Araj dimoniu
antica leggenda sarda, di Sergio Atzeni-FIABESCO
ed. Le Volpi, '84, 42 pagg., 14.000 £ (7,23 €); © by Sergio Atzeni e Le Volpi Editrice s.r.l.
Una vera e propria fiaba, anche se non classica, ma ricavata dalle tradizioni popolari di molti paesi di Sardegna, Nuragus, Dualchi, Cabras, Alghero, Berchidda, Guspini, Desulo, Modolo, Nuoro, Aritza, Villacidro e Quartu, racconta, tipicamente, la storia di un bambino, Luisu, che, qua, decide di "andare a vedere il mondo", e che incontrerà, altrettanto tipicamente, infinite peripezie.
Nelle quali, appunto, gli elementi propriamente fantastici abbondano, ad iniziare da una fontana dalle caratteristiche e dai poteri magici: "...una fontana, e
scivola tranquillo oltre il bordo, si perde nell'erba. Bianco come il latte, alla luna.... L'acqua della fontana è bianca come latte.
Luisu unisce le mani, si piega. Beve. È latte caldo.... Non può morire, chi beve quel latte benedetto."; "A settembre il latte della fontana è acqua..." (pagg. 27-28); per passare ad un'erba che si trova in una maniera davvero strana, e che ha, sicuramente, un potere grandissimo, anche se non si sa bene quale sia: "Una manciata di erbaluzza rende inesauribile l'oro di qualunque baule."; "...il picchio fugge appena vede il gomorroi (una spece di specchietto), e (invece che l'erbaluzza, che "fa sparire il gomorroi nel nulla") cerca un nuovo albero dove fare il nido. Un cercatore lo segue e prepara il gomorroi.... Mai nessun picchio cerca erbaluzza. Non so se l'abbiano mai cercata, nella notte del tempo, né perché i cercatori si ostinino a credere che la cercheranno.... Ognuno dei cercatori ha una verità, una fede diversa da quelle di tutti gli altri. Uno dice che cancella i peccati mortali dall'anima, un altro che restituisce i capelli ai calvi
(etc.)" (pagg. 38-41-43-44).
Evidente l'atteggiamento negativo dell'autore nei riguardi delle credenze popolari che portano a compiere azioni decisamente insensate: "Soltanto se berrà
quell'acqua figlierà un puledro verde..." (pag. 45), che fa prendere a calci, ad un personaggio, una giumenta incinta, e, poi, calpestare "...senza badarci..." il puledro.
Nel suo viaggio, Luisu incontrerà una giana, una strega, ma, poi, gli verrà spiegato che: "Anche la strìa (altra denominazione sarda della strega) è una donna.
Voleva ucciderti per prendersi il cavallo e venderlo al mercato.... Sotto la sua casa c'è una fossa dove ha sotterrato cento e cento viandanti. Li avvelena per derubarli, ma anche per il gusto di vederli agonizzare.... Ma è donna, non demonio." (pag. 61), da uno dei due personaggi veramente magici che vi si trovano; uno: "può parlare con ogni voce creata e inventarne di nuove, e
cambiare naso, età, colore dei capelli, e diventare grasso, untuoso e puzzolente come un mercante, o alto, chiaro, elegante, profumato, barone.", l'altro: "...(ha) la vita del gatto, della nube e del fiato sospeso..." (pag. 62), che operano della vera e propria magia: "Appaiono dal nulla un tavolo tarlato, tre sedie nere e un camino che protegge il fuoco dal vento.... Voglio una tavola imbandita con tovaglie di batista ricamate e piatti di porcellana-ordina, la voce è un canto sommesso... e che dalle guance e dalle mani di Luisu spariscano le spine dei cardi-Mentre parla tutto si avvera, il sole di primavera, la voliera gialla e la tavola imbandita. Quando tace tornano notte e vento, camino e capra sul fuoco. Le spine dei cardi non tornano." (pagg. 58-61), ma che, poi, si riveleranno essere degli esseri solamente onirici.
Evidente l'impostazione marxiana dell'autore, che, dopo gli accenni che abbiamo visto, nel finale fa una lunga tirata contro i "baroni", in chiave evidentemente classista.
Pubblicazione destinata ai bambini, fin dai caratteri, è illustrata da Giorgio Pellegrini, cagliaritano del '52.
Vi si dice che uno studio su questa leggenda, del linguista Gino Bottiglioni, è stato pubblicato nel '22 dall'ed. Olschki.
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