Lo specchio di Atlante
di Bernardo Cicchetti-FANTASY
"I libri di fantasy" n. 28, ed. Fanucci, '91, 202 pagg., 17.000 £; prezzo remainders: 8,00 €; © by Fanucci Editore
"...sogni e specchi hanno in comune più di quello che si può pensare.... sono porte comunicanti con Realtà adiacenti alla nostra." (pag. 87). In un tipico Secondary World
vi è una statua, "...la regolatrice delle leggi che lo governano..." (pag. 19), che è malata, e di conseguenza, provoca molteplici distorsioni nella realtà: "La vita si incarnava in forme atipiche." (pag. 85); "La ragazza era stesa sul giaciglio del suo sonno perenne. Lei era stata uno dei primi sintomi della malattia di Atlante. Dormiva dal giorno della sua nascita." (pag. 28); "Erano sempre più numerose le nascite deformi.... Si diceva di un oste la cui bocca era diventata un grugno porcino. Di un cane cui erano diventate braccia le zampe anteriori.... Un intero villaggio era stato ingoiato da una nube senziente." (pagg. 85-86).
Bisogna sostituirle una ghiandola, ma il materiale di cui è fatta è introvabile, in quel mondo, e, così, bisogna cercarla altrove; la trama è incentrata proprio sulla quest di questo metallo immaginario, la "drimite". La prima
parte di questa ricerca si svolge in una sorta di universi paralleli che Heron, un apprendista mago, può raggiungere attraverso i propri sogni: "...tutti riusciamo a dirigere le nostre fantasie notturne. Tu crei. In altri termini, i
tuoi sogni esistono. In un altro continuum, ma esistono.... tu interagisci con un altro universo, o, addirittura, con altri Universi." (pag. 22); "...con piani di realtà preesistenti.... C'è una parte di te, della quale non hai consapevolezza, che presiede alla creazione e provvede a colmare le lacune." (pag. 23).
Ma la cosa riesce solo a metà, infatti la quantità di drimite recuperata è troppo scarsa, e, per di più, viene rubata attraverso uno specchio: "...una mano concreta, non un prodotto del riflesso della luce, una mano di carne,
simmetrica della destra del Mago, emerse dallo specchio.
Zephiro, sbalordito, vide sul volto del suo riflesso un sorriso che lui non aveva. La mano afferrò la sua mezza ghiandola e si ritrasse.
Adesso il simmetrico di Zephiro, la sua immagine...reggeva fra le mani l'organo completo.
Laggiù, oltre lo specchio." (pag. 78). La seconda parte è incentrata proprio sulla quest della ghiandola pineale, l'organo da sostituire, ritenuto la sede dell'anima in quel mondo oltre lo specchio. Interessante un accenno alla necessità di mantenere l'equilibrio fra le varie realtà, che ricorda quella analoga fra i continuum spazio-temporali dei viaggi nel tempo: "...non possiamo modificare ad arbitrio la quantità di materia presente in un Universo.... In caso contrario si provocherebbe la rottura dell'equilibrio interno ad ogni realtà, con lo sconvolgimento delle forze che le rendono stabili." (pag. 34).
Divertente uno dei viaggi negli specchi della seconda parte, in un mondo tecnologico, unico non magico, in cui Heron si trova del tutto disorientato, e in cui, d'altra parte, lui appare buffo allo scienziato che, in quel mondo, è l'immagine del suo Maestro: "Il dottore gonfiò le guancie e strabuzzò gli occhi. Soffiò un paio di volte, spruzzando saliva. Infine, non riuscendo più a contenersi, esplose in una risata titanica." (pag. 107).
Quella del Maestro è una figura assolutamente centrale: della sua morte sono accusati i suoi due apprendisti, Heron e Kalamon; ma si scoprirà non essere stato nessuno dei due, ma... importante il significato simbolico di quest'uccisione: "Ogni allievo desiderava uccidere il proprio Maestro.... Gli allievi ci pensano sempre a dare la morte ai loro maestri e, prima o poi, ci riescono. In un modo o nell'altro. Il modo più diffuso è quello di superarli, e non è meno letale che un omicidio." (pagg. 193-194).
Alla fine si viene a creare una contrapposizione fra due mondi tra di loro simmetrici, in lotta per non regredire, ma guarire: "Questa realtà e quella sono simmetriche: ecco la risposta. La nostra stà degradandosi, la loro... depurandosi, per le disfunzioni di Atlante-Atlan." (pag. 174).
È senz'altro una lettura molto impegnativa, anche se tutta tenuta su di un tono piuttosto scherzoso, per le implicazioni filosofiche non da poco che comporta. Ma, come ho detto, è narrata nel più classico stile della fantasy, con tutti i suoi bravi mostriciattoli ed incantesimi: omuncoli, piccoli esseri alati, demoni dalle impronte di fuoco, corpi astrali, ecc..
Al romanzo fa seguito un poscritto dell'autore, in prosa poetica: "Mi piace sognare, ed essere sogno.
E continuare ad essere.
E non, in un attimo, svanire, cancellato dalla luce del mattino." (pag. 202).
Pecca del volume, senz'altro, quella di essere priva di qualsivoglia apparato critico.
Originariamente in "Alpha Aleph" n. 2, '93
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