La notte dei commercialisti viventi
di Lorenzo Beccati-HORROR
"Le formiche" n. 29, ed. Baldini & Castoldi, '94, 116 pagg., 16.000 £ (8,26 €); © by Baldini & Castoldi s.r.l.
Altri contributi critici: "Horror e fisco", "Panorama" del 15/4/'98
Divertentissima antologia che raccoglie, come vedremo, racconti flash che hanno, in gran parte, la struttura della barzelletta, e che, appunto, puntano a, quanto meno, far sorridere.
Altra cosa che ne accomuna molti, è l'avere una delle caratteristiche base dei racconti di Sf, quello del finale a rovesciamento, in cui, nelle ultimissime battute, viene
rivelata una verità fino a quel momento insospettabile.
Ma andiamo a vederli uno ad uno.
-"Lo specchio magico" (pagg. 7-9)-in cui una donna porta a casa sua, e di un marito completamente sottomesso, uno specchio magico, e, per mezzo di esso, diventa, da brutta e vecchia, giovane e bella, ma...
-"Lo yeti" (pag. 11)-in cui qualcuno, nel, anche qui, già, finale a rovesciamento riesce, finalmente, a vedere l'abominevole uomo delle nevi.
-"Freddy è tornato" (pagg. 13-4)-in cui, ad una bambina, dapprima appaiono delle terribili allucinazioni, e, poi, il Freddy Krueger di "Nightmare"; ma, il tutto ci rivelerà essere, nel finale, solamente un incubo; ma di chi?
-"Ridi, ridi che la mamma ha fatto i pidocchi" (pagg. 15-7)-una sorta di fiaba, in cui un comico viene assunto per far ridere un re del passato, con la, tipica, doppia possibilità, per la riuscita o il fallimento.
Più una dichiarazione di intenti che una barzelletta.
-"Il sanguinario" (pag. 19)-in cui si traspone la figura di un chirurgo in quella, appunto, di un feroce assassino. Altro finale a rovesciamento.
-"Il mistero svelato delle piramidi" (pagg. 21-2)-ottimo, in cui si scopre che, in realtà, la piramide di Cheope era nient'altro che un regalino per un
compleanno del faraone.
-"La giostra" (pagg. 23-4)-un po' raccapricciante, verte sull'insano desiderio di autodistruzione che, come sappiamo ci caratterizza.
-"Non passate mai da quel vicolo" (anche in "Horror e fisco", "Panorama" del 15/4/'98; pag. 25)-in cui, semplicemente, si tenta di fare dell'umorismo rovesciando il senso del tipico "O la borsa o la vita". Ancora un finale a rovesciamento.
-"Effetti davvero speciali" (pagg. 27-9)-in cui si immagina che degli effetti speciali creati da Stan Winson decidano di vendicarsi del fatto di non ricevere
nulla, della gloria del loro creatore.
-"L'amuleto" (pagg. 31-2)-in cui si dice del tipico vecchietto che, in un futuro, racconta dei tempi in cui la Terra...
Qui, il rovesciamento finale, come vedremo accadere altre volte, punta alla risata per mezzo, per così dire, di un effetto da raffreddamento, dato dal tornare al
quotidiano.
-"Detective Stone" (pagg. 33-6)-in cui, l'umorismo, viene dalla così detta comicità dell'assurdo, dal continuo accumularsi di fatti, azioni, decisamente al di là di ogni normalità: "Trillò il telefono. Gli parve molto strano. Soprattutto perché non aveva telefono." (pag. 33).
Il caso che la caricatura del famoso personaggio risolve, sono dei suicidi di: "...club estremo: "Poeti incompresi per la morte"" (pag. 35), poeti che, cioè, si suicidano perché è l'unico modo di attirare l'attenzione sulla loro opera.
-"Solo" (pagg. 37-8)-ottimo, racconta del tipico ultimo uomo sulla Terra, chiuso in un bunker antiatomico, fuori il mondo distrutto; ma, poi, scopre che ciò non è
vero, nel senso che tutti i Testimoni di Geova si sono salvati, e tutti vengono a bussare al suo bunker: "...perché lui è l'unico uomo che ancora non è
nella verità." (pag. 38).
-"Lo spaventapasseri" (pag. 39)-buona parodia del topos horror, e della fiabistica, dello spaventapasseri che si anima, con risvolti, per così dire,
immigrant-leghistici.
-"La locanda del mistero" (pagg. 41-3)-buono, in cui l'ennesimo finale a rovesciamento, di una, qui, parodia di alcuni stilemi dell'horror, è a distensione, rassicurante; che, contrastando, per cui, con quanto precede, dà l'umoristico.
-"L'ultimo robot" (pagg. 45-6)-in un certo senso l'opposto del precedente, racconta una storia squisitamente Sf (senza parodiarla), e finisce, ancora una volta, con un finale a rovesciamento che, però, appunto, qui è inquietante, e, che, per cui non dà la risata, ma perturba.
-"Laggiù nel Maine" (pagg. 47-9)-altro racconto horror con, ancora, un finale a rovesciamento, ma, qui, umoristico, umorismo che viene da un effetto di
rilassamento.
-"Tre-pateravegloria" (pagg. 51-4)-in cui, mi pare, non si faccia, anomalamente, parodia di alcun
genere, stilema, topos tipico; forse, un po', dei racconti horror marinareschi, in quanto vi si racconta di una donna che riesce ad ottenere, da un santo, di avere con sé il corpo del marito mortole in un naufragio, ma solamente per
mezz'ora; e, soprattutto, non per amore, ma perché sa che sul suo corpo è incisa una mappa di un tesoro.
Ancora, finale a rovesciamento, ma non umoristico; direi, quasi, a morale.
