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Horror erotico


a cura di Franco Forte-HORROR

"Piccola biblioteca Millelire" n. 4, ed. Stampa alternativa, '95, 272 pagg., 10.000 £ (5,16 €)



È, questa, una delle tre antologie fantastiche curate da Franco Forte per Stampa Alternativa (vedi "Fantasia" e "Cyberpunk"), confezionate in maniera davvero divertente.

Questa, è composta da cinque volumetti, raccolti in un contenitore a scatola, ognuno dei quali comprendente due racconti, uno di un uomo e uno di una donna, stampati uno a cominciare da un verso l'altro dall'altro.


-"La vie en rouge", di Alda Teodorani (28 pagg.)-sanguigno, racconta di una vampira non più giovanissima ma ancora decisamente piacente, che se ne và per locali e discoteche ad abbordare giovani più o meno imberbi, per, appunto, vampirizzarli, squartarli perbenino e cannibalizzarli, non prima di avervi scopato.

A metà fra il noir e l'horror metropolitano, ha il suo punto di forza nell'essere narrato in prima persona; particolarmente impressionanti le descrizioni degli squartamenti: "...prima che lui riprendesse del tutto coscienza, ma mentre era già abbastanza sveglio da capire cosa lei stava per fargli, aveva sollevato il bisturi, aveva goduto, come sempre godeva, del suo sguardo da animale braccato, delle pupille terrorizzate e dilatatissime e gli aveva inciso il collo, nel punto giusto, dove il sangue pulsa potente al punto da poter sollevare la pelle, al punto che Giorgia poteva perfino vedere, immaginandolo nella sua oscura e vitale caverna, il cuore che gli pulsava in petto." (pagg. 24-5).


-"Rantoli nel buio", di Franco Forte (22 pagg.)-storia terrificante di un maniaco che porta nel suo antro giovani donne, per poi ucciderle, e giocare coi loro cadaveri; terrificante, più che altro, per l'ignoranza totale che traspare, di lui, la sua assoluta mancanza di ogni qualsivoglia educazione di ciò che riguarda il sesso.


-"Balsamo di tigre", di Maria Rosa Cutrufelli (14 pagg.)-tenue, tutto incentrato unicamente sugli sconnessi sentimenti che un misterioso (a?) telefonista notturno, notte dopo notte, produce in una donna il cui marito è lontano per lavoro.

Il sottile erotismo che vi si respira, esplode nel finale, in cui, finalmente, un lieve rantolo, di là, fà scaturire tutta l'energia fino ad allora accumulata: "Sulle lenzuola già madide l'umore del mio sesso gonfio e aperto colava mentre le ombre si muovevano, lente o rapide, alla cadenza alterna della mano che carezzava le labbra nascoste, cercava la carne tumida, il piccolo monte bagnato." (pag. 17).


-"Senza alcuna violenza", di Daniele Ganapini (40 pagg.)-strano racconto, in cui, ad una struttura gialla, si sovrappongono elementi morbosi, torbidi; vi si racconta, in sintesi, di una compagnia di adolescenti della buona borghesia, la cui vita viene ad essere turbata dal suicidio/omicidio di una sua componente; ma, poi, appunto, il racconto si colora di toni morbosi che lo fanno balzellare più volte, senza che riesca a trovare una sua direzione precisa.

Una buona scena di sesso ne è forse la cosa migliore: "Mentre la cercavo delicatamente sentii che lei mi contraccambiava, che le sue dita mi avevano afferrato, che tenevano il pene mentre cresceva imprigionato, tendendo la stoffa delle mutande in modo quasi doloroso.

Lei lo liberò lasciando che venisse in alto, accudendolo con destrezza, si alzò e si abbassò sul fianco più volte sfregandolo lentamente, titillandolo con la punta dei capezzoli: rialzandosi si soffermò alcuni secondi in quella posizione prima di avvicinare la sua bocca." (pag. 20).


-"Giovanna Scimè zitella", di Silvana La Spina (14 pagg.)-brutto raccontino in cui si racconta di una donna ricca che desidera talmente sposare un uomo, che arriva ad offrirglisi completamente per alcuni lunghi giorni d'amore; ma, quando gli chiede di sposarla, al suo rifiuto lei l'uccide, neanche in un qualche modo un pò divertente; gli spara, semplicemente.

Nessuna scena di sesso.

Brutto.


-"Le sette stanze", di Daniele Brolli (22 pagg.)-bellissimo, è il racconto di un libertino che conduce alla sua garsonier giovani donne, per sottoporle ad un trattamento educativo, nel senso che vi viene dato nel gergo sadomasochista.

Meravigliosamente immaginativo, è un susseguirsi continuo di allettanti e, appunto, molto fantasiosi giochi d'amore.

Forse non vi è un vero e proprio elemento horror... se non l'estremizzarsi della sessualità, a cui, ormai, siamo talmente abituati che ci risulta più quotidiano che fantastico.


-"La notte di S. Valentino", di Gloria Bàrberi (tradotto in francese come "La Nuit de la Saint-Valentin", "Cosmic Erotica", 2000; 16 pagg.)-ambientato in un tipico mondo post-disastro, è tutto tenuto su di un tono poetico, di prosa poetica; vi si racconta di un gruppo di mutanti dediti a sacrifici umani.

Decisamente molto carico di erotismo, qui particolarmente legato al sangue e alla morte; il sacrificato è, certo non a caso, un normale.


-"Guardia del corpo", di Roberto Barbolini (22 pagg.)-un racconto del tipo angelico, un pò alla "Il paradiso può attendere", per intenderci, tutto tenuto su di un tono leggero, quasi autoironico; un angelo custode viene mandato sulla Terra a proteggere una donna, di cui veniamo a sapere molte cose; il finale è... happy.

La donna non era certo una stinca di santo, e neppure l'angelo: il tutto è infatti disseminato da molteplici, se pur, come detto, decisamenmte soft, riferimenti erotici.


-"Oh my darling Clementine", di Gabriella Scialdone (10 pagg.)-storia di pedofilia violenta, molto torbida, con quel pizzico di psicopatia che, in questi casi, è inevitabile.


-"Guedè", di Carlo Lucarelli (28 pagg.)-racconto di iniziazione sessuale, molto intenso, in cui, partendo da una situazione assimilabile al nostro cinema soft erotico, si scivola, lentamente, verso il fantastico, con l'inserimento di un elemento orrorifico legato ai riti voodoo.


Come abbiamo visto, sono tutti (o quasi) racconti di buon livello; ci sarebbe da ridire sulla loro appartenenza al fantastico, in alcuni casi; forse, si può dire che alcuni sono più horror, ed altri più erotici, nelle varie tonalità intermedie.

In effetti quelli prettamente fantastici sono la minoranza; si possono dire tali solamente quelli della Teodorani, della Bàrberi, del Barbolini e del Lucarelli.

Gli altri, a parte quello di La Spina, sono horror unicamente per il fatto di contenere elementi morbosi, grandguignoleschi, in ogni modo perturbanti, ma unicamente per quello.

Per concludere, senz'altro una buona iniziativa editoriale, che risulta divertente; una nota: benchè i racconti siano dieci, i volumetti sono cinque... e i Millelire non dovrebbero costare... millelire!!






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