L'ornitologo
di Ottavio Cecchi-FANTASTICO
"Riflessi" n. 51, ed. Theoria, '88, 86 pagg., 8.000 £ (4,13 €); © by Edizioni Theoria
Un'antologia di racconti imperniati sul ricordo, sull'ambiguità del raccontare le cose del passato, sempre diverse, nel ricordo, da quelle reali.
Il primo è proprio "L'ornitologo" (pagg. 7-34), in cui uno storico narra in prima persona il suo incontro con un guardiano di un vecchio campo di prigionia; memoria personale e memoria storica si accavallano, creando una
certa qual ambiguità del reale. In apertura, lo storico dice di avere manipolato i fatti da lui trovati per la riabilitazione dell'immagine di un importante personaggio politico che in guerra, nella battaglia di Gallipoli, era stato fatto prigioniero, si diceva, per viltà.
C'è poi "Incipit" (pagg. 35-39); una compagnia di tre uomini e tre donne, e uno che vuole cominciare a raccontare una storia, ma dice che se fosse uno scrittore la scriverebbe, perchè un giorno lontano una bella ragazza lo potesse leggere e dire: "Che pazzi"..."Ditemi voi se questa gente aveva il diritto di tramandarci libri e trattati. Pensate che la loro idea fissa, la loro follia, era quella della salvezza. Volevano salvare il mondo, guarirlo, farne uno nuovo. Ma vedete qui che cosa accadde invece." (pag. 39).
Poi c'è "Dalla torre" (pagg. 41-4), in cui un uomo descrive una comunità di gente che: "...parevano... di un altro mondo." (pag. 42), che vivono completamente isolati in un promontorio, per poi dire, nel finale, che si trova loro prigioniero, e che deve essere accaduto qualcosa alla nave e al resto dell'equipaggio con cui vi era giunto.
Della stessa consistenza il per nulla fantastico "Ritorno" (pagg. 45-9), narrazione del ritorno a casa dall'estero di un musicista per la morte del
padre.
Più consistente è "In vista di Orvieto" (pagg. 51-60), ottimo racconto in cui ritroviamo lo storico esperto nella battaglia di Gallipoli del primo, che viaggia verso quella città, attraverso la Germania. In una sorta di stream of consciosness, si mischiano miti cinematografici: "Vivevamo... come in un film del vecchio Frank." (pag. 56). Impressioni subitanee e ricordi.
Altro racconto per nulla fantastico è "Conversazione" (pagg. 61-8), in cui un vecchio aviatore va a trovare tre amici conosciuti in guerra. Ritorna uno dei particolari emersi nel racconto precedente: "Quella madonna aveva la
stessa espressione di stupore di tutte le madonne che avevo visto."; "...tutte le madonne che avevo visto avevano sul viso quella espressione estranea, quella malinconia ironica." (pag. 59-60, in "In vista..."); "La vergine sull'altare aveva quell'espressione indifferente che hanno sempre le madonne.... è stupita, meravigliata."
(pag. 67, in questo).
Si conclude con "Ricercare sul nome Adelina" (pagg. 69-86). È iltentativo di un uomo di raccontare la storia di Adelina, che è un pretesto per ribadire il tema dell'intera antologia: "...non si racconta mai il vero:
si racconta quello che si sa, ed è sempre memoria." (pag. 80). Prima di cominciare, però, vi è una narrazione secondaria: "L'angolo visuale è un luogo oscuro, dal quale si possono raccontare storie vere o fantastiche o visionarie"; "Qui comincia il fantastico, che è preludio al
visionario." (pagg. 72-3), di: "...gente che ha ucciso la propria anima sperando in un superiore benessere." (pag. 73), e di: "...gente che aveva ucciso il proprio corpo per lo stesso fine." (pag. 74).
Se veramente fantastico è solo "Dalla torre", in quasi tutti troviamo uno spunto che è tale, dall'ambiguità della realtà storica del primo, alla bella donna del futuro che ride della volontà di cambiare il mondo dei suoi antenati, dalla presenza ballardiana dei miti cinematografici nell'inconscio contemporaneo, all'inserto propriamente fantastico dell'ultimo, con le sole eccezioni di "Ritorno" e "Conversazione".
Originariamente in "Algenib notizie", n. 15, settembre '91
[ Indietro ]
Recensioni Fs italiana Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (688 letture) |