Nel segno del serpente
di Pietro Caracciolo-FANTASCIENZA
"Cosmo argento" n. 221, ed. Nord '91, 223 pagg., 10.000 £, prezzo remainders: 7,75 €; © by Pietro Caracciolo
Altri
contributi critici:
-recensione di Mirko Tavosanis, "Algenib notizie" n. 19, '91, pag. 22
-"Premi e fantascienza", di Gianfranco de Turris, "L'eternauta" n. 106, ed. Comic art, '92, pag. 50
-"1191-cosa ti danno in cambio dei tuoi soldi?", di Mirko Tavosanis, "Intercom" n. 122/123, ' 92, pag. 29
Come sappiamo, gli autori italiani di fantascienza pubblicati dall'Editrice Nord sono stati, d'apprincipio, limitati ai romanzi che vinsero le prime edizioni
del Premio "Cosmo".
Questo è proprio quello vincitore dell'edizione del '90. L'idea su cui si basa è alquanto strampalata: in un futuro non troppo lontano gli ebrei vengono additati come i maggiori produttori e distributori di una droga sintetica
micidiale: "È ormai noto che il 90% della droga sintetica viene prodotto e smerciato dagli Ebrei..." (pag. 7); e per difendersi dalla furia del resto dell'umanità ("Gli Ebrei! Questi e questi soltanto sono i responsabili delle agitazioni che sconquassano gran parte del mondo, nonchè delle brutture e delle depravazioni morali che si cerca di imporre alla nostra società... Il popolo ebraico presume di diventare l'assoluto dominatore dell'intero Globo." (pagg. 8-9)), si decide, col loro consenso, di spedirli tutti
nelle colonie marziane.
Ma, per fortuna, non è questo, il vero fulcro del romanzo, ma solamente il fatto scatenante. È, infatti, il viaggio nel tempo, affrontato abbastanza bene con, cioè, delle buone basi teoriche, oltre che con una bella trovata, ovvero quella di una civiltà temporale: "Rater era un mondo che si estendeva nel tempo..." (pag. 75); "...un universo temporale. Noi viviamo nel tempo. Siamo parte di esso. I nostri corpi sono formati da tempo e si identificano su
quattro dimensioni che tu chiameresti temporali... siamo privi di massa spaziale." (pag. 167).
Molto debole nella parte iniziale, si riscatta poi in quella che si svolge nell'anno zero, con un uomo dell'OLG (Organizzazione per la Liberazione Giudaica), che
vorrebbe uccidere Cristo per liberare il suo popolo da quell'accusa infamante, e rendere vana la deportazione su Marte.
Anche questa è un'idea piuttosto peregrina, ma che viene però presentata proprio così, come un'idea folle di persone poco intelligenti che non capiscono la gravità delle conseguenze di un simile gesto.
Non vi sono paradossi come quelli a cui siamo abituati, ma solo una forte reazione del tessuto spazio-temporale per la mancanza o l'assenza di massa, rispettivamente nel piano temporale da cui partono i protagonisti e in quello (anno zero), in cui arrivano.
Lo stile non è certo dei migliori, e si nota molto che questo è il primo romanzo dell'autore.
Una grande pecca del volume è la mancanza, anomala per questa collana, di una qualsivoglia introduzione.
Originariamente in "Algenib notizie" n. 19, novembre-dicembre '91
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