Xaldor
di Anna Maria Cecchetti, "Log plus" n. 16, ed. Star Trek Italian Club, ‘93, 126 pagg., 10,50 €, riservato ai soci
Bel romanzo che, dopo essere partito come ogni buon episodio della serie, cioè seguendo i paradigmi della Space Opera, improvvisamente diventa qualcos’altro, una storia d’amore molto particolare.
È, infatti, l’amore fra niente di meno che Spock, il vulcaniano tutta logica, ed una donna di una razza aliena appena venuta in contatto con l’Umanità, e la Federazione, che, per quanto poco se ne sappia, sembra proprio essere qualcosa di estremamente potente, sia politicamente che… psicologicamente.
Di una potenza che le deriva da generazioni e generazioni di scelte genetiche mirate, e da una ferrea disciplina psichica, qualcosa che ricorda un
po’ lo zen.
Ed è sempre l’Amore al centro del fatto su cui gira la trama, un computer creato da un’antichissima razza estinta da millenni, risvegliatosi e decisissimo a mettere in pratica le sue istruzioni: distruggere, appunto, l’Amore: "La gente di quella razza era giunta a considerare l’amore come un’imperfezione… cosmica…" (pag. 119).
Fra combattimenti psichici e teletrasporti selvaggi, si arriva alla distruzione del pianeta del computer, appena in tempo per evitare la distruzione di tutto… l’Amore, e, quindi, di tutti gli esseri senzienti, per l’happy end inevitabile.
Scritto abbastanza bene, riesce a catturare l’attenzione del lettore in discreta dose, anche se eccede nel dire di avvenimenti al limite del comprensibile, proprio per focalizzare l’attenzione sulla questione che ci si era prefissati, che abbiamo detto: "…ho compreso ben poco… di quanto è successo qui e… altrove…" (pag. 114), ed è molto ben illustrato da Mariacristina Denicolai.
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