Sangue sintetico
a cura di Roberto Sturm-FANTASCIENZA
"peQuod" n. 9, ed. peQuod, '99, 221 pagg., 11,36 €; © by peQuod
Altri contributi critici:
-recensione di Marco Mocchi, "E Intercom" n. 2, '99
-"Piccoli cyber crescono anche in terra italiana", di Carlo Formenti, "Corriere della sera" del 20/2/2000
-recensione di Enrico Rulli, "Cosmo" n. 1/2000, ed. Nord, pag. 63
-recensione di Marco Marinelli, sito Internet "IMarche"
Eccola, quindi, quest'antologia che sa di "Intercom" da tutte le parti, a partire dall'indubbia qualità dei testi e degli apparati critici.
Come vedete vi si trovano molti racconti già apparsi sulla rivista, o, addirittura, già reperibili nel nostro sito, ma anche cose come il racconto dello Scalone,
vincitore del primo "Premio Intercom" ed ora redattore di
"Carmilla", altra realtà che stà dietro a questo libro, e che ci è affine per molti versi.
Ma penso sia meglio, ora, andare a vedere i testi uno ad uno.
-"Soldati", di Giuseppe De Rosa (anche in "Intercom" n. 113/114, '90, "Run" n. 0, ed. Splash Page, '93, con un fumetto trattone, e "E-Intercom" n. 7, '2000; pagg. 11-33)-racconto che abbiamo già avuto occasione di leggere, e anche in linea, che rimane uno dei migliori,
fra quelli da noi pubblicati; quei soldati che combattono in un corpo androide su un pianeta lontano mentre i loro corpi veri se ne stanno tranquilli alla base, che, ogni volta, poi, devono vivere l'esperienza del rientro, è di una notevole poeticità: "...un'ora e mezzo fa eravamo su di un altro pianeta, (un pianeta che probabilmente non rivedremo né sentiremo mai più nominare) a combattere, ed ora siamo qui, nella quiete più totale, e passeggiamo."
(pag. 32).
Il tutto è raccontato con una davvero notevole padronanza espressiva, che riesce a dosare bene azione ed atmosfera.
Vi è poi il racconto di Vittorio Catani "L'angelo senza sogni" (pagg. 34-54), che abbiamo già commentato parlando di "1° premio letterario "...per racconti fantastici"".
-"Un soldo per i tuoi pensieri", di Francesco Grasso (pagg. 55-75)-antiutopico, racconta di una società futura nella quale, dopo che "...la trasmutazione
degli elementi..." (pag. 64) ha reso l'oro una base non più valida per l'economia mondiale, sono le informazioni, la loro proprietà, a fare da fondamento all'economia: "Pensi che il cielo sia azzurro? Bene, dovrai
pagare i diritti a chi l'ha pensato prima di te." (pag. 65).
Al di là della trama, che riprende il phatos di "1984" di Orwell, evidentemente il racconto affronta, estremizzandolo, il problema della proprietà delle idee che l'esplosione della Rete ha posto in evidenza come
decisamente da pensare, per trovarvi una soluzione, una modalità.
Qui, appunto, si dice dell'estremo negativo, per far pensare a quello positivo, innescando, quindi, il pensiero di quella che potrà essere attuata: "...il governo mondiale decise di imporre il controllo totale sull'intera
Matrice..." (pag. 64).
-"Naufrago", di Franco Forte (anche in "Future shock" n. 22, '97; pagg. 76-91 e in "Racconti del venticinquennale", a cura di Antonio Scacco, ed. Youcanprint.it, 2011)-space opera classica nella quale sono inseriti degli elementi di fanta-medicina, con il naufrago del titolo tenuto in vita, in una capsula espulsa da un'astronave colpita a morte da un meteorite, e lanciata inesorabilmente verso una stella, da sistemi computerizzati di assistenza.
-"Vita di sogno", di Danilo Santoni (già nel nostro sito, e anche in "Mc Microcomputer" n. 158, '96; pagg. 92-6)-nel quale vediamo le riprese di un film, o, forse meglio, onirofilm, del futuro, con gli attori che, collegati virtualmente con immagini di famose star, si muovono in scenari ricostruiti al computer.
