PENNACCHIO Chiara
Racconti: "La città a strati", "Alter" n. 13/'82, ed. Milano libri-parabola sulla stratificazione del reale, narra di una fantasmagorica città, appunto, a strati: "La città era stata rasa al suolo almeno sedici volte..."; "Gli abitanti dei vari livelli ignorano del tutto l'esistenza di quei fratelli sopra e sotto di loro.". Poi il fatto:
"Appare però sulla superficie di asfalto speciale su cui poggiava la città, un forellino.", e le conseguenze: "...il foro continuava ad allargarsi, sempre più rapidamente.". Il foro continua ad allargarsi, a dismisura, e la gente impazzisce; ma è un impazzire giocondo, dionisiaco,
irrefrenabile, abissale: "L'orrore divenne splendido, e i primi folli cominciarono la discesa nel tempo, seguiti a poco a poco dalle masse che si precipitano ubriache nell'abisso.". Un viaggio nel passato, una
ubriacatura di sperata sapienza, dell'approssimarsi di un qualche cosa di grandiosamente rivelantesi... certo viene in mente l'archeologia, e Troia, penso sia inevitabile, ma l'atmosfera che si crea è tutt'altra, con anche angoscia
del futuro, insieme ad un'allegrezza del tutto particolare, di liberazione estatica, di prorompente vitalità scatenantesi. Insomma, è una parabola, un'allegoria, una descrizione fantastica di sentimenti tutti umani. (1 pagina)
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