Fiabe italiane
a cura di Italo Calvino-FIABISTICA
"I libri di Italo Calvino", ed. Mondadori, '91, 1118 pagg., 45.000 £ (23,24 €); © by Palomar s.r.l.
Raccolta di fiabe italiane che il Calvino ha scelto da antologie e riviste, ma non andando a raccoglierle lui personalmente, oralmente, poichè, dice, ce n'erano a
sufficienza. Sono di quasi tutte le regioni, tranne la Valle d'Aosta, in quanto, di quella, ve ne sono solo in lingua francese, anche se ne ha tradotte, proprio dal francese, di liguri, nè dell'Umbria, perchè troppo poche e troppo poco significative. Vi sono anche, di area linguistica non italiana, due leggende dei greci di Calabria. Nella corposa e dotta introduzione, Calvino
dice di come vari molto, da regione a regione, la disponibilità di fiabe a cui attingere; la Sicilia e la Toscana ne sono le più ricche, così come il Veneto, l'Abruzzo, la Puglia e la Calabria; per le altre il materiale è scarso.
Oltre a questo criterio, si è attenuto a quello di rappresentare tutti i tipi di fiaba documentati. Vi sono sia fiabe vere e proprie che leggende religiose, novelle,
favole d'animali, storielle, aneddoti e leggende locali. Tra le varie versioni di una stessa fiaba o leggenda, ha scelto quella che gli è sembrata, più che altro, aver: "...messo le sue radici in un terreno, ne ha tratto un succo, s'è fatta più monferrina, più marchigiana, più otrantina." (pag. XXI). Sempre a riguardo delle varie versioni, in vari casi ne ha utilizzate due, a volte perfino tre, fondendole in una unica.
Il suo intervento sul testo, oltre a quello macroscopico della traduzione dal dialetto, varia da fiaba a fiaba, per qualità e misura, a seconda di quanto il testo gli suggeriva. Sempre nell'introduzione molto interessanti una teoria del Propp sull'origine delle fiabe, secondo cui: "...la nascita di molte delle fiabe popolari giunte fino a noi sia avvenuta nel momento di trapasso dalla
società dei "clan" basata sulla caccia, alle prime comunità basate sull'agricoltura; quando cioè i riti di iniziazione caddero in disuso e i racconti segreti che li accompagnavano o precedevano cominciavano a essere narrati senza più alcun rapporto con le istituzioni e le funzioni pratiche cui erano legati, persero ogni significato religioso e diventarono storie di meraviglia, crudeltà
e paura." (pag. XLI). E le caratteristiche della fiaba italiana da lui individuate: "...corre, nella fiaba italiana, una continua, sofferta trepidazione d'amore. Nelle fiabe non s'incontra quasi mai lo schema per noi
più facile ed elementare di storia d'amore: l'innamoramento e le traversie per giungere a nozze... Le innumerevoli fiabe di conquista o liberazione d'una principessa, trattano sempre di qualcuna che non s'è mai vista, una vittima da liberare per prova di valore... gli innamoramenti più concreti e sofferti delle fiabe... sono di quando la persona amata prima la si possiede e poi la si deve conquistare." (pagg. XLVI-XLVII).
Una notizia che penso vi possa interessare, è che anche in fatto di fiaba la produzione fantastica italiana sia scarsa. Molto utili ed interessanti le note alle singole fiabe, anche se sarebbe stato meglio se fossero state messe in fondo ad ogni volume, e non tutte nel terzo. C'è anche una bibliografia dei testi da cui sono state tratte. Ve ne è anche un'edizione dell'Einaudi, più economica, in due volumi e di qualche anno fa.
Per le fiabe italiane, da ricordare anche i volumi, sempre della Mondadori, delle fiabe delle varie regioni, anche queste già di qualche anno fa, e "Le fiabe delle Asturie", a cura di Romeo Bassoli, ed. Riuniti.
Per quelle estere, la serie "Fiabe e leggende da tutto il mondo", "Oscar",ed. Mondadori, '92.
A livello critico, da segnalare: "Il mondo incantato. Uso, importanza e significati psicoanalitici delle fiabe", di Bruno Bettelheim, "I fatti e le idee. Saggi e biografie", ed. Feltrinelli; "Le radici storiche dei racconti di fate", di Vladimir J. Propp, ed. Boringhieri; "Morfologia delle fiabe", sempre del Propp, ed. Newton-Compton e Einaudi (più recente); "La fiaba del lieto fine", di Marie-Louis von Franz, ed. Red; "L'individuazione nelle fiabe", sempre della von Franz, ed. Boringhieri; "Le fiabe di paura", di Verene Kast, ed. Red; "Fiabe del sottosuolo", di Giuseppe Sermonti, ed. Rusconi e "Le fiabe nella tradizione popolare", di Lilith Thompson, ed. Il Saggiatore,
segnalato dallo stesso Calvino.
A livello amatoriale, "Un alfabeto per la paura", di Francesca Marzotto Caotorta, in "Sf clipping" n. 18, da "Il sole 24 ore" del 22 dicembre '91, il numero monografico sulla fiaba di "Sf clipping", il n. 40, del giugno '92; "Fiabe: messaggi in codice dalla notte dei
tempi", di Giovanna Repetto, in "Rivista di fantascienza", anno III, n. 2, pag. 36 e "Fiabe" di Rino Pepe, "Intercom", n. 128/129, '92, pag. 47.
Originariamente in "Alpha Aleph" n. 3-settembre '93
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