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Sospinto dall'entusiasmo per un'impresa che nessun Figlio aveva mai tentato prima, Fjjk si incamminò verso casa galoppando di buon passo. A circa trecento lespam dalla dimora di Gudlaj scorreva il canale principale, quello che tagliava i quartieri civili di Bavel trasversalmente, e che portava un buon nuotatore in appena un paio di lekhter da oriente a occidente. Il cuore di Fjjk rimase leggero per tutta la traversata. Nessuno strano animale, stavolta, a sbarrargli la strada. l'anatomista capo, prima a bassa voce, poi con sempre maggiore confidenza, cominciò a salmodiare tra sé le sure dell'Allegria. Non capitava spesso che i Figli si abbandonassero all'andamento stranamente armonico e ritmico di quelle rime. Quasi una melodia. E ci si poteva anche divertire, pensò Fjjk mentre i suoni rimbombavano sotto la volta del canale coperto, proprio là dove aveva incontrato la sguenda. In fin dei conti è andata bene.

Fjjk continuò a zufolare e a pensare a voce alta, il rumore della sua coda nell'acqua a coprire il nuoto, molto più silenzioso, di qualcun altro dietro di lui.

Finalmente la familiare riva di colore nero. Quella sabbia ricca di minerali ferrosi... Fjjk si tolse la tunica di tessuto rosso idrorepellente e si rotolò a terra per lunghi istanti. Poi si tuffò di nuovo, uscì dall'acqua e si asciugò scrollandosi vigorosamente. Si sentiva stranamente più giovane.

- Fjjk?

La voce tesa di Otgejn lo raggiunse come un dardo di una pistola ad aghi. La femmina stava ritta in piedi davanti alla soglia di casa, la veste ornata dal blasone di casa Swigga che ondeggiava piano nella brezza. Le braccia incrociate sul petto, le mani che stringevano i gomiti, Otgejn faticava a trattenere la preoccupazione.

- Che cosa è successo?

- Asfwd Fasd. Ha chiamato poco fa via comconsolle.

- Cosa vuole adesso? Ha scoperto che non ho ancora distrutto il fossile.

- Ci... ci ha invitati entrambi a casa sua.

- A casa sua? Ma... Quando ha chiamato?

- Erano risuonate da poco le salmodie della Meditazione. Era... molto eccitato, ha detto che saresti stato lieto della sorpresa!

Un brivido passò sotto il manto del anatomista capo di Bavel. Aveva sentito anche lui il Sacerdote Decano intonare dal Tempio di Homm le prime sure delle salmodie della Meditazione. Aveva appena lasciato Datasentr e recitato la parte del Figlio penitente. Certo, aveva giurato di distruggere il fossile custodito nel suo laboratorio, ma nemmeno Aswfd e Resxew, nonostante l'accaduto, potevano aspettarsi che lui avesse già onorato quella promessa. Un funzionario importante come lui, uno scienziato, aveva una parola che, data durante una dichiarazione giurata come quella cui si era sottoposto, era già di per sé una garanzia sufficiente, Fjjk avrebbe spaccato quella roccia, e basta. Non c'erano dubbi in proposito. Asfwd doveva avere altro in mente. Ma cosa?

- Prediletta tra le mogli, il Capocerimoniere ha invitato me e te?

- Entrambi, te l'ho detto. Dobbiamo raggiungerlo prima della salmodia collettiva di Hassa.

Un gesto di pace? Fjjk sospirò sollevato. Era tradizione, fin dai remoti tempi anteriori all'Unificazione, che nessun gesto aggressivo venisse compiuto dai Figli dolpo la recita di quella salmodia, che ricordava alla Schiera il valore della misericordia e, dopo le sure della Meditazione, preparava al cibo e al sonno. Violare quella tradizione sarebbe stato troppo anche per Asfwd. Ma poi, perché dovrebbe farlo? Asfwd è un Figlio attaccato alla forma. Vorrà celebrare, a suo modo, il ritorno del penitente sulla retta via..

- Non ci resta che muoverci, allora, Otgejn. Dobbiamo arrivare a Kà-dingirra in tempo per recitare la preghiera collettiva insieme con Asfwd.

