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La rosa di Gérico


La Sicilia fantastica da Linares a Brancati, a cura di Rita Verdirame

"la Chimera" n. 6 ed. Solfanelli, '90, 191 pagg., 17.000 £ (8,78 €); © by Marino Solfanelli Editore


Altri contributi critici: recensione di Mariella Bernacchi, "Diesel" n. 18, '91


La Verdirame ha cercato, con questa antologia, di raccogliere quanto di meglio la letteratura fantastica sicula ha saputo esprimere fino alla prima metà del nostro secolo.

Nel fare ciò ha seguito una linea metodologica ed interpretativa molto rigorosa che si desume molto bene dall'ottima introduzione, per cui ha escluso: "...il ricchissimo filone fantastico grottesco ed espressionista, surreale e modernamente magico degli anni Venti." (pag. 22).

La maggior parte dei racconti sono piuttosto lontani dal nostro gusto, in quanto datati, e la lettura risulta piuttosto difficile, ma se si riesce a non lasciarsi troppo infastidire dall'arcaicità del linguaggio, risultano abbastanza gradevoli.


-"Il marito geloso", di Vincenzo Linares (originariamente apparso in "Racconti popolari", 1840-1843; anche in "Da uno spiraglio", a cura di Riccardo Reim, ed. Newton Compton, '92 e "Racconti neri e fantastici dell'ottocento italiano", a cura di Riccardo Reim, "I big newton" n. 76, ed. Newton & Compton, 2002; pagg. 31-45)-storia basata su di un equivoco, in cui vi è, prevalentemente, la contrapposizione fra due tipi opposti di femminilità, una dolce e buona, l'altra malvagia.

Di veramente fantastico non vi è nulla, anche se la donna cattiva viene detta strega.


-"Amore e morte", di Emanuele Navarro Della Miraglia (originariamente apparso in "Storielle siciliane", 1885; pagg. 51-8)-in cui due amanti uccidono il marito di lei, che poi torna in forma di fantasma a vendicarsi.


Vi sono, poi, due racconti di Luigi Capuana, "La rosa di Gèrico" (1884; pagg. 63-78)-il racconto che da il titolo all'antologia è un buon racconto di fantasmi, in cui, senza dubbio, la scena clou è quella di una seduta spiritica; e "Ofelia" (pagg. 79-90)-il tipico racconto di fine ottocento in cui a prevalere sono materie quali il mesmetismo e simili; qui un innamorato confessa di avere ucciso, per gelosia, la propria amante con la sola forza del pensiero.


Si prosegue con due racconti di Girolamo Ragusa-Moleti, entrambe da "Aloe", 1880, "Maddalena" (anche in "Da uno spiragli", a cura di Riccardo Reim, ed. Newton Compton, '92 e "Racconti neri e fantastici dell'ottocento italiano", a cura di Riccardo Reim, "I big" n. 76, ed. Newton & Compton, 2002; pagg. 95-101)-racconto marinaresco, al cui centro vi è una figura di donna, direi, magica; e "Don Fedele" (pagg. 102-9)-buon racconto, che comincia come il più tipico dei racconti dell'orrore, il viandante perduto in una notte di tempesta che si ferma in una taverna sconosciuta, e prosegue e finisce in un apologo morale contro la cattiva gestione della Giustizia.


Di Luigi Pirandello, poi, vi sono ben tre racconti: "E due!" (da "Novelle per un anno", ed. Mondadori, '57; pagg. 115-23)-davvero molto bello, è il suggestivo racconto di un uomo che, qualche tempo prima ingiustamente condannato ad alcuni anni di prigione, decide di suicidarsi dopo aver assistito impotente, ma, forse, più che altro impaurito, a quello di uno sconosciuto; "Male di luna" (dal "Corriere della sera" del 22 settembre '13, col titolo di "Quintadecima"; anche in "Novelle per un anno", ed. Mondadori, '57, "La villa del caos", "La chimera" n. 8, ed. Solfanelli, '93, "Novelle fantastiche", "Segnalibro", ed. Morano, '93, "Storie di lupi mannari", a cura di Gianni Pilo, "Grandi tascabili economici: I Mammut" n. 27, ed. Newton Compton, '94, e in "Storie di fantasmi italiani", "Oscar narrativa" n. 1586, ed. Mondadori, '96; pagg. 124-32)-un vero e proprio racconto dell'orrore, sulla licantropia, con molta attenzione all'ambiente in cui avviene, ai suoi risvolti sociali; e "Effetti d'un sogno interrotto" (dal "Corriere della sera" dell'8 dicembre '36; tradotto in francese come "Effets d'un songe interrompu", in "Histoires de cauchemars", '79, e in "La Grande anthologie du Fantastique", '96, tr. Jacques Finne, e in finlandese, come "Keskenjäänyt uni", in "Portti" n. 1, '91; anche in "Novelle per un anno", ed. Mondadori, '57, "La villa del caos", "La chimera" n. 8, ed. Solfanelli, '93, "Novelle fantastiche", "Segnalibro", ed. Morano, '93, "Enciclopedia fantastica italiana", a cura di Lucio D'Arcangelo, "Oscar narrativa" n. 1272, ed. Mondadori, '93, "Presenze inquietanti", a cura di Elisabetta Frola e Alessandra Terrile, "La mia biblioteca" n. 4, ed. Il capitello, '96, "Pirandello e il mistero", "Pinnacoli" n. 3, ed. San Paolo, '96 e in "Fantastico italiano", a cura di Costanza Melani, "Bur", ed. Rizzoli, 2009; pagg. 133-7)-due gli aspetti propriamente fantastici contenutivi; il classicissimo tema del dipinto che si anima: "Il fatto è che, alzando gli occhi, turbatissimo, a guardare il quadro sulla mensola del camino, io vidi, chiarissimamente vidi per un attimo gli occhi della Maddalena farsi vivi, sollevar le pàlpebre dalla lettura e gettarmi uno sguardo vivo, ridente di tenera diabolica malizia. Forse gli occhio sognati della moglie morta di quel signore, che per un attimo s'animarono in quelli dipinti dell'immagine." (pag. 136); e quello del ritrarsi della mente, degli scettici, di fronte all'inconoscibile, rifugiandosi in una spiegazione razionale, per quanto inconsistente ed evidentemente insostenibile: "Quanto son cari questi uomini sodi che, davanti a un fatto che non si spiega, trovano subito una parola che non dice nulla e in cui così facilmente s'acquetano.

