Laguna rossa
di Stefano Carducci, da "Futuro Europa" n. 41, ed. Perseo libri, 2005, 272 (108) pagg., 12,91 €
In un’Italia futura immersa in un’Europa regredita ad una situazione politica frantumata e iper-conflittuale, il Presidente organizza la liberazione del leader del partito erede, incattivito, della Lega Nord, per provocare un’incidente che gli fornisca la scusa per invadere la Croazia.
Ma, nella Chioggia che ne è teatro, a muoversi sono in molti; anche una setta di, sembrerebbe, folli "credenti del male", seguaci di un professore di Storia delle religioni, imbattutosi in Dèi antichi.
Dèi chiaramente riconoscibili come derivati da quelli lovecraftiani.
Le due vicende, quella politica, intrisa di intrighi e tradimenti, e quella misterica, procedono separate, unite unicamente dal protagonista, un giornalista fallito, che prende parte, seppur marginalmente, ad entrambe.
Ma, il finale, dice molto chiaramente ciò che vi si voleva dire; gli Antichi, che simboleggiano le forze ataviche, primordiali, che scorrono nell’Uomo, si abbattono sul comizio del leader, e distruggono; il pericolo che, ora ed in futuro, forze oscure, violente, farneticanti, possano ancora scatenarsi, distruttrici, sull’Europa.
Scritto molto bene, irretisce l’attenzione del lettore proprio col frammistare il "normale", il complotto politico, la sete di potere, con la storia "sovrannaturale", che, così, diviene più "vera", assume un’altrimenti impossibile credibilità.
E, la parte "occulta", è detta in toni delicati, senza mai cadere nel facile tranello del sensazionalismo, ma giocandola tutta sull’atmosfera, su quanto si lascia alla capacità di immaginazione.
I molti rapporti umani che vi si descrivono, poi, sono sempre intensi, emotivamente, forti; e resi davvero bene, con una forte carica di umanità.
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