La strada verso l'Acropoli era lunga, canali in cui nuotare e strade in duroplast da percorrere galoppando velocente a quattro zampe. Otgejn e Fjjk, tuttavia, non parlarono molto durante il viaggio. Le livree vivaci delle tuniche da cerimonia contrastavano con i tratti tirati dei loro musi. I due Figli sapevano bene che, per quanto si ripetessero che il gesto di Asfwd non poteva che essere distensivo, qualcosa comunque stonava, era ... sbagliato. Fjjk aveva già fatto professione di pentimento e sottomissione, cosa c'entrava coinvolgere Otgejn, tanto per cominciare? Voleva forse dire che da questo momento in poi Fjjk, per non destare più sospetti, avrebbe dovuto obbedire a ogni capriccio del suo superiore? Non posso accettare un controllo così ossessivo... Fjjk sentiva la frustrazione trasformarsi in rabbia, ma ogni proposito bellicoso venne meno non appena, insieme con Otgejn, scorse il profilo imponente della magione degli Scefed, la Famiglia di Asfwd, un'antica torre dei tempi pre-Unificazione trasformata in tenuta aristocratica. Asfwd, suo padre Fasd e i loro progenitori avevano sempre tenuto a che la loro casa mantenesse l'aspetto originario di fortezza. Da quando esisteva la Schiera c'erano gli Scefed, e gli Scefed erano a capo della Gilda dei Medici. Ed erano anche tra i pochi Figli ad avere un nome dinastico. Una manciata di Famiglie univa il nome dinastico al tradizionale patronimico, una era quella di Asfwd, un'altra quella di Otgejn, i mitici Swigga.

Due guardie, discretamente armate con pistole a fase di media potenza aprirono a Otgejn e Fjjk il pesante cancello della magione. Era ancora d'acciaio, metallo ormai usato di rado dalla tecnologia dei Figli, dispendioso quanto superato dalle nuove leghe. Fjjk si accorse che le sbarre erano consumate, come intaccate dal salino. Ma l'acciaio non doveva essere inossidabile? Dolce Hassa, quanto è antico questo cancello? Incontestabilmente, un segno tangibile della tradizione, come tutto quanto circondava i due Figli in quell'ambiente così vasto. Subito dopo la soglia, una passatoia in... pelle di marsupiale? Non poteva che essere così, pensò Fjjk, che aveva represso un brivido nel sentire la caratteristica consistenza rugosa sotto i suoi piedi. Il muso di Otgejn era invece ancora impenetrabile. Se il dettaglio l'aveva colpita, la Figlia aveva deciso, saggiamente, di non darlo a vedere.

- Amatissimo dipendente! Graziosa Figlia! - il Capocerimoniere della Gilda dei Medici di Bavel si fece avanti alla coppia con un largo sorriso stampato sul muso. - Ringrazio entrambi per avere accettato l'umile invito di Asfwd, figlio di Fasd, ultimogenito degli Scefed, servo dei servi della Schiera.

Lingua Alta, un vero omaggio tributarla a un Figlio che fino a poco prima stava vacillando verso il baratro dell'eresia e del Trattamento Ultimativo! Fjjk non poté fare a meno di sorridere tra sé alla cerimoniosità del suo superiore.

- Certamente avrete potuto apprezzare la qualità di questa passatoia... - aggiunse maligno Asfwd. - Ohh, ma non fate quelle facce! Fjjk, non dirmi che non hai mai spiegato alla tua Moglie Anziana che oggigiorno queste ... sostanze si possono creare in laboratorio! l'anatomista capo di Bavel e l'ultimogenita di casa Swigga sapranno certamente che, per fare questa passatoia, non c'e' stato alcun bisogno di scuoiare ... quante schiave? Una cucciolata intera? No, noi siamo Figli caritatevoli con le ... creature che stiamo elevando, non è vero Fjjk?

- C... credo di sì, stimato superiore!

- Ohh ma quante cerimonie, figlio di Okjieko! E da un Figlio che è stato così ... anticonformista in passato! Il tuo ravvedimento ti fa onore, ma adesso, ti prego, non diventare noioso!