L'attrice ha il nome dello pseudonimo col quale il nostro boss a volte si firma, Maria Sole Carini, e l'attore vede solamente quando recita: "Per voi è normale.
Il cielo azzurro, il sole, i fiori, gli alberi, gli uccelli... per voi è naturale. Ma io posso vederli solo durante le registrazioni, solo col "casco"." (pag. 95); ma, alla fine, capiamo che quel
"voi" non sono certo gli altri personaggi, ma... noi: ""Il
sole, i fiumi, gli uccelli...? Ma che, oltre che cieco è anche sordo? Non li sente i notiziari?" (Idem); è un futuro bruciato.
-"Combat film", di Franco Ricciardiello (pagg. 97-120)-la cronaca in presa diretta di una furiosa battaglia fra dei secessionisti italici, ad un certo punto detti proprio leghisti, e l'esercito regolare, di Roma; il novum che lo caratterizza è l'offerta, che viene fatta a combattenti di entrambe le parti, e ai civili, di farsi innestare dei chip nel cervello, dai quali, se cadranno, potranno essere estratti gli ultimi istanti di vita; le "conduttrici" del programma sono due cloni identici.
In cui la crudezza delle descrizioni evidenzia l'assurdità di guerre come quella descritta, forse
ancor maggiore che di quelle normali.
-"Visioni di Zang", di Alberto Henriet (pagg. 121-7)-uno dei soliti racconti dell'Henriet, pieno di violenza e nichilismo portato all'estremo; e
omosessualità.
Più punk, che cyber.
-"M. (mille mondi ancora)", di Francesco Scalone (pagg. 128-37)-una versione cyber del racconto di viaggi nel tempo, o, meglio, di universi paralleli, con
gli agenti del Bene e del Male che si rincorrono fra i mondi, armati di computer capaci di prevedere i possibili sviluppi di una data situazione: "...il mio elaboratore ad attrattori descriveva uno scenario probabilistico..." (pag. 128).
E anche un po' ballardiano, con la Regina Elisabetta che assume una connotazione quasi archetipica.
Vi è poi un altro racconto che abbiamo già commentato, "Storia di A.", di Roberto Sturm (pagg. 138-53; ne abbiamo parlato nel parlare di "Antologia
italiana".
-"Non può piovere per sempre", di Emiliano Farinella (anche in "Avatär" n. 6, 2002, "Futuro Europa" n. 30, ed. Perseo libri, 2002; pagg. 154-74, e in "Trinacria station. Antologia della fantascienza siciliana", a cura di Gian Filippo Pizzo e Emanuele Manco, "Odissea digital fantascienza" n. 127, ed. Delos digital, 2022)-che riprende
notevolmente il tema-base di "Soldati", con soldati, appunto, lanciati nelle zone di combattimento, forniti di equipaggiamenti ultrasofisticati.
Solo che, qua, sono donne sintetiche, e i combattimenti li vivono realmente, non virtualmente.
Ma ciò che vi si dice è tutt'altro; infatti, molto dickianamente, è sull'umanità di queste unità da combattimento che si verte, sul loro desiderio di essere, di poter, essere, più umane di come sono costrette ad essere.
-"Front End Dance", di Domenico Gallo (già nel nostro sito; pagg. 175-206)-ottimo, è una sorta di viaggio trasognato nel sentire di oggi, nel quale, tra citazioni musicali
continue, si racconta una storia che, subito, si dice avere gli ispiratori che ha: "...l'ultimo trial version del serpente corallo della Oracle..." (pag. 176): "Blade runner"; "Il cielo sopra il porto era vivo di colori e di spezzoni fiammeggianti." (pag. 180): "Neuromante" di
Gibson.
Una storia ai limiti del credibile, per la quale la vendita avventata di un programma avanzato da parte di tre hackers sballoni porta ad un genocidio globale, e, di
conseguenza, all': "...avvento di una nuova tirannia globalizzata e feroce..." (pag. 199).
Quella sensazione di controllo che abbiamo, viene, già, detta molto bene: "Gli impulsi dei detector pennellarono il selciato rivelando i codici a barre degli umani e gli indirizzi delle eprom sui documenti." (pag. 178).
