insiste. Si noti come il film base degli anni 80 è il "Superman" il "Conan" e non il "2001", qualcuno lo chiama riflusso, ma in poche parole è solo buona, vecchia decadenza stile impero romano.
Pur avendo immense potenzialità tecniche ed emozionali il film del fantastico e della S.F. è ancorato al circuito delle opere di serie, prettamente commerciali, questo è da imputarsi alla tendenza di mediocrità innata nella mentalità dei maghi degli incassi o non è forse una mancanza nostra? Un lasciarsi turlupinare senza reagire?
Il fatto, come sempre, e che noi (i veri intenditori, quelli che hanno superato da tempo l'era adolescente delle tematiche della S.F.) siamo in pochi e lo resteremo se continuerà la tendenza attuale di proporre al grosso pubblico solo la parte più debole (se mal trattata) dei generi fantastici, magia alla buona, eroismo da fiera, scienza non solo maltrattata ma trucidata, emozioni grossolane.
È certo che sarà così se la gente della strada continuerà a vedere la S.F. ed il fantastico sul grande e piccolo schermo. Pensateci e fatevi vivi.
CIAO.
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