Asfwd gesticolava vivacemente, sembrava di umore davvero ottimo, una circostanza che non gli si vedeva manifestare spesso. Si mise in mezzo alla coppia di Figli, prendendoli entrambi sottobraccio. Varcarono tutti e tre un'ampia soglia che, dal vestibolo d'accesso li portava all'interno della prima sala cerimoniale della magione Scefed. Allineata su due ali, la servitù, tutte schiave marsupiali con gli avambracci dipinti di un rosso vivo, il colore della Gilda. Fjjk scambiò un'occhiata con Otgejn e si ricordò. Quel rosso si intonava di più al colore del blasone di casa Scefed. Medici da sempre, ma pronti a versare sangue di nuovo? Questo sembrava proclamare quella pittura esibita dagli schiavi.

- Amico carissimo, graziosa Figlia! - La voce acuta di Resxew strappò Fjjk alle sue riflessioni. Lo sguardo incoraggiante che Otgejn gli scoccò gli fece capire che, almeno stavolta, era riuscito a non esprimere a voce alta i suoi preoccupati pensieri. - Che piacere vedervi qui, nella sala della preghiera! Credo non ci sia miglior modo per riavvicinare le nostre Famiglie che invocare insieme la misericordia di Hassa! - Curioso, rifletté Fjjk, che Resxew sia così gentile. Evidentemente il bagno nella merda di k'pibra lo impressiona meno che una gaffe in casa Scefed...

Asfwd batté le palme delle mani. Al suo gesto, le schiave marsupiali si portarono intorno all'alto tavolo marmoreo che troneggiava al centro della sala. Due di loro azionarono dei pulsanti che si trovavano sotto i lati lunghi del manufatto. Questo, con un movimento lento e fluido, si abbassò fino a fermarsi al livello del pavimento sottostante. Otgejn e Fjjk videro solo allora il simbolo delle tre onde che recava impressa la piastra di marmo. L'acqua di Hassa. La sala cerimoniale era anche un tempio familiare. I due Figli si inginocchiarono macchinalmente e chinarono il capo fin quasi a terra. Lo stesso fecero Resxew e Asfwd, in un frusciare di tuniche di seta. Più silenziosamente, anche le schiave marsupiali si prosternarono a loro volta, toccando il pavimento con le loro fronti piatte. Fjjk non poté fare a meno di notare che la loro preghiera aveva qualcosa di diverso rispetto a quella dei Figli, un che di devozione particolare nei confronti della Dea della Misericordia. Gli tornò in mente la fede pacata di Gudlaj il Gondas. Già. Quelle erano femmine Gondas. Ospite della temuta casa Scefed, Fjjk lo stava quasi dimenticando.

Che sia davvero un momento di pacificazione? Tra un inchino e l'altro Fjjk sbirciò a lato i movimenti di Asfwd e, più decentrato, di Resxew. Misurati, solenni, le espressioni sui musi devote e intense. Difficile dissimulare davanti alla dolcezza di Hassa. La Dea della Coscienza non avrebbe consentito un inganno. Forse davvero l'aristocrazia di Kà-dingirra stava riaccogliendo nel suo seno Fjjk e la sua Famiglia, pensò l'anatomista capo di Bavel, mentre il padrone di casa, le sue cinque mogli e l'Araldo Resxew si rialzavano, spolverandosi le lunghe tuniche cerimoniali.

- Adesso il cibo! - proclamò con un sorriso Asfwd, riprendendo Otgejn e Fjjk sottobraccio e scortandoli nella sala successiva, dove era stato imbandito un desco degno dei tempi andati, quando le case nobiliari dovevano dimostrare di essere l'una più ricca e influente dell'altra. Vegetali fumanti in torte composte in forme di architetture fantasiose, torte multistrato di cereali da vivaio, perfino il dentepiatto farcito rituale, a ricordare ed esorcizzare i tempi arcaici del cannibalismo. Una volta i Figli avevano l'usanza barbara di uccidere una Prole da latte e consumarla per placare la furia di Seff il Serpente. Col passare delle generazioni l'uso era giustamente decaduto e le nuove interpretazioni delle sure di Homm non lo prescrivevano più. Tutto quanto ne rimaneva erano i terrori notturni dei cuccioli, indotti dai racconti paurosi di Mogli poco sensibili. Anche l'aristocrazia di Kà-dingirra, tuttavia, manteneva il ricordo dei tempi andati, sposando la tradizione con la tecnologia. Le Case più ricche avevano così cominciato a ordinare carni sintetiche di Figlio da comporre nelle forme che si voleva, anche quella, formalmente proibita, della Prole da latte. Proprio come la pietanza che troneggiava su un lato del basso tavolo da pranzo davanti a Fjjk.

