Confessioni di uno scrittore impazzito e del suo dottore
di Claudio Bimbi-FANTASCIENZA
"Frontier-line" n. 4, ed. Clandestine, 2004, 205 pagg., 10,00 €
Un romanzo sul pericolo della perdita di creatività a causa del progresso, della clonazione, dell’Uomo/Macchina, del Grande Fratello con poteri assoluti datigli dalla cibernetica: "…tutto ciò ci aiuta, ma spesso ci da troppa sicurezza, e la vita si piega sotto il peso della monotonia, della quotidianità: ne consegue la perdita di luce interiore, di energia pura che è sinonimo d’arte…" (pag. 153).
Energia pura che vi è detta, significativamente, come il mostro che è in noi, la Bestia: "L’essere che è in ognuno di noi. L’essere che conosce la via della purezza e della bellezza nella violenza. Il pazzo e l’omicida che tutti abbiamo dentro. Colui che cede a qualsiasi tipo di desiderio, colui che non conosce ragione e torto, naturalezza e innaturalezza, correttezza e scorrettezza." (pag. 113).
La sublimazione "scorretta", che può, appunto, essere convogliata nell’arte.
La storia racconta proprio di un uomo che, trovata una "statua" nella quale un artista si era voluto trasformare, uccidendosi, decide di seguire quella sua stessa, folle, strada, uccidendo e facendo soffrire molte persone, per riuscirvi.
Ed è un vero romanzo di fantascienza, ambientato nel 2040, in un mondo nel quale, appunto, il "progresso" ha valicato molte porte; un gruppo di predoni dei territori selvaggio fuori dalle città, protette da immensi macchinari dagli effetti letali del buco nell’ozono, saccheggia in uno stato coscienziale ormai solo parzialmente consapevole, nel proprio corpo infiniti macchinari che li rendono più Macchina, che Uomo: "Il loro stile di muoversi, di guardare, di sorridere, di salutarsi si era adeguato all’ambiente… questo mondo aveva bisogno di un po’ di ignoranza e di semplicità." (pag. 46).
E, il Bimbi, deve essere sicuramente un grande appassionato, di Sf, tanto che la cita spesso, con tanto di nomi e cognomi: "Dopo aver riposto Dune stavo per ripescare da una pila di libri impolverati un capolavoro di Lem…" (pag. 42).
Il racconto procede dal punto di vista del fratello (gemello), dell’"artista", che, dopo aver seguito il ritrovamento della statua, tenterà con tutti i mezzi di rintracciarlo, lui fuggito via, dal Sistema, per perpetrare il suo assurdo proposito.
E, poi, da quello del dottore che, conosciuto il suicida, ed avendo adempiuto ad un suo desiderio quasi folle come l’altro, ne seguirà il destino fino all’esecuzione comminatagli (innocente) per omicidio.
Il messaggio sembra un po’ quello del "Dr. Addler" di Jeter, e simili, dunque, ma qui è l’arte ad essere vista come quel qualcosa che può incanalare in maniera socialmente accettabile le pulsioni creative, che trascendono la normalità dei quotidiano, per dar loro sfogo, e non consertirle di manifestarsi, poi, altrimenti, in maniera violenta: "…questi uomini hanno o no avuto il tempo di lasciare qualcosa su questo frettoloso mondo…" (pag. 196).
La visione nichilistica del mondo dovuta alla Morte di Dio, e all’inarrestabile accrescersi delle conoscenze, "In fondo che cos’eravamo se non un pugno di mosche in una galassia infinita, un gruppo di bambini incoscienti che ognuno da una finestra diversa osservavano un mare senza fine." (pag. 182), può far riemergere la Bestia, ormai senza più freni morali: "Non esistevano ne pazzia ne violenza… una condizione mentale che non poteva più essere innocentemente spiegata dalla psicologia e che andava oltre il più alto umano pensare. Alan era puro. Puro come i primi animali che sono comparsi sulla Terra. Puro e quindi totalmente inafferrabile dalla realtà." (pag. 200); l’Arte può salvarci.
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