Vaffanculo
di Sandro Baldoni-FANTASCIENZA
ed. di "Strafalari", '82; 156 pagg., 6.000 £ (3,10 €)
"Un insulto all'intellighenzia" è il sottotitolo, immediatamente sotto i caratteri dorati della famosa parolaccia. Nella realtà testuale essa assume tre
significati precisi, oltre a quello con cui viene usato nella vita di tutti i giorni; il nome di un locale alternativo e la risposta finale del protagonista al martellamento dei giornalisti che lo assediano... non vi dico perchè, o, meglio, ve lo dirò più avanti, e, infine il nome che Spazzino e Chiara danno ad un micio.
Strafalari "...è un posto dove si trovano alcuni giovani che vivono a Milano, e che hanno in comune l'intenzione di non farsi fregare, e di vivere, mantenendo almeno una certa libertà di pensiero e prendendo ai Ladroni il massimo cercando di dargli il meno possibile", che, purtroppo, ora, era; per intenti ed aria che vi tiravano siamo lì lì con Vaffanculo.
Diviso in tre parti, vede come protagonista uno spazzino, che, per tutta la durata del romanzo, verrà denominato unicamente come Spazzino. La narrazione è in prima persona per le due parti "1977" e "1981" mentre per la terza, "1988", il Baldoni passa alla terza persona (che è più facile!).
C'è dentro un pò di tutto, tutto quanto il casino della quotidianità metropolitana, la voglia di fare e disfare, il terrorismo, la droga, l'amore più o meno disperato, l'incomunicabilità, il potere statale, che si manifesta con
l'intervento della polizia a devastare il locale e a picchiarne gli avventori, le mille e mille strade che si aprono e poi si richiudono sul futuro di noi giovani; poco sesso, comunque.
La fantascienza c'è, eccome; nella terza parte il Baldoni descrive un mondo che non può non ricordare il 1984 di Orwell, ove l'acculturazione è obbligatoria per tutti, a qualsiasi età, fatto che, secondo un personaggio, avrebbe come conseguenza che nel frattempo il potere poteva metterlo nel tal posto senza troppo scalpore e praticamente inosservato.
Questo, quanto meno, quello che esprime Baldoni; io, sinceramente, credo che uno stato organizzato a tal punto da poter permettere ai propri cittadini di non lavorare
in fabbrica, invece, di dedicarsi unicamente alla cultura, non sia poi un obbiettivo da scartare.
Spazzino si incazza, e decide, al limite della disperazione, di fare un gesto inutile, di chiaro marchio anarcoide, invece di suicidarsi, ovvero di fare un attentato; una bomba sotto la "Statua del cervello", nel giorno della sua presentazione alle folle. Ma lo beccano, e lì il Vaffanculo finale.
Tutto da gustare, comunque, e di lettura scorrevole, anche se a tratti diventa piuttosto pesante. Opera prima è, e credo non si possa pretendere altro di più.
Non mancano d'altronde gli spunti umoristici, ne alcuni momenti in cui la prosa raggiunge una discreta qualità lirica, come nella 3° parte del terzo capitolo.
Le scene di violenza sono volutamente esasperate, crude, vive, vere, una specie di campanello d'allarme per chi si fosse dimenticato del '68 e del movimento studentesco, le bastonate che ci siamo presi, i nostri morti.
Quello che volevo dire è tutto qui; a voi ora decidere se acquistare o meno questo Orwell nostrano, se dargli fiducia, incoraggiarlo; io, da parte mia faccio il tifo per
lui; credo che abbia tutte le possibilità per fare ancora meglio!!!
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