Due poltrone per uno
di Pietro Bernasconi-FANTAPOLITICA
"Romanzi", ed. Mursia, 2005, 260 pagg., 16,50 €
Fantapolitica nostrana, con, a protagonisti, i nostri reali politici: "L’unica cosa vera di questo romanzo sono i personaggi politici. Tutto il resto è pura invenzione letteraria" (Avvertenza, pag. 2).
Vi si immaginano una serie di eventi che porteranno Silvio Berlusconi a perdere tutto il suo potere, sia
economico che politico: "Costretto a regalare Mediaset all’amico-nemico Rupert Murdoch e a dimettersi dalle cariche istituzionali lasciando la scena politica,
braccato dalle folle, ormai abbandonato da tutti e alla vigilia di quello che si prefigurava come un mesto e avvilente esilio." (pag. 247); o almeno così sembra.
Il "novum" che farà accadere questo "miracolo" è una figura enigmatica, che si farà chiamare Mosè, e che vuole, appunto, liberare l’Italia dal suo faraone; un uomo qualunque, dietro al quale non si riesce bene a capire
se ci sia qualcuno oppure no.
Che, promuovendo un boicottaggio alle sue reti televisive, vi contribuirà in maniera sostanziale.
Ma, cosa senza la quale non sarebbe potuto accadere, è grazie al suo aver trovato in Massimo D’Alema un politico che saprà usarne profiquamente le conseguenze, che la cosa riesce.
Il titolo fa riferimento ad uno dei fatti basilari che ne
caratterizzano la trama, il volersi riservare sia la poltrona di Presidente del Consiglio che quella di Presidente della Repubblica, da parte di Berlusconi: "…quel film divertente di qualche anno fa con Eddy Murphy
e Dan Aycroyd… Una poltrona per due…" (pag. 132).
Il tutto è narrato in una prosa scattante, che avvince per il suo seguire il succedersi delle vicende, ma che non concede quasi nulla alla descrizione, ne tanto meno all’introspezione psicologica.
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