- Come vedete, cari Figli, casa Scefed offre sempre il meglio! - proclamò orgoglioso Asfwd. A un suo gesto solenne, tutti i Figli si accucciarono intorno al tavolo. Asfwd si accomodò a sua volta, non senza avere rivolto un nuovo gesto imperioso alle schiave marsupiali. Queste si fecero avanti sorreggendo, in gruppi di due, quattro grandi vassoi coperti, che vennero poggiati su apposite piattaforme collocate sul tavolo. I coperchi vennero alzati simultaneamente, scoprendo grossi pezzi di pietanza seminascosti dal vapore di cottura.

Il grido appena soffocato di Otgejn fece drizzare il manto sulla schiena di Fjjk. l'anatomista capo di Bavel sbarrò gli occhi. Dissipato che fu il vapore, vide che nei quattro grandi piatti di portata erano stati serviti, cotti a puntino, e comunque riconoscibilissimi, quarti interi di marsupiale. Lo sguardo di Fjjk si spostò dai corpi smembrati alle schiave immobili e impassibili che li avevano serviti. Hassa misericordiosa, è carne della loro carne!

- Cosa c'è, onorato amico? - chiese maligno Asfwd - Ti avevo pur annunciato che avremmo consumato insieme una buona partita di marsupiale! Pensa che per l'occasione ho ottenuto una dispensa particolare e sono riuscito a procurarmi cinque schiavi maschi! Sai, è difficile andarli a pescare nei loro quartieri periferici! Sono delle vere delicatezze!

L'acquolina in bocca che, nonostante lo choc, l'odore della carne cotta aveva suscitato in Fjjk si trasformò all'istante in umore di bile. Schiavi maschi, dolce Hassa! No, non possono essere arrivati a Gudlaj! Otgejn lo fissò, ferma. Non devi cedere alla provocazione, dicevano quegli occhi.

- Serviti per primo, onorato ospite! - disse con voce sonora Asfwd. Fjjk infilò automaticamente le dita nel manico sagomato del forchettone da portata che il padrone di casa gli aveva porto.

- Cascasse il mondo, mangia! - gli sussurrò Otgejn in un orecchio.

Tutti lo guardavano. Fjjk, traumatizzato, un ronzio crescente nella testa, fissò a lungo il forchettone, decidendosi infine a conficcarlo nel pezzo più piccolo che riuscì a individuare.

- Una mano ! Ottima scelta! l'anatomista capo di Bavel saprà sicuramente domare tendini e nervi e rosicchiare il resto!

Una grassa risata dei commensali salutò il commento di Asfwd. Il suo capo, Fjjk se ne era accorto, sorrideva solo con l'ampia bocca. Gli occhi, rossi e febbrili, non si erano mai staccati dal suo ospite. Resxew guardava a sua volta Fjjk, sul muso una strana smorfia. Non è del tutto d'accordo coi metodi di Asfwd... Ma non alzerà un artiglio per aiutarmi... Fjjk rimase per qualche istante con la mano di Gondas infilzata nel forchettone. Sotto di lui il piatto in cui un Figlio che si rispetti avrebbe dovuto deporre il boccone per poi spolparlo. Ma l'anatomista capo di Bavel non riusciva a pensare che alle lunghe ed espressive mani di Gudlaj. Quelle dita che indicavano, che sottolineavano i passi di un discorso. Dita di creatura... da rispettare. Quanto erano diverse dalle estremità scurite dalla cottura che stava guardando istupidito. Poi pensò al pollice di Haltaj, quello che aveva distrattamente sbocconcellato crudo, subito dopo l'autopsia. Lo stomaco, infine, gli cedette e si rovesciò, proprio nel piatto che aveva sotto il muso.

Tra i commensali cadde un silenzio gelido. Fjjk risollevò il capo e si guardò cautamente intorno. Otgejn guardava fisso davanti a sé senza muoversi. L'Araldo Resxew fissava Fjjk a bocca aperta. Gli cadrà la mascella nel piatto se continua .... Il pensiero diede a Fjjk un altro violento conato.

