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L'ultimo rito e altri racconti


"Fàntasia", ed. Il cerchio, '97, 158 pagg., 20.000 £ (10,33 €); © by Il cerchio iniziative editoriali

FANTASTICO



Antologia in cui sono raccolti i racconti vincitori della 1° edizione del Concorso Letterario Internazionale "Repubblica di San Marino", riservato a racconti fantastici ambientati, o, comunque, con riferimenti alla Repubblica del Titano.

Vi hanno partecipato 48 autori, sanmarinensi e italiani.


Vincitore è risultato "L'ultimo rito", di Andrea Montalbò (pagg. 9-24)-in cui, con ampi riferimenti alla storia della Repubblica di San Marino, si racconta una storia sospesa fra modernità ed antichità, che ha il suo "novum" specifico nel riapparire di un, appunto, personaggio storico, sotto forma di orripilante zombi.


Secondo classificato è risultato "Storia di fra Marino, monaco sconosciuto e senza storia", di Gianna Chiesa Isnardi (pagg. 25-40)-in cui si racconta della visita di un angelo ad un fraticello umile ed ignorante, dallo stesso nome del patrono della Repubblica; ovviamente, si approfitta per far conoscere un pò la storia di questo santo, che ne è, praticamente, il fondatore.

Vi è, anche, un discorso sull'arte intesa come veicolo per trasmettere messaggi agli altri uomini: "...scagliò lontano la pietra. Non avrebbe saputo dire perchè lo facesse. Probabilmente perchè un giorno qualcuno di nuovo la trovasse... un altro uomo." (pag. 40).


Terzo classificato è risultato "Horror vacui", di Andrea Serafini (pagg. 41-55)-molto bello, in cui si immagina un futuro in cui la maggior parte della superficie terrestre sia sommersa dalle acque, e in cui, dalle città sottomarine, vengano mandati dei commandos a sterminare i pochi uomini rimastivi, che hanno acquisito un': "incompatibilità... endemica" (pag. 54) con loro.

E della donna solitaria nella rocca di San Marino che distoglie uno di essi dal suo intento.


Quarto classificato è risultato "L'età del sole", di Gloria Bàrberi (pagg. 57-74)-dalla trama estremamente frammentaria, in cui si racconta di varie gesta, oniriche e non, di Cesare Borgia, fra riti satanici e violenze sessuali.


Quinto classificato è risultato "Quella calda ultima notte di luglio", di Maurizio Bascià (pagg. 75-85)-ucronico, in cui si immagina l'esistenza di un mondo parallelo in cui Garibaldi, partendo da San Marino, non sia stato intralciato da Anita in avanzato stato interessante, e che, quindi, abbia proseguito le sue gesta, portando ad un'unità d'Italia molto anticipata, ed altro.

Questo mondo parallelo sarebbe stato generato da un esperimento coi tachioni, cosa che gli dà un tocco, anche, di Sf hard, in quel mondo parallelo, per cui, ad essere il mondo parallelo, in un certo senso, sarebbe... il nostro!


A partire da "La beffa", di Pier Giuseppe Cavalli (pagg. 87-105) comincia una serie di cinque racconti che sono stati classificati 6° ex equo; quello è imperniato su di un elisir di lunga vita, ha una trama alquanto sfilacciata, e, stilisticamente, è decisamente poco conformista; in ultima analisi, direi che vi si vuol dire il solito possibile rendersi immortali per mezzo della letteratura; il sesso, quando si parla di ciò, ovviamente, non può essere trascurato.


-"L'occultista", di Gustavo Gasparini (pagg. 107-12)-è il divertente, ed erotico, racconto di un occultista, appunto, che, dopo aver vissuto la propria vita normale, la prosegue sotto forma di uomo invisibile, combinandone, appunto, di tutti i colori.


-"L'assalto", di Antonio Intra (pagg. 113-30)-è un horror-fantasy piuttosto gustoso, in cui si immagina una bambina/mostro, dalle imprecisate ed evanescenti origini, che, in un monastero assediato e, poi, assaltato dai normanni, si ciba dei cervelli di coloro che uccide, coadiuvata da uno schiavo umano senza il quale, certo, non potrebbe perpetrare i suoi orridi banchetti.


-"5 maggio 1542", di Giuseppe Lariccia (pagg. 131-47)-è un racconto sperimentale, in cui l'autore adotta una tecnica che rende il racconto alquanto faticoso alla lettura, ovvero, va a capo una sola volta, e alla sedicesima delle diciassette pagine che lo compongono; niente a che vedere, però, con lo stream of consciousness di joyciana memoria; qui, in questa forma, è raccontata una storia densissima, rutilante di miriadi di avvenimenti, di un gruppo di condottieri che, avviandosi alla conquista della Rocca di San Marino, vivono un'esperienza onirica collettiva che li trasporta ai nostri giorni.

Assolutamente impossibile non ricordare, nel leggerlo, il bel film comico francese "I visitatori".


In ultimo abbiamo "Randi e la rosa nera", di Raffaella Vignola (pagg. 149-58)-un racconto fantasy in cui si immagina che un elfo faccia visita al figlio di uno dei maggiorenti di San Marino la notte precedente al giorno in cui essi dovranno prendere una decisione riguardante la pace o la guerra per il piccolo stato, nel 1739.

Sinceramente non è che sia molto ferrato sulla storia di quella nazione, ma, se, come credo, il racconto si basa su fatti storici realmente accaduti, a quanto mi pare di capire, pare che, in quell'anno, corse il rischio di entrare in guerra con lo Stato della Chiesa.


Dunque, davvero divertente quest'idea dell'ambientazione d'obbligo nella più antica Repubblica d'Europa, per i racconti di questo nuovo premio letterario che, idealmente, sempre a quanto ci dice il Morganti nell'introduzione, vuole essere l'erede morale del prestigioso premio Tolkien, patrocinato dall'editore Solfanelli, di Chieti, che, purtroppo, già da qualche anno, in seguito alla chiusura di quella casa editrice, non viene più indetto.

Abbiamo visto che la qualità media di questi racconti è davvero buona, con qualche, inevitabile, caduta di tono, come per quello, incredibilmente, vista la qualità a cui ci ha abituati fin'ora, della Bàrberi, che, devo essere sincero, non mi è proprio piaciuto, ma, anche, con acuti come il racconto del Serafini, che, se fosse stato per me, avrei sicuramente fatto vincere.






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