R.Z. 115 negatron
di Umberto Bellini, con lo pseudonimo di Bielt Niutold, "I romanzi del cosmo" n. 106, ed. Ponzoni, ‘62, 144 (116) pagg., 150 £; prezzo dei remainders: 8,00 €
Ho voluto recensire questo romanzo semplicemente come esempio di quelle tante opere pionieristiche della Sf italiana scritte sotto pseudonimo.
Già il titolo rimanda inevitabilmente all’Sf hard, la Space opera, e, la trama, lo riconferma; si tratta, infatti, della tipicissima minaccia portata al Mondo dallo scienziato pazzo di turno.
Qui, questi è un russo, come diremmo oggi, nostalgico, che, in una Terra che ha subito un’immane distruzione a causa di una guerra globale fra le "vecchie" superpotenze, e poi risorta unificata, vuole appunto riportare in auge le antiche glorie sovietiche.
A parte il discorso ideologico, che lascerei perdere, il racconto procede seguendo pedissequamente i vari cliscè dell’Sf, senza che nessun sussulto possa colpire il lettore, nella rasserenante quiete del risaputo ancor prima di essere fruito.
Ovviamente, poi, è infarcito di parole decisamente desuete, che dicono quanto, in questi in fin dei conti non moltissimi anni, sia cambiata la nostra lingua.
Un romanzetto, insomma, senza nessuna pretesa, tutto volto a essere fruito più facilmente possibile, con la brava Storia d’Amore che, in una maniera davvero inverosimile, riesce a mettere accanto all’Eroe la donna completamente persa nella sua adorazione.
Sicuramente, fra i romanzi di quell’epoca pubblicati da italiani sotto pseudonimo, ce ne saranno di migliori, anche per il fatto che, fra di essi, ve ne sono di scrittori che, poi, divennero grandi nomi, dell’Sf italiana, come il Malaguti e il Naviglio.
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