- Bene, bene! - commentò gelido Asfwd. - Così tutte quelle parole di pentimento non celavano altro che il desiderio di umiliare me e la mia Casa, non è vero, esimio anatomista capo? Un tempo avresti gioito delle pietanze che gli Scefed si sono degnati di offrirti adesso. Ora, invece, profani la mia ospitalità con i succhi impuri del tuo apparato digerente!

- Io... io non sto bene, onorato superiore, e...

Otgejn lo guardò con compassione. Ti stai scavando la fossa da solo, amore mio! Non dimenticare la tua dignità! Il messaggio negli occhi della Femmina era chiarissimo.

- Smettila una volta per tutte con le storie, figlio di Okjieko. Non puoi offendermi così. Esigo una spiegazione!

Otgejn fissò di nuovo Fjjk. Diglielo, dolce Hassa, diglielo, insomma. Non puoi continuare a fare finta!

- Onorato superiore... Io credo che sia una barbarie consumare carne di marsupiale!

- Una barbarie! - sbottò Asfwd. - Solo perché da qualche tempo frequenti la compagnia degli schiavi definisci barbara la sacra usanza rituale dei Figli? Che memoria di razza hai tu, figlio di Okjieko? Ma sei davvero suo figlio?

L'offesa colpì Fjjk con la violenza di un manrovescio sul muso. Otgejn fu la prima ad alzarsi.

- Ora basta, Capocerimoniere! - intimò secca la Figlia.

- Tu, femmina insolente, osi dirmi cosa devo fare in casa mia? - Asfwd si erse contro gli ospiti in tutta la sua mole .

- Non dimenticare, Asfwd figlio di Fasd, che io sono Otgejn figlia di Xewx , figlio del primo sacerdote Cwqxec. La mia gente, la casa Swigga, amministrava la religione a Kà-dingirra quando gli Scefed ancora trapanavano il cranio dei guerrieri feriti per liberarli dallo spirito di Seff! La vostra competenza scientifica non ha fatto passi sostanziali da allora...

Il sarcasmo di Otgejn colpì Asfwd come una frusta, ma il Capocerimoniere incassò bene.

- ... E già allora ci ostacolavate lo so bene, Otgejn figlia di Xewx. - ammise Asfwd. - Come ci ostacolate ora. Ma non sei tu, o almeno non ancora, quella deve darmi una risposta. E' questo Figlio! - urlò indicando Fjjk. - Smettila di proteggerlo, Otgejn, per le interiora di Seff!

- Io non subirò ancora la tua arroganza, Asfwd. Nemmeno al prezzo di disonorare la tua casa! - disse finalmente Fjjk raddrizzando la schiena e detergendosi la bava di bile che ancora aveva alla bocca. - Avermi invitato qui con Otgejn a questo... banchetto cannibalesco è un'offesa tanto al mio onore quanto al tuo. Hai sfruttato la tradizione per costringermi a una nuova sottomissione. - l'anatomista capo prese coraggio e continuò. - Questo fa di te un peccatore che ha oltraggiato la sua casa. La tua colpa cancella la mia e mi rende libero dai miei impegni giurati!

Asfwd rimase impietrito, solo le mani artigliate fremevano incontrollabili. Gli occhi erano diventati pozzi di oscurità, Seff il Serpente, Fjjk ci avrebbe giurato, stava scalandone le profondità per irrompere all'esterno. L'Araldo Resxew si teneva il capo tra le mani. Gli altri commensali erano rimasti immobili.

Otgejn guardò Fjjk con orgoglio. La Femmina si alzò e afferrò la zampa anteriore del marito. - Andiamo, Fjjk. E' quanto dovevi dire. Niente di più, niente di meno.

I due Figli, sempre tenendosi per mano, attraversarono la sala del banchetto, quindi il tempio e il vestibolo, e lasciarono indisturbati la magione Scefed. Entrambi respirarono a pieni polmoni l'aria fresca della falsa notte di Kà-dingirra, che la luce fredda dei Quarzi trasformava in un eterno crepuscolo.






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Figlio della schiera

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