-"La macchina infernale" (pagg. 55-6)-in cui si fa del (buon) umorismo giocando sul rovesciamento (ancora) delle inevitabili aspettative del lettore.
Infatti il titolo, e la narrazione, non possono che ricordare "Christine, la macchina infernale", e, quando, poi, invece...
-"Il regalo di Natale" (pagg. 57-8)-una parodia dei film della serie "La famiglia Addams", non a rovesciamento finale (finalmente), ma... a metà dell'opera!
-"La maga Alexis" (pag. 59)-una, brevissima anche per numero di parole, presa in giro delle così dette fattucchiere di oggi dì.
-"Ladri di cadaveri" (pagg. 61-4)-in cui si utilizzano, evidenziandone molto il carattere parodistico, molti stilemi classici dell'horror legato al filone dei
morti viventi, ma che ha un finale a spiegazione razionale, che lo fa, quindi, essere più un giallo.
-"Una strana pianta" (pag. 65)-parodia di "Il giorno dei trifidi" di Wyndham, con un, debolissimo, finalino a rovesciamento che, qui, non è certo il
centro.
-"La finestra" (pagg. 67-8)-parodia, anche se non molto marcata, dei racconti gotici di fantasmi, anche se ambientato ai giorni nostri.
-"La vecchia usuraia" (pagg. 69-70)-altro falso racconto fantastico, dal finale a spiegazione razionale, con morale.
-"Giocare con la morte" (pagg. 71-2)-in forma di poesia, racconta di un uomo che, giocando, e vincendo, con la Morte, tutte le volte che lo viene a reclamare,
riesce a campare fino a 376 anni.
-"Realtà virtuale" (pag. 73)-in cui si dice della pericolosità, per la psiche di persone non troppo formate, dei giochi di RV.
-"L'isola di." (in collaborazione con Mavì Beccati; pagg. 75-8)-in cui ci si diverte ad ipotizzare quali scombussolamenti sociali potrebbe provocare una ipotetica
bomba che cancellasse completamente la memoria, e polverizzasse la carta.
-"Le fate esistono" (pag. 79)-buono, in cui si fa una parodia, ovviamente, dei racconti di fate; ancora finale a rovesciamento, qui umoristico, e davvero
buono.
-"Una strana storiella niuiorchese" (pagg. 81-3)-divertente, in cui si fa la parodia di tutti quei racconti, e film, in cui il protagonista si trasforma,
per questo o quel motivo, da uomo in donna, o il contrario; niente finale a rovesciamento (una volta tanto).
-"Una storia di fantasmi" (pagg. 85-88)-altra parodia dei racconti di fantasmi, ma, questo, più sul genere casa infestata; vi si usano alcuni degli stilemi
classici, ma il finale è a spiegazione razionale.
-"Il gatto nero" (pag. 89)-presa in giro della superstizione, con, ancora, un finale a rovesciamento, che, qui, è proprio ciò che dà l'umoristico.
-"Pronto, chi parla?" (pagg. 91-2)-parodia dei racconti sulla vendita dell'anima al diavolo, in una divertente trasposizione contemporanea.
-"La cattura" (pagg. 93-4)-in cui si prende in giro tutto quel dire di extraterrestri che avrebbero rapito persone, per esaminarle; il finale fa sorridere puntando sul politico.
-"La notte dei commercialisti viventi" (pagg. 95-7)-parodia, evidentemente, dei racconti di zombie, in cui vi è una bella trovata, per il deus ex machina che
salva il paese infestato di turno.
-"Premonizioni" (pagg. 99-100)-parodia dei racconti sulla preveggenza, con un finale che fa
sorridere puntando, qui, sul sociale.
-"Anche le tette hanno un cuore" (pag. 101)-raccontino sulla (possibile) gelosia di una tetta per l'altra; non contiene alcun elemento fantastico, e non fa
neanche tanto ridere.
-"Quell'uomo tanto perbene con i baffetti" (pag. 103)-in cui si prendono in giro i maghi del circo, senza umorismo, ma in cui si calca sull'aspetto sadico del
rapporto mago/valletta.
-"L'ultimo bacio" (pag. 105)-presa in giro delle reclam televisive, è tutto giocato sulla contrapposizione fra melenso e crudele.
-"Loro sono qui!" (pagg. 107-8)-parodia, ancora, dei racconti di zombi, e, ancora, a rovesciamento finale, in cui si dà umorismo per alleggerimento della tensione accumulata, alla, invece, spiegazione razionale.
-"Il terrore corre sul filobus" (pagg. 109-10)-tutto giocato sull'equivoco fra l'aspettativa del lettore di una parodia dei supereroi tipo Hulk, e lo
svolgimento, invece, tutto razionale.
-"Il ristorante" (pag. 111)-il più breve, praticamente della lunghezza di una barzelletta, è sul tema del cannibalismo, e, ancora, a rovesciamento finale.
-"La reincarnazione" (pagg. 113-4)-psicoanalitico, nel senso che si svolge da uno psicoanalista, è, ennesimamente, a rovesciamento finale, qui totale, in quanto ribalta completamente il senso di quanto si era letto precedentemente.
-"L'alieno" (pagg. 115-6)-in cui si dà umorismo dalla contrapposizione fra il solito alieno, descritto, come al solito, molto dettagliatamente, e la soluzione, per
così dire, sociale, che lo vede essere, nel finale, ancora una volta a rovesciamento, un lavavetri... galattico.
Abbiamo dunque visto che l'umorismo, in questi racconti, viene dato nei più disparati modi, e, anche, non in tutti.
Come si dice nel risvolto di copertina, Beccati ha una: "...perfetta conoscenza dei meccanismi che regolano i due generi." (l'umorismo e l'horror); ed è appunto sull'essere accomunati dalla caratteristica del finale a rovesciamento, che l'autore gioca.
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