L'occhio sinistro di Rama
di Andrea Carlo Cappi, "I romanzi", ed. Sonzogno, 2002, 356 pagg., 15,90 €
Il Cappi è uno sceneggiatore del fumetto "Martin Mystère", a cui il romanzo è ispirato; nei ringraziamenti dice di come i lettori appassionati ad esso possano riconoscervi personaggi e situazioni di suoi episodi chiave.
Martin Mystère è un detective dell’impossibile, che, qui, è detto con queste parole: "…i confini dell’impossibile sono costruiti soltanto dalla mente umana
e da ciò che essa non è disposta ad accettare." (pag. 54); e, qui, è il protagonista di una storia veramente ai limiti, di ciò che può essere creduto.
Agli inizi degli anni ’80, Stati Uniti ed Unione Sovietica hanno delle basi segrete nelle quali si studiano i fenomeni strani di ogni tipo, dagli Ufo all’,
appunto, archeologia fantastica; si, perché il nucleo di questa storia è proprio imperniato sui leggendari imperi di Mu e di Atlantide che, vi si ipotizza, furono in guerra, una guerra distruttrice che ne provocò l’annientamento.
E i cui resti, rintracciati tramite scoperte archeologiche e ricerche letterarie, vengono portati alla luce; resti che sono armi dal potere distruttivo immenso.
Il racconto ha, prevalentemente, l’andamento e la struttura del giallo, a dire il vero portato avanti in uno stile un pò ingenuo, pensato, evidentemente, per un
pubblico molto giovane; colpi di scena, inseguimenti automobilistici cinematografici, e, soprattutto, la prospettiva ad allargarsi, da un piccolo omicidio
alla catastrofe planetaria.
L’anacronismo, poi, di una guerra fredda ormai scomparsa dall’immaginario collettivo "…autodistrutta in un grande conflitto globale… lo stesso destino che sarebbe toccato al mondo moderno, se le grandi potenze avessero deciso improvvisamente di scatenare le terza guerra mondiale." (pagg. 58-9), nel parallelismo fra quell’ipotizzata guerra distruttrice e la realtà storica, non è certo un
elemento che gli conferisca una qualche morale positiva.
Elementi positivi, invece, mi sono sembrati l’aver disseminato il racconto di informazioni,
storiche, letterarie, archeologiche (l’archeologia fantastica, Peter Kolosimo ci insegna, non è certo priva di fatti davvero inspiegabili), che, così, arrivano al lettore in una maniera tale da poter essere recepiti soft, cosa che, altrimenti, non avverrebbe.
Ed il fatto, anche questo detto nei ringraziamenti, di essersi basato su fatti storici, leggende, e, prevalentemente, fonti letterarie reali; che gli conferisce, questo si, una qualche validità.
Ma, come ho detto, il racconto rimane davvero molto ingenuo; fumettistico, in genere, si usa proprio per dire di un racconto non particolarmente… intenso,
umanamente.
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