Il citazionismo continua con "...un paio di vecchi romanzi di Dick..." (pag. 188), che non poteva mancare, e una disquisizione dalle "Cosmicomiche" di Calvino: "C'era un personaggio, o meglio un'entità di nome Qfwfq che conosceva i misteri dell'universo perché, quando
erano accaduti, lei era presente." (pag. 196).
In appendice vi sono poi due saggi, "L'impatto del cyberpunk sulla fantascienza contemporanea: in attesa del miracolo", di Fabio Gadducci e Mirko Tavosanis (pagg. 206-211), in cui si dice di quanta importanza abbia
avuto, il cyberpunk, nella storia della fantascienza: "Ha
rappresentato... una delle strategie più fortunate con cui la nostra cultura è riuscita a confrontarsi con il processo di postindustrializzazione in corso a metà degli anni Ottanta." (pag. 207), e di quale sia stata la sua formula vincente: "...una fortunata fusione di attenzione al reale, metafore concretizzate e creatività letteraria" (pag. 210).
Ma, principalmente, vi ci si sofferma sul vuoto seguito al tramonto, del cyberpunk: "...negli anni successivi non sono apparsi strumenti migliori per interpretare il periodo in cui ci troviamo a vivere..." (pag. 207), ed
individuando nelle sole opere di Neal Stephenson qualcosa che abbia saputo far tesoro di quell'esperienza, in un qualche modo superandola: "Combinando satira sociale libertaria americana, azione e anticipazioni
creative... crea... un mix interessante, capace di affrontare i tipici temi cyberpunk senza scadere nell'ovvio-e i suoi libri potrebbero quasi venir
considerati gli unici rappresentanti di una fantascienza che tenga davvero conto dell'eredità complessiva del cyberpunk, che insomma sia capace effettivamente di far tesoro di quanto di buono ha prodotto il movimento e di
muovere anche qualche passettino più in là." (pag. 209).
E "Postcyberpunk, ovvero la fantascienza tra pop e avanguardia", di Piergiorgio Nicolazzini (pagg. 212-17), densissimo, in cui si dicono tantissime cose davvero importanti, partendo da una considerazione indubitabile: "Si è parlato di una ridefinizione del concetto di identità, di una deriva ontologica ove il soggetto si è smarrito, incerto sulla sua nuova dislocazione fra corpo, mente e memoria. E... di un'accelerazione della realtà quotidiana... di un parallelo straniamento del soggetto che la abita,
disorientato di fronte a un reale che si propone come "immagine" in una varietà di incarnazioni: computer, media, virtualità, simulazione, ecc.." (pag. 212)
Il discorso, come vedete, è molto complesso, e, come ho detto, già molto condensato dal Nicolazzini, ma, per quanto riguarda più direttamente la Sf, vi si dice che: "...il cyberpunk ha reintegrato la fantascienza nel presente, proiettandola verso l'alleanza con il postmoderno." (pag. 214), che: "...deve fare i conti con l'immensa desertificazione del reale operata dai
simboli della cultura di massa" (pag. 215), concludendo quindi dicendo che: "Occorre un linguaggio per comunicare e adattarsi a un paesaggio già saturo da segni, icone, repliche, schegge che scandiscono il rumore di fondo
della mass culture... trovare per l'arte un linguaggio adatto a esprimere la nostra epoca." (pag. 216).
E, ancor di più, di ciò che accadendo, e cioè di un inevitabile, ora che la realtà è diventata fantascienza, assottigliarsi dei confini fra il nostro genere e il
mainstream, o, meglio, le correnti letterarie del postmodernismo; col fenomeno dell'AvantPop.
Davvero centratissimo.
Il volume si conclude con un "Gli autori" ben particolareggiato.
Dunque davvero un ottimo testo, racconti tutti di buona qualità e due saggi brevi ma importantissimi; la veste grafica è ottima, la carta super; il prezzo non è
certo dei più accessibili, ma penso che valga sicuramente la pena di acquistarlo, non fosse altro perché così nostro.
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