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ed. Gribaudo, '90, 205 pagg., 20.000 £ (10,33 €); © by Gribaudo Editore

FANTASCIENZA


Altri contributi critici: recensione di Errico Passaro, "L'eternauta" n. 101, ed. Milano libri, '91, pag. 20


Antologia in cui vengono raccolti i migliori racconti del Premio Courmayeur della sezione "Miglior racconto ambientato in Valle d'Aosta".


-"Courmayeur2013", di Angelo Sanguineti (pagg. 15-18)-miglior racconto ambientato in Valle d'Aosta nell'edizione del '88, è una divertente short story che ironizza sulla pretesa dell'uomo di arrivare alle stelle quando non riesce a fare funzionare i più semplici servizi urbani.

-"Di un'avventura toccata a Giacomo Casanova, veneziano", di Fabio D'Andrea (pagg. 21-37)-miglior racconto della sezione nell'edizione '90, è una sorta di mescolanza fra il genere storico e il fantasy. Infatti si svolge verso la metà del XIII° secolo, e ha a protagonista, appunto, Giacomo Casanova, ma, ad un tratto, la narrazione scivola nel fantastico, quando un elfo, mentre il protagonista stà, tipicamente, attraversando un bosco, lo apostrofa ammonendolo, altrettanto tipicamente, che c'è un pericolo che incombe su quelle terre, e chiedendogli di porvi rimedio. Non che poi la narrazione si svolga secondo quanto imporrebbero i canoni del fantasy, dopo una tale apparizione, ma continua restando sulla falsariga del racconto storico.

-"Un giorno con la legione", di Silvio Canavese (pagg. 39-58)-finalista al S.O.C. '86, non è ambientato in Valle D'Aosta, ed è, evidentemente, stato inserito per presentare l'autore, che è l'organizzatore del premio. È un racconto del dopo-disastro, che si svolge in un'Europa devastata da una terza guerra mondiale che la vede teatro di uno scontro, ormai, per fortuna, improbabile, fra le due superpotenze. La legione di cui al titolo è l'armata comune europea creatasi proprio a difendere, anche se, forse, solo simbolicamente, il vecchio continente. La narrazione si incanala non, come si potrebbe pensare, lungo la direttiva del racconto di guerra, ma, piuttosto, lungo quella del racconto di sentimenti, incentrato com'è sull'apparire, fra le truppe stremate, di una bambina, che darà loro un pò di sorrisi.

-"Gita alle Coppelle", di Sergio Tuccia (anche in "Vangelo elettronico", "I calicanti" n. 4, ed. Keltia, '94; pagg. 61-78)-buon racconto di Sf un pò alla Lovecraft, col suo mischiare elementi di space opera con altri di dark-horror. Nella presentazione all'autore si dice, fra l'altro, che è un ammiratore di Asimov, e ciò si riscontra nel novum specifico di questo racconto, prettamente scientifico; il masso alieno al centro della trama produce effetti strani perchè, essendo di un altro sistema solare, si muove entro limiti di tempo totalmente differenti dai nostri, a causa della struttura della materia di cui è composto. Che, poi, ciò abbia delle attinenze con la realtà scientifica, ho dei serissimi dubbi, ma poco importa; il racconto è divertente, e si legge bene.

-"L'ultima cordata", di Domenico Gallo (pagg. 81-97)-in cui si racconta di una Valle D'Aosta futura abbandonata a causa delle discariche radioattive cosparse per le sue belle montagne. Un'utopia negativa, quindi, che viene resa, poeticamente, attraverso il racconto di due nostalgici dell'alpinismo che tentano, pagandola caramente, di scalarle ugualmente.

-"Compagno di viaggio", di Miriam Poloniato (pagg. 99-118)-un fantasy in cui un bambino percorre un percorso iniziatico, avendo come spirito guida un uccello, l'incontro col quale molto ricorda quello che avviene in "Il segreto del bosco vecchio" di Buzzati: ""Ti sorprende che io parli? E perchè non dovrei farlo? Tu parli sempre con me o da solo, dunque perchè non dovrei farlo io?"-il tono era di rimprovero", proprio perchè si contrappone nettamente all'assoluta non sorpresa di Sebastiano Procolo là.

-"Il gran Pan non è morto", di Claudio Asciuti (pagg. 121-53)-Il più lungo dell'antologia, è ambientato in una Valle D'Aosta futura inquinatissima, ed è incentrato su di una ipotetica organizzazione terroristica autonomista. A parte la parte di azione, stucchevole, regala buoni sprazzi poetici, soprattutto all'inizio.

-"Occhi di pietra", di Tina Bernardini Mantelli (pagg. 157-67)-racconto piuttosto complesso, dalla struttura ad incastro, partendo dalla tipica narrazione di una storia di un personaggio ad un altro, che poi si complica, fa sbandare il lettore, per poi riportarlo, dapprima col sovrapporsi della narrazione primaria con quella secondaria, e, proprio con le ultime parole, riportando il tutto ad un parificazione catartica.

-"Massimiliano D'Aosta", di Alberto Henriet (pagg. 169-74)-è un racconto un pò dickiano, in quanto incentrato sulla scoperta, da parte del protagonista, della vera realtà dietro quella fittizia propinata dal potere. Il finale, però, è profondamente diverso, in quanto positivo, ottimista.

-"L'orto di Jean", di Emanuela Guarnerio (pagg. 177-85)-un fantasy puro, che racconta di un pastore che ha come hobby quello dell'orto; solamente che il suo l'ha costruito al limitare di un bosco magico: "...ad un passo da un luogo che, da tempo immemorabile, era stato considerato il mondo di ogni sorta di fate; s'erano visti gnomi, mostriciattoli di ogni forma e dimensione, folletti verdi e folletti rossi, e addirittura fate delle piante." (pag. 179). La storia è molto semplice, come deve essere quella di una fiaba, ma condotta sapientemente, tanto che, penso, possa catturare l'attenzione di qualunque adulto.

-"Una gita in montagna", di Guido Ottolenghi (pagg. 187-205)-classico racconto sul primo contatto, affronta l'argomento in maniera decisamente ingenua, ipotizzando possibile, addirittura, un immediato aiuto ad un alieno naufragato sulle alpi valdostane da un gitante. Divertenti, invece, le idee di un apparecchio leggi-pensiero, quale ringraziamento dell'alieno, anche se non certo originale, e quella del motivo per cui l'alieno è precipitato; la nebbia, fenomeno atmosferico assente sul suo pianeta.


Le considerazioni che si possono fare su questa antologia non sono poi molte; sarebbe stata forse più rappresentativa se avesse contenuto i racconti vincitori della sezione dei vari anni, che, fin'ora, non sono stati pubblicati, tranne, appunto, i primi due di questa antologia, e, si sarebbero potute segnalare le edizioni in cui i vari racconti hanno partecipato. La qualità dei testi non è eccelsa, anche se qualche cosa di buono, tipo quello della Poloniato, c'è. Il prezzo non è inaccessibile, l'edizione ottima e anche ben illustrata dalla bravissima Eta Musciad, ma il fatto di essere edito da questo piccolo editore la rende difficilmente reperibile; se riusciste a trovarla, comunque, acquistatela senz'altro.






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