"Allucinazioni"" (pag. 137).

In cui si ha un bell'esempio di una delle caratteristiche fondamentali del fantastico puro, ovvero il contrapporsi di una mentalità razionalistica ad una immaginativa, qui, magica.


-"L'ombra", di Nino Savarese (da "Ricerca di un'ombra", '42; pagg. 143-8)-in cui si ha, altro tema classico del fantastico dell'ottocento, la Morte personalizzata, tema che è presente tutt'oggi nella nostra narrativa.

Vi è anche un pò di Buzzati; l'attesa indefinita, in cui si stemperano le ansie di una vita.


-"Le belle signore", di Francesco Lanza (originariamente apparso, postumo, in "Narrativa"; pagg. 153-61)-in cui si racconta di quelle donne che, nelle campagne, guarivano e operavano per mezzo di sortilegi ed intrugli, che il cristianesimo poi definì streghe.


-"Viaggio di nozze", di Antonio Aniante (da "Terremoto", degli anni '30; pagg. 167-70)-decisamente molto più vicino a noi come gusto (i racconti sono posti in ordine cronologico), è uno strano racconto sulle ossessioni paranoiche di uno sposo in viaggio di nozze.

Nulla di fantastico.


Per finire, vi sono quattro racconti di Vitalino Brancati: "Nel mezzo del cammino" (originariamente apparso in "La stampa" del 31 agosto '33; pagg. 175-8)-è il racconto del breve istante di pazzia di un impiegato in uno dei momenti topici della sua vita; "Quando si è in pochi" (originariamente apparso in "La stampa" del 14 maggio '34, anche in "Sogno di un valzer", '82; pagg. 179-84)-è uno strano racconto un pò alla Borges, in cui il Ministero della Guerra di un paese in cui la popolazione, già scarsissima, si assottiglia rapidamente, decide di: "...distruggere gli eserciti stranieri che vorrebbero invadere il Paese deserto." (pag. 180); evidente, in questo ed in altri particolari, la critica al regime fascista; "L'isola" (originariamente apparso in "Il selvaggio" del 15 maggio '36; pagg. 185-7)-racconto fantascientifico... a parte gli scherzi (è solamente ambientato in un improbabile 24.596), è l'umoristico racconto della popolazione di un'isola la quale: "...si sradicò d'improvviso e si mise a traballare come un bastimento nella maretta." (pag. 185), che incominciano tutti quanti a vomitare; e "Città degli insetti" (originariamente apparso in "Il tempo" del 12 settembre '46; pagg. 188-91)-bel racconto in cui si immagina un paese infestato da una moltitudine di insetti in cui un giorno arriva una ragazza che li attira tutti su di sè, creando: "...una traccia profonda nella storia, direi nella religione, degli insetti di questa città." (pag. 190).


Come abbiamo visto, il fantastico, in questi racconti, è presente in modi ed in dosi molto differenti l'uno dall'altro; stupisce il Pirandello horror, così come quello di "Effetti d'un sogno interrotto", per la sua notevole quantità di immaginarietà; del Capuana già sapevamo, e gradite sorprese i racconti dei minori.

Come al solito vi sono alcuni racconti che, ha, mio parere, non contengono alcun elemento fantastico, ma, nel complesso, direi che senz'altro questa è un'altro centro pieno dell'editore Solfanelli, un'altra ottima operazione culturale, che, come al solito, è passata assolutamente